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Perché mi sono liberato dello Strymon BigSky
Perché mi sono liberato dello Strymon BigSky
di [user #40119] - pubblicato il

Anche un pedale dalla qualità indiscussa come lo Strymon BigSky può non incontrare i gusti di un musicista. Scelte costruttive e politiche aziendali possono andare contro le aspettative del chitarrista, e acquistare essendo ben consci di ciò a cui si va incontro è fondamentale.
Anche un pedale dalla qualità indiscussa come lo Strymon BigSky può non incontrare i gusti di un musicista. Scelte costruttive e politiche aziendali possono andare contro le aspettative del chitarrista, e acquistare essendo ben consci di ciò a cui si va incontro è fondamentale.

Un paio di anni fa, affascinato da quel che si vede su YouTube, ho acquistato lo Strymon Timeline. Da possessore del Line6 DL4 ho messo a paragone i due pedali: come pasta timbrica alla fine preferisco DL4, ma come vastità di sonorità il Timeline è senza dubbio superiore, è un pedale del quale mi ritengo decisamente soddisfatto per molti aspetti.
Nondimeno, Timeline non offre un controllo soddisfacente per ciò che riguarda l'editing, lo scorrimento dei preset e l'utilizzabilità del looper che, senza un apposito controller MIDI, è inferiore al DL4: sotto questo aspetto è evidente che si tratta di un progetto articolato nell’ottica dell’utilizzo di "terze parti", insomma è un pedale non autosufficiente.
Questo particolare aspetto mi aveva fatto riflettere su una cosa: il DL4 rendeva immediatamente disponibile tutto ciò che offriva, e in questo senso era una macchina onesta, una macchina del passato: tutte le possibilità della sezione loop erano raggiungibili tramite gli switch di cui era dotato, non poteva fare né più né meno di ciò che ti offriva, ma ciò che ti offriva era immediatamente fruibile.

Certe cose si scoprono un po' per volta: con il Timeline ho finito per entrare in un’altra dimensione, la dimensione dell’attesa, dell’aspettativa, se vogliamo della dipendenza. Beninteso, questa dimensione è comune a una serie di attuali prodotti anche Line6, con i POD HD e in genere con diversi prodotti dotati di software aggiornabile.

Col passare del tempo ho preso a chiedermi perché Strymon non avesse creato un editor/librarian che consentisse agli utenti quanto meno la possibilità di una gestione da computer sul tipo di ciò che ha fatto TC electronic con il suo Toneprint o Line6 con il POD HD: che senso ha creare un pedale dotato di 200 preset senza offrire anche uno strumento rapido per gestirli?

Questo tanto per introdurre il tema.

Perché mi sono liberato dello Strymon BigSky

Circa tre mesi fa, sotto "effetto YouTube", ho acquistato il BigSky.
Essendo già possessore di un Neunaber Wet Reverb, nel silenzio delle pareti domestiche ho messo a paragone i due pedali.
In tutti i preset di BigSky ho percepito una sorta di effetto foggy: il riverbero è sempre in primo piano e la sua coda si impasta con le note. Colpita una nota, appare una piccola nuvola di riverbero che non lascia in pace la nota, non la supporta, non è sfondo, non è cuscino. È qualcosa che avvolge il suono che hai generato.

Ora, posto che il mio riverbero prediletto rimane il Lexicon Lxp1 e che mi ritengo ampiamente soddisfatto dal Neunaber Wet perché suona davvero molto naturale e sta sempre dietro alle note e mai davanti, il fatto di non riuscire a ottenere la stessa qualità con un pedale che costa 500 euro, ha ottenuto le migliori recensioni da Guitar Player, Premier Guitar etc. e i cui preset praticamente inondano il web mi ha lasciato davvero perplesso, per non dire altro.

Ero sostanzialmente insoddisfatto del pedale: quantità di cose offerte assoluta, qualità per me non all'altezza del prezzo.
In questa disposizione emotiva ho scritto per l'ennesima volta a Strymon, sollecitando il rilascio di un editor/librarian adeguato e il manuale dei factory preset del BigSky (per ragioni ignote non ancora divulgato sul sito). Riflettendoci bene, in fondo mi ritrovavo a coltivare diverse aspettative, tra cui il rilascio di una nuova versione del software che potesse eliminare questa eccessiva presenza del riverbero che, sopra, ho tentato di descrivere.

Alla mia terza richiesta, Strymon ha risposto con la consueta celerità e correttezza, adottando la formula di rito: "grazie del tuo feedback, passiamo la tua richiesta ai nostri ingegneri" etc. ma, questa volta, ha aggiunto "quando e se riterremo opportuno rilasciare un editor/ librarian lo troverai sul nostro sito".
La risposta non mi ha soddisfatto e mi ha indotto nuovamente a riflettere.

Perché mi sono liberato dello Strymon BigSky

La mia conclusione è questa: Big Sky è un prodotto pieno di cose. Ci sono i cori, c’è lo shimmer, c’è lo swell (diverse cose sono già presenti sul Timeline), c’è la possibilità di controllo tramite pedale di espressione, c’è la funzione freeze e la funzione infinite...
In quanto tale, la vocazione del pedale è paragonabile a quella di un multieffetto a rack, dotato com’è sul piano del numero di preset disponibili (ben 300), del numero di tipi di riverbero (spring, plate, hall, reverse, bloom etc.) e delle possibilità di intervento sui diversi parametri. È persino dotato di possibilità di commutare gli out in una funzione che consente la registrazione su PC. Ma la qualità del riverbero com’è?
Alla prova dei fatti (rimaniamo sul piano del giudizio personale, è chiaro) il mio orecchio mi dice che se inserisco un delay, questo si fonde bene con Lexicon Lxp1 e con Neunaber Wet Reverb, mentre con BigSky l’incontro non è così felice: il BigSky tende ad avere il sopravvento, lui è un riverbero che "sta davanti".

Ora, io concepisco il riverbero come lo sfondo sul quale le cose si articolano: qualcosa che dà rilievo al resto, che rispetta il resto.
La mia sensazione e che BigSky sia una macchina che voglia comandare. Con le sonorità che può generare (pasta sonora, profondità del riverbero) è in grado di sollecitare proiezioni dell’immaginario verso la volta celeste, con la quantità di gadget di cui è equipaggiato sembra fornire, a chi lo possegga, tutto quanto è necessario per controllare il suono, ma è davvero così?
Nel BigSky si nasconde un paradosso che non riesco a esprimere se non nella maniera seguente: è un’arma che promette di farti vincere qualsiasi battaglia, a patto di essere disposti a combattere la battaglia che decide lei.


Ho risposto a Strymon: "non sono io a controllare il pedale: è Strymon a controllare me. Domani metterò in vendita BigSky sul web, questi sono il mio 'se' e il mio 'quando'".

La settimana scorsa ho venduto il pedale. Ora mi sento più libero, leggero, quasi come in un "grande cielo". Non sto più attaccato al sito in attesa del prossimo aggiornamento e ho realizzato che, per il riverbero, in fondo ho già tutto ciò che mi occorre.
Perché non ci ho pensato prima? Perché, come figlio dell’epoca nella quale viviamo, ho il mio grado di dipendenza dalle cose.

Perché mi sono liberato dello Strymon BigSky
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