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Intervista a Dave Weckl
Intervista a Dave Weckl
di [user #16140] - pubblicato il

Quando si parla di Dave Weckl, buona parte dei batteristi entra in un mondo parallelo nel quale si immagina davanti a un'immensa folla a riprodurre le sue stesse prodezze accompagnato dalla garanzia del suo inconfondibile stile. Un vero e proprio musicista di riferimento ormai da tempo. Ha segnato in modo indelebile la storia del batterismo mondiale e tutt'ora continua a farlo con rinnovata energia e passione. Gli abbiamo rivolto qualche domanda - anche inconsueta - per approfondire la sua conoscenza.
Quando si parla di Dave Weckl, buona parte dei batteristi entra in un mondo parallelo nel quale si immagina davanti a un'immensa folla a riprodurre le sue stesse prodezze accompagnato dalla garanzia del suo inconfondibile stile. Un vero e proprio musicista di riferimento ormai da tempo. Ha segnato in modo indelebile la storia del batterismo mondiale e tutt'ora continua a farlo con rinnovata energia e passione. Gli abbiamo rivolto qualche domanda - anche inconsueta - per approfondire la sua conoscenza.

Gabriele Bianco: Tutta la passione che trasmetti col tuo suonare, fa pensare che - oltre a tanto studio - tra te e la batteria sia stato amore a prima vista. Come è avvenuto il vostro incontro?

Dave Weckl: E' successo molto tempo fa, ho quindi dei ricordi sbiaditi in merito al momento preciso in cui io e la batteria ci siamo incontrati. Mi ricordo però che all'età di circa sette anni, il mio vicino di casa - che era anche mio amico - suonava la batteria con i sue due fratelli (uno al basso e l'altro alla chitarra) in una piccola band. Mi ha mostrato un paio di cose sulla batteria, per cui mi piacerebbe pensare che sia stato lui a introdurmi alla batteria. So solo che da quel momento si è creato una sorta di magnetismo...

GB: Quali sono le tue fonti di ispirazione principali in senso musicale?
DW: Ne ho avute tante tra persone particolari o musicisti (batteristi) come Buddy Rich, Steve Gadd, Peter Erskine, ma anche altri musicisti non batteristi come Michael Brecker, Marcus Miller giusto per citarne un paio. Sono stato influenzato inoltre da differenti generi musicali. Di sicuro i brani rock'n'roll della mia giovinezza, quasi tutta la musica latina, world music, etc. Ora come ora, più che essere ispirato da persone, è la musica a ispirarmi (o a non farlo).

GB: Il tuo drumming è in costante evoluzione, qual'è il tuo segreto?
DW: Nessun segreto, davvero... La conoscenza e la pratica, sono la chiave per fare qualsiasi cosa a un livello elevato. Quindi per fare meglio, di più o sviluppare nuove competenze, è necessario fare molta pratica. La sfida consiste nel riuscire a farlo e riuscire a farlo in modo continuativo. Questo credo valga per tutti.

GB: Sposi ancora la teoria del "se puoi cantarlo, puoi suonarlo"?
DW: Non esattamente. Penso che se non si riesca a cantare una frase, sarà molto più difficile riuscire a suonarla. Ma anche cantarla richiede comunque un po' di pratica. L'idea è che uno debba essere in grado di comprendere realmente la frase all'interno di una battuta. Fatto questo è in grado anche di comprendere come rapportarla all'interno del tempo. Cantare la batteria aiuta anche a capire quali suoni provare per costruire una frase e a capire come tutto questo influenzi il risultato finale. Questo inizia con una visione di quello che si vuole esprimere in primo luogo.

Intervista a Dave Weckl

GB: Da diverso tempo curi personalmente la microfonazione della tua batteria. Cosa ti ha spinto a occupartene in prima persona?
DW: In effetti microfono il mio drum kit dalla fine degli anni '70! Ma sì, a metà degli anni '90 ho portato il tutto a un altro livello introducendo un mixer personale che funge da sistema di monitoraggio completo per me e non solo. A volte - quando tutti gli ingressi arrivano alla mia batteria splittati - utilizzo il mio mixer per gestire gli in-ear monitor di tutti. Utilizzo il mixer anche per gestire il mix della mia batteria relativo all'ascolto verso il pubblico.
A seconda del tipo di concerto e del sound engineer, qualche volta rendo disponibili i segnali isolati di alcuni elementi del mio set come la cassa o gli overhead per esempio. La maggior parte delle volte, soprattutto se conosco il sound engineer, fornisco un semplice segnale stereo per poi lavorare insieme al sound check per la regolazione dei vari livelli. Ho molti presets salvati nel mio computer per ciascuna delle band con cui lavoro. E' un processo molto rapido per ottenere l'happening sonoro.

GB: L'essere - almeno negli ultimi venti anni - uno dei batteristi più stimati, ha influito in qualche modo nel tuo approccio allo strumento? Ti ha causato delle pressioni o semplicemente ti ha spinto a migliorarti?
DW: Non ha influenzato il mio approccio. Ha - a volte - causato pressione, ma è successo molto tempo fa, quando pensavo (e desideravo) di poter piacere a tutti! Ora, e per gli ultimi 15-20 anni o giù di lì, continuo solo a fare quello che ho sempre fatto: cercare di suonare lo strumento al livello che io concepisco, farlo con grandi musicisti, sostenere la musica e i musicisti con i quali suono. Spero che gli ascoltatori apprezzino e possano ottenere delle vibrazioni positive da tutto questo.

GB: Qual'è la tua routine di studio tipo?
DW: Onestamente, la mia giornata è solitamente abbastanza piena. Così, studiare come ero solito fare (dedicare quindi ore alla batteria senza distrazioni), non è possibile e onestamente in questa fase della mia carriera neanche mi interessa. Se voglio creare qualche cosa di nuovo, un nuovo pezzo per esempio, posso studiare un po' con lo scopo di ottenere una visione di insieme interessante. Se dovessi rispondere alla domanda direttamente però, il mio allenamento in questi giorni, sarebbe considerato allenamento di "manutenzione". Concepito quindi per mantenere il tutto fluente e funzionante dal punto di vista delle fondamenta, in modo tale che io possa essere libero di fare e suonare quello che sento quando e come voglio.

GB: Esiste una situazione musicale che ti abbia messo veramente alla prova?
DW: Ci sono state molte situazioni con Chick Corea dove abbiamo dovuto leggere al volo una parte del materiale che abbiamo registrato per l'Elektric Band, musiche molto difficili! Ma credo che alcune delle musiche più impegnative e per le quali ho dovuto capire quale approccio seguire, siano state quelle della Turchia. Il concetto di ritmo e l'approccio seguito, è veramente differente rispetto a quello occidentale.

Intervista a Dave Weckl

GB: Come detto, solitamente sei tu a essere il batterista preferito di un altro batterista, ma per te chi è un batterista degno di stima?
DW: Ce ne sono tanti dal passato e dal presente per quel che mi riguarda. Spero davvero che non esista il concetto di "preferito", perché è una mentalità molto limitativa di pensare. Cerco sempre di insegnare alla gente a dire "diverso" invece di "migliore". Spero che si possano comprendere cose positive da musicisti differenti. Aprite le orecchie e la mente, in questo modo non è possibile essere accusati di suonare come un altro se si dispone di un sacco di differenti "preferiti" e servirà anche ad arricchire il proprio stile.

GB: Tra le tue tantissime collaborazioni, quale ti ha segnato in modo significativo?
DW: Sono stato molto fortunato a suonare con tante grandi persone/artisti... Devo dire che se uno di questi mi ha "segnato", sarebbe ovviamente Chick Corea e tutto il tempo trascorso con lui. Un'esperienza incredibile con uno dei più grandi musicisti del nostro tempo!

GB: Il tuo stile è inconfondibile, ma tu cosa credi che faccia di Dave Weck, Dave Weckl?
DW: Speriamo che sia ciò che qualcuno possa pensare che io possa portare alla sua musica e non si limiti tutto al peso del nome! :-)
Io cerco di sostenere più che posso e nel miglior modo possibile la musica suonata o registrata e porto il mio sentimento e la mia passione in tutto questo... Vorrei che questo trasparisse e che lo percepissero tutte le persone che mi hanno chiesto di far parte dei loro progetti e/o tours.

GB: Il tuo kit negli anni si è evoluto sino alla forma attuale. Lo strutturi in funzione del progetto al quale ti stai dedicando, o in modo generico e prevalentemente adatto al tuo gusto?
DW: Il mio setup è sempre basato in primo luogo sul mio confort. Mi devo sentire a casa con la mia attrezzatura in modo tale da sentirmi libero di suonare e creare il giusto panorama per la musica che suono. Dopo di che, le dimensioni dei fusti, il loro numero, le scelte dei piatti e via dicendo, saranno determinati dallo stile della musica e dal suono specifico che voglio riprodurre.

Intervista a Dave Weckl

GB: Il ricordo che è rimasto nella mente di tutti quelli che ricordano la tua esibizione con Colaiuta e Gadd al Buddy Rich Memorial Scholarship Concert (1989), è il grande trasporto e la simbiosi che c'era tra voi tre. Un'esibizione epica! Questo è il nostro ricordo, ma tu che ricordo hai di quel momento?
DW: E' stato naturalmente un momento meraviglioso. In primo luogo in quanto si trattava di un memoriale per uno dei più grandi di tutti i tempi: Buddy Rich. Poi suonare con i musicisti che un tempo avevano suonato nella sua band, suonare della grande musica, è stato incredibile. Si aggiunge a questo il "momento" di condividere il palco con Steve e Vinnie. E' stato per me molto speciale. Due delle mie principali ispirazioni erano là ai miei lati per suonare insieme e reciprocamente. Io certamente non la vedevo come una battle... Penso che il tutto sia stato molto rispettoso e molto musicale tra di noi. Immagino che per chiunque legga questo, possano esserci altri sentimenti, però per me è stato davvero un momento magico!

GB: Cosa fa a tuo avviso di un batterista un buon batterista?
DW: Una percezione buona e consistente del tempo, comprendere il senso e la forma della canzone e supportarla in modo appropriato, la scelta di attrezzature che abbiano un suono piacevole e adeguato per la musica che si deve suonare, comprendere lo stile che si deve suonare in modo tale da rispettarlo e dargli autenticità. Questo anche in modo tale da rendere il tutto accogliente per gli altri musicisti. Poi naturalmente, non fa male essere una persona umana e decente :-)

GB: Puoi parlarci del tuo progetto con Jay Oliver?
DW: Questo progetto (the Pledge Music 'Mega' project) è stato il mio obiettivo principale una volta tornato a casa dopo tutto questo anno in giro a suonare. Abbiamo iniziato a lavorare su questo progetto più di un anno fa (12 luglio 2012) con alcune cose scritte da Jay. Ho deciso di provare a fare un altro progetto insieme dopo 13 anni! Così tra i miei tour l'anno scorso, abbiamo messo insieme alcune idee di canzoni e Jay ha pubblicato il video da far uscire su Pledge Music per vedere cosa sarebbe successo. Non avevo idea se questa idea di "finanziamento pubblico" avrebbe funzionato, così ho dovuto mantenere fede ai booking per i tour e il lavoro per il 2013.
Beh, i fans e le persone interessate l'hanno certo fatto funzionare, abbiamo raggiunto il nostro traguardo ai primi di gennaio 2013, così il progetto è partito!

Abbiamo iniziato a scrivere musica freneticamente e, come ho detto, stiamo lavorando su questo progetto più o meno ogni ora del giorno in cui mi trovo a casa. C'è un vasto assortimento di musica in questo progetto, dal be bop jazz, al R'n'B vocal con un sacco di grandi guest. Ciò che rende questo progetto così "Mega", è i fatto che non è solo una registrazione, ma ci sarà anche un pacchetto di "play along" disponibili per tutti gli strumenti con partiture. Ci sarà inoltre un making-of del CD.

GB: Qual'è la giornata tipo di Dave Weckl?
DW: Posso sinceramente affermare di non avere giornate tipo nella mia vita e in realtà non credo di averne mai avuto una a mia memoria. La metà - o più - dell'anno e per gli ultimi 30 anni fondamentalmente, li ho passati in viaggio per lo più fuori dagli Stati Uniti. Quando sono a casa, la mia programmazione dipende dal carico di lavoro che devo sostenere.
Una cosa che posso affermare, è che cerco di mantenere un programma di allenamento la mattina in palestra di tre giorni a settimana. Poi oltre a fare in studio quello che devo fare, rispondo alle mail. Ho anche il tempo per mia figlia e un altro paio di cose che non hanno a che fare con la musica, ma niente di tutto questo rientra in una giornata tipo.

Intervista a Dave Weckl

GB: Pensi di pubblicare qualche nuovo metodo o video didattico?
DW: Oltre a quello che è incluso nel Pledge project (play alongs), si c'è qualche ida, ma niente di specifico. Ho bisogno di tempo per concettualizzarne il formato e il contenuto. Sto considerando un servizio on-line o in abbonamento e sto anche considerando vere e proprie scuole per sviluppare la propria esperienza. Non sarà un semplice libro o DVD, sarà molto più di un "tutto su Dave Weckl dall'inizio alla fine".

GB: Come vedi il binomio internet e musica?
DW: Internet ha aspetti positivi e negativi. Per chi lo usa, sono positivi. C'è una grande ricchezza di informazioni per la gente che vuole imparare, soprattutto per vedere i grandi musicisti del passato. Il lato negativo, ovviamente, è che non ci sono davvero regole per l'acquisto e la vendita della musica. Quest'aspetto è davvero fuori controllo. E noi, a causa di questo perdiamo un sacco di soldi.

GB: Da cosa è nata l'idea di realizzare il Dave Weckl Production Services?
DW: Lo stavo immaginando da tanto tempo, prima che Internet fosse popolare (o anche che se ne conoscesse l'esistenza!). Ho avuto l'idea tempo addietro. Quello che volevo, era avere la possibilità di registrare le tracce a casa, lavorare a distanza con gli altri e produrre progetti. L'ho fatto da quando è stato possibile condividere file a lunga distanza. Ora è tutto fattibile via Internet, ed è una parte importante del mio lavoro quando sono a casa. Io non sono a casa abbastanza a lungo per essere coinvolto in grandi produzioni (come produttore) sono ancora troppo on the road. Ma ho l'idea di stare più tempo a casa, quindi vedremo cosa riserva il futuro.

GB: Ti è mai stato proposto o ti è capitato di suonare generi tendenzialmente lontani da quelli che generalmente suoni (tanto per citarne uno molto lontano, il Metal)?
DW: Ora come ora prendo e scelgo quello che voglio fare, questo anche all'interno della mia zona di comfort di genere (quello che mi viene più naturale suonare). Non mi è mai stato chiesto di suonare qualche cosa che non conosco (come il Metal) e non ci voglio neanche provare... Mi è stato chiesto più volte di suonare qualche traccia rock e, se è qualche cosa che mi piace, ci provo e lo faccio. Ma onestamente, qualsiasi tipo di musica in cui devo colpire troppo duro, non rientra nei miei interessi. Lasciate che siano i giovani e forti a farlo!

GB: Come alterni il fraseggio linerare a tradizionale?
DW: La maggior parte dei miei fraseggi sono costruiti su idee melodiche. Quindi, se io suono lineare o meno, dipende dalla melodia... e di solito questo avviene in modo molto spontaneo.

Intervista a Dave Weckl

GB: Come riesci a far convivere double stroke roll con gli altri rudimenti quando fai un solo o costruisci un pattern ritmico?
DW: Anche in questo caso la melodia è il punto di riferimento per me, non lo sticking o il rudimento. I rudimenti sono strumenti fondamentali sui quali esercitarsi per avere mani e piedi che lavorino insieme senza problemi. Non penso mai allo sticking o ai rudimenti quando voglio suonare un solo, fills o grooves. E' il contrario, melodia e fraseggi prima di tutto e lo sticking si prende cura di tutto.

GB: Puoi darci qualche idea su come gestire le differenti suddivisioni ritmiche per rendere i nostri fills e solo più interessanti e musicali?

DW: Ti do la stessa risposta... se "pensi melodico" e provi a suonare con questo concetto, ti porti fuori da quello spazio mentale nel quale sei portato a pensare alla batteria e alle equazioni matematiche. Ci sono molti approcci, ma io preferisco di più quello melodico rispetto a quello matematico. Una cosa che cerco di dare agli studenti, è la capacità di identificare quello che stanno suonando, semplicemente suonando lo hi-hat sui quarti (per iniziare). Allora tutto quello che si suona ha un senso.

E' di ispirazione anche fare esercizi sull'indipendenza coordinata, una delle cose più importanti sulle quali un batterista possa lavorare. E' inoltre importante allenarsi su tamburi intonati, questo per comprendere meglio ciò che vuoi dire, rispetto a quello che vuoi suonare. Con le bacchette in mano, i giovani musicisti pensano troppo come dei batteristi, ma il contenuto di quello che suonano in realtà molte volte non risulta essere molto musicale :-)

GB: Tua figlia Claire sta muovendo i primi passi nel mondo tortuoso della musica. Qual'è il tuo ruolo in tutto questo, ti vedi come ispiratore, guida o..?

DW: Mia figlia è molto talentuosa, ma (almeno in questa fase) non è realmente interessata a intraprendere una carriera musicale a livello professionale. C'è stato un breve periodo - qualche anno addietro - nel quale stava seriamente pensando di farlo, ma quando le ho fatto fare della formazione (vocal coach e lezioni di chitarra), si è subito resa conto che non aveva la spinta e il desiderio di farlo nel modo in cui occorre farlo. Come le ho detto, va bene. E questo vale per tutti quelli che vogliono entrare nel music business, sia che si tratti della tua voce o di suonare qualche strumento: devi fare tutto questo prima per te stesso, nessun altro. Ci vuole una grandissima autodisciplina, sacrifico e studio per farlo bene. Ora lo fa per divertimento e io la sostengo in tutti i modi possibili.

Intervista a Dave Weckl

GB: Raccontaci della tua passione per le macchine. Sportive, d'epoca, muscle...?
DW: Insieme alla musica e allo sport, sono cresciuto con la passione per le automobili. In famiglia abbiamo sempre avuto una sola macchina, quella di mio padre. Per qualche tempo è stata la sua macchina ad essere oggetto di modifiche con lo scopo di incrementarne le prestazioni.
Quando avevo sei anni, uno dei miei zii (che lavorava nei box di alcune importanti gare di auto negli Stati Uniti), ha acquistato una Pontiac GTO del 1966. Aveva un motore standard 389 con cambio manuale a tre marce. L'altro mio zio, aveva una GTO convertibile del '65 anche in questo caso il motore era quello standard con cambio automatico. Mio padre ordinò anche una GTO del '66, ma per qualche ragione l'ordine non corrispondeva a quando consegnato, per cui mio padre non la prese e neanche la riordinò.

Alla fine del '68 decise di ordinare una GTO con motore standard (400ci) e tre marce (mia madre ha scelto il colore blu, con un top bianco e interno bianco, non sono esattamente colori da corsa).
Anche il genero di mio zio ha comprato una GTO del '69, ma la Hi-performance 400ci con motore RAM AIR III a quattro marce. Il colore della carrozzeria era Royal Blue, gli interni neri. Avevo 9 anni.
Ho imparato a guidare sulla GTO di mio padre, precisamente sui campi privati di baseball vuoti. Ho trascorso tutti i fine settimana con mio zio e la sua famiglia, ognuno con la sua GTO. Noi (suo genero e io) andavamo a guidare ogni domenica contro tantissime muscle car e... la Ram Air III era veramente veloce!
Quindi sì, si trattava di muscle car per me. Erano veloci, divertenti. I V8 americani andavano veloci. Quando avevo l'età legale per mettermi alla guida (16) ero alla ricerca di una GTO, ma non riuscivo a trovarne una. Tra l'altro i prezzi del gas iniziavano a salire, così ho optato per altre auto.

La mia prima vera auto sportiva è stata in realtà una Porsche 911 SC del 1983. Da allora ho posseduto - e venduto - una GTO del '69, una Corvette del '69, una Corvette del '89, una Camaro del '96 (Lingenfelter), Audi S4 Avant del 2001 e ora mi sto godendo la migliore auto che io abbia mai avuto, una Corvette ZO6 del 2007. Fondamentalmente una macchina da corsa che porto in pista il più possibile per goderne la potenza.

GB: La tua preferita?
DW: Proprio come per i batteristi, non ne ho una preferita. Ci sono tantissime incredibili macchine di questi tempi. Amo ancora le vecchie macchine... ma sono un batterista jazz, con due divorzi alle spalle, con una figlia da sostenere e lanciare (un grande investimento di denaro). Quindi la mia preferita è una macchina veloce, grande per me al momento. Appunto la mia ZO6.

GB: Tornando alla musica, hai qualche progetto in cantiere?
DW: Si... ma ancora non posso parlarne in caso non vada a buon fine :-) Ma come ho detto, devo prima concludere il Pledge project con Jay.

Oltre a questo, sono stato impegnato con un clinic/teaching tour in giro per tutto il mondo per il mio 30° anniversario con Yamaha. Sono stato in Asia, in UE nel mese di ottobre e negli USA. In ogni città ho tenuto una clinic per Yamaha, e terrò il mio primo "One Day Drumming Intensive", sei ore per venti partecipanti da intermedio ad avanzato.

GB: Guardandoti indietro, come vedi il tuo percorso?
DW: Lungo, incredibile e... ancora in corso!
dave weckl interviste sabian yamaha
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