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Luther Perkins: l'uomo dietro il
Luther Perkins: l'uomo dietro il "man in black"
di [user #4093] - pubblicato il

Fender Esquire sempre in prima linea, corde grosse e accordi facili, Luther Perkins è l'uomo che ha messo la propria firma sul sound di Johnny Cash, segnandolo con il suo "boom-chica-boom" per le epoche a venire.
Fender Esquire sempre in prima linea, corde grosse e accordi facili, Luther Perkins è l'uomo che ha messo la propria firma sul sound di Johnny Cash, segnandolo con il suo "boom-chica-boom" per le epoche a venire.

Questa è la storia di un timido meccanico del sud degli Stati Uniti, coinvolto, quasi per caso, in un progetto musicale diventato gigantesco nell’arco di pochi mesi durante quei famosi anni ’50.
Il luogo? Memphis. La location? I mitici SUN Studios di Sam Phillips. Il protagonista? Un aspirante cantante dalla voce tenebrosa che mischiava country con gospel, su tematiche "borderline". Il suo nome, ormai nella storia della musica mondiale, era Johnny Cash. Insieme a lui (animato da un entusiasmo senza pari) due perfetti dilettanti, che a stento imbracciavano i loro strumenti.
Si facevano chiamare "Tennessee Two" e alla chitarra elettrica c’era uno spaesato meccanico, poco più che ventenne, che si chiamava Luther Perkins (nessuna parentela con l'altro Perkins, stella della Sun Records, ossia Carl Perkins, colui che scrisse tra l’altro la celeberrima "Blue Suede Shoes").

Luther sapeva veramente a stento suonare la chitarra ma, a volte, la magia esiste davvero. E lui, trovatosi accanto a Johnny Cash, pensò che il miglior modo per accompagnare quelle liriche così profonde ed emblematiche fosse imitando un treno con le corde basse della sua Fender Esquire del ’55. Il famoso "boom-chica-boom" è nato quasi per caso in un noioso pomeriggio dentro i mitici locali della SUN. Le corde basse, stoppate col palmo della mano destra, suonate incessantemente quasi a doppiare lo scandire del contrabbasso (in totale contrapposizione con lo stile di Scotty Moore, che disegnava delle linee spesso in contrappunto con il basso di Bill Black, per accompagnare Elvis), diventano il marchio di fabbrica di Luther Perkins ma, sopratutto, diventano il carattere inconfondibile della musica di Johnny Cash che, in pochissimo tempo, diventa una mega star americana.

Luther Perkins: l'uomo dietro il "man in black"

Luther starà accanto al "man in black" per tutta la sua breve vita, stroncata nel '68 da uno stupido incidente domestico: si addormenta sul divano di casa con una sigaretta in mano, mandando a fuoco la cucina, rimanendo terribilmente ustionato fino a morire dopo qualche giorno di agonia in ospedale. Aveva appena 40 anni.

Ha registrato col suo inconfondibile stile tutte le tracce più famose di Cash, senza mai fare un assolo veloce o tecnico, senza mai mettere un accordo particolarmente articolato, ma semplicemente limitandosi ad aggiungere quella "notina" squillante nei momenti che la profonda voce di Cash smetteva di cantare durante la strofa. Sostenendolo, però, sempre con quel "boom-chica-boom" incessante e ipnotico. Lo stesso Cash si rese conto che quello stile era come una droga per la sua musica, infatti i successori di Luther Perkins erano tutti costretti a suonare quel ritmo e quelle frasi che hanno reso celebri i brani dell’uomo in nero.

Guardarlo all’azione (nei filmati dell’epoca) è veramente emozionante: un viso spigoloso, uno sguardo quasi distratto, le lunghe dita affusolate della sinistra posizionate nelle forme di accordo più basilari, la mano destra elegantemente poggiata sul ponte della sua Esquire. E, in questo misto di strafottenza ed eleganza, quelle frasi perfette (anche quando dissonanti, a causa di bending non proprio intonatissimi, ma la magia è anche questa) e quegli assolo minimali ma perfettamente cantabili.
Johnny Cash lo adorava davvero. Fino al punto di dedicargli una canzone, "Luther Played The Boogie", dove ne esalta lo stile, dicendo che il pubblico se ne sta distratto fin quando Luther non inizia a suonare il suo boogie "in un modo molto strano" (Luther played the boogie in a very strange kinda way...). Se non è ammirazione estrema questa?

Luther Perkins: l'uomo dietro il "man in black"

Parliamo di suono.
Luther Perkins nella sua carriera è strettamente legato alla famosa Esquire Blonde del ’55, anche se lo si vede imbracciare raramente una Jazzmaster e una Jaguar. Ma il suono che ne esce fuori, anche da queste due offset guitars, è sempre quello secco e incisivo della sua fidata Esquire (e qui non si scappa, le mani fanno il 99% del suono).
Perché la Esquire? Con un solo pickup? Così limitata? Boh! Forse per caso, forse per scelta. Sta di fatto che Luther da quel solo pickup e dai limitati controlli di quello strumento tira fuori un’incredibile paletta di sfumature. Giocando col tono, come nell’intro di "Walk The Line" dove lo chiude quasi a imitare una chitarra basso, stoppando le frasi sulle corde basse e lasciando vibrare liberamente i cantini, accordandola un semitono sopra (ebbene sì, ecco uno dei trucchetti di quel sound perfetto), spostandosi continuamente col plettro per compensare gli eccessivi acuti dello strumento, specie sulle corde più sottili. Insomma padroneggiava quella semplice sei corde senza, apparentemente, necessitare di nient'altro.
Componente fondamentale del suo suono sono le corde lisce e abbastanza grosse: se si ascolta attentamente il suo suono, il carattere ovattato delle corde lisce emerge alla grande.
Amplificatori a valvole Fender, di vari wattaggi, ma sempre puliti e definiti. Effetti? Nessuno se escludiamo l’echo, onnipresente in tutte le registrazioni Sun Records, ma probabilmente aggiunto dopo e non come uno stompbox a cui siamo ormai abituati. Riverbero? Sicuramente si sente nelle registrazioni dei sixties, ma non si percepisce in quelle dei fifties, il che mi fa pensare ad ampli Fender molto piccoli, tweed per certo.

Luther Perkins: l'uomo dietro il "man in black"

Pur ammirando io stesso lo stile di Luther Perkins, a stento riesco a imitarlo per un'intera canzone. Ci vuole un autocontrollo sopra le righe. Per questo, per integrare questo articolo, ho rivolto delle domande ad un giovane chitarrista danese (di Copenaghen per la precisione) che milita in una band che tributa l'intero suo show a Johnny Cash e al primordiale sound insieme al "Tennessee Two": Lui è Morten Frederiksen, e la band si chiama "The Johnny Horsepower Trio".

Mi sono ritrovato insieme a loro per parecchi giorni lo scorso aprile-maggio sia in Francia sia in Danimarca (mentre ero in tour con gli Adels), mi sono goduto i loro spettacoli e sono rimasto assolutamente affascinato dalla dedizione di Morteen nei confronti dello stile di Luther Perkins. Lui esegue alla perfezione TUTTE le sue frasi, le sue ritmiche e i suoi assolo. Ne ricalca il suono in maniera totalmente convincente... e ci assomiglia pure, quindi perché non porre a lui una serie di domande su come suonare nello stile di questo chitarrista apparentemente basilare? Questo il risultato della nostra conversazione.

Luther Perkins: l'uomo dietro il "man in black"

Come ti sei trovato a suonare nello stile di Luther?
Tutto è cominciato veramente quando Johnny Horsepower era in cerca di un nuovo chitarrista. Sapevo chi fosse e sapevo anche che era un combo veramente impegnato dal vivo. Quindi ho pensato "WOW! Sarebbe bello suonare in una band tributo a Johnny Cash!". Prima di allora non suonavo così tanto i pezzi di Cash, ok giusto "Folsom Prison Blues" con la mia vecchia bluesband, e poi sempre la stessa canzone in un altro progetto rockabilly. Ma da come eseguivo quella canzone ho capito che questo stile mi piaceva veramente tanto, così ho deciso di dedicarmi allo studio di questo particolare chitarrista per rendergli omaggio nel modo più corretto. Ho così contattato Dennis (il vero nome di Johnny Horsepower) e sono stato felice che lui mi abbia concesso un'audizione. Subito dopo sono stato scelto per "interpretare" Luther Perkins nella sua band. È stata una gran bella notizia!

Hai lavorato tanto per suonare in "that very strange kind of way" (in quel modo così strano)?
Sì! All’inizio ho pensato fosse facile suonare quel "chicka-boom". Ma a quel tempo non conoscevo così bene il suo stile e il suo repertorio, e mi accorsi subito che non suonavo esattamente come faceva Luther. Mi sono ascoltato a fondo tutte le canzoni di Cash del primo periodo, cercando di far assomigliare il mio chicka-boom al suo. I successivi due mesi ho passato dalle tre alle cinque ore al giorno facendo pratica sul repertorio prima del debutto con Johnny Horsepower.

Ci puoi descrivere la tua strumentazione per imitare il sound di Luther?
Luther suonava principalmente una Fender Esquire con le corde lisce su un Bassman o un Super Reverb. Ha suonato anche una Jazzmaster per un breve periodo. Insieme all’ampli e alla chitarra, l’echo a nastro si sente su tutte le sue performance. Sono partito da lì, con una Esquire messicana o una riedizione della Tele ’52 dentro un Twin Reverb del ’67 o una riedizione del Bassman ’59. Nel nostro nuovo CD, Cash Cover with attitude, ho usato le corde lisce, ma non riesco a usarle anche dal vivo. Riesco a catturare il sound di Luther anche senza (e ve lo assicuro che ci riesce! NDA). La ragione principale è che in alcuni pezzi sono costretto a fare dei bending anche complessi (dove imita la steel guitar, NDA) e non è così facile con le corde lisce. L’unico effetto che uso è un pedalino che emula l’echo. Ne ho tre diversi (GFS Electronics Pro delay Classic, MOOR Ana Echo, e un vecchio Carl Martin Red Repeat). Non sono roba costosa, ma suonano bene. Ho anche un Evans a nastro, ma si è rotto il nastro e non riesco a trovarne uno che possa sostituirlo. Spero di poterlo rimettere in sesto quanto prima, perché voglio un vero Echo a nastro!

Ti stressa usare una chitarra così minimale?
Suonare le frasi di Luther Perkins con una Esquire è il giusto lavoro. Ma richiede molta pazienza perché alcune canzoni non sono "solo" boom-chicka-boom come molti pensano. È divertente suonare la sua vecchia roba, specie quando lo fai per le persone che amano quei dischi e quel sound. La mia Esquire è semplicemente una chitarra con un "solo" ottimo suono. Quando impari a controllarne tutte le sfumature puoi tranquillamente fare a meno di tutto il resto.

Mi hai raccontato che suonavi in altre band rockabilly, non così "Cash oriented", ti mancano?
Prima di suonare con Horsepower ero in due band di puro rockabilly. Ci divertivamo un sacco, e mi mancano ogni tanto. Ma quando ho avuto l’opportunità di suonare con una band che lavora veramente tanto, come Johnny Horsepower, ho preso l’occasione al volo e sono felice della scelta fatta.

Perché preferisci usare un capotasto al primo tasto della chitarra anzichè alzare la chitarra di mezzo tono?
Non ti credere che mi piaccia così tanto usarlo (ride sonoramente... NDA)! Lo uso perché vogliamo suonare nella tonalità originale di molti pezzi di Cash. Ho provato a "scordare" la chitarra, ma non va bene con le mie corde (.011 - .050), diventerebbero troppo dure e difficili da suonare.

Io sono rimasto incantato vedendoti suonare esattamente nello stile di Luther Perkins, ma io non faccio testo (sono un fan della chitarra rockabilly)! Cosa succede quando i chitarristi, diciamo così, regolari, vedono il tuo modo di suonare?
Molti esprimono pareri positivi, sopratutto riferiti al sound generale della band (che imita veramente il suono di Cash nel primo periodo... NDA). Altri dicono "ok bravo, ma potresti fare molto di più di questo". Ovviamente so che posso suonare molto di più di questo, ma provate a suonare come Luther Perkins per un intero concerto. Vi assicuro che è divertente!

L'ultima domanda, dimmi il segreto per replicare il modo di suonare di Luther Perkins.
Practice! Practice! Practice! (e qui non ho voluto tradurre... NDA)

Luther Perkins: l'uomo dietro il "man in black"
johnny cash luther perkins
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