VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Musica, canone e comunicazione, ma dov'è l'arte?
Musica, canone e comunicazione, ma dov'è l'arte?
di [user #29992] - pubblicato il

Era il 1959 quando sulla rivista "nuovi argomenti" la coppia Carocci-Moravia evidenziava un presunto problema di crisi del sistema delle arti in senso lato, cercando di dare risposte, formulando ipotesi su cosa fosse l'arte, e cosa sarebbe potuta divenire.
Era il 1959 quando sulla rivista "nuovi argomenti" la coppia Carocci-Moravia evidenziava un presunto problema di crisi del sistema delle arti in senso lato, cercando di dare risposte, formulando ipotesi su cosa fosse l'arte e cosa sarebbe potuta divenire.

Certo, per noi uomini e donne del 2014, questa crisi del sistema artistico sembra lontana, anzi direi inesistente. Del resto proprio dal '59 in poi, ci siamo ritrovati immersi in un panorama artistico immenso, fruibile per i più e di cui siamo per molti versi, sudditi fedeli.
Cos'è che mandò in crisi allora il sistema delle arti nel secolo passato, per noi costruzione invece di qualcosa di immensamente grande?

Senza dubbio il punto di riferimento  per parlare di "arte" per i due celebri letterati citati in precedenza era l'arte non in senso lato, come insieme di musica, letteratura, cinema, pittura e via dicendo, ma quella che fino al 900 fu considerata la prima di tutte le arti: la letteratura. Cosa era cambiato allora? Calvino asseriva che l'arte sarebbe cambiata con il progredire dei mezzi di comunicazione sempre più rivolti alle grandi masse, ed è qui il nodo cruciale della questione. Dal ventesimo secolo in poi l'arte non poteva essere più la stessa, non solo scritta o impressa su supporti rigidi come pareti, tele e fogli, ma poteva essere percepita diversamente dal suo pubblico ed avere proprio come pubblico non più il suo, piccolo e isolato, ma un pubblico vasto, quasi illimitato.

La musica era sempre esistita, ma da questo momento in poi era possibile tramandarla nel tempo e non solo con spartiti che potevano privare della reale dinamica ed emozione di quello che ormai a noi piace chiamare live, bensì rubando quell'attimo fugace dall'esecuzione, quel frammento, quella vibrazione di ottoni, legni e corde.
La musica poteva dar voce a un acerbo cinema muto, creare emozioni nei confronti di un ricevente del messaggio, poteva ora essere fruibile senza aver necessariamente davanti un esecutore umano o meccanico (come furono i primi carillon).

Il progresso della tecnologia e i mezzi di comunicazione di massa si preannunciavano quindi come l'inizio di un nuovo mondo artistico, di cui il cinema e la musica sarebbero stati i principali esponenti. Del resto noi servi fedeli dei nostri miti passati e presenti, ascoltiamo e ascoltiamo ore di registrazioni, da quelle più arcaiche grezze e percepibili tra mille rumori di fondo (da Robert Johnson a Son House), fino ai più moderni live come il maestoso "Celebration Day" dei Led Zeppelin.
Possiamo simulare quell'attimo di straordinaria creatività ovunque, in particolar modo oggi, possiamo creare la nostra colonna sonora in qualsiasi momento della nostra esistenza.

La comunicazione ha permesso a quei favolosi anni sessanta e settanta di restare vivi nelle menti e nelle orecchie di chiunque voglia, ha permesso che dei piccoli gruppi inglesi divenissero divinità incontrastate per più di mezzo secolo in tutto il mondo.
L'arte mai come oggi ha la possibilità di essere espressione del sapere, del pensiero conscio o inconscio umano ovunque e subito. Detto ciò, qual'è il problema? Perché per scrivere un papiro così noioso deve esserci qualche problema.
Il problema è che purtroppo nel momento in cui più ne avremmo bisogno e in cui ci sarebbe più facilità e libertà per fare arte, questa viene a mancare, o meglio non è presente nella misura in cui ne avremmo necessità. Ed è qui il paradosso del 2014.
L'arte si sa, è figlia del suo tempo, cosa sarebbe stata la nostra amata musica degli Stones, degli Who, dei Pink Floyd, senza il sessantottismo, senza gli anni di piombo, senza l'oppressione del bianco sul bianco spinto a riconciliarsi con quelle popolazioni oppresse da secoli in un unico canto blues di protesta senza distinzione di razza? Cosa sarebbe stato il Decameron senza la peste di Firenze? O quel lungo filone cinematografico sulla guerra e le sue conseguenze con film come "Il cacciatore", "apocalypse now" o "taxi driver", senza il Vietnam?

Di conseguenza cosa dovrebbero essere Mika, Emma Marrone, Justin Bieber, Miley Cirrus (non vado oltre per non offendere i nomi precedentemente citati)  nel 2014 periodo di crisi mondiale, se non frutto del loro tempo?  Frutto di un tempo in cui la rabbia e la volontà di cambiare sono spariti nel panorama artistico, la voglia di essere scarto rispetto a un canone prestabilito è finita chissà dove e si è frutti del proprio tempo solo ed esclusivamente come frutto di canoni, costumi, finzioni.

Parafrasando ulteriormente, oggi l'arte è frutto del suo tempo non perché ne combatte i mali, ma perché incarna la sua malvagità nella sua essenza.
Del resto è dal medioevo che esiste un canone artistico che stabilisce cosa possa andare avanti e cosa no, canone gestito da intellettuali al servizio del potere, del denaro e ai quali si sono sempre contrapposte menti illuminate in ogni modo, cantando, scrivendo, registrando. Da Dante a Lou Reed.
E oggi?  Nulla di tutto ciò, anzi aggiungerei che alla cultura di scarto, all'underground degli anni sessanta, è stata contrapposta una "controcultura canonizzata", quell'insieme di artisti che simulando un apparente aspetto controcorrente, fingendosi rocker, rapper e profeti di una rivoluzione immaginaria,  tengono lontane le masse grazie a mezzi di comunicazione inimmaginabili, anche per il solo decennio precedente, dalla vera controcultura, dal vero scarto di cui avremmo bisogno e non solo, creano mode alternative, oppressione maggiore.

Sono stampini vuoti di cui chi non vuole riconoscersi nella cultura borghese-capitalista alta, può sentirsi parte, parte di una sorta di proletariato fantoccio a livello musicale-culturale e non solo. Tutto oggi è una App, flash, veloce, un lampo e siamo costantemente bombardati da fenomeni rapidissimi, atti a correggere un po' alla volta, sempre di più la direzione di una massa di vecchie bestie da soma che forse forse iniziano a provare piacere a sentirsi dire cosa fare. A chi interessa fermarsi per pensare? A loro piace, del resto dicono di provare emozioni umane con questo o quell'artista di cui non scrivo il nome perché domani potrebbe non essere più su nessuna pagina di alcun social network, potrebbe non esistere già da ora tale è la forza e la rapidità della comunicazione.

Quindi, chi siamo noi oggi (dico noi per contrapporci a loro e citare un titolo di una nota canzone us and then)? Noi siamo lo scarto, ma uno scarto privo di quella potenza mediatica fondamentale per vincere la guerra del quarto potere, uno scarto anch'esso ormai canonizzato. Noi siamo il grande classico del passato, il fantoccio con cui si giocava da bambini, ma ora lasciato in disparte sul comodino.
Ma se così non fosse?

Tear down the Wall 
Nascondi commenti     19
Loggati per commentare

Bravo!
di Rothko61 [user #32606]
commento del 05/03/2014 ore 07:12:08
Condivido in gran parte quello che hai scritto.
La velocitá di comunicazione e l'industrializzazione dell'arte (di tutte le arti), aggiungo, hanno portato anche quel fenomeno che il grande Giorgio Gaber aveva definito "imposizione dei gusti".
A volte spero si tratti solo del fatto che ognuno di noi rimane aggrappato alla prpria adolescenza. Magari c'é ancora molto di buono e sono solo io a non vederlo. Mah...
Rispondi
Re: Bravo!
di Zososam [user #29992]
commento del 05/03/2014 ore 23:11:19
hai ragione, ma forse non sei l'unico che non vede o non sente, ed essendo abituati a fumogeni e volumi altissimi, non vogliamo apparecchi acustici o occhiali tanto in voga oggi;)
Rispondi
Grazie
di Lespo [user #18097]
commento del 05/03/2014 ore 09:27:39
Intanto grazie per lo stimolo intellettuale che ci offri, condivido in parte l'amarezza che pervade il tuo scritto ma l'argomento è complesso e scivoloso.
Cos'è arte? Cosa non è arte? Che rapporto c'è tra l'arte e la società, il denaro, ed il proprio tempo? Purtroppo o per fortuna non ci sono formule o teoremi infallibili da applicarvi.
L'osservazione che mi è nata leggendo è che c'è stato un ventennio buono (quello al quale mi pare che tu faccia riferimento) in cui la qualità corrispondeva alla quantità, il mainstream (scusa l'inglesismo) era anche il meglio qualitativo, non era così negli anni 50 e non lo è stato dagli anni 80 in poi.
L'arte però sopravvive, magari si rintana in una nicchia, si trasforma e spesso ci sorprende.
Mika, Emma Marrone, Justin Bieber ecc.ecc bisogna semplicemente considerarli fenomeni economici, come un prodotto, una caffettiera, uno scooter, una bevanda.
Non hanno la pretesa (e molto probabilmente nemmeno le capacità) di fare arte, rappresentare o raccontare il proprio tempo, il loro scopo è squisitamente di commercio.
Poi vai al Moma e vedi esposta la Moca, la Vespa e la bottiglia della Coca Cola........
Rispondi
Re: Grazie
di Zososam [user #29992]
commento del 05/03/2014 ore 21:47:16
non posso non darti ragione, sono prodotti di consumo per far soldi, venduti ed usati con la stessa modalità e frequenza di una lametta da barba!!!
Rispondi
Un Ottimo Articolo!
di mmanuu [user #37979]
commento del 05/03/2014 ore 12:05:00
Vorrei aggiungere alcune considerazioni in merito.
Il concetto di arte è connaturato nel concetto di estetica. Il termine viene "coniato" da Baumgarten nella sua tesi di laurea nel 1735 e designa tutto ciò che è conoscibile attraverso i sensi. L'arte viene generalmente intesa come manifestazione della creatività umana conoscibile sensibilmente. Questa definizione è piuttosto generale e pare quasi tautologica. Definiamo quindi gli elementi di questo insieme : l'opera d'arte è quella manifestazione che aggiunge nuovi "caratteri estetici" all'arte (ridefinisce cioè i confini di quest'ultima). L'Ottocento ed, ancor di più, il Novecento hanno visto spostarsi questi confini in maniera veramente sorprendente si veda ad esempio l'arte concettuale che addirittura mina le fondamenta del concetto artistico stesso :l'oggetto fondamentale non è più il mero significante dell'opera ,che diventa scarno ed essenziale, ma il suo più puro ed intimo significato. In questo panorama la musica ha fatto e continua a fare, anche se in maniera silenziosa, grandi passi nel ridefinire se stessa. Qual è la differenza sostanziale tra le arti visive e la musica ? Fondamentalmente questa differenza risiede nella modalità di fruizione : grazie ai nuovi mezzi tecnologici la prima risulta più facilmente accessibile e può inoltre essere assimilata in maniera passiva. L'industria discografica approfittando di questa posizione favorevole ha deciso che poteva essere tramutata in un bene di consumo: l'intento artistico è quindi venuto meno sono l'omologazione e l'autosimilarità i paradigmi di questa nuova concezione. Penso però che l'industria non faccia altro che fornire alle persone ciò che desiderano . In una società frenetica e perennemente volta alla crescita in senso prettamente economico l'arte intesa in senso moderno è un ostacolo in quanto implica necessariamente di fermarsi, di scendere da questo treno follemente in corsa e tramite una ricerca introspettiva, guidata dal senso estetico, rendersi conto che l'esistenza non è,per fortuna, esclusivamente legata alla logica dell'affermazione sociale e della crescita economica. Detto ciò vi lascio con una provocazione: la gente brama veramente ciò che desidera?
Rispondi
Re: Un Ottimo Articolo!
di Zososam [user #29992]
commento del 05/03/2014 ore 22:31:36
bell'intervento!!! Purtroppo nella forma d'arte potenzialmente più fruibile ed immediata, c'è stata che una regressione del livello di segno di comunicazione, la regressione tuttavia ha colpito prevalentemente il significato, il referente alla realtà esterna, mentale, interiore, tutto a favore di un significante scheletrico ed inscindibile dal suo significato; avremmo così foni e suoni che di per se non hanno alcun valore, un fossile devitalizzato.
Non possiamo aver la forza di definire cosa sia l'arte, tuttavia essendo anch'essa un segno comunicativo in cui, per farla più semplice, qualcosa, sta per qualcos'altro; necessariamente quando l'elemento esterno al segno, il qualcos'altro, andrà a mancare, possiamo riconosmacere quella presunta "musica", come semplice susseguirsi di suoni privi di motivazione.
Sul bisogno o meno di tali "beni di consumo", ci sarebbe molto da dire, vengono creati bisogni inesistenti facendo forza si esigenze effettive dell'essere umano, questo privato della musica, sua creazione che precede anche la lingua, deve rivolgersi a qualcosa con una forma, un significante simile, un metadone al posto della cocaina...
Rispondi
MAH...
di binip [user #19289]
commento del 05/03/2014 ore 12:24:50
Anche se mi complimeto per aver lanciato uno stimolo decisamente più costruttivo rispetto al solito pedalino che suona cremoso o amplificatore che spacca, non posso tacere un paio di aspetti che mi risultano ormai insopportabili.

Il primo elemento è una definizione di 'arte contro' che emerge in tutta la tua riflessione. Contro l'industria, contro il business, contro chi impone trend e mode. Certamente è molto anni 70, ma trovo questo approccio uno dei maggiori limiti all'evoluzione dell'arte che oggi stiamo osservando. Ragazzi, quegli anni sono finiti, facciamocene una ragione!! Secondo me sarebbe anche ora di andare oltre quella mentalità, che ha portato cose buone e cose orribili! E' vero che negli anni '70 è nato il miglior rock (per rimanere in ambito attinente al portale Accordo), ma si costruiva grazie al 6 politico una classe dirigente di INETTI, INCAPACI E LADRI che sta contribuendo in maniera decisiva ad uccidere oltre che l'arte anche l'amor proprio delle persone.

Sarei tanto felice se alla fine si riuscisse ad evolvere il concetto del contro con quello del diverso, nuovo, inusuale o, magari, semplicemente del bello.

L'altro elemento che secondo me semplicmente NON E' VERO e che penso di aver colto nella tua riflessione è il fatto che oggi le persone non si fermerebbero più a pensare a differenza del passato. A mio avviso la maggior parte delle persone non si ferma a pensare oggi nella stessa misura in cui non si fermava ieri. Oggi come ieri la maggior parte delle persone sono analfabete! Magari sono in grado di scrivere e leggere, ma non riescono a esprimere in forma scritta un pensiero compiuto, oppure lo sforzo fatto per leggere un testo anche semplice è talmente grande che impedisce loro la facolta di comprenderne il significato. La mia impressione è che da sempre l'intelletuale è espressione di un'elite. Ma attenzione!! Per fortuna non sempre gli artisti sono intellettuali e questo è un bene perchè la ragione non sempre è la migliore soluzione.

Comunque complimenti per aver lanciato un argomento veramente stimolante... Tra l'altro porta a far prevalere la passione sulla musica rispetto alla passione sugli strumenti (e non è proprio la stessa cosa)

Rispondi
Re: MAH...
di Zososam [user #29992]
commento del 05/03/2014 ore 23:07:49
ciò che dici può essere vero, tuttavia mi trovo in parziale disaccordo. Come non c'è nulla che motivi una regressione della nostra cara musica al giorno d'oggi, non c'è nulla che possa farci parlare di evoluzione, ne tantontomeno di stabilità. ciò che potrebbe essere mutato, ed è riscontrabile, è la motivazione che la muove e che, storicamente, ha mosso le più grandi opere create dall'uomo, non il denaro, ma un ideale in cui credere, del resto come altri accordiani qui su hanno detto, l'arte nasce dalla creazione umana che si distacca da altro, ecco perché parlavo di contro cultura, concetto senza tempo.
La cultura, perlomeno per me, non è per l'elite, o pochi,ma è per tutti coloro che vorranno andare oltre il senso letterale della vita, come? Rispondendo alla domanda "la penna scrive" con "no, siamo noi a scrivere", o meglio, "la chitarra suona bene?" "no siamo noi che suobniamo bene"....o che siamo pippe ahahah;)
Rispondi
Cos'è arte? Cosa non è arte?
di Claes [user #29011]
commento del 05/03/2014 ore 12:29:04
Questa è una domanda che ricorre di continuo! Paragonando a pittori che in precedenza lavoravano dipingendo paesaggi e ritratti da considerare musica classica - Botticelli, Michelangelo, ecc. Vi fù poi una trasformazione - sia nella musica "seria" d'avanguardia che nelle arti figurative - astratto, naïf, istallazione e una varietà di stili che precede la musica in questo. I critici che scrivono recensioni hanno un gran daffare!

Come valutare Jackson Pollock? Noi diremmo che è jam! Nel giro di pochi minuti vi era un quadro del tutto improvvisato... Arte? Boh... Per me è cmq stellare. PS: Andando al liceo artistico / scuola d'arte sarei diventato pittore. Con un "all access pass" e facendo da guida e interprete di artisti danesi alla Biennale potevo scorazzare a piacimento. Musica:

Già Bach aveva vene da Techno, Wagner certe volte da Heavy Metal... Molto più tardi Karl-Heinz Stockhausen è a sampling. Il sampler non era ancora inventato. Io pensavo di aver inventato il piano preparato ma c'era giá stato John Cage (LOL)! Con un amico ho poi costruito un oscillatore a manopola derivato in parte da un circuito radio - impossibile suonarci una melodia! Era divertente ma non si poteva usare.

Ma com'è messa la musica elettrica? A differenza della musica elettronica (classica d'avanguardia), quella elettrica è in ritardo. È anche una questione di vendite - sia per pittori che per musicisti. NON SI VENDE arte o musica pazza e folle!!! Vi sono al massimo sovvenzioni dello stato su cui contare. C'è pure quello che chiamerei mafia dell'arte. Per la musica elettrica è ancor peggio. Non viene riguardata in alcun modo. Dobbiamo quindi definire i principi che qualificano "arte" nella musica nostra. È cmq da notare che synth e sampler sono più adatti per suoni strani, dissonanze, rumori. Per noi comuni mortali:

Da definire arte è l'arte inerente a quello che si suona. Una cosa che commove: Clapton con "Have You Heard" (Beano) mi manda da sempre in estasi. Mi capita di piangere (quasi ogni volta!) se ascolto qualcosa a questo livello. La destrezza non c'entra. È i feeling, the vibe. Sia l'esecuzione che il pezzo. E l'intenzione / messaggio del tutto. Vorrei sbattervi qualche link ma ci devo pensare.

Pensateci pure voi Accordiani - i vostri suggerimenti saranno utili per tutti.
Rispondi
Re: Cos'è arte? Cosa non è arte?
di Zososam [user #29992]
commento del 05/03/2014 ore 22:53:04
emozionarsi per dei suoni che razionalmente non avrebbero senso, è forse ciò che più rappresenta l'arte, non c'è nulla che motivi un'emozione, nulla di fisico, chimico o divino, ma a quel suono è la nostra emozione che da significato, ed è emozione vera e spontanea...
Prendi la chitarra e rock n'roll!!!
Rispondi
Re: Cos'è arte? Cosa non è arte?
di Claes [user #29011]
commento del 06/03/2014 ore 15:22:35
Ben detto!!!
Rispondi
Non condivido
di Urghs [user #33916]
commento del 05/03/2014 ore 12:43:09
L'arte è per definizione qualcosa di soggettivo, perciò è frutto del tempo in cui viene contestualizzata. Non sono un fan dei vari Mika, Emma Marrone, Justin Bieber, Miley Cirrus ma credo che comunque abbiano qualcosa da dire anche loro, e che nel bene e nel male verranno ricordati come adesso stiamo ricordando il rock degli anni 70. Capisco che non è una cosa facile da accettare, ma l'evoluzione di come l'arte si manifesta è parte integrante (per fortuna, sennò saremmo ancora alle pitture rupestri!!) del processo creativo.
Rispondi
Re: Non condivido
di Zososam [user #29992]
commento del 05/03/2014 ore 22:42:58
Certo non è facile definire l'arte, ed ovviamente nella storia entrerà il bianco come il nero, il tempo non seleziona, è l'anima che se tanto grande sovrasta il tempo.
Un esempio? Hendrix non c'è più, ma è vivo in ogni nota che suoniamo o ci fa rabbrividire, e lo sarà per sempre, immortalità dell'anima o dell'arte? Qualcosa di simile, ma solo se "our shadows taller than our soul";)
Rispondi
Che Pop possa essere arte?
di Claes [user #29011]
commento del 06/03/2014 ore 16:21:44
Ve ne è - ma mica poi tanta! Neanche a livello serio, il Pop Art. Vi suggerisco il primo candidato d'arte Pop che mi viene in mente - Bob Dylan

Ricordi USA: "All Along The Watchtower" ogni mezz'ora sulla radio, a Los Angeles - un hit folle!!! Il fatto che il testo è di Bob Dylan non guasta e ha certamente aiutato Jimi nella sua experience. Bob ha ispirato altri coi suoi testi già da quando acustico e ha fornito tutta una serie di hits tra l'altro per The Byrds... "I Wasn't Born To Follow" è uno da ricordare. Aveva pure delle sue "Basement Tapes", roba che la casa discografica non voleva pubblicare... Nuove forniture per tutti, hits e che bella vendetta! La CBS lo ha ben presto lasciato libero di fare quello che gli pare. E continua tuttora... Lato Pop: "Blowin' In The Wind" ve la ricordate - più Pop di così si muore. Era in un genere da "Non ho l'etá", "Dominique", "Tous les garcons et les filles" e quel colpo di vento è stato un hit alla pari.

I suoi testi sono rimasti da museo della poesia e saranno sempre up-to-date. OK... al massimo suona un Tele o Strat per il suo solito ritmo - non è equilibrista. È Pop e Underground in un tutt'uno.

Pop è quello che vende. Per la casa discografica significa angolare / indirizzare promotion nella giusta direzione e una inevitabile conseguenza di vendite da Platino. Si può passare dalla Serie B Underground alla Serie A Pop - a quel punto tutto cambia. Può essere un cambio davvero DIFFICILE. Robert Zimmerman ha passato l'esame per diventare quel Bob Dylan che conosciamo.

Made in Italy: Mina "Brava"... bravissima! "Ti sento" dei Matia sono di getto candidati miei. Alla vostra!!!
Rispondi
MARKETING
di michelevaltan utente non più registrato
commento del 07/03/2014 ore 10:42:55
non conosco le realtà di artisti del calibro di Mika

ma per quanto riguarda il cosiddetto underground (anche se mi riferisco ad underground a livelli europei) è opinione mia, e perdonate se la butto giù in modo socialmente poco accettabile,
che oggi l'artista debba essere manager di se stesso, ufficio stampa di se stesso, web designer fotografo e videomaker di se stesso, distributore e booking di se stesso, stilista e curatore di immagine di se stesso..
E' possibile che nel dover fare tutto questo, passino inevitabilmente avanti i capaci del marketing, e restino indietro gli "artisti" (notoriamente un po -passatemi il termine- "cazzoni")
Rispondi
A buon intenditor...
di KCRed [user #24996]
commento del 07/03/2014 ore 21:18:36
Diciamo che l'aumento della cultura media in una direzione mediocre ha facilitato la situazione attuale. Parliamoci chiaro: nessuno ritiene sè stesso uno stupido. Da chi ascolta Mozart e legge Kierkegaard a chi ascolta Lady Gaga e legge Fabio Volo.

Mettiamo poi a tacere uno dei "postulati" del postmodernismo: non è vero che tutto è arte, e infatti la stessa arte colta ha subito gravi danni di immagine (perdonate il gioco di parole) dal momento in cui le tele hanno cominciato ad essere strappate e i bidet sono finiti nelle gallerie.

Insomma il prospettivismo che tanto va di moda oggi e che giustifica, di fatto, tutto, a mio parere è mosso dall'arroganza di una massa che si ritiene sveglia, intelligente, acculturata, ma che, di fatto, possiede solo nozioni (troppo spesso superficiali ed incomplete; almeno, questo noto nel mondo universitario che frequento ogni giorno).

Quindi dov'è l'arte? Un utente ha citato l'estetica, la "forma", che viene annichilita nell'arte concettuale e diventa semplificata e banale nell'industria culturale di massa.
Il contenuto poi, alla luce del già citato prospettivismo, diventa praticamente indifferente, e qua la massa arrogante ma ignorante diventa improvvisamente, incredibilmente potente.

Sono tempi duri per i grandi animi, che vogliono fare musica, in generale arte, perchè hanno qualcosa da dire, perchè sono convinti di poter migliorare questa situazione carica di estasi per la mediocrità.

Per concludere il mio papiro, faccio un invito che poi sta a voi interpretare come "sincero" o come provocazione: fate musica (arte) per voi stessi. E' probabile che nessuno qua diventerà famoso, quindi tanto vale proporre qualcosa di più "intimo", che sia diretta espressione dell'artista senza alcuna pressione esterna.
Poi, un computer ce l'abbiamo tutti, una scheda audio discreta costa 200 euro, le possibilità ci sono.

Ma smettiamola di far musica per gli altri.
Rispondi
E per l'ennesima volta, caso ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 07/03/2014 ore 21:39:34
E per l'ennesima volta, caso strano, non sono molto d'accordo ;)

Parafrasando un detto, non è che oggi ci sono più imbecilli in giro, è che hanno più modi per farsi sentire. Lo stesso vale per la musica a mio avviso. I grandi del passato hanno vissuto in un ambiente meno affollato e competitivo di quello odierno. Francamente, dubito che molti big ce lì fileremmo oggi. È anche vero che oggi è più difficile diventare dei mostri sacri, mentre la fruizione musicale stessa, in modo simile a quella di altri media peraltro, è cambiata. Un tempo era la serie TV, lo show, l'album... oggi è il "short" nel programma, il video YouTube, l'MP3. Fare paragoni per me è errato.

Però io ho sentito tanti capolavori in questi anni. Ok, ammetto che non sono mai stato un fan degli anni 70, del Classic Rock e compagnia bella... però gente come Mika ha le contro palle come musicista e fa del bel pop, ci sono band innovative che fanno cose interessantissime, più generi di una volta, ben più band anche. E in mezzo a tutto questo c'è molta arte. Si, e' arte diversa, come Picasso non era Michelangelo e Shostakovich non era Vivaldi. L'arte si evolve, e continua a farlo. Per fortuna. Sta a noi fruitori evolvere il nostro senso estetico. Oppure anche no, ma evitando le solite generalizzazioni alla "era meglio una volta". E' la storia che si ripete, e la cosa migliore che possiamo fare e' evitare di giudicare il nuovo seguendo canoni estetici superati.
Rispondi
Fenomenologia della modernita'...
di musicmaster [user #30940]
commento del 17/07/2014 ore 02:50:52
La sovraesposizione di cio' che di artistico ha poco dilaga, si va dal concept album costruito a tavolino alla riedizione di vecchie cose vestite di nuova "immagine". L'innovazione e la vera arte proprio perche' tutto è veloce e si consuma e si crea istantaneamente diventa criptica e carbonara, ci sono ottime cose conosciute da pochi, c'è molta piu gente ( e molto piu giovane) in giro che suona a volte molto bene grazie ai mezzi moderni e alla piu facile accessibilita agli strumenti e alle tecniche che scompare sotto il BLOB informe dei fenomeni lanciati dalle Major e dai format televisivi.
Per me rimane l'alternativa di crogiolarsi e rifugiarsi nell'antico, nella analogicita' di altri tempi, proprio perche analogica , la musica di una volta era meno riproducibile in serie, meno costante nel risultato e infinitamente piu vera di tante cose attuali, la qualita' era frutto di vero mestiere, la tecnica frutto di tanta fatica, la conoscenza musicale era tramandata da maestro in allievo, dall'ascolto dei supporti fino alla loro consumazione.
Suonare dal vivo diventa piu' difficile specialmente nel nostro paese dove ormai le band giovanili sono costrette a pagare loro il locale dove si va a a suonare ( e si suona solo un genere e solo la musica di quei tre -quattro artisti) , solo che a differenza dei BLues Brothers, la birra si paga a parte e nemmeno il primo giro è gratis, per suonare in giro occorre pagare il permesso e la SIAE e rivolgersi ad agenzie interinali se suoni nella metropolitana.
Forse è l'eta' , ma gli anni 70/80 mi sembrano a confronto, un paradiso.
Rispondi
Arte e musica
di Claes [user #29011]
commento del 17/07/2014 ore 14:16:42
Noi musicisti pensiamo all'arte musicale ma vi è anche una vera Arte - quella folle, moderna che usa colonne sonore per mostre. È un mondo del tutto differente. Musica che dovrà risultare nuova, mai sentita... Se potete visitare una galleria d'arte dalle vostre parti potrete avere info - ci potrebbero essere pittori o, più probabile, artisti che fanno istallazioni che necessitano una colonna sonora. C'è da dimenticare TUTTO quello che si suona di solito. Niente di niente è usabile e bisogna andare in territori ancor da scoprire. Un vostro soundtrack su CD viene messo su instant replay - no problem.
Rispondi
Altro da leggere
In video le rarità vintage del museo Martin Guitar
Manuale di sopravvivenza digitale
Go:Keys: tastiere Roland con suoni pro per chi inizia
Fundamental Ambient: riverbero sperimentale Walrus a prezzo budget
Theodore Standard: la Gibson perduta di Ted McCarty diventa realtà
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?
Massa, sustain, tono e altri animali fantastici
Ho rifatto la Harley (Benton ST-57DG)




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964