di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 27 novembre 2014 ore 07:30
Che si voglia dare un pizzico di vitalità a un clean troppo piatto o un carattere particolare al proprio lead, il Cream Spot si dissocia dalla corsa al booster trasparente intrapresa da una buona fetta di concorrenza e aggiunge una modalità extra. Lo abbiamo testato con Ciro Manna.
Che si voglia dare un pizzico di vitalità a un clean troppo piatto o un carattere particolare al proprio lead, il Cream Spot si dissocia dalla corsa al booster trasparente intrapresa da una buona fetta di concorrenza e aggiunge una modalità extra. Lo abbiamo testato con Ciro Manna.
Esistono molti modi per "boostare" un suono e altrettanti motivi per farlo. Si può desiderare maggior corpo in alcuni passaggi e quindi incrementare i bassi, o si può aver bisogno di una spinta di medi per uscire dal mix, magari di alti per risultare più incisivi. Più banalmente, si può volere una riserva extra di gain per una distorsione più aggressiva oppure semplicemente maggior volume per conservare il proprio timbro e contare su più presenza in tutta la gamma di frequenze. Per il Cream Spot, il boost ha a che fare con un carattere sonoro ben preciso, né più né meno quello per cui si sceglierebbe un nuovo overdrive. La differenza qui è che, a disposizione, si hanno un solo potenziometro per la spinta di volume e uno switch per una modalità tutta da approfondire.
La circuitazione al germanio messa insieme da Francesco De Nigris, il cervello dietro i pedali italiani NGR, mette in chiaro fin da subito che non si ha a che fare con un booster trasparente o in alcun modo hi-fi. Appena attivato, il Cream Spot sembra dare più corpo al suono anche con il Volume a zero, dove l'incremento di segnale è appena percettibile. Il suono si scurisce leggermente, guadagna alcune frequenze medie e, portando la manopola fino a quasi metà corsa, ciò che aumenta in modo più evidente è il sustain. Per ora, il volume sembra abbastanza stabile. La scelta di impostare l'amplificatore sulla soglia di breakup ha sicuramente aiutato a scoprirne i colori in saturazione, piuttosto che il ruolo di semplice booster di volume. Con l'headroom limitata che abbiamo lasciato all'amplificatore, basta avvicinarsi alle ore 12 del potenziometro per sporcare il suono, mentre l'incremento percepito in dB è abbastanza moderato da non creare uno scalino eccessivo tra il suono dry e quello wet. La saturazione è in parte merito dell'ampli, ma non è difficile avvertire l'impronta del germanio, con il suo suono mai acido e i bassi vagamente rombanti. Quando si porta la manopola Volume oltre la metà, il suono si avvicina a quello di un amplificatore imballato, con una saturazione sufficiente a qualche riff crunch e ancora tutta la dinamica necessaria per il tema di una ballad blues, dove basta alleggerire la mano o calare il volume dalla chitarra per tornare puliti in un attimo. Il modo in cui Cream Spot rispetta l'intenzione dinamica del musicista è senz'altro uno dei suoi punti di forza. Le sfumature aggiunte dal pedale permettono di passare con facilità da un suono pensato per le parti ritmiche a uno più adatto al solismo, e il sustain che si guadagna non sembra andare a discapito del controllo che si ha sul tocco.
Se richiesto, una botta aggiuntiva di gain è offerta dallo switch B, il piccolo selettore in metallo nell'angolo alto a sinistra dello chassis nero dipinto a mano da Francesco. La spinta è leggera, quasi intangibile con livelli di Volume più bassi. Il suo effetto risulta invece più evidente se si usano settaggi più estremi, e il tono che si ottiene va ad alterare anche la pasta stessa della saturazione che, inevitabilmente, si introduce quando l'amplificatore esaurisce la sua scorta di pulito. Con la levetta verso l'alto, si ha l'impressione che la gamma di frequenze boostate si sposti verso quelle più gravi. I bassi possono perdere un po' di definizione, diventano più ingombranti e portano il pedale a pieno titolo nel territorio degli overdrive leggeri, forse a costo di un pizzico di presenza in meno nel mix. Quando la si sposta verso il basso, invece, il suono è messo più a fuoco in un modo senz'altro indicato quando si richiede un sostegno aggiuntivo senza quell'ingrossamento in basso che potrebbe rendere più confuso il tutto.
Con Ciro Manna, la sua Stratocaster del Custom Shop e il DV Mark Multiamp usato come banco di prova su simulazione di amplificatore Fender, abbiamo voluto dare un assaggio dell'NGR Cream Spot al lavoro.
Anziché un banale booster per gli assolo, si potrebbe pensare al Cream Spot come a un pedale con cui aggiungere calore e corpo al suono, con due modalità differenti per ritmiche più invadenti sulle basse o per parti solistiche più incisive e presenti. In un mercato dove sempre più booster gridano alla trasparenza assoluta, l'NGR può rappresentare una valida alternativa per chi desidera aggiungere una precisa sfumatura al proprio suono, clean o crunch che sia. Tutto sta a decidere se è "quella" sfumatura che si cercava.
Per il test è stato utilizzato un DV Mark Multiamp. L'amplificatore ci ha colpito per la qualità dell'audio e la risposta dinamica, e abbiamo scelto di adottarlo come banco di prova per le recensioni insieme a Ciro Manna. Ciò garantirà una maggiore uniformità tra i test e permetterà agli Accordiani di confrontare strumenti diversi su un suono di base simile, eliminando le variabili introdotte dall'utilizzo di amplificatori, casse o microfoni differenti. Clicca qui per la recensione del Multiamp.