Ci sono i tremolo fluttuanti e morbidi, poi ci sono quelli spigolosi ed elaborati, e poi c'è il Green Spot. Il pedale NGR unisce la sonorità singolare delle onde asimmetriche con un boost colorato per creare una miscela dal sapore vintage ma con un tocco alternativo.Alcuni pedali si apprezzano perché fanno esattamente ciò per cui sono stati progettati. Altri, invece, vengono scelti perché riservano delle caratteristiche inattese, risvolti non strettamente legati ai canoni della loro categoria ma che possono arricchire in modi inattesi la tavolozza sonora di un chitarrista.
Il Green Spot, dell'italiana NGR Pedals, appare come il più tradizionale degli effetti tremolo, ma un test approfondito ne rivela doti inedite.
Sul caratteristico pannello nero
dipinto a mano da Francesco De Nigris, creatore del pedale, trovano posto le
manopole Volume, Depth e Speed. In cima, due piccoli selettori in metallo. Un LED verde brillante si accende quando si schiaccia il robusto switch d'attivazione e la possibilità di alimentare il circuito con batteria da 9v o con alimentatore standard stile Boss lo rende facile da inserire in pedaliera, complici le dimensioni non eccessive, seppur superiori rispetto a un comune stompbox da una singola "unità". Tutto nella norma, insomma.
Chiunque abbia avuto a che fare in passato con un tremolo saprà orientarsi facilmente con il Green Spot. La manopola Volume gestisce l'output ed è utile a compensare la perdita di volume inevitabilmente percepita quando si spinge un po' con l'effetto tremolo. Depth serve a decidere quanto incisiva sarà l'oscillazione dell'LFO. Speed ne regola la velocità.
Il
primo dei due selettori in alto ha il compito di raddoppiare il range della velocità, permettendo così all'utente di accedere a suoni più estremi, da mitragliatore.
L'altra levetta modifica la forma d'onda che delinea l'effetto, da una morbida sinusoide a un'onda quadra dalla curva più ripida.
La prima particolarità del Green Spot emerge quando si portano tutti i controlli al minimo, per provare ad ascoltare il suono quanto più vicino possibile al segnale dry. In queste condizioni,
il tono non risulta trasparente, bensì appare leggermente ingrossato, più compresso.
In effetti Francesco ci ha spiegato che il booster interno al Green Spot, che permette di ottenere un sostanzioso incremento di segnale mediante la manopola del Volume, introduce una leggera distorsione. Questa non è sufficiente a sporcare in maniera sensibile il suono, ma lo comprime dandogli maggior omogeneità e corpo.
Ancora prima di far entrare in gioco le oscillazioni, il Green lascia già intendere di poter sopperire tranquillamente alla mancanza di un clean boost per ringalluzzire un suono troppo pulito o ingrossarne uno anche distorto.
Avvicinandosi di più allo stompbox, si nota che
il dorso riporta un ultimo switch con una funzione tutt'altro che comune per il suo genere: col Green Spot è possibile scegliere tra
una modalità ad alta impedenza (Hi-Z) e una a bassa impedenza (Lo-Z).
Tale opzione è stata inserita dal momento che il booster è progettato con un ingresso a bassa impedenza, e con il pedale impostato di conseguenza riesce a generare un sound morbido, tendente al vintage. Se si passa alla alta impedenza, invece, il timbro acquista brillantezza e il segnale ne risulta leggermente amplificato, forse più moderno durante l'uso combinato dell'oscillatore. La scelta di una modalità piuttosto che un'altra si riduce essenzialmente al gusto personale: per la prova, noi abbiamo preferito concentrarci sulla Lo-Z.