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FBT cerca batteristE - Un'altra infornata di video
FBT cerca batteristE - Un'altra infornata di video
di [user #116] - pubblicato il

I video continuano ad arrivare, le visualizzazioni crescono e i like a seguire. Nel frattempo abbiamo rivolto qualche domanda alle batteristE che hanno mandato i video con lo scopo di approfondire meglio la loro conoscenza.
I video continuano ad arrivare, le visualizzazioni crescono e i like a seguire. Nel frattempo abbiamo rivolto qualche domanda alle batteristE che hanno mandato i video con lo scopo di approfondire meglio la loro conoscenza.

Tutto è nato il 10 marzo 2014, giorno nel quale FBT e Accordo hanno deciso di organizzare un gioco con il quale riuscire a trovare quante più batteriste possibile e dar loro la giusta e meritata visibilità. Il gioco non è naturalmente fine a se stesso, ma vede come epilogo un premio a scelta tra due set di piatti Sabian.

Nello specifico:
  • Set Sabian della serie HH composto da Ride da 20", Crash da 16", Hi-Hat da 14" e China da 18"
  • Set Sabian della serie AA composto da Ride da 20", Crash da 16", Hi-Hat da 14" e China da 18"
La vincitrice sarà inoltre invitata a suonare sul palco di RitmiShow il 12-13 Aprile 2014 a Napoli (Mostra Oltremare).

C'è ancora tempo per partecipare al gioco, è sufficiente leggere attentamente il regolamento e scaricare una delle due basi messe a disposizione. Le due basi appartengono a due generi musicali sui quali è possibile liberare il proprio estro e sono state create in modo tale da poter essere valorizzate con cambi di atmosfera e dinamica. In questo modo si potrà saggiare non solo l'abilità tecnica, ma anche la capacità nell'arrangiamento di un brano.
Le basi possono essere utilizzate così come sono, oppure modificate secondo il proprio gusto.

Tenete sott'occhio la playlist creata sul canale YouTube di Accordo. Man mano che i video arrivano, potrete vedere i video delle partecipanti nella playlist creata sul canale YouTube di Accordo.

Sara Alessandrini



Come ti sei avvicinata alla batteria?
Fin da piccola (7 anni circa), ero affascinata sempre e solo dal batterista delle band che vedevo in televisione o che magari capitava di vedere in giro per la mia città (Verona). Circa all'età di 12 anni mi sono iscritta ai corsi di strumento pomeridiani delle scuole medie che frequentavo, così mi sono innamorata del tutto della batteria.

Sei mai stata oggetto di discriminazioni per il fatto che sei una batterista donna?
Sinceramente non sono mai stata oggetto di discriminazioni per questo. Magari è capitato che dei musicisti mi dessero meno fiducia perché appunto sono una donna, ma tante volte devo ammettere che invece fa l'effetto contrario e molti sono curiosi di sentirmi suonare.

Come vedi il batterismo al femminile in Italia?
Credo che ultimamente ci siano sempre più donne che si avvicinano a questo strumento, ed è veramente una cosa molto bella. Ci sono grandi talenti femminili anche qui in Italia, ma credo in ogni caso la batteria rimanga ancora uno strumento prettamente maschile.

Arriviamo al gioco "FBT cerca batteristE". Cosa ti ha portato a scegliere una base piuttosto che l'altra?
Le ho ascoltate entrambe, ma sapevo subito quale avrei scelto. E' molto più nel mio stile. Bella anche l'altra ma non la sentivo mia.

Qual'è stato il tuo approccio?
Io credo che per essere un buon batterista sia fondamentale come prima cosa saper tenere un groove lineare, a tempo e d'impatto, avere un bel "tiro". Mi hanno sempre insegnato che non serve strafare, ma cercare di fare proprio un pezzo e e valorizzarlo alla propria maniera.

Evita Polidoro



Come ti sei avvicinata alla batteria?
Sono nata in una famiglia di musicisti, quindi sono stata subito indirizzata verso questo mondo. Ho iniziato con il pianoforte e poi mi sono innamorata della batteria. Suono praticamente da sempre, ma ho iniziato a studiare seriamente 6 anni fa, inizialmente con Davide Merlino, poi con Walter Calloni. Da un anno a questa parte mi sto dedicando principalmente al jazz con il mio insegnante Riccardo Chiaberta e contemporaneamente studio anche con Christian Meyer all'Accademia del Suono di Milano.

Sei mai stata oggetto di discriminazioni per il fatto che sei una batterista donna?
Discriminazioni direi di no, più che altro ho sempre notato degli atteggiamenti prevenuti, che poi, fortunatamente, si sono trasformati in ammirazione e stima.

Come vedi il batterismo al femminile in Italia?
Penso non sia valorizzato come dovrebbe. Sono contenta per questa iniziativa, poiché dà risalto alle batteriste e sono convinta che esistano grandi elementi, ed è giusto che abbiano il loro spazio nel mondo musicale italiano.

Arriviamo al gioco "FBT cerca batteristE". Cosa ti ha portato a scegliere una base piuttosto che l'altra?
Ho scelto la base hip-hop, perché il metal non mi appartiene per niente. Prediligo il groove e ho trovato più libertà di espressione in quella base!

Qual'è stato il tuo approccio?
Ho deciso di dividere il pezzo in due: una parte dedicata all'accompagnamento, al groove e l'altra all'improvvisazione, alla tecnica e alla creatività. In quel 1:30 ho cercato di mettere in risalto i miei punti di forza!

Raffaella Migliaccio



Come ti sei avvicinata alla batteria?
Ho iniziato a suonare a 14 anni, la volontà era nata però a 10 anni, ma nel mio paese non c'erano scuole. Ho quindi iniziato appena hanno aperto le Officine Musicali Amaronesi nel mio paese.

Sei mai stata oggetto di discriminazioni per il fatto che sei una batterista donna?
Assolutamente no, anzi al contrario.

Come vedi il batterismo al femminile in Italia?
Conosco poche batteriste, come forse un po' ovunque.

Arriviamo al gioco "FBT cerca batteristE". Cosa ti ha portato a scegliere una base piuttosto che l'altra?
Mi riconosco di più nel genere, amo le cose più groovose.

Qual'è stato il tuo approccio?
Ho sia accompganato tenendo il groove e sia fatto un piccolo assolo, ho decisono di editare un po' la base per renerla più vicina alle mie esigenze.

Alice Borsi



Come ti sei avvicinata alla batteria?
Direi che la musica in generale mi ha sempre affascinata, fin da bambina. Mia madre gestiva una discoteca e spesso mi ritrovavo a guardare estasiata le orchestre mentre preparavano palco e strumenti. Finiva sempre con me con il sorrisone perché mi avevano permesso di prendere in mano le bacchette e sedermi alla batteria, lo strumento che fra tutti attirava senz'altro di più la mia attenzione e ammirazione. Mi piaceva vedere la gente ballare e quando mi permettevano di zampettare in mezzo alla gente ero la bambina più felice del mondo. E di tappi per le orecchie non se ne parlava. Devo dire che sono fra i ricordi più belli dell'infanzia.

D'altra parte la musica non è mai mancata, si trovava sempre un po' di tutto in casa, dalla classica al rock, dal cantautorato italiano alla disco anni '80, persino la folkloristica in dialetto. E tutto girava e rigirava nello stereo e nella mia testa e il mio interesse cresceva. A circa 9 anni mi iscrissi a un corso propedeutico al conservatorio per avvicinarmi alla musica. Mi piaceva imparare e non importava se si trattasse di flauto, xilofono o semplice canto corale. Mi divertivo in qualunque modo e andava bene così, senza troppe domande.

Poi a 11 anni una scelta la dovevo prendere e mi buttai sul violino. Frequentai il conservatorio fino a 15-16 anni. Trovavo che il violino fosse uno strumento interessante, ma non più interessante di tutti gli altri strumenti a cui avrei immaginato di avvicinarmi, e comunque non abbastanza per approfondirne lo studio oltre una certa misura. Ricordo bene che l'aula di percussioni stava a piano terra e mi incuriosiva da morire, così passavo e ripassavo lì davanti e allungavo le orecchie per ascoltare.

Per capire cosa significasse avere una grande passione avrei avuto bisogno ancora di un paio di anni. Precisamente 16, quando già conoscevo Sara, la migliore amica, chitarrista, estroversa, coinvolgente. Eravamo due giovani rockers e volevamo fondare un gruppo. Dovevo, volevo suonare qualcosa (perchè cantare decisamente non faceva per me -_-"").

Presi un annetto di lezioni di chitarra e imparai a strimpellarla un po', quello che poteva bastare per provare in saletta qualche cover. Cambiammo un paio di bassisti e batteristi. Fu in quel periodo credo che, tra prove poco produttive in saletta e ogni occasione buona per vedersi un concerto dietro l'altro, cominciai a pensare seriamente di voler imparare a suonare la batteria. La svolta fu il giorno in cui il nostro batterista ci fece sapere all'ultimo che non sarebbe venuto alle prove. Era il mio momento. E c'erano una bacchetta integra e una sfinita. Ma per me fu subito amore, non so come, ma non mi è mai stato chiaro come avessi potuto aspettare fino ad allora. Avevo 16 anni e da 8 anni rimango sempre più affascinata da questo strumento che non smette mai di stupirmi.

Sei mai stata oggetto di discriminazioni per il fatto che sei una batterista donna?
No, non sono mai stata oggetto di discriminazioni per il fatto di essere una batterista donna. A volte si tratta semplicemente di curiosità maggiore, ma questo è soprattutto un bene. Altre volte forse si tratta solo di luoghi comuni che vengono espressi anche senza malizia e che si fa presto a farsi scivolare addosso. Mi è capitato più volte di sentire qualche commento del tipo “hai un bel tiro per essere una donna”, ma sono casi rari e chi vuole farti un complimento te lo fa anche senza accennare al sesso a cui appartieni, ma solo perché hai suonato bene, gli sei piaciuta e probabilmente gli hai trasmesso qualcosa.

Credo sia un fatto più che altro di abitudine, non siamo abituati a vedere molte batteriste donne, ma ciò non vuol dire che non ci siano o che siano meno capaci, anzi probabilmente, tutto ciò ti sprona a dare sempre il massimo e a non farti troppi problemi. Quando fai una cosa che ti piace e che ti fa stare bene, certe cose passano pure in secondo piano ;)

Come vedi il batterismo al femminile in Italia?
Il batterismo al femminile in Italia? Forse concepito ancora come una cosa di nicchia. Ma ciò non significa che non ci siano batteriste donne o che siano meno capaci dei colleghi uomini. Abbiamo grandi potenzialità e dobbiamo solo uscire allo scoperto :)

Se poi la questione è farne un mestiere credo sia un percorso tortuoso per tutti i musicisti, uomini o donne che siano.

Arriviamo al gioco "FBT cerca batteristE". Cosa ti ha portato a scegliere una base piuttosto che l'altra?
Ho scelto la base Metal, prima di tutto perché è quella che a orecchio mi ha colpita per prima. Ho suonato e suono con diversi gruppi, prediligendo spesso gli inediti alle cover e di fronte a quella base mi sono immaginata un pezzo che poteva essere sviluppato bene da una band. La base hip hop la trovavo sviluppabile in maniera interessante dal punto di vista dello studio batteristico, ma l'altra è sicuramente più vicina ai miei gusti musicali e avevo ben chiara l'idea che volevo arrivasse all'ascoltatore.

Qual'è stato il tuo approccio?
Ho ascoltato la base e l'ho interpretata come una bozza di un possibile brano. Mi è piaciuta e ho cercato di interpretare il messaggio del chitarrista, dove volesse essere più “storto” e dove il brano volesse trasmettere qualcosa di più lineare, potente e incisivo. La prima parte la volevo sentire scandita, serrata sul tempo, perché mi trasmetteva un'idea di precisione, come quelle cose che nella vita devono essere fastidiosamente precise e controllate. Doveva essere anche un po' più silenziosa perché volevo che il pezzo esplodesse nella parte seguente, come un urlo, uno sfogo, qualcosa di irrimediabilmente efficace nella sua linearità. Per poi ritornare alla precisione maniacale, attraversare un ponte crescente fino ad una nuova finale esplosione liberatoria. Il finale voleva essere intrinsecamente secco e risolutorio.

Questo è il mio approccio in generale alla musica: mi piace interpretarla e viverla.
fbt i giochi di Accordo sabian
Link utili
Playlist
Il regolamento e le basi
FBT
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