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Come vendere la propria musica da musicista indipendente
Come vendere la propria musica da musicista indipendente
di [user #39141] - pubblicato il

La domanda più ricorrente nella testa di un musicista che da indipendente si appresta al completamento del suo primo cd è una sola: come farò a divulgare e vendere la mia musica? Oggi grazie ai canali digitali e in generale al Web, le possibilità di farsi conoscere sono aumentate in maniera esponenziale. Vediamo come.
La domanda più ricorrente nella testa di un musicista che da indipendente si appresta al completamento del suo primo cd è una sola: come farò a divulgare e vendere la mia musica? Oggi grazie ai canali digitali e in generale al Web, le possibilità di farsi conoscere sono aumentate in maniera esponenziale.

E' anche vero che tale accessibilità sviluppa un gran traffico di proposte e ciò rende più arduo mettersi in luce. Certamente meglio di quello che sarebbe accaduto allo stesso musicista prima dell’avvento di software e Internet, quando in mancanza di un contratto discografico e a patto di accollarsi i proibitivi costi della realizzazione di un disco, l’unico modo per ricavarne un po' di visibilità consisteva nell’armarsi di una buona dose di pazienza e peregrinare da una radio all’altra o in qualsiasi altro posto ove si diffondesse musica con i dischi sotto al braccio (e il cappello in mano!), sperando nel buon cuore dell’interlocutore di turno.

Altro modo per farsi conoscere, peraltro molto utilizzato anche oggi, consiste nel vendere o omunque distribuire il cd a margine delle proprie performance live. Dopo questa premessa entriamo nel vivo della discussione.
Partendo dal presupposto che abbiate concluso la fase viva della produzione - registrazioni, mixing, mastering - sono tre le cose di cui occuparsi:
  • grafica e stampa del cd
  • documentazione Siae (bollini)
  • affiliazione a un (fidato) distributore per la vendita del disco sulle piattaforme digital download
Oltre alla vendita tramite i canali digitali, è opportuno realizzare una quota di cd fisici utili, non solo per la già citata vendita nei concerti, ma anche per un'altra validissima ragione: molti fruitori di musica, un po' per abitudine oppure per scarsa dimestichezza con il Web, prediligono il disco con tanto di supporto, copertina e booklet da sfogliare. Una situazione simile si verificò a metà degli anni’80 nel passaggio dal vinile al cd. Per stampare il disco rivolgetevi a un serio e affidabile operatore del settore supporti ottici.
Un consiglio, diffidate da improvvisati avventori a buon mercato e almeno per questa fase rifuggite la tentazione del "fai da te".

Ricordate che dopo la musica, ben suonata e registrata, la realizzazione di una stampa professionale
del progetto discografico è fattore importantissimo e valorizzerà la vostra immagine di musicista.
Inoltre non lasciatevi ingannare dallo sciocco luogo comune che stampare il CD presso un serio professionista sia costosissimo: oggi i prezzi si sono molto uniformati. Per esperienza personale, posso affermare che confrontando vari preventivi, quelli stilati da brand qualificati differivano molto poco rispetto ai prospetti realizzati da operatori meno capaci o comunque di bassa caratura.

Quindi non prendete alla leggera quest’aspetto, il fornitore d’opera, oltre che garantire il prodotto realizzato, dovrà supportarvi in tutte le varie fasi della produzione tramite assistenza specializzata
al cliente (effettuata via mail e telefono) informandovi sulle varie prescrizioni a cui attenersi al fine di realizzare un progetto conforme agli standards.
Se proprio volete un nome, il Brand leader Italiano è Shelve sas.

Ovviamente confrontate con altri operatori qualificati facendo una buona ricerca sul web e ottenendo vari preventivi a parità di prestazioni offerte.
Per realizzare la vostra grafica avete due possibilità. La prima, come per la stampa, rivolgersi a un professionista che eseguirà il lavoro secondo le vostre esigenze. La seconda, realizzare la grafica da soli. In entrambi i casi, dovrete scaricare (o comunque farvi rilasciare) dal fornitore di stampa i templates per realizzare le varie grafiche.
Questi non sono altro che degli schemi che riportano misure e impostazioni da adottare nella fase
compositiva delle grafiche.

Come vendere la propria musica da musicista indipendente

Prendiamo in analisi la situazione in cui voi stessi realizzate la grafica. Vi servirà, prima di tutto, un computer munito di un sistema performante (ampia RAM, ottime capacità di processore e hard disk) nonché connessione ADSL necessaria in tutte le fasi e quindi anche per inviare all’operatore le grafiche (di norma in formato PDF) e file musicali dei vostri brani in formato Wav a 44100Hz/16 bit.
Vi occorrerà un software adeguato per comporre le varie grafiche. Disc Cover 3 prodotto da Belight andrà benissimo, costa poco ed è molto funzionale. Inoltre consente una facile e dinamica gestione di foto e titolazioni.
Ovviamente dovrete utilizzare un programma per la gestione delle immagini: Photoshop, Iphoto e Photostudio sono i più indicati. Ricordate di usare immagini aventi tipologia colore CMYK o quadricromia adoperata nella stampa tipografica (l’alternativa è tricromia o RGB usata da monitor e comuni stampanti. Basterà impostare il salvataggio o l’esportazione delle vostre foto in tale modalità sul programma che utilizzate. 

Con l’ausilio dei vari software, potrete divertirvi a sviluppare e creare le vostre grafiche attenendovi
sempre alle già citate prescrizioni fornite dall’operatore di stampa. Altra procedura da fare, sarà la documentazione SIAE e relativi bollini da apporre sui vostri CD. Potete demandare il disbrigo di tale pratica all’operatore di stampa con un costo aggiuntivo oppure andare presso un qualsiasi ufficio SIAE.

Vendere o regalare il vostro CD, necessiterà di un bollino rilasciato dalla SIAE. Lo stesso è uno sticker anticontraffazione che riporta autore, opera, editore (se disponibile), numero progressivo e destinazione (vendita, omaggio, allegato a rivista e via dicendo). Come vendere la propria musica da musicista indipendenteRivolgetevi all’ufficio SIAE muniti di titoli e durate dei vostri brani nonché dei nominativi degli autori delle composizioni e relativo numero di posizione SIAE. Un impiegato vi guiderà nella compilazione dei documenti. In media ci vogliono 10/15 giorni per ritirare - previa convocazione dell’ufficio stesso - documenti e bollini del vostro CD.

Visualizza un esempio del modulo precompilato (fac-simile).

Per quanto riguarda i costi, la pratica è gratis il singolo bollino invece costa € 0,0310 (31 millesimi di euro) per un CD destinato alla vendita (omaggio € 0,0181). Bisognerà poi aggiungere i diritti di riproduzione fonografica. In media per una tiratura di 100 CD destinati alla vendita, tra bollini e diritti, la somma si aggira attorno ai 70/80 euro. Sempre all’operatore di stampa invierete via mail il documento "scheda lavoro", invece il rotolo con i bollini sarà ovviamente inviato via posta.
Curate di utilizzare una piccola scatola di cartone o comunque un involucro resistente. Durante la spedizione eviterà danneggiamenti e l’eventuale distacco dei bollini dal rotolo.

Una volta ultimate le fasi di grafica e SIAE, con il conseguente invio dei materiali al fornitore di stampa, dovrete scegliere un distributore per porre in vendita il vostro CD nei digital store.
E’ doveroso fare alcune premesse e sfatare i soliti (immancabili) luoghi comuni sulla questione:
  • Il distributore non si approprierà della vostra musica, non imporrà esclusive e limitazioni, quindi potrete tranquillamente stipulare contratti con più di un distributore e inoltre vendere il disco dove riterrete opportuno, in primis concerti e nei vostri spazi web (sito personale e FB page)
  • Altra questione importante, un distributore vi servirà necessariamente perché possiede le autorizzazioni alla vendita sulle piattaforme digitali. Infatti se di nostra iniziativa proponiamo il CD realizzato direttamente a uno dei grossi digital store (iTunes ad esempio) le possibilità che lo stesso venga approvato per la vendita sono bassissime. Invece il distributore non opinerà riguardo il vostro progetto musicale limitandosi, secondo contratto, a collocare in vendita il vostro CD su tutte le piattaforme digitali di cui possiede l’autorizzazione.
A questo punto è lecito domandarsi, quale distributore scegliere? Quale il più serio e conveniente?
Rispondere a questi quesiti in poche parole non è semplice. Nel seguente schema riporto una lista dei principali distributori:
Fonte G. Costantini - Come vendere la mia musica su iTunes.

Costi, percentuali sulle vendite, opzioni offerte, durate delle prestazioni sono talmente variegate che dovrete effettuare una congrua ricerca tra le varie proposte leggendo con molta attenzione le condizioni contrattuali prima di effettuare la vostra scelta.
In linea di massima verserete una quota per mettere in vendita il vostro disco. In alcuni casi vi sarà richiesta una somma aggiuntiva per il rilascio del UPC bar code, una sorta di codice a barre che sarà applicato sul vostro disco.
Riguardo le percentuali trattenute dal distributore sulla vendita, anche queste variano da un
operatore all’altro. Bisognerà calcolare anche la percentuale trattenuta dalla piattaforma digitale se la vendita si realizzerà su una di esse.

In media per ogni euro di venduto dal digital store, ricaverete non meno del 60%, mentre se il CD
viene acquistato direttamente dal sito del distributore, la percentuale di ricavo a vostro vantaggio supererà l’80%. Sarà opportuno inserire nei vostri spazi web un apposito link di collegamento con la pagina di vendita del vostro distributore.
Inoltre dovrete munirvi di una carta di credito ricaricabile collegata a un circuito di pagamento (paypal per esempio) per lo svolgimento di tutte le operazioni inerenti la riscossione dei proventi delle vendite.

In conclusione scegliere il distributore giusto sarà qualcosa che varierà a seconda delle vostre esigenze e dell’entità del budget destinato al progetto discografico. Chiosa finale dedicata all’ennesima favola metropolitana da smentire (almeno in parte) secondo cui vendere musica con questi sistemi null’altro sarebbe che uno specchietto per le allodole avente il solo intento di far girare un business illusorio a discapito di finanze e speranze di musicisti e band indipendenti o comunque sconosciuti in genere.

Questa teoria ha in se una parte di verità ma in senso assoluto è sbagliata.
Si può esser d’accordo che sulle aspettative di molti tra compositori, cantautori e band in cerca di
affermazione si sia creato un business non di poco conto, ma è altrettanto vero che tramite quest’opportunità i suddetti, investendo soltanto poche decine di dollari, trovano posto sul mercato discografico assieme a megaproduzioni milionarie di artisti famosi, pur tenendo conto delle enormi differenze di visibilità e proposizione.

Inoltre credo che senza l’apporto di questi moderni canali di diffusione musicale il numero dei musicisti, complice anche la grave crisi economica planetaria, si sarebbe drasticamente ridotto, nel
corso degli anni, con effetti negativi sui fatturati delle aziende produttrici di strumenti e inoltre
con importanti ricadute anche nei volumi lavorativi di scuole e insegnanti nonché studi di registrazione e produzione musicale che da sempre realizzano la maggior parte dei loro guadagni sulle attività e le aspettative di musicisti e band autoprodotti.

Quindi sarà pure il business delle illusioni, ma fa girare molte altre attività oltre che fornire una
vetrina a tanti musicisti in cui farsi notare e conoscere.

Auguro a tutti voi buona musica e fervente ispirazione!
gli articoli dei lettori musica e lavoro
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