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Grazie all'acustica si apprezza la vera natura dell'elettrica
Grazie all'acustica si apprezza la vera natura dell'elettrica
di [user #116] - pubblicato il

Continuiamo a parlare di chitarristi elettrici rock che si cimentano all’acustica. Incontriamo Salvatore Russo session man, didatta, solista e rocker di punta nella scena italiana che, folgorato da Django, si è reinventato chitarrista gypsy jazz, investendo anni di duro lavoro e ricerca. E forte della maestria acustica acquisita ha riletto anche il suo rapporto con l’elettrica.


Incontriamo Salvatore Russo metallaro e shredder della prima ora negli anni '90 e quindi  session man con Antonello Venditti e tanti altri artisti pop.
Didatta apprezzato e solista in ambito fusion rock, Salvatore rimane letteralmente folgorato da Django e si reinventa chitarrista gypsy jazz, investendo anni di duro lavoro e ricerca. In questa intervista ci racconta la sua rivoluzione stilistica e di come la maestria acustica acquisita l'abbia portato a rileggere anche il suo rapporto con l’elettrica, ridimensionando certi estremismi della chitarra elettrica shred.
 
Come ti sei avvicinato al gypsy?
E’ capitato che ascoltassi casualmente il brano “Nuages” di Django Reinhardt a seguito di una mia ricerca dopo aver ascoltato il cd Acoustic Moment di Bireli Lagrene con Sylvan Luc. Leggevo tra le influenze di questo magnifico chitarrista, (Bireli appunto) che Django era stata la sua più importante influenza musicale, così che una sera dell' Agosto del 2003 ascoltai per la prima volta nella mia vita suonare Django Reinhart.
Fu una botta micidiale, ascoltai e riascoltai ripetutamente quel tema con intro d’ orchestra. Un’emozione grandissima: le note entravano attraverso la mia pelle nel mio corpo e nella mia mente. Non avrei mai più potuto fare a meno di quel mondo che stava per aprirsi davanti a me, il gypsy jazz appunto. Per me è stato come rinascere; avevo scoperto in me di nuovo quella stessa esagerata voglia di sapere e conoscere che ha animato tutta la mia adolescenza. Mi sentivo “a new man” o, come Django stesso ha scritto e composto, Anouman.
 
Grazie all'acustica si apprezza la vera natura dell'elettrica
 
Quali sono state le difficoltà principali nel passaggio da una tecnica virtuosistica rock a una virtuosistica sull'acustica? In cosa sei stato avvantaggiato e in cosa sfavorito?
Le difficoltà sono state tantissime, certamente. Venendo dalla chitarra rock ho avuto il grande vantaggio di avere una mano sinistra molto allenata. La tecnica della mano destra invece ho dovuto ricostruirla radicalmente da zero. 
Non mi ero accorto che suonando quasi sempre ed esclusivamente la chitarra elettrica avevo perso potenza dinamica sullo strumento e la mano destra era in pratica come atrofizzata. Questo perché quando suoni uno strumento amplificato artificialmente come la chitarra elettrica, non ti curi più di sviluppare la tecnica del plettraggio anche dal punto di vista dinamico, cioè in prestazione di volume.
Ho imparato a suonare il gypsy jazz direttamente da Stochelo Rosenberg, sicuramente il più grande esponente mondiale della chitarra in questo stile.
Lui suona con una tecnica della mano destra che si potrebbe definire “rest - stroke - picking” (pausa e colpo, cioè ti appoggi con il plettro sulla corda successiva prima di riplettrare), in pratica è la tecnica del flamenco applicata al plettro, prevede un downstroke ogni volta che c’è un cambio di corda. E’ una tecnica molto difficile che in genere è ignorata dalla stragrande maggioranza dei chitarristi che si avvicina a questo mondo ma io ho preferito fare dei grossi sacrifici e impararla per bene. Django suonava così e questa è la tecnica che ci si tramanda nei campi gypsy da secoli ormai. Così facendo, riesci a costruirti una tecnica importante sulla chitarra acustica a plettro, il volume di esecuzione aumenta del 50% e la tecnica si adatta perfettamente al tipo di frasing di Django.
 
Costruirsi una tecnica e un playing nuovo in un altro genere e con un altro strumento che benefici ha portato al tuo modo di suonare l’elettrica?
Sono tornato a suonare la chitarra elettrica dopo circa cinque anni che nel frattempo avevo dedicato a colmare sullo strumento acustico tutte le mie lacune, armoniche, ritmiche e tecniche che negli anni avevo accumulato. Riprendere la chitarra elettrica in mano è stato fantastico.
Perché avevo la lucidità di chi si è appena forgiato sulla chitarra acustica ma è nato con l’ elettrica. Così riuscivo ad apprezzare tutte quelle caratteristiche che la solid body offre in più rispetto ad una acustica: sustain, bending, leva vibrato, suono distorto, legato e tantissime altre cose.
Ti rendi conto che in effetti non ha senso estremizzare l’ uso della chitarra elettrica. Con il tapping cerchi di farla suonare come un pianoforte ma tanto non suonerà mai bene come un pianoforte. Oppure pensa al legato: per quanto tu lo estremizzi l’ esecuzione non sarà mai così fluida come con il violino. O semplicemente pensa all’esasperazione del suono distorto che fa perdere tutta la dinamica, i colori e sfumature che le corde possono darci. Insomma spingere la chitarra elettrica verso questi estremismi è una grande perdita di tempo e di salute. 
Capisci che uno strumento musicale deve essere valorizzato veramente per quello che ti può offrire di buono: non a caso abbiamo avuto Hendrix, Clapton, Jeff Beck, Van Halen, Joe Pass, George Benson etc. etc. Tutti musicisti che hanno saputo tirare fuori dalla chitarra elettrica sonorità fantastiche senza mai doverne compromettere la natura.
Quando ti riappropri della chitarra acustica in un certo modo recuperi lucidità artistica, almeno per me è stato così.
 
Tu eri un metallaro. E hai avuto la curiosità, l'umiltà e la grandezza di scoprire, amare e imparare un altro genere. Però non succede quasi mai il contrario. Che un jazzista o musicista classico si avvicini al metal per esempio…
Bella domanda! La verità è che la musica rock è una musica che si basa sopratutto sull’ energia piuttosto che sulla ricchezza armonico/melodica. L’energia del rock è una caratteristica che attrae sopratutto e giustamente gli adolescenti e i giovani.
Chiaramente nessuno è così stupido da non amare la semplicità e potenza della musica rock; ma è pur vero che se vuoi veramente capirci qualcosa di musica devi ascoltare altro… ecco perché non succede mai il percorso contrario come tu hai giustamente evidenziato.
 
Grazie all'acustica si apprezza la vera natura dell'elettrica
 
Qual è il confine tra arricchire il proprio modo di suonare contaminandolo con tanti generi e il rischio di annacquarlo, sapendo suonare bene tutto, ma in maniera eccellente nulla?
Anche questa è una grande domanda, fatta da chi grazie a Dio, non è un giornalista ma un musicista vero! Le forzature nelle contaminazioni musicali si sono sempre con il tempo rivelate un fallimento. Prendiamo ad esempio il prog e la fusion degli anni ’70 e paragoniamolo con quello di oggi. In quegli anni terribili e magici allo stesso tempo, la contaminazione aveva un senso: pensa nel mondo occidentale di quel periodo l’integrazione culturale e la parità di diritti tra bianchi e neri. Oggi invece è più un’ ossessiva ricerca di fare qualcosa di originale a tutti i costi per emergere!
Ma la storia insegna che si diventa una star musicalmente non per chissà quale progetto fatto a tavolino, ma per spunti geniali spesso casuali. Spunti che quasi sempre nascono in determinati posti dove culturalmente succede qualcosa di nuovo, sia questo positivo o negativo. Mentre la musica che gira oggi è quasi sempre frutto della nostra società consumistica... è un prodotto, un game.
Tornando invece a noi e alla chitarra, sono convinto che i progressi che si possono fare in termini di maturità musicale studiando solo un genere musicale siano molto limitati, nel senso che questo è solo un limite che poniamo a noi stessi. La musica è come un viaggio: più conosci gente nuova e nuove culture più capisci te stesso. E’ chiaro poi che questo discorso non vale per i geni della chitarra. Ma io non ho mai detto di esserlo!
 
A che progetti ti stai dedicando al momento?
Attualmente sto scrivendo un libro su trascrizioni mai fatte di brani e assolo di Django e a un nuovo cd solista in trio, sempre di genere manouche. A seguire, ho in cantiere un nuovo cd solista in elettrico.
Un caro saluto a tutti gli amici di Accordo e grazie!
 
interviste salvatore russo
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Complimenti a Salvatore Russo
di DinoMignogna [user #41112]
commento del 11/06/2014 ore 17:05:5
Non conosco Salvatore di persona, ma ho avuto modo di sentirlo in coppia con il grande Stochelo Rosenberg e sono rimasto affascinato dal suo stile. Lo seguo da tempo e ci tengo a sottolineare che Salvatore Russo è un davvero modello importante per tutti i musicisti, in quanto sta veicolando con la sua musica tanti messaggi positivi, primo tra tutti la valorizzazione del territorio di Taranto...che in questi tempi ha più che mai bisogno di nutrirsi di bellezza.
Contestualmente ha anche messo la sua grande esperienza a servizio di una realtà didattica finalmente professionale, cosa che nel sud Italia è spesso difficile da trovare.
In ultimo, questa svolta stilistica così fondamentale, in un musicista che poteva tranquillamente proseguire sulla scia del nome che si era creato, sarà sempre di grande stimolo allo studio e alla continua ricerca musicale per tutti i chitarristi!

Complimenti sinceri a Salvatore Russo!


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Gatta ci cova...
di Rothko61 [user #32606]
commento del 11/06/2014 ore 17:23:58
Synyster Gates, poi Massimo Varini e ora Salvatore Russo...
Tre articoli a raffica per lodare l'acustica e soprattutto le migrazioni dall'elettrico all'acustico...
Non è che avete comprato delle azioni della Martin o della Taylor?
Sto scherzando, ovviamente.
Rispondi
Con tutto il rispetto
di edoleo [user #23036]
commento del 11/06/2014 ore 19:04:37
Per Salvatore Russo, ma in Italia abbiamo un chitarrista manouche di livello mondiale. Tra l'altro è un mio caro amico. Attualmente suona con Paolo Conte, ma andate a cercare sul tubo Manomanouche, lui è il grande Nunzio Barbieri
Rispondi
Ma io dico come si ...
di nopairbaby [user #40212]
commento del 11/06/2014 ore 20:38:05
Ma io dico come si fa a sostenere che suonando uno strumento amplificato non si sviluppi la tecnica del plettraggio in fase dinamica......peccato che Andy Timmons, Greg Howe, Tom Quayle, Paul Gilbert e altre decine di chitarristi elettrici fantastici non ne sappiano nulla di questa impossibilità......bah........proprio il fatto di gestire un suono complesso come una chitarra ben processata richiede una "mano" e un tocco non indifferente per risultare efficaci e soprattutto non sbagliare. Le possibilità di sfumature e la varietà nella gestione del suono che ha una chitarra elettrica sono proprio l' elemento che l' hanno resa lo strumento principe della musica moderna rock.....provate a confrontare minor swing fatta da salvatore russo, rosenberg, tizio, caio e sempronio: chiudete gli occhi e vedete se riuscite a distinguerli.....poi prendete little wing suonata da hendrix, srv, andy timmons, skid row e varie......direi che in questo caso il tocco e la dinamica dei diversi artisti è completamente differente e il SUONO è completamente differente.....i gipsy suonano alla grande ma sono molto poco riconoscibili...in ogni caso Salvatore Russo è per me uno dei migliori chitarristi italiani
Rispondi
Re: Ma io dico come si ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 11/06/2014 ore 23:55:23
==come si fa a sostenere che suonando uno strumento amplificato non si sviluppi la tecnica del plettraggio in fase dinamica==
perche' la chitarra elettrica ha una gamma dinamica infinitamente minori di quella dell'acustica.. plettrate di differente forza che nell'acustica restituirebbero una differenza di volume e suono drammatiche, su un'elettrica sortirebbero quasi lo stesso identico risultato
Rispondi
Re: Ma io dico come si ...
di nopairbaby [user #40212]
commento del 12/06/2014 ore 00:17:38
L' espressione "infinitamente minori" sono sincero mi terrorizza. Ma dai non esageriamo, l' acustica ha le sue caratteristiche e l' elettrica le sue...
Rispondi
Re: Ma io dico come si ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 12/06/2014 ore 00:30:34
terrorizza anche me .. e' un singolare, non un plurale, quindi "infinitamente minore" .. (abbi pazienza)

Rispondi
Re: Ma io dico come si ...
di nopairbaby [user #40212]
commento del 12/06/2014 ore 00:45:0
ma nooooo al fatto linguistico neanche ci avevo pensatoooo!!!! mi terrorizza nel senso che secondo me è una esagerazione!!!! chissà come si chiama il tipo di incomprensione che c' è appena stata fra di noi??? ormai sono entrato in fissaaaaa, comunque davvero...neanche avevo notato l' errore....
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Re: Ma io dico come si ...
di Tom Anderson [user #2700]
commento del 12/06/2014 ore 08:25:21
Provo un po' a salvarti la giornata..in una elettrica ai volumi giusti e coi suoni giusti, la dinamica della mano destra si sente eccome.
Puliti tirati al limite che diventano cristallini abbassando il pot volume e accarezzando le corde oppure crunch o addirittura lead menando di più.
Questo tipo di chitarrismo è pero' in disuso da mo', poco pratico e proponibile, sepolto da valanghe di gain o preset stracompressi dei modellatori fisici nell'ultimo paio di decenni o da amplini da salotto, 7, 8 9 corde e humbucker con uscite stellari, in definitiva suoni facili da usare e che aiutano che suona ma che allo stesso tempo fanno suonare chiunque allo stesso modo. Ecco anche perchè molti tornano all'acustica.....
A volte bisognerebbe infilare una vecchia strato in un fender twin, una plexi, un hiwatt, quel tipo di ampli senza master volume, alzare a livelli "sensibili" non a 10 (che distorce) ma li in mezzo dove il cono inizia a reagire in feedback come se l'intero sistema chitarra+ampli fosse un tutt'uno fisico, poi dire se è facile da suonare o se aiuta l'esecuzione o se non si sente il tocco..ehehe..compressione praticamente zero.
Solo che non fai in tempo a godere che sono gia' arrivati i carabinieri. Non siamo piu' negli anni 60.

"non a caso abbiamo avuto Hendrix, Clapton, Jeff Beck, Van Halen, Joe Pass, George Benson etc. etc. Tutti musicisti che hanno saputo tirare fuori dalla chitarra elettrica sonorità fantastiche senza mai doverne compromettere la natura."

E credo che il buon Russo intendesse esattamente questo.
Cmq l'acustica non è che ne abbia cosi tanta di dinamica rispetto a altri strumenti "classici" di conservatorio, anche se sicuramente ben piu' di una elettrica satura...
Rispondi
Re: Ma io dico come si ...
di nopairbaby [user #40212]
commento del 12/06/2014 ore 10:48:59
non ho capito bene cosa significa il "provo a salvarti la giornata" ma mi trovo d' accordo con le tue considerazioni!!!!
Rispondi
Re: Ma io dico come si ...
di Tom Anderson [user #2700]
commento del 12/06/2014 ore 11:18:29
...solo visto che sembravi alquanto terrorizzato dall'idea che l'elettrica fosse universalmente considerata una specie di motosega on-off... :)
Rispondi
Re: Ma io dico come si ...
di nopairbaby [user #40212]
commento del 12/06/2014 ore 11:35:28
ahahahaah grandeeee :PPPPP in effetti la paura era elevata :PPPP
Rispondi
Re: Ma io dico come si ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 13/06/2014 ore 15:48:4
===mi terrorizza nel senso che secondo me è una esagerazione==

molto semplice ... attrezzi il tuo computer per registrare :

prendi una chitarra acustica, suoni molto piano e poi molto forte, poi interrompi la registrazione e vai a vedere la forma d'onda ...

poi prendi una chitarra elettrica, la colleghi ad un ampli, ci metti lo stesso mic di fronte e fai la stessa cosa che hai fatto con la chitarra acustica ...

e ti accorgi che uno dei due strumenti produce delle differenze fra "piano" e "forte" notevoli mentre l'altro ne produce molte molte molte meno ...

tutto qui'... :-)
Rispondi
Re: Ma io dico come si ...
di fmele [user #25317]
commento del 13/06/2014 ore 16:17:19
Sulla mia tele ho un Lace sensor gold e un i-spira pinto.
Adoro il lace sensor, ma ha una caratteristica poco simpatica: suonando in crescendo mantiene lo stesso volume di uscita fino ad un certo punto, per fortuna non alto, poi risponde in dinamica.
Col pinto (appro: grazie Luca Villani ;) ) invece la dinamica è proporzionata all'intensità della plettrata.

In sostanza: la dinamica su una chitarra acustica è naturale, su una elettrica dipende anche dall'elettronica.
Rispondi
Re: Ma io dico come si ...
di fmele [user #25317]
commento del 13/06/2014 ore 13:59:31
Ho conosciuto Salvatore Russo ai tempi di Grand Prix (? comunque la trasmissione RAI con Pippo Baudo) e Tunnel (era in coppia con Davide Devoti): gran tecnica, tanto volume ... e poca dinamica.

Non voglio dire che non l'apprezzo, anzi, è stato e rimane un mito, soprattutto a Taranto dove rimane un'icona delle 6 corde. Voglio solo dire che la dinamica si può apprezzare anche in strumenti elettrici. Lo dico anche perché io ho seguito il percorso contrario: classica->acustica->elettrica (ma io non sono un chitarrista, sono uno che ama la chitarra).
Rispondi
Sal è molto bravo e ...
di superloco [user #24204]
commento del 12/06/2014 ore 09:09:02
Sal è molto bravo e così anche molti altri chitarristi gypsy jazz italiani di cui non faccio i nomi
gli appassionati del genere li conoscono tutti
Rispondi
hodue classiche nylon e una strato , mai avuto una acustica
di Actarus_the_Ufo [user #37848]
commento del 12/06/2014 ore 13:24:51
questo è IL PADDRINO , suonato su una strato mexico 99

vai al link
Rispondi
Re: hodue classiche nylon e una strato , mai avuto una acustica
di Carrera [user #31493]
commento del 12/06/2014 ore 18:18:27
Scusa ma che caxx...c'entra con questo articolo e con questa discussione?
Rispondi
No comment...
di pierinotarantino [user #29514]
commento del 12/06/2014 ore 14:05:15
No comment...
Rispondi
Yaso ti stimo
di Cosimo [user #2023]
commento del 13/06/2014 ore 14:55:36
ma stavolta hai cannato.
Rispondi
Re: Yaso ti stimo
di yasodanandana [user #699]
commento del 13/06/2014 ore 15:49:59
solo stavolta? :-)
Rispondi
Ok Rosenberg
di ugelong [user #20587]
commento del 13/06/2014 ore 18:49:34
Ok Rosenberg, bisognerebbe però citare TCHAVOLO SCHMITT!
Rispondi
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