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Il valore dell'handwired
Il valore dell'handwired
di [user #9523] - pubblicato il

Nella scelta di un amplificatore il suono ha un ruolo cruciale, ma non sono da sottovalutare aspetti quali affidabilità, solidità e tipologia di costruzione. Sistemi come il point to point e l'assemblaggio a mano sono spesso letti come garanzia di qualità, ma quanto c'è di vero?
Nella scelta di un amplificatore il suono ha un ruolo cruciale, ma non sono da sottovalutare aspetti quali affidabilità, solidità e tipologia di costruzione. Sistemi come il point to point e l'assemblaggio a mano sono spesso letti come garanzia di qualità, ma quanto c'è di vero?

Un Accordiano mi scrive:
ho letto con molto interesse l'articolo di Redazione sulla nuova serie Marshall. Siccome vorrei acquistare in via definitiva un amplificatore valvolare di massimo 50 watt e il mio stile è british, prima di acquistarlo ti chiedevo una valutazione su questo assemblaggio considerando che incide molto sul prezzo totale.
Ti ringrazio anticipatamente per le risposte che mi darai.


Non essendo un esperto ma neppure l'ultimo degli sprovveduti, mi permetto di esprimere un parere indossando i dignitosi panni di una persona che ha costruito qualcosa avvalendosi di diverse tipologie di assemblaggio.

La foto ritrae una parte del circuito di un Bassman clone, realizzato da me e a mio uso ormai da qualche anno.

Il valore dell'handwired

L'ampli suona benissimo e ha avuto già la prima sostituzione delle valvole ma, pur apprezzandola molto, non posso definire la sua voce identica a quella del Fender del '59, anche a parità di circuito, perché alcune componenti non sono quelle come non sono quelli i coni.

Per alcuni è migliore, per altri non lo è, ma la costante è la diversità della timbrica generale, una lacuna non colmabile e presente anche paragonando diversi esemplari originali Fender costruiti nello stesso stock.

Lo stesso amplificatore è stato da me costruito anche con una tecnica diversa e, a parità di circuitazione e con gli stessi magnetici e le identiche componenti, nessuna diversità si è presentata all'analisi di routine effettuata con strumenti idonei.

Il valore dell'handwired

La domanda dell'amico accordiano è centrata sulla tipologia di assemblaggio, ma non è questo che bisogna valutare per l'acquisto di un apparecchio nuovo e di fascia alta, bensì la qualità dei componenti, dai resistori ai magnetici.

Certamente il fatto che sia stato cablato in handwired conferisce un valore aggiunto all'oggetto, un valore che avrebbe il suo peso nel caso si volesse cederlo dopo qualche tempo e per qualsiasi ragione.
Nell'articolo c'è un preciso riferimento all'uso dei magnifici trasformatori Drake e vi assicuro che questo dato riveste una importanza ben maggiore del fatto che sia stato cablato a filo.
Un altro riferimento importantissimo è che l'intero amplificatore è stato costruito in Gran Bretagna, dove impera una ben nota tradizione per questo tipo di costruzione elettronica e magari negli stessi stabilimenti che hanno creato la mitica Plexi o i JTM che hanno saputo riprodurre quel rock unico e irripetibile che ancora echeggia nei luoghi più remoti del pianeta.

Per finire, il mio consiglio nell'acquisto di un amplificatore rimane un'attenta valutazione non del lato estetico e comunque edonistico dell'apparecchio, ma del suo cuore, costituito dai magnetici in primis e poi da tutte quelle componenti non sostituibili nell'immediato.

Il valore dell'handwired
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Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 23/01/2014 ore 14:09:13
Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che non sono "quelli di una volta"...Come le sellette, i condensatori, l PAF (seppur prodotti con le stesse identiche prassi).
Proprio ieri sera leggevo di un set di PAF, prodotti in Croazia: posto che suoneranno benissimo, ci tenevano a precisare che le viti utilizzate siano prodotte da un'azienda che fornisce anche Gibson e Fender da sempre e che molto probabilmente utilizzano per produrre queste vitine esoteriche gli stessi macchinari che hanno dato vita a quelle utilizzate nelle mitiche pre-CBS e nelle Burst del '59...Credo che non ci sia bisogno di dire quello che penso vero?
Rispondi
Re: Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di gwynnett [user #9523]
commento del 23/01/2014 ore 14:23:47
certamente non saranno quelli ma speriamo che siano stati conservati gli standard di produzione e l'eccellenza dei materiali


Rispondi
Re: Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di gwynnett [user #9523]
commento del 23/01/2014 ore 15:00:33
vorrei far presente che in elettronica il concetto di identicità non è leggibile perchè la realizzazione di un progetto necessita di un certo numero di componenti mai identici tra di loro

la lavorazione più attenta durante la fabbricazione di condensatori non può escludere il formarsi di una bolla nel dielettrico e lo stesso nella realizzazione dei resistori
valvole e semiconduttori possono avere differenze abbissali nella resa pur rispettando, in sede di fabbricazione, la stessa tipologia

questo non incide in maniera eclatante nel risultato finale e l'utente non se ne accorge neppure ma la differenza esiste

se, avvolgendo un pickup in fabbrica, si dovesse verificare una piccola defiance della macchina e le spire risultassero troppo strette o troppo larghe avreste un suono pessimo o un suono unico al mondo perchè nessun altro pickup godrebbe mai o sarebbe inficiato da questo errore

ho avuto occasione di montare i magnetici Drake di nuova generazione ed ho potuto riscontrare un'ottima stabilità in corrente per quanto riguarda l'alimentazione ed un magnifica linearità in quello di uscita

il tutto condito da una squisita fattura e da una superba estetica

è anche vero che non si ragiona in termini di alta fedeltà ma in circuitazioni che ammettono tolleranze anche del 20 per cento, specialmente in tensione
Rispondi
Re: Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 23/01/2014 ore 15:09:21
Ecco, vedi perchè ti stimo così tanto? Perchè in pochissime parole riesci ad esprimere una verità assoluta: le tolleranze, + o - 20% all'analisi con l'osciscolloscopio o in un simulatore cavolo se contano, stessa cosa dicasi per i pu e quelli da me citati cambiavano di avvolgimento in avvolgimento prima del 61 se non ricordo male. Oggi grazie alle nuove tecniche si può ottenere un'ottima costanza e da un punto di vista ingegneristico questa è una manna dal cielo! E d'altronde tu stesso che sei un amante delle sonorità vintage opti spesso per le pcb se non ricordo male e non sempre per il pont-to-point, ti prego di scusarmi se sbaglio!? Anche qui c'è un perchè ed i risultati in termini di affidabilità sono non da poco, anche se non ci stiamo muovendo nell'alta fedeltà!

P.s: il mio ampli è dell'83 e me lo tengo stretto, ma prima o poi, il più tardi possibile, anche i suoi Drake dovranno andare in pensione, quindi se quelli attuali o futuri saranno ben prodotti sono più contento, che sia io a doverli cambiari o gli eredi, che spero arriveranno e suoneranno chiaramente!? Non potrà mai suonare come ora al 100%, ma diverso non significa peggiore o migliore secessariamente.
Rispondi
Re: Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di gwynnett [user #9523]
commento del 23/01/2014 ore 21:27:22
il mio sogno è stato sempre quello di realizzare apparecchi minuscoli nelle dimensioni ma con un gran suono sia qualitativamente che quantitativamente e l'uso del pcb riduce notevolmente gli ingombri

rimane scontato il discorso che ad una diminuizione degli ingombri corrisponde una notevole leggerezza dato che si rimpiccioliscono di conseguenza mobile e chassis ma, è c'è un grosso ma,

cosa dire di quei vecchi apparecchi con le componenti montate su eyelets e questi ultimi a loro volta aggrappati in contrastro a quelle meravigliose piastre di cartone pressato, nere di colore ed ondulate dal calore, che hanno respirato per anni all'interno di un poderoso chassis??

come resistere al fascino di quelle variopinte connessioni in solid core ricoperte di tessuto jaquard che raggiungevano le rispettive terminazioni descrivendo ampie volute e ricciolando attorno alle prese??

e come magnificare ancora i commutatori di impedenza in spessa bacheliite, con sicure piastrine di rame solidamente incastrate e pronte a ricevere il contatto di un cursore a manopola che ricorda quello dei vecchi radiatori in ghisa??

un fascino irresistibile, acrresciuto dal semplice ma accattivante disegno delle mascherine serigrafate di bianco o di oro, dalle delicate ruvidezze del tolex, dal minuscolo rilievo del piping, dalle fascinose righe del tweed, dalle maniglie di vero cuoio, piacevolmente opache ed ancora odorose dopo diversi anni
Rispondi
Re: Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di TV_Eye [user #8844]
commento del 23/01/2014 ore 21:33:04
poesia!
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Re: Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di MM [user #34535]
commento del 24/01/2014 ore 08:50:2
Sei un grande.
Come non magnificare.
Rispondi
Re: Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di smilzo [user #428]
commento del 24/01/2014 ore 09:43:44
Quoto: poesia.

Ma non poesia che si limita alla testa, ma quella che entra nei sensi: sento l'odore delle schede, la ruvidezza dei cavi... ahhh... magnifico!
Rispondi
Re: Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di KJ Midway [user #10754]
commento del 23/01/2014 ore 16:10:33
Quelli della Croazia immagino siano i Wizz giusto?

vai al link

ne parlano un gran bene nei salotti dei PAFeticisti...
Rispondi
Re: Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 23/01/2014 ore 16:27:39
Esatto, quando ho letto la storia delle viti non ci potevo credere...Poi ho trovato anche info su un collezionista italiano che possiede una decina di Burst del 59' e produce PAF perfetti, che usa pure Bonamassa, che hanno solo un difetto, sulla carta chiaramente...Costano 550€ e io mi chiedo perchè? Così come mi chiedo, al di là del valore storico, come è possibile vedere una set di PAF originali costare 8000, dico 8000, e lo ribadisco 8000€? Ma perchè, se uno prende un replica fedele quale dovrebbe essere la differenza, ed in ogni caso perchè queste repliche costano così tanto? N E U R O M A R K E T I N G. Come per i bumblebee...Un altro velo pietoso...Luca Villani i paf del '59 li riproduce perfettamente e non arriva a chiedere queste cifre spropositate!?
Rispondi
Re: Trasformatori Drake...Qualcuno potrebbe obiettare che ...
di KJ Midway [user #10754]
commento del 24/01/2014 ore 08:19:21
Parti dal presupposto che non esiste la replica fedele, anzi parti dal presupposto che non esiste un unico suono PAF ed hai già trovato metà della risposta.

Partendo da questo Villani e Co fano ottimi PU ma tutti con delle proprie peculiarità pur rientrando nella tipologia PAF Style siamo noi poi che scegliamo e facciamo il mercato.
550 Euro per una coppia di PU non è poco ma se li metto su una R9 da 4000 possono anche starci oppure su una replica di qualche illustre liutaio (ci sono repliche di Les Paul che arrivano a superare i 20.000 Euro e c'è mercato!!).

Ma credimi la replica fedele non esiste ci sono solo ottimi PU tra cui scegliere.
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Io sono
di herrdoctor [user #18849]
commento del 23/01/2014 ore 18:50:39
un fan del pcb.
Posto che un handwired costituisce un costo aggiuntivo, io guarderei alla qualità dei magneti come indicato da gwynnett, che incidono parecchio (cond e altro sono robbetta al confronto) piuttosto che andare a cercare la modalità del cablaggio interno.
Rispondi
Re: Io sono
di strato78 [user #17091]
commento del 24/01/2014 ore 00:05:40
..ed aggiungerei che quello che hai descritto, come approccio nella scelta, lo reputerei più serio ed adatto nel proporsi da parte dei grandi marchi industriali, sempre più inclini ad assecondare i loro esperti di marketing piuttosto che riscoprire lo spirito pionieristico delle origini: alla fin fine è da tempo che si va di custom shop in handwired, passando da un endorser all'altro, spostando il baricentro del mondo della chitarra sempre più verso il business dal piacere della scoperta e della novità. In questo pantano triste di nuove sonorità se ne vedono ben poche e sia l'orizzonte analogico che quello digitale non fanno che imitare i suoni che hanno fatto la storia anche perché avevano progettisti alle spalle che avevano il coraggio di osare e musicisti affamati con l'attitudine a sperimentare o, semplicemente, suonare. Triste, triste, triste...
Rispondi
Re: Io sono
di herrdoctor [user #18849]
commento del 24/01/2014 ore 08:43:36
C'è anche un risvolto negativo dovuto ad alcune considerazioni.
Nell'analogico credo si sia detto quasi tutto dal punto di vista progettuale o quasi, ci mancherebbe.
Sul digitale per me c'è ancora un mondo, ma il digitale viene bollato a priori e progettisti con idee nuove cmq non trovano clientela e mercato.
Se per un azienda sopravvivere, vuol dire imitare, io personalmente li capisco.
Sono un responsabile di progetto di dispositivi medici e purtroppo ti assicuro che ormai fare cassa è prioritario su qualsiasi considerazione possibile....ed è meglio che non dico altro.

La situazione è trista.
;)
Rispondi
Re: Io sono
di smilzo [user #428]
commento del 24/01/2014 ore 09:42:01
Lupo ululà, castello ululì. ;)

Non so perchè mi è venuta a mente questa battuta, leggendo di analogico, digitale, aziende, fare cassa, chiudere.
Se un amplificatore è di bassa qualità suona male o si rompe, ma se pensiamo ad apparecchiature mediche... a me sembra che tutto il sistema produttivo sia sprofondato in una qualità bassa. Paradossalmente, la chitarra è un esempio virtuoso. Molti chitarristi sono "consumatori critici": si informano, testano, confrontano... poi girano miti, è ovvio, ma alla lunga vengono sfatati. Molti comprano prodotti italiani sostenendo l'artigianato. Siamo anni avanti rispetto il settore alimentare, tessile, elettronico.
Rispondi
Re: Io sono
di strato78 [user #17091]
commento del 24/01/2014 ore 12:22:27
Essere un consumatore critico va bene ma se si critica, troppo spesso, sulla base del sentito dire si crea un circuito poco o niente virtuoso. Se confrontassero davvero si accorgerebbero che anche dietro tanti artigianali italiani si nascondono cloni o fusioni di cloni di ampli di ampli che sul mercato degli originali non hanno poi prezzi proibitivi. Quei pochi produttori che osano non sempre sono premiati con il successo che meriterebbero per quello che fanno. Passo molto tempo nelle sale prove e vedo alla fin fine girare sempre gli stessi ampli (quelli cosiddetti rivendibili), vedo chitarristi dannarsi per farli suonare come vorrebbero (anche se gli manca sempre qualcosa).
Rispondi
Re: Io sono
di smilzo [user #428]
commento del 24/01/2014 ore 13:37:24
Io mi sono accorto di una cosa... si riesce ad analizzare ciò che si è educati ad ascoltare. Banale...
il musicista "ignorante" sente che qualcosa gli piace, qualcosa no, ma non riesce a regolare o capire quali aspetti influenzino il suono.
Ci si affida al marchio, confidando che sia l'handwired piuttosto che il trasformatore... non si ha la capacità di analizzare la dinamica, le armoniche, la loro interelazione con il circuito e l'ambiente.
Qual'è la differenza tra un dumble e una plexi? L'equalizzazione? L'attacco? L'EL34 ha un suono o risponde reagisce al circuito, formato dall'alimentazione e dai coni/cassa/ambiente, in maniera diversa da una 6L6? Un trasformatore costruito identico (filosofia permettendo) ad un Drake può suonare diverso da un Drake solo perchè non ha il marchio?
Benvengano gli articoli di Gwinn che svelano i retroscena del suono, quindi!
Rispondi
Re: Io sono
di strato78 [user #17091]
commento del 25/01/2014 ore 12:01:50
Ecco, hai centrato in pieno la questione a mio avviso.
I contributi rivolti a sfatare convinzioni sbagliate ed a fare buona informazione sono sempre utili, ma quanto la voglia di comprendere deve competere con congetture ed edonismo? :)
Un dilemma che forse equivale alle difficoltà nel conciliare la teoria della relatività con la fisica quantistica: ovvero, alcune cose vengono perpetuate aldilà della nostra capacità di spiegarle!
:)
Rispondi
L'età dell'oro
di betelobo [user #25981]
commento del 24/01/2014 ore 14:30:34
Ho l'impressioni, ma è più una constatazione, che nel nostro ambiente si viva di spesso e volentieri di mitologia dei "bei tempi andati", dell'epoca "pionieristica"che fù e che mai più tornerà, di un immaginario del passato.
La memoria però è selettiva, perciò ingannevole (gli storiografi lo sanno bene); seleziona ciò che l'emotività suggerisce ed elimina il resto.

Qualche esempio ? Quando si fà l'apologia di Fender, ci si dimentica che il rinomato, blasonato, ambito, agognato Bassman era stato pensato e commercializzato come ampli da basso, come del resto suggerisce chiaramente il nome; si hanno notizie di bassisti entusiasti del Bassman ? Non mi risulta, nè allora nè tantomeno oggi.
Casualmente, probabilmnete per sbaglio chissà, qualche chitarrista infilò distrattamente il jack nel suddetto e trovò il risultato interessante e...voilà! come nasce un mito, esemplare caso di serendipity.
Nel mito c'è sempre qualcosa di vero, ma poi la "cornice" prende il sopravvento.
Ricapitolando: un ampli per basso, che per basso è inutilizzabile, ma per chitarra funziona; Jim Marshall e Ken Bran lo copiano pari-pari per proporre un'alternativa concorrenziale ai costosi Fender di importazione. Sono gli anni della British Invasion, british is cool, così altri copiano i Marshall.
Cosa faranno poi i vari customizzatori degli anni '80 ? useranno il 2203/2204 come base per creare il suono high-gain. E il mito si autoalimenta.

Altro esempio ? il mito sul "suono delle valvole", altra baggianata epica, artatamente sfruttata e promossa da settori marketing delle aziende interessate e sostenuta da generazioni di chitarristi entusiasti (vedasi l'onanistico tastino "Bias" per commutare la relativa tensione per potersi baloccare tra EL34, 6L6 e 6550 nelle testate, giocando come bambini coi Lego) : come concentrarsi su un particolare perdendo di vista l'insieme.
Ogni tanto mi diverto a smontare qualche pregiudizio realizzando tests in doppio cieco con amici e conoscenti: nessuno ne è uscito vivo fino ad ora.

Rispondi
Re: L'età dell'oro
di gwynnett [user #9523]
commento del 24/01/2014 ore 15:55:34
quindi, quale amplificatore possiamo usare in tranquillità, che suoni e basta, senza emotività ed ingannevolezze di sorta?

te lo chiedo perchè durante il periodo natalizio ho organizzato anch'io un contest in doppio cieco ma non con amici e conoscenti, bensì con tecnici del suono, progettisti e musicisti e ne siamo usciti tutti ben vivi e per di più arricchiti dell'esperienza di ciascuno

il tema era un confronto tra valvole e semiconduttori come componenti attive negli ampli, ma considerati non come miti ma soltanto nella loro affidabilità

il risultato dopo vari test con strumenti appropriati è stato che le valvole hanno tranquillamente sopportato una variazione del 17% nella tensione alternata mentre i semiconduttori gia con un 8% andavano in protezione

mi sono complimentato vivamente con il mio Bassman 59 handwired

considerando che la rete può avere per contratto variazioni in tensione intorno al 10% lascio a te le giuste valutazioni





Rispondi
Re: L'età dell'oro
di betelobo [user #25981]
commento del 24/01/2014 ore 16:44:00
perdonami, ma in generale non sono riuscito a capire cosa c'entrasse la tua risposta al mio commento, problema mio sicuramente. Nel dettaglio invece:

- "quindi, quale amplificatore possiamo usare in tranquillità, che suoni e basta, senza emotività ed ingannevolezze di sorta?": tutti e nessuno, dipende dalle orecchie, dalle esperienze, dall'ambiente in cui ci troviamo, dallo stato emotivo-psicologico-percettivo di ogni singolo soggetto che sappiamo bene essere variabili nel tempo (ma non troppo, e non troppo rapidamente)

- quando parlavo di amici e conoscenti era sottointeso "addetti ai lavori": 6 chitarristi, 2 audiofili-non-tecnici, 2 gestori di sale-prove, un tecnico proprietario di studio di registrazione, un progettista di impianti P.A. (questi ultimi 2 sono ingegneri membri AES)

- per "nessuno ne è uscito vivo" intendevo (facendo un esempio dei vari): tu chitarrista che vuoi cambiare le valvole al tuo finale Marshall 9200, che monta delle 5881WXT, con delle EL34 perchè "lo vuoi più Marshall", mi dimostri di sentire la differenza per favore ?
Ecco, in questo test la percentuale di riconoscimento non ha superato il 40%; ora tu sai bene che per una verifica positiva un test in doppio cieco deve almeno avvicinarsi all'80%;
questa volta lascio io a te le conclusioni :))

- "il tema era un confronto tra valvole e semiconduttori come componenti attive negli ampli, ma considerati non come miti ma soltanto nella loro affidabilità ": e...quindi ?
Perdonami anche qui, e te lo dico senza acrimonia ma con un bonario sorriso sulle labbra, ma avete scoperto l'acqua calda: che i tubi siano strutturalmente/tecnologicamente molto più permissivi ad usi, abusi e strapazzi dei semiconduttori è arcinoto da decenni; progettare elettroniche solidstate è enormemente più complesso rispetto al valvolare, i vincoli sono dieci volte più numerosi e più restrittivi.
Lo stato solido o lo fai tecnicamente (poi sul suono si discute) per bene o proprio non funziona. La valvola concede tantissimo e con una manciata di passivi funziona, bene, male, ma funziona, butta fuori suono; non è necessario scomodare i reports dei congressi AES per saperlo.
Rispondi
Re: L'età dell'oro
di smilzo [user #428]
commento del 27/01/2014 ore 15:06:39
Mi piacerebbe che tu rifacessi il test non domandando "qual'è più marshall" ma "senti delle differenze? Quale preferisci? Perchè?".
Magari ognuno ritrova il suono marshall in caratteristiche diverse, vuoi per inclinazione musicale, vuoi per esperienze personali, vuoi per capacità di ascolto.
Rispondi
Re: L'età dell'oro
di betelobo [user #25981]
commento del 27/01/2014 ore 16:16:3
come ho scritto sopra il test era riferito proprio al "sentire le differenze".

Se il test fallisce ovviamente le successive domande non hanno senso;
non c'è forma di autosuggestione più grande del sentire quel che si desidera
sentire :))
Rispondi
Re: L'età dell'oro
di gwynnett [user #9523]
commento del 27/01/2014 ore 19:33:02
è vero, questa è una affermazione che denota grande maturità
Rispondi
Re: L'età dell'oro
di smilzo [user #428]
commento del 28/01/2014 ore 20:13:26
Non ci siamo capiti. Percentuale di riconoscimento del 40% io l'ho interpretato come: "nel rispondere quale fosse più marshall, il 40% ha indicato l'ampli corretto, il 60% sbagliato".

Perchè? Perchè ognuno abbina un certo suono ad un certo timbro? Oppure perchè non esistono differenze? O perchè le differenze erano minime da indurre ognuno a preferire un certo suono e dire: questo per me suona bene, per me è marshall!

Per esperienza posso dirti che esistono le differenze se sai dove cercarle. Ci vuole educazione all'ascolto. Il 9200 non facilita il test: è molto lineare e potente, devi buttare giù la casa per farlo distorcere. I test condotti su testate nei quali finale e preamplificatore sono interdipendenti rivela maggiori differenze.

Sul fatto che tra valvola e valvola in regime lineare ci siano pochissime differenze, dovute a costruzione interna concordo. Che le differenze principali dipendano dal circuito, questo è certo. Che un test con esito negativo implichi che le valvole non contano... beh... mi sembra azzardato!

Io di statistiche e di valvole me ne intendo parecchio... ;)
Rispondi
Re: L'età dell'oro
di betelobo [user #25981]
commento del 29/01/2014 ore 00:44:18
capisco; il mio test era molto più semplice, circoscritto, banale se vuoi.

SCENA: Tizio vuole le EL34, io gli chiedo perchè e gli dico che gli conviene tenersi le sue robuste 5881WXT, perchè non sentirà alcuna differenza, che se anche la sentisse sarebbe comodamente compensabile con una leggera modifica all'equalizzazione del pre o dei controlli del 9200.

Gli dico anche che le EL34 faranno lavorare i due T.A. più caldi, perchè richiedono il 65% in più di corrente di filamento, ma Tizio è scettico, dubbioso.

gli propongo il test: gi chiedo come regola il suo finale di solito; modifico solo uno dei 2 canali del 9200, monto le sue amate EL34, regolo le polarizzazioni, ecc.

Successivamente setto il canale modificato in sua assenza (voglio limitare l'effetto "suggestione") in modo che, al mio orecchio, suoni come quello non modificato; non gli dico se ho modificato il destro o il sinistro.

Siamo in studio: monto il tutto (la sua strumentazione in toto) e occulto alla vista il finalone; arriva la truppa, lui attacca e suona, noi ascoltiamo. Ogni tot commuto il canale o faccio finta di commutarlo. E lui suona.

A quel punto inizio la "raccolta-dati". L'esito è stato quello menzionato; Tizio c'è rimasto inizalmente un pò male e lo capisco. I miti sono duri da abbattere.
Però poi si è ringalluzzito: ha risparmiato un bel pò di soldi, tra lavoro e acquisto tubi :)))

Non ho detto che le valvole non contano; ho detto che parlare di "suono delle valvole" è inutile, fuorviante perchè ogni singolo tubo può suonare in infiniti modi diversi, morbido, aggressivo, veloce, lento, perchè il tubo non suona mai da solo, ma solo dentro ad un circuito: gli cambi il carico dinamico e il suono cambia, gli modifichi la il punto di lavoro e il suono cambia, gli cambi la resistenza di ingresso e idem.
Che senso ha a quel punto parlare di "suono" come se fosse una caratteristica intrinseca di quel preciso tubo ? per me nessuna.

Rispondi
Re: L'età dell'oro
di smilzo [user #428]
commento del 29/01/2014 ore 11:10:38
Nel tuo test hai cambiato il circuito (settare il canale vuol dire cambiare resistenze e impedenze).

A parità di circuito, io mi aspetto certe caratteristiche (dinamiche e di frequenza) che distinguono le varie valvole. Sostituendo le valvole a parità di circuito il suono che ti ritrovi è quello. Dire che le 5881 sono un po più vetrose, per quanto soggettivo e vago, aiuta a far capire all'utilizzatore se faranno al caso suo... mettere delle 6V6 arrotonda i suoni... e che dire dei volumi, parlando delle diverse valvole, e del punto in cui iniziano a distorcere nei vari circuiti?
Rispondi
Re: L'età dell'oro
di betelobo [user #25981]
commento del 29/01/2014 ore 17:48:14
sai, mi tengo distante da certe affermazioni apodittiche, perchè sono fin troppo soggettive e quindi discutibili, per non dire aleatorie.

Affibiare un certo intrinseco carattere ad un certo tubo è rischioso: per esempio, di quale EL34 o 6L6 o 6V6 si parla ? nuove o NOS ? Tesla o Siemens ? Sovtek o Svetlana ? Tung-Sol o Shuguang ? e poi, di quale lotto di produzione, di quale annata ?

come ben sai nei datasheet sono indicati valori medi dei parametri; la la loro dispersione è notevole già in produzione, senza poi considerare l'imprevedibilità con cui gli stessi subiranno variazioni nel tempo.

Del resto Mesa, Soldano, Bogner, Peavey, Marshall & co. hanno nel tempo equipaggiato i loro finali con differenti tipi di tubi, senza che questo ne modificasse il carattere timbrico, sempre riconoscibile.

Poi siamo onesti, in un push-pull retroazionato di pentodi/tetrodi a fascio con alimentatore capacitivo (cioè nel 95% degli ampli per chitarra) il contributo sonico del finale è talmente modesto che...per me non ha senso parlarne.

Perfino Brunetti affermava che il contributo del finale al suono, in una testata, è sì-e-no del 5%;
in pratica influenza più il suono cambiare marca (per non dire della scalatura o del plettro) alle corde..e costa meno :-)))

Poi sono punti di vista eh, de gustibus.
Rispondi
Re: L'età dell'oro
di smilzo [user #428]
commento del 30/01/2014 ore 10:11:48
Se vogliamo quantificare, la distorsione (THD) di un finale supera il 20/30%. Ogni stadio di un amplificatore contribuisce in piccola parte... se Brunetti fa lavorare il finale in zona lineare ha ragione, se distorce invece il finale determina l'attacco, la reattività, l'equilibrio armonico, la separazione, la dinamica.

Comunque se uno pretende di cambiare valvole in un 9200 per sentirsi più Angus... hai fatto bene a smontarlo! ;)

PS: un ampli per chitarra è un alimentatore capacitativo che controlla un carico induttivo, spinto in zona non lineare. Da ciò nasce la magia! :)
Rispondi
Re: L'età dell'oro
di betelobo [user #25981]
commento del 30/01/2014 ore 18:51:09
30% di distorsione armonica ??? usi un finale non retroazionato, a manetta e coll'alimentatore sottodimensionato, tipo il vox ac30 ;-))


Rispondi
Re: L'età dell'oro
di smilzo [user #428]
commento del 31/01/2014 ore 09:42:59
Non credere che la retroazione diminuisca la distorsione quando superi i limiti... anzi... ;)

Il mio suono preferito è un SE con KT66 spinto a livelli "batterista medio". Senti il finale che apre, comprime, spinge, ronfa sornione ma con gli artigli.... ;) Non ha la compressione sulle alte delle EL34, ma non è nemmeno vetrosa come le 6L6 o 5881... la giusta via di mezzo.

Senza retroazione... ;)
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Re: L'età dell'oro
di betelobo [user #25981]
commento del 31/01/2014 ore 12:14:51
capisco, ricerchi la distorsione del finale; che genere suoni ?
Rispondi
Re: L'età dell'oro
di smilzo [user #428]
commento del 31/01/2014 ore 12:39:57
Rock, pop, funky... riesco ad arrivare a dei suoni soddisfacenti con diversi setup, ma alla fine ritorno si valvolare con due canali (pre clean con finale saturo e lead di pre con minor saturazione del finale).
Mi piacerebbe un terzo canale crunch, ma finora non ho trovato nessun circuito che possa essere in equilibrio nel finale con i due precedenti... per avere il pulito devi compromettere il crunch o viceversa. Qui servirebbero valvole diverse (o controlli della potenza per canale)! ;)

(Il SE permette tra i 10 e 20w, quindi il volume pulito diventa il limite pratico, mentre con i 100w PP la saturazione diventa il limite).
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Tornando a bomba...
di betelobo [user #25981]
commento del 24/01/2014 ore 17:18:3
...al tema inziale, cioè “handwired = migliore qualità”, la logica binaria del “sì/no” è semplicistica e non rende giustizia alla questione.

La risposta và articolata e parte da un “dipende”; escludendo altri fattori correlati, l'unica cosa oggettiva che si può dire in merito è che l'handwiring sia, per un circuito valvolare semplice-semplice, più facile da realizzare in prima istanza; infatti Marshall riedita roba anni '60-'70 colla serie Handwired,
non certo la serie moderne con 3/4 canali, loop-fx,1000 features, magari il MIDI, ecc.

In realtà pure una costruzione a mano và (andrebbe) puntualmente progettata e pianificata;
ed era quello che faceva, ad esempio, la Hewlett-Packard con i suoi pregiati e costosissimi strumenti di misura e analisi degli anni '50 e '60, quando procedure automatiche non erano
ancora disponibili per il settore.

Nessuno può dire che tra una realizzazione manuale “eccellente” ed una PCB-industriale-a -macchina fatta a regola d'arte (cioè a parità di risorse disponibili), una primeggi sull'altra.

Il punto è che se voglio economizzare, allora sono obbligato ad usare procedure automatiche, perchè il costo della manodopera è incomparabile al confronto. Ma così facendo non ragiono a parità di risorse, da cui la errata deduzione “PCB-industriale=ciofeca, handwiring=eccellenza”.
Rispondi
Re: Tornando a bomba...
di gwynnett [user #9523]
commento del 25/01/2014 ore 01:57:00
non riesco a comprendere la innaturale concitazione e la veemenza dei tuoi commenti

eravamo immersi in una pacatissima discussione nell'ambito di un diario scaturito dalla mail di un accordiano che mi chiedeva un semplice consiglio su un acquisto da fare a breve, null'altro

se l'accordiano in questione non mi avesse scritto, questo diario non ci sarebbe stato e certamente ne avremmo guadagnato in tranquillità

ho cercato di rispondere al quesito dell'amico usando quel pizzico di conoscenza che ho e poi si è divagato menzionando non tanto le doti, quanto il fascino degli apparecchi d'epoca, cosa c'è di male ??

comunque per quanto mi riguarda la discussione si chiude qui, non per incapacità di portarla avanti ma per sfinimento

rimane che a discussione terminata ancora non sappiamo quale sia l'amplificatore al di sopra di ogni sospetto o solamente se esista
quindi, se invece di sparararci addosso tu ci avessi illuminato te ne saremmo stati infinitamente grati




Rispondi
Mi spiace...
di betelobo [user #25981]
commento del 25/01/2014 ore 09:13:25
...che i miei interventi siano stati vissuti come un attacco, non era nelle mie intenzioni, davvero; evidentemente ho sbagliato stile/approccio.
Chiedo scusa e mi taccio.
Rispondi
Re: Mi spiace...
di gwynnett [user #9523]
commento del 25/01/2014 ore 13:33:18
non devi scusarti, non hai offeso nessuno, solo che sicuramente hai sbagliato approccio

dalle tue parole traspare una certa competenza e sicuramente sei una persona idonea per uno scambio, ma credo non sia possibile trattare un argomento del genere nell'ambito di un commento

da parte mia ho sempre denunciato la spietatezza delle logiche commerciali e del forte condizionamento che la pubblicità esercita sull'utente ma tutto e così e penso che andrà sempre in questo modo anche se ogni tanto qualcuno è portato a ribellarsi come nel tuo caso

in elettronica musicale ogni nuovo prodotto richiama quello vecchio con la variante che oggi la letteratura dei pedali si è molto allargata e perfezionata e forse proprio per questo che si cerca di tornare al valvolare puro, monocanale, clean e handwired ma sempre più costoso, un suono bello di suo, di base, da poter modificare a seconda della bisogna

se mi hai letto hai potuto notare che non sono un fautore della filatura come eccellenza di montaggio, anzi, ho calcato più di una volta sul fatto che rappresenta un vezzo e null'altro ma l'edonismo, la volontà di preferire comunque quello che è gradevole ed accattivante è propria dell'uomo e risulta difficile esserne distratti
una tangibile prova è il look delle chitarre

da sempre costruisco apparecchi monocanale ma con tecnologia mista, isolando le valvole sullo chassis e raggiungendo con cavi gli zoccoli delle finali ma prediligo racchiudere il pre in una pcb a contatto con il frontalino in modo da economizzare più che altro in ingombri e riducendo i tempi di realizzazione

per i semiconduttori il discorso è diverso ed ho sempre sostenuto che non sia vero il fatto che "suona bene perchè è a valvole"
è difficile gestire queste componenti nell'ambito di un apparecchio esposto a frequenti ed importanti variazioni in volume e quindi in corrente e poi avrei qualcosa da dire sull'affidabilità di questi sistemi che quasi sempre godono di una alimentazione fortemente stabilizzata
ho esperienza diretta durante una serata che all'innescarsi di un compressore di un sistema di condizionamento un superbo Roland a transistor ha smesso immediatamente di funzionare, ma non per un guasto, bensì per l'immediato abbassamento della tensione di rete che lo ha posto in stanby per un discorso di protezione

qualora ne avessi desiderio scrivi qualcosa in merito, magari in un articolo o in un diario
lo condivideremmo con gioia
Rispondi
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