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L'ascia magica: una storia di Fender e Gibson
L'ascia magica: una storia di Fender e Gibson
di [user #37312] - pubblicato il

Il mercato degli strumenti elettrici si è evoluto in maniera impressionante da quando Fender e Gibson si davano battaglia agli albori del rock. Eppure tutt'ora i due marchi esercitano un forte ascendente su molti musicisti. Ripercorriamo le tappe essenziali della chitarra elettrica per cercarne il motivo.
Il mercato degli strumenti elettrici si è evoluto in maniera impressionante da quando Fender e Gibson si davano battaglia agli albori del rock. Eppure tutt'ora i due marchi esercitano un forte ascendente su molti musicisti. Ripercorriamo le tappe essenziali della chitarra elettrica per cercarne il motivo.

"Che ascia mi consigli o Fabbro?"
"Una Gibson o una Fender... sono armi magiche con inciso un incantesimo potentissimo contro alcuni tipi di Draghi!"

L'avvento dell'ascia sui campi di battaglia
Agli inizi degli anni '50 del secolo scorso, Leo Fender produce la prima chitarra in catena di montaggio: è così semplice da esser banale (due legni, parti in metallo, calamite, cavo elettrico e qualche vite), ma è così efficace ed economica da divenire un successo di mercato. Gibson (che compra Epiphone nel '57), Grestch e Rickenbacker occupano il mercato degli strumenti di fascia alta, ma la competizione porta a innovazioni geniali e radicali come il magnete humbucker, il ponte Bigsby e il ponte Fender "Synchronized Tremolo" (che doveva chiamarsi "Vibrato", ma l'italiano lo masticavano male a Fullerton).
Negli anni '60 il rock sbarca in Inghilterra. La "swinging London" fa da vetrina a molte aziende europee: Burns, Danelectro, Domino, la nostra Eko, Hagstrom, Hofner, Teisco, Vox. Comunque se hai una Fender, Gibson, Grestch o Rickenbacker sei e rimani una star. In quegli anni - a parte i miglioramenti sugli strumenti americani - sono geniali e radicali soprattutto le innovazioni delle forme, dei colori e dei materiali.

L'ascia magica: una storia di Fender e Gibson

Negli anni '70 il rock diventa adulto e il mercato delle chitarre con lui: non basta la maestria nella produzione, ora c’è la distribuzione, il marketing e la pubblicità. Gretsch e Rickenbacker non reggono l'urto, Leo Fender vende al colosso della musica CBS e fa nascere G&L. Gibson cerca di tener testa a tutti. Nel frattempo i grandi artisti fanno la loro scelta: o Gibson o Fender (tranne Santana che passa a Yamaha e Brian May con la sua "asse del caminetto"). Le innovazioni sono tante dalle meccaniche ai circuiti di boost, ma geniali e radicali sono stati soprattutto gli artisti che hanno suonato quelle chitarre.

La produzione industriale delle asce
Negli anni '80 il mercato ha bisogno di chitarre che costano meno. E tutti puntano sul Giappone: le "Made in Japan" sono Fender, Epiphone, ma anche Charvel, Jackson, Kramer, Hamer, ESP, Dean e BC Rich. Emergono anche produttori giapponesi come Yamaha, Takamine e Ibanez, ma anche Tokai e gli altri che seguitano a "copiare" con grande qualità (come Burny, Orville ed Edwards). L'elettronica porta alcune innovazioni come la chitarra synth, i magneti attivi e i piezo. Ma veramente geniali e radicali sono stati il ponte Floyd Rose (che dà origine alla SuperStrat), l'Ovation e la Steinberger.

Negli anni '90, dopo il Giappone, Fender sbarca in Corea del Sud (e con lei Epiphone, ESP, Dean, BC Rich e i giapponesi Yamaha e Ibanez). Le innovazioni continuano soprattutto in America. Di geniale e radicale c'è un liutaio visionario che produce la mia chitarra preferita: la Parker Fly. Ditemi chi altro ha prodotto una vera chitarra, con legni risonanti, che pesa solo due chilogrammi.

Poi, nel 2000, dopo la Corea c'è rimasta... la Cina. Andava bene per Apple, ma non per Fender (ed Epiphone). Tuttavia gli altri che producevano in Corea ora si spostano silentemente in Cina. Le uniche innovazioni degne di nota riguardano le chitarre a sette corde e l'elaborazione computerizzata del suono della chitarra. Nel 2002 Line 6 produce la Variax che non suona affatto bene, ma - come tutte le innovazioni che hanno un fondamento di utilità - ha attecchito e si evolve innegabilmente. Geniale e radicale.

L'ascia magica: una storia di Fender e Gibson

Oggi ogni ascia va bene... o no?
L'Asia ormai sforna chitarre per tutti i gusti: dall'anonimo economico ai prodotti blasonati (come Yamaha, PRS, Ibanez). Le innovazioni vanno dai preamplificatori che miscelano ormai segnali analogici e digitali (piezo/MIDI) all'automazione delle meccaniche, ma geniale sono Manson (che elabora le sue chitarre per Bellamy dei Muse, con innovazioni che arrivano al "trapianto di Kaoss Pad") alle chitarre svedesi a otto corde dei Mehsuggah. Ma a questo punto la cosa più radicale è il fatto che si possa comprare una chitarra del tutto all'altezza degli standard medi del passato, assemblata in Asia con tecnologie europee e americane a prezzi impensabili una volta.

La MIA è un'ascia importante
E allora perché ci teniamo strette le nostre Fender e Gibson? A meno che siate fortunati possessori di un esemplare che risale a prima degli anni '70, avete nelle mani solo una chitarra di medio pregio con sopra un nome importante.
Irrazionalmente confrontiamo la nostra Stratocaster dell'83 con una Dean in vendita oggi a meno di 300 euro e ci sentiamo un gran bene. Però se confrontassimo una chitarra "vintage" dell'83 da 1500 Euro con una chitarra odierna "Made in Korea" da 1500 euro, non sono sicuro che la qualità sarebbe solo in una sola delle due.
Personalmente ho quattro chitarre "pregiate" da far vedere agli amici, ma nessuna di queste la farei vedere ad un esperto di chitarre vintage. I grandi professionisti utilizzano chitarre vintage introvabili o chitarre custom di alto livello. Il resto è roba che va al mercato, delle chitarre e non del pesce... ma sempre al mercato. Sul mercato del vintage aggiungo una una sola cosa: l'origine etimologica della parola "vintage" è l'italico "vendemmia" e in effetti - a vedere certe quotazioni proposte da alcuni e pagate da altri - viene da pensare che il vino c'entri qualcosa.

L'ascia magica: una storia di Fender e Gibson

Figliolo questa non è un'ascia qualsiasi, questa è... un'arma magica!
Se aggiungiamo un valore così alto al marchio è perché è un simbolo, un segno che trasmette un emozione. Magari per qualcuno è il ricordo del brivido provato la prima volta che ha ascoltato una Fender o una Gibson, per qualcun'altro più giovane è un'emozione passata attraverso le leggende di quelle ascie nelle mani di guerrieri mitici del blues o del rock. Comunque sia chi ha "il brivido" sa che senza quei nomi (che sono ormai simboli) un'ascia non è un'ascia magica: roba da Signore degli Anelli.
Oggi uno stuolo di guerrieri del blues e del rock mantiene questo mercato accatastando asce magiche (con "quel" nome impresso sopra) e solo questo oggi sostiene il mercato dei grandi marchi. Mentre la musica (e la rete) sostiene la vendita di chitarre di altri produttori che non hanno questo pedegree, ma che fanno modelli bellissimi. Sono solo asce diverse, costruite per draghi diversi: metal, indie, djent...

Ma se appare in paese un "blue dragon" o un "rock dragon", allora apro l'armadio e tiro fuori l'ascia giusta. Guardando quel simbolo magico sopra la paletta, emerge un ghigno sul mio volto: "Gente levatevi di mezzo, quel drago appartiene a me..."

L'ascia magica: una storia di Fender e Gibson
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Concludendo io sono un cretino ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 06/05/2014 ore 13:14:38
Concludendo io sono un cretino perchè ho speso 1700€ per una Les Paul Traditional del 2012 abbagliato unicamente dal marchio...
Poi peró guardo il concerto del I maggio a Roma e vedo un sacco di chitarristi con delle semplici Strat Am. Deluxe, conosco un sacco di chitarristi che producono album, campano di musica, fanno un bordello di concerti e non disdegnano per nulla le chitarre industriali attuali...
Mi sembra che ci sia un'allucinazione collettiva su questo sito, che ha a che fare più con il collezionismo che con la musica.
Senza volontà d'offesa ma non condivido nemmeno la pubblicazione di un articolo del genere, basato su assunzioni quasi quasi assiomatiche prive di un qualsivoglia rigore scientifico.
Inoltre per inciso la Ovation è del 66', la G&L e la Steinberger mi pare nel 79' e le Squier Classic Vibe cinesi e fenderiane sono delle chitarre veramente ottime e costruite con criterio.
Ritengo solo che trovare chitarre ben suonanti entro produzioni piccole sia più facile che su numeri ben più grandi.
Rispondi
Re: Concludendo io sono un cretino ...
di Liquidsilver [user #37312]
commento del 06/05/2014 ore 16:13:28
Caro tylerdurden385,
non mi sono mai permesso di dare del cretino a qualcuno. Anzi, credo che tu abbia tra le mani una grande chitarra!

E' vero che ci sono articoli (dapperttutto, non solo qui su Accordo) che parlano di "fare collezionismo" con le chitarre. Ma io - parlando di una chitarra che VALE 1500 euro sia se è una strato'83 sia se è una XYZ made in Korea - volevo evidenziare proprio il valore d'uso piuttosto che il valore di collezione!

La confusione si genera quando si parla di "vintage" o di "collezionismo" con chitarre da 1500 euro che - invece - hanno sostanzialmente soltanto un valore d'uso. Perché, finché non si entra nel mercato del vintage (o del lusso), una chitarra vale spesso quello che costa, incluse Gibson e Fender.

Prendi la tua Gibson Les Paul ad esempio, è costata 1.700 Euro ed è una signora chitarra che - non a caso - è spesso ripresa nelle mani di moltissimi musicisti.

Tuttavia sono vere anche le due seguenti "assunzioni quasi quasi assiomatiche prive di un qualsivoglia rigore scientifico" :-)

a) una Gibson Les Paul del '66 vale qualsiasi cifra il possessore riesce a spuntare dall'acquirente. E qui entriamo in un mondo assolutamente soggettivo che poco ha a che fare con le costatazioni scientifiche;

b) Fender e Gibson vendono un numero superiore di chitarre rispetto ai loro diretti concorrenti perché hanno ancora un ritorno dall'immagine dei miti del blues e del rock.

Inoltre, ironia vuole che anch'io abbia una Strat Am Deluxe e che ne sia profondamente innamorato... E quindi qui sorvolo per pudore!

Buona musica,
Liquidsilver

P.S.: Hai ragione sull'Ovation ( e pensare che ne avevo una di inzio anni '70!), ma questa si affermò quando introdusse il piezo e il preampli nei modelli di inizio ani '80 (ho avuto il mod.1617 Legend dell'81, il più diffuso). Hai ragione a dire che Steinberger ha cominciato nel 79, ma è pacifico che l'innovazione sia arrivata con gli anni '80, dai. Su G&L siamo d'accordo. Infine non ho mai avuto una Squier, ma posso dirti che quando ho venduto la mia Fender Telecaste Made in Japan del 1983 HO PIANTO COME UN VITELLO!!!
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Re: Concludendo io sono un cretino ...
di KJ Midway [user #10754]
commento del 06/05/2014 ore 17:11:48
Dubito tu possa trovare una Les Paul del '66, non perchè siano rare, semplicemente non è stata prodotta e non solo quell'anno.

Ale
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Re: Concludendo io sono un cretino ...
di Liquidsilver [user #37312]
commento del 06/05/2014 ore 18:17:03
Azz... giusto. Volevo scrivere del '68, ma il refuso è partito e ormai l'onta sarà perenne.... Oggi non me ne va bene una! :-D
Rispondi
Re: Concludendo io sono un cretino ...
di KJ Midway [user #10754]
commento del 07/05/2014 ore 08:45:57
eheeh imperdonabile sbaglio... ;) immaginavo ti fosse scappato un anno errato, ma sai mai che qualcuno vada ad acquistare una fantomatica Les Paul del 1966!!

Ciao
Ale
Rispondi
Re: Concludendo io sono un cretino ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 06/05/2014 ore 19:41:5
Scusami per la risposta accesa, ma diciamo che ho colto l'occasione per dire la mia, un po' contro tutti questi "gufi" (tanto per usare un termine di derivazione politica attuale, I miss you Berlinguer!), che parlano di vintage e superiorità e spacciano prosopopee infinite addirittura sulle Les Paul Standard pre-2007!? E poi questo vintage vintage vintage, mi sa di puzza sotto al naso da borghesia medio-alta o da circoli intellettuali post-moderni pieni di finti esperti sottuttoio con le pezze al culo messe di proposito. E usiamolo l'italiano, che è tanto bello e ben più ricco del lessico di forse qualsiasi altra lingua al mondo. Le chitarre con 20-30-40-50-60 anni sul groppone sono vecchie. Alcune di esse suoneranno ancora benissimo, tante altre no e visto che per quanto mi riguarda l'unica cosa che conta è questa tutto il resto è noia. Leggo annunci allucinanti di chitarre degli anni 70 vendute come miracoli della musica, quando su internet grazie al cielo c'è tutta una letteratura sulle brutture liuteristiche di quegli anni lì, in cui la Fender aveva addirittura esaurito le scorte di knobs bianchi ed usava frassino ultra pesante e le Les Paul erano pancake di legni diversi che dopo poco mostravano segni degli incollaggi e suonavano pure scurissime per scelte progettuali per quanto mi riguarda inconcepibili. Io non dico che tutti gli esemplari di chitarre vecchie siano sovrastimati, ma personalmente avendo i soldi ne prenderei una solo se mi offrisse un feeling ed un suono adatti a me. Massima libertà per tutti, anche quindi per vuole fare collezioni di sei vordi, ma come io non chiamo idioti coloro che scelgono di acquistare solo chitarre vecchie, non venitemi a dire che quelle di oggi suonano peggio, perchè nessuno di noi puó offrire statistiche affidabili in merito e sinceramente credo che l'autosuggestione in questi ambiti la faccia da padrona. Detto ciò con gli interventi che ho operato sulla mia Les Paul, pluggata nel mio JCM800 combo due canali (secondo i filosofi del web un ciofecone rispetto alle versioni testata/cassa monocanali), ottengo suoni meravigliosi, che spaziano dai puliti credibilissimi ai distorti hard rock anni 70'/80' che avevo in mente. A volte vorrei invitare molti utenti a casa mia per provare la mia chitarra, sono sicuro che in tanti rimarrebbero scioccati dalla quantità di armoniche e sustain che è in grado di produrre, a qualsiasi livello di guadagno impostiate l'ampli.
Rispondi
Re: Concludendo io sono un cretino ...
di diaul [user #33456]
commento del 07/05/2014 ore 13:57:21
...A volte vorrei invitare molti utenti a casa mia per provare la mia chitarra.....
Per esperienza mia personale ti dico:"sai quante risate pure ti faresti? Ma solo guardando le facce incredule di questi "dottori" che san tutto di chitarre".
E si, in particolare su 'ste camere tonali, da molti schifate, che però quando han provato la mia LP (una normalissima STD) facevano di quelle facce incredibili.
Ma la spiegazione c'è, eccome: la mia è una STD con camere tonali pre-2007 (2006 per la precisione), che come ben saprai è stato l'ultimo anno della vera LP...... ;-) (scherzo ovviamente).
Ciao
Rispondi
Re: Concludendo io sono un cretino ...
di stefano53 [user #26833]
commento del 14/05/2014 ore 14:35:2
Una Gibson LP del '66 semplicemente non esiste,dal momento che la produzione è stata sospesa dal '61 (SGLP) al '68,quando è ricomparsa ,ma coi P90.Se te la propongono..è di certo un falso!
A parte questo ,Fender e Gibson producono oggi strumenti di assoluta qualità,spesso anche superiori alla media anni 60.Ovviamente bisogna andare sulla fascia alta dei loro listini: CS masterbuilt o almeno teambuilt limited per Fender,58/59 Collector Choice o almeno VOS59 LTD per Gibson ( ma erano meglio le Historic Collection di 12/15 anni fa).
Gli strumenti originali anni 50 e 60 restano insuperati e altamente appetibili per i pochi che se li possono permettere,ma chi ce li ha,rock star e/o collezionista che sia,di certo non se li porta più in giro
Rispondi
Re: Concludendo io sono un cretino ...
di binip [user #19289]
commento del 13/05/2014 ore 18:03:17
"Mi sembra che ci sia un'allucinazione collettiva su questo sito, che ha a che fare più con il collezionismo che con la musica."

Forse la discussione è già sopita ed adeguatamente approfondita, ma leggendo l'articolo mi è venuto voglia di dire la mia...

In merito alla tua frase che ho riportato sopra volevo dirti che non è così sorprendente; infatti le chitarre possono essere per alcuni uno strumento per fare musica, che rappresenta il fine ultimo.
Tuttavia per altri, e legittimamente, la chitarra assume un interesse 'in quanto tale', diventando per certi versi il vero fine della loro passione. Ciò tra l'altro è vero e presente in tutte le forme di collezionismo, dalle farfalle ai francobolli.

Sono due universi diversi che non si devono necessariamente incontrare, anche se chiaramente qualche volta può capitare.

Personalmente sono interessato alla musica e lo strumento per me è appunto un strumento che valuto con il mio gusto e le mie ncessità; quando inizio ad usare meno una chitarra cerco di rivenderla e non accumulo mai troppe cose. Tuttavia rispetto anche chi prova piacere nel possedere e collezionare chitarre (che sono in effetti oggetti molto belli e ricchi di fascino), purchè però non insistano troppo con la loro posizione che il nuovo non va bene e che solo un stratocaster del 68, magari fiesta red, è degna di essere suonata (modello e anno sono così per dire visto che non ci capisco una mazza...).

Poi c'è la componente investimento, a cui personalmente credo il giusto, ma che per molti è importantissima.

Rispondi
Io sto a metá strada.
di Rothko61 [user #32606]
commento del 06/05/2014 ore 14:00:45
L'articolo ha un fondo di veritá ma anche tylerdurden385 ha le sue buone ragioni.
Le chitarre industriali di oggi sono meno curate di un tempo? É assai probabile, ma dire che suonano male é esagerato.
Le quotazioni del vintage sono eccessive? Certo che sí. Possono trovare giustificazioni solo nel collezionismo. In una "degustazione alla cieca" (come si fa con i vini) non so quanti saprebbero distinguere una Les Paul di oggi da una di 30 anni fa.
Una Mercedes-Benz 540K Spezial Roadster del 1937 é stata venduta il 20 agosto del 2011 all’RM Auctions di Monterey, in California, per 9 milioni 680 mila dollari. Un'auto da sogno, non c'é che dire. Ma siamo proprio sicuri che con una Mercedes S600AMG di oggi (tanto per stare in casa Mercedes) si viaggi peggio?
E se in mezzo a tutto ció ci ricordassimo che esistono anche delle grandi liuterie artigianali? Che qui in Italia non siamo secondi ad altri e possiamo trovare asce per tutti i gusti? Dal metal piú sparato al jazz piú clean?
Ho amici chitarristi che comprano Fender o Gibson solo perché sanno di poterle rivendere piú facilmente quando arriva la gas e vogliono cambiare arsenale...
Rispondi
Re: Io sto a metá strada.
di KJ Midway [user #10754]
commento del 06/05/2014 ore 17:38:03
Rispondo ad un paio di tue considerazioni, prima premetto però che non ho capito molto il senso dell'articolo quindi scusa se magari vado fuori tema:

Tu dici --Le quotazioni del vintage sono eccessive? Certo che sí-- io ti dico dipende, perchè allora non si tiene in considerazione il valore storico dello strumento per un determinato anno, delle condizioni dello stesso, della rarità (vedi quante Burst hanno prodotto e vedi quante ce ne sono in giro in condizioni mint) ed infine della rivalutazione economica che seppur in flessione è sempre in positivo.

Altrimenti già che ci siamo prendiamo gli Stradivari rimanenti e buttiamoli nel camino tanto ci sono fior fiore di liutai che sanno fare ottimi violini...

L'esempio della macchina scusa ma c'entra proprio niente.

Sui liutai hai perfettamente ragione ciò non toglie che un ottimo strumento di marchio blasonato costa uguale se non meno di quello prodotto da un bravissimo liutaio a parità di tipologia

E quindi visto che è già stato inventato quello che mi serve perchè dovrei farmi fare uno strumento che copia un originale che c'è già e mi costa meno?

Io ho amici che comperano Fender e Gibson perchè vogliono quel suono lì, poi ho amici che continuano a cambiare marche però vogliono il suono Fender o Gibson...


Ale






Rispondi
Re: Io sto a metá strada.
di Rothko61 [user #32606]
commento del 06/05/2014 ore 18:04:11
Sulla tua prima osservazione concordo in pieno. In pratica stiamo dicendo la stessa cosa: le quotazioni tengono conto della rarità, degli anni trascorsi, ecc. ecc. (collezionismo) ma non sono proporzionate alla qualità del suono.
Secondo me - ma è questione di punti di vista e accetto il tuo parere - il paragone con le autovetture calza a pennello: in altri termini, una buona auto di oggi nell'uso quotidiano è più agevole di una fuoriserie d'annata, che ha un fascino e una cura superiori, ma hai paura di rovinarla anche solo a fare un parcheggio.
Infine, parlando dei liutai, non mi riferivo a quelli che fanno le repliche di Tele, Strat o Les, ma a quelli che ti cuciono addosso lo strumento. Insomma, è la differenza tra il buon abito di negozio e quello sartoriale. Le loro chitarre costano più di una American Standard ma meno di una chitarra degli anni '70 e spesso suonano meglio.
Ciao
Rispondi
Re: Io sto a metá strada.
di KJ Midway [user #10754]
commento del 07/05/2014 ore 09:31:0
Guarda ho capito il tuo punto di vista ed evidentemente stiamo dicendo praticamente la stessa cosa, secondo me però ti sfugge qualcosa ed è proprio relativamente alla qualità di certi strumenti proporzionata al loro prezzo, queglii strumenti che hanno una quotazione "non umana" sono pochissimi e ristretti in determinate annate importanti sia a livello storico che qualitativo universalmente riconosciuto, per Gibson se prendiamo il modello Les Paul sono le Burst del triennio 58-60 (conta che per rivedere una Les Paul Standard fatta in maniera decorosa e con caratteristiche di una Standard bisogna aspettare metà anni 80), mentre per Fender sono i modelli pre CBS di metà anni 60 per le Strato e primi anni 50 per le Tele e si parla di prezzi pari ad una Punto nuova accessoriata molte volte, solo per le Les Paul del '59 si arrivano a quotazioni di un appartamento, ma qui ripeto entrano in gioco altri fattori storicità e rarità.

Già se vai su modelli anni '70 per le Fender sei a prezzi inferiori ad una CS nuova, una Tele del 73 la porti via a poco più di 3000 Euro, mentre per una Strato della seconda metà anni '70 sei tra i 1500 ed i 2000 Euro.

vai al link

Se parliamo di Gibson a parte le Burst, una Les Paul Standard del '77 la prendi con 2500 Euro prezzo inferiore ad una Custom Shop odierna e di poco superiore ad una Standard attuale.

Da questi dati dico che solitamente il discorso del prezzo riferito al vintage è trattato in maniera molto approssimativa.
Sul discorso che uno strumento attuale costruito con criterio è meglio di uno "vecchio" è quasi sempre vero, sui liutai bho sono una grandissima risorsa artigiani con le palle quadrate ed il discorso che ti cuciono addosso lo strumento è opinabile, nel senso che prendono le tue richieste le interpretano, scelgono i materiali e le lavorazioni ed alla fine ti danno uno strumento finito che magari non suona proprio come vorresti ma a quel punto te lo tieni e lo paghi, diversamente hai in mente un tipo di strumento vai in negozio ne provi 10 o 50 e scegli, poi vuoi migliorarlo allora vai dal liutaio se non sai arrangiarti.

Ciao
Ale






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D'epoca ma....
di pierinotarantino [user #29514]
commento del 06/05/2014 ore 15:03:28
Possiedo una vespa del 73. Che bella, dicono quando la vedono. Quando la guidano dicono che è scomoda. Però se la compri restaurata o ben conservata, ha un costo esagerato. Si perché, uno scooter oggi ha un sistema frenante a disco, cambio sincronizzato, iniettori elettronici e non consuma e non inquina. Morale? Siamo sicuri che una chitarra fatta con i macchinari del '70 e con le conoscenze di allora sia migliore di una chitarra fatta ieri? Io ho una les paul del 1996 e una strato jeff beck di quest'anno. Secondo me sono migliori di strumenti detti vintage.
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Re: D'epoca ma....
di Claes [user #29011]
commento del 07/05/2014 ore 11:22:03
Vespa... a circa 20 metri da cui scrivo vi è il negozio che cura la restaurazione di modelli ultra-vintage e ultra-costosi in Danimarca. Business costante + vendite vintage! Una vintage non restaurata costa meno di una Vespa restaurata! Il mondo delle chitarre è molto diverso...
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Credo che la verita' comprenda ...
di Oskar77 [user #17983]
commento del 06/05/2014 ore 15:20:57
Credo che la verita' comprenda entrambe scuole di pensiero. Una Fender (o Gibson) fu, e' stata e sara' sempre una Fender(o Gibson).. in fatto di storia, di qualita' e di rivendibilita', fascino e rivendibilita' che e non guasta.. Tutto il resto sono altri strumenti figli di un'altra cultura e figli di un altra politica di mercato.. immaginiamo un mondo fatto di soli blasoni o un mondo fatto si soli strumenti asiatici.
Rispondi
83?? esempio infelice
di frankestrat [user #1278]
commento del 06/05/2014 ore 15:24:48
a dire il vero grazie a Dan Smith si videro delle gran belle stratocaster e the strat nel 1983; paletta piccola, pickup serie 1 e il contour body fatto cosi bene che molti appassionati di pre cbs (credo anche Alberto Biraghi) le collezionano.
Condivisibile che Suhr , T.Anderson e compagnia bella rappresentino un salto di qualità però tanti professionisti usano fender e gibson standard attuali con ottimi risultati (Fersini, Sonny landreth, Walter Vincenti, Ivano Icardi, ecc.) cosi come tanti amatori dal denaro facile notano le differenze tra chitarre vintage, boutique o r8, cs, master built , ecc. suonando ad 1 di volume nella propria cameretta.
Dopo che mi sono passate tra le mani una strato del 1965, una 74 ed una Smith era "the Strat" sono un felice possessore di una american standard 2001 a cui ho montato un JB junior al ponte e delle meccaniche autobloccanti senza farmi pippe sull'originalità e che suona benissimo.
Ricordo molto bene un Les Paul Custom 1976 scuro da essere inutilizzabile grazie ai suoi pot da 100 khm ed una Prs (vedi avatar) reattiva come...un pezzo di marmo...come vedi il mondo è vario e variabile
Rispondi
Re: 83?? esempio infelice
di Liquidsilver [user #37312]
commento del 08/05/2014 ore 10:54:00
Condivido praticamente tutte le tue considerazioni. Ma non mi sembra avessi fatto un esempio infelice, dicendo che una strato'83 ha un valore d'uso di circa 1500 euro, in quanto è una cifra vicina al suo effettivo valore di mercato.

Forse offende qualche sensibilità mettere vicino una Dan Smith dell'83 con una "XYZ made in Korea" in vendita alla stessa cifra, ma è proprio questa "contraddizione" che volevo evidenziare e che invece sembra essere la "colpa" di quest'articolo!

Evidentemente non mi è riuscito di evidenziare come - tranne per i veri casi di vintage - il valore di mercato di una chitarra per "fare musica" e una per "fare collezione" continua ad essere lo stesso per noi comuni mortali. E - di fronte alla "Dan Smith'83" (fare collezione) e alla "Made in Korea" (fare musica) - non c'è differenza di prezzo, semmai c'è una differenza simbolica, di feticcio... roba da Signore degli Anelli appunto... e anche questo fattore poi guida la nostra scelta (e acquisto) dell'ascia.
Rispondi
Articolo approssimativo e confuso...
di chiatarrox [user #36263]
commento del 06/05/2014 ore 15:56:47
Questo articolo é approssimativo, a parte la forma, scrivere in italiano corretto é importante e i periodi di questo articolo non hanno ne capo ne coda, le tesi espresse sono poco chiare e contraddittorie. Prima dici che oggi le chitarre industriali hanno standard migliori di una volta (sacrosanto) poi sul finale sostieni il contrario. Non commentiamo sullo smodato uso delle parole radicale e innovativo...
Rispondi
Re: Articolo approssimativo e confuso...
di scrapgtr [user #12444]
commento del 06/05/2014 ore 16:50:03
... e sulle notizie del tutto errate:
Non è corretto affermare che le Fender siano state le prime chitarre in catena di montaggio. Strumenti sia acustici che elettrici venivano prodotti industrialmente da molti decenni prima, soprattutto nelle grandi fabbriche di Chicago che lavoravano per la grande distribuzione (marchi Valco, Supro, Silvertone, National ecc.); la Telecaster (anzi, la Esquire poi Broadcaster poi Telecaster) è tutt'al più la prima chitarra professionale prodotta industrialmente con un metodo che prevede un assemblaggio mediante viti.
Danelectro e Teisco non sono costruttori europei, ma americano il primo e giapponese il secondo.
Charvel, Jackson, Kramer, Hamer, Dean e BC Rich sono costruttori americani e non giapponesi, emersi negli anni '80 ma con una storia risalente agli anni '70 (a prima ancora per quanto riguarda Bernardo Rico, liutaio attivo a East L.A. già dagli anni '50, fondatore di B.C. Rich), che mantennero per tutti gli anni '80 la produzione in America, semmai affiancando alla linea principale linee economiche orientali.
Yamaha, Ibanez e Takamine (quest'ultima però produce solo acustiche, dunque c'entra poco con la tesi dell'articolo, ammesso che ve ne sia una) erano già emerse negli anni '70 (ho avuto una Ibanez ed una Yamaha acquistate negli anni '70); del resto l'accoppiata Santana/Yamaha SG citata nell'articolo risale proprio agli anni '70.
Non amo le Paul Reed Smith, ma un articolo che si propone una carrellata sulla storia delle chitarra elettrica per dimostrare che questa è sempre stata dominata da Fender e Gibson non può ignorare completamente o quasi (c'è solo un cenno sulla produzione orientale, veramente marginale per PRS) il vero "terzo incomodo" tra i due giganti.
Manson non è un innovatore particolarmente geniale, ma semplicemente un bravo artigiano che costruisce quello che clienti particolarmente creativi gli suggeriscono (intendo dire che la chitarra con il Kaoss pad incorporato è farina del sacco di Matt Bellamy, così come il lap steel bass è una trovata di John Paul Jones, il buon Manson ha solo applicato la propria competenza di liutaio e presentato il conto, che con certi clienti dev'essere la parte più interessante del lavoro).
Rispondi
Re: Articolo approssimativo e confuso...
di Liquidsilver [user #37312]
commento del 06/05/2014 ore 18:10:09
@ scrapgtr: Grazie per le precisazioni, anche se non del tutto corrette! :-)

1) Non è corretto affermare che le Fender siano state le prime chitarre in catena di montaggio.

Per precisione avrei dovuto dire "produzione di serie" (o di massa), ma non mi sembra una notizia del tutto errata:
- da Wikipedia (per "Fender Telecaster"): " Nasce così la prima chitarra elettrica solid-body destinata ad una produzione in serie"
- da Wikipedia (per "Produzione di Massa"): "La produzione di massa (... o di serie) è la realizzazione di grandi quantità di prodotti standardizzati, compiuta con catene di montaggio."

2) Danelectro è americano. Teisco è giapponese.

Giusto. Io consocevo solo una Teisco Top-Twenty del '66 che riportava (UK) nella descrizione. Dopo la tua segnalazione ho scoperto che veniva importata in Inghilterra da Ross-Morris. Grazie.

3) Charvel, Jackson, Kramer, Hamer, Dean e BC Rich sono costruttori americani e non giapponesi (...) che mantennero per tutti gli anni '80 la produzione in America, semmai affiancando alla linea principale linee economiche orientali.

Non ho mai affermato una cosa diversa, ho solo detto che iniziarono a produrre in Giappone negli anni '80: neanche Fender smise di produrre in America, come tutti sanno, ma inizò una produzione economica in Giappone, seguita da altri.

4) Ibanez e Yamaha emergono in USA e in UK qualche anno prima che nel resto di Europa. Ecco perché Santana (e te, complimenti) la adottate a (fine?) anni settanta ed io ho riportato "emergono" negli anni '80. Avrei dovuto dire "in Europa"... Tuttavia su questo e sulla PRS il punto è che un articolo non è un'enciclopedia e non sempre è possibile dare una trattazione completa oppure utilizzare le note al margine!

Infine su chi è Manson sono d'accordo, ma se cerchiamo qualcosa di geniale intorno al 2010 non mi viene altro in mente che le Manson o le Skervesen Guitars...
Rispondi
Re: Articolo approssimativo e confuso...
di scrapgtr [user #12444]
commento del 06/05/2014 ore 23:11:24
1) su Telecaster (come su molte altre voci) sbaglia Wikipedia (ti segnalo un bell'articolo su premier guitar a proposito delle "chitarre di Chicago" (online e gratis).
2) Rose Morris
3) se volevi dire quello non sei stato chiaro, ho letto e riletto il tuo articolo perché non mi piace criticare per il gusto di criticare;
4) alla fine degli anni '70 quasi tutti i miei amici, in Italia e in Svizzera, avevano chitarre Yamaha e Ibanez; nel '78/79 a Londra le vetrine dei negozi erano piene di Ibanez;
5) un articolo non è un'enciclopedia ma proprio il ruolo di "terzo incomodo" giocato da PRS tra i due grandi protagonisti del tuo articolo ( e del mercato della chitarra elettrica) rende necessaria qualche considerazione in proposito;
E' la prima volta che su Accordo trovo una persona che risponde a delle critiche anche pesanti e anche da parte di chi cerca la polemica a tutti i costi in modo educato e cordiale. Il tuo articolo non mi è piaciuto ma il tuo modo di rispondere si. Grazie.
Rispondi
Re: Articolo approssimativo e confuso...
di Liquidsilver [user #37312]
commento del 08/05/2014 ore 10:39:08
@scrapgtr

Scrap, io quest'articolo sulle chitarre di Chicago non lo trovo su premierguitar, se puoi ti prego di mandarmi un link al mio indirizzo di posta liquidsilver@inbox.com (sia chiaro: non lo faccio per polemica, semplicemente non conosco altro modo di chiedertelo, se non qui!)

Comunque che la telecaster sia stata la prima chitarra costruita in serie è un affermazione che viene riportata da Wikipedia come citazione dal sito Fender. Certo, è un po' come l'oste che ha detto che il vino è buono. Ma se metti insieme quello che hai detto tu (la prima chitarra a prevedere l'assemblaggio del manico tramite viti) e quello che ho detto io (la prima chitarra ad essere prodotta in serie) avremmo una definizione che suona pressappoco così:

"La Telecaster è stata la prima chitarra prodotta in catena di montaggio che - grazie ad una tecnica di assemblaggio innovativa per l'epoca (tramite viti e non colla) - ha avuto tempi compatibili con la produzione di massa o di serie, tanto da esser prodotta in gran numero ed esser venduta con prezzi inferiori alla concorrenza, pur mantenendo indiscutibili qualità."

Possiamo condividere questa frase? Che ne pensi? :-)

Buona musica,
Rispondi
Re: Articolo approssimativo e confuso...
di scrapgtr [user #12444]
commento del 08/05/2014 ore 11:20:24
Perfetto! (Siamo meglio di Wikipedia). :-)
Il link te lo mando in privato, e a proposito di P.G. ti consiglio la rubrica di Jol Dantzig (ex boss di Hamer) su argomenti che spesso hanno a che fare con quello del tuo articolo.
Rispondi
Re: Articolo approssimativo e confuso...
di Liquidsilver [user #37312]
commento del 06/05/2014 ore 17:09:10
@chiatarrox: Guarda che la contraddizione che rilevi era proprio il "sale del ragionamento"!

Io volevo dire: "ormai tutte le chitarre sono valide, e allora perché questa che ho tra le mani ha per me un valore percepito superiore alle altre?" Ho colto questa contraddizione nel mio comportamento e ho tentato di dargli una risposta ("tutte sono valide, ma queste - per me - sono mitiche").

Tuttavia - il fatto che non emerga questo "filo rosso del ragionamento" - dà ragione alle tue critica che le tesi espresse siano poco chiare. Inoltre la ripetizione di "geniale e radicale" è una scelta di stile ma appesantisce l'esposizione. Si poteva far meglio, hai ragione.

Infine - condividendo che scrivere in italiano corretto sia importante - mi sono riletto il testo ma ho trovato un solo refuso ... che altro mi sono perso?

Buona musica,
Rispondi
Incantesimo di 6' livello: IMMAGINE PERMANENTE
di luxvan [user #15458]
commento del 06/05/2014 ore 17:24:48
Aggiungo questo per i chitarristi appassionati di D&D:
in pratica si crea una immagine illusoria che rimane vera a tutti gli effetti finchè non si interagisce con essa... e sarebbe... la DECAL.
Decal Gibson e Fender etc etc... se vi serve la parola magica comprate un bel trasferello ed è tutto fatto, lo mettete sulla chitarra che preferite... magia! ;)))
Rispondi
Beh dai, era da tempo ...
di francescoRELIVE [user #13581]
commento del 06/05/2014 ore 17:25:40
Beh dai, era da tempo che non leggevo discussioni così animate e ben argomentate. A prescindere dall'articolo.

Però non dite a nessuno che uso una strato reliccata dal costo di 50 euro per registrare i demo con i miei gruppi...
Ma è meglio se torno a suonare la mia Fender Messicana, la Schecter la tengo per i concerti...
Rispondi
Io penso che tutta questa ...
di cucciolo1234 [user #23772]
commento del 07/05/2014 ore 09:42:1
Io penso che tutta questa moda o mode di cambiare, scambiare, valutare strumenti etc... non fa altro che farci distrarre dal vero studio della musica.
Rispondi
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Re: Io penso che tutta questa ...
di bradsorph [user #33836]
commento del 07/05/2014 ore 18:20:39
La musica ha molteplici aspetti e punti di vista. Beato chi ha tempo per "soddisfarli" tutti. C'è chi preferisce studiare, chi collezionare, chi smanettare, chi costruire. Il fattore comune è suonare, ma non sta scritto in nessun posto che tutti dobbiamo essere dei virtuosi o dei profondi conoscitori di tecniche o teoria. Ognuno vede la musica in base alla sua passione, inclinazione e possibilità. Nessun aspetto ne esclude un altro.
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Interessante
di bradsorph [user #33836]
commento del 07/05/2014 ore 18:17:
Tutto ciò e anche la discussione che ne scaturisce. Solo che le imprecisioni e le divergenze di opinioni, se posso permettermi, si possono fare notare con un po' più di garbo. Lo stesso con la quale bisognerebbe rispondere.
Detto ciò ribadisco che l'articolo e la discussione sono pieni di spunti interessanti.
Rispondi
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