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Eric Johnson insegna i suoi accordi
Eric Johnson insegna i suoi accordi
di [user #116] - pubblicato il

In questa lezione esclusiva, Eric Johnson spiega, nota dopo nota, come costruire quegli accordi celestiali, ricchi e complessi, vero marchio di fabbrica dei suoi arrangiamenti e del suo playing. Pura magia.
Johnson esordisce dicendo  che di solito ama costruire e sviluppare a orecchio la maggior parte dei suoi accordi. Pur partendo dalla consapevolezza delle note che è possibile aggiungere a un accordo (cita la nona, la quinta bemolle, la sesta), il chitarrista spiega che spesso  il suo sistema preferito è semplicemente sperimentare: partire da un semplice accordo e modificarlo creando degli spostamenti o inserendo delle aggiunte che ne arricchiscono la natura.
Eric Johnson parte da un semplicissimo accordo di E maggiore, formato da E, G# e B rispettivamente Tonica, terza e quinta giusta.
 
Eric Johnson insegna i suoi accordi
 
Prendiamolo anche sullo spartito per capire e visualizzare la disposizione delle note.
 
Eric Johnson insegna i suoi accordi
Nel primo passaggio Johnson alza la nota di E, la tonica presa al secondo tasto sulla corda di D, raggiungendo un F#, nona dell’accordo. Per tanto non rinuncia a nessuno dei tre gradi dell’accordo. Ne sostituisce un doppione, la tonica, con la nona F# e ottiene un Eadd9.



Osserviamo sempre la disposizione degli intervalli sullo spartito.


Continuando con questo sistema, il chitarrista aggiunge anche la settima maggiore, il D#, preso al quarto tasto sulla corda di B.

Anche in questo caso Johnson non rinuncia a nessuna nota dell’accordo ma sostituisce la quinta B, già presente al secondo tasto sulla corda di A, con la settima.
L’accordo ottenuto è un E Maj9.


Johnson non si ferma e questa volta aggiunge una sesta maggiore, il C# preso al quarto tasto sulla corda di A. 


Per suonare la sesta, Eric  alza di un tono la quinta B. L’Accordo sarà un E Maj9 add13.





Con lo stesso principio, il chitarrista interviene su un accordo di C#m formato da C#, E, G# : Tonica, terza minore e quinta giusta.



Come nel caso del E appena studiato, la prima modifica consiste nell’aggiungere la nona, il D#. Otteniamo un C#m add 9


Questa la diteggiatura.


Quindi, la terza minore è sostituita con una quarta giusta. Al posto del E Johnson suona un F# e l’accordo perde la sua natura minore e diventa sospeso.


Ora l’accordo è un C#sus4 add9.


Nell'elaborazione di accordi complessi, piuttosto che elaborare ex novo voicing originali, l'idea di Eric Johnson pare quella di partire da diteggiature semplici che già si conoscono e che ci permettano di avere la totale consapevolezza delle mutazioni armoniche che investono l'accordo. Movimenti, spostamenti e aggiunte che trasformano, come nel caso di questa lezione, due normalissimi accordi  in sofisticatissimi strumenti armonici.


P.S. Alzi la mano chi in questo momento si sta chiedendo quanto diavolo siano lunghe le dita di Eric Johnson...
eric johnson lezioni
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Johnson è un mostro su ...
di richie1982 [user #13247]
commento del 09/07/2014 ore 12:39:03
Johnson è un mostro su queste sonorità, che legate al suo suono pulito etereo creano davvero un tappeto armonioso di accordi.
spostare e aggiungere note è bello....ma è meno bello poi suonare un accordo che se te lo chiedono non hai la più pallida idea di cosa sia :-)
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Lui é un mostro!
di Rothko61 [user #32606]
commento del 09/07/2014 ore 13:41:42
É uno di quelli che ha scritto il proprio nome sulla storia della chitarra. Niente da dire.
Il problema non é tanto quello di trovare l'accordo, quanto quello di saper mettere le dita velocemente al posto giusto.
Per gli incontentabili, ci si può sempre rivolgere agli accordi (e alle dita chilometriche) di Allan Holdsworth...
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Fantastico!!! Mi è sempre piaciuta ...
di Claudio80 [user #27043]
commento del 09/07/2014 ore 15:11:31
Fantastico!!!
Mi è sempre piaciuta tantissimo la cura con la quale Eric elabora e costruisce gli accordi; qualità tra l'altro un po' trascurata da molti chitarristi che preferiscono dedicarsi di più alla lead guitar.
Credo invece che sia di FONDAMENTALE importanza studiare quel po' di teoria e armonia che ti permette di costruire vari tipi di accordi con la possibilità di creare melodie molto particolari.
Rispondi
Quanto mi sarebbe piaciuto averlo ...
di SteveZappa93 [user #38837]
commento del 09/07/2014 ore 15:24:09
Quanto mi sarebbe piaciuto averlo come insegnante! Un grande chitarrista !
Rispondi
Servirebebro anche dita un paio ...
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 09/07/2014 ore 16:31:
Servirebebro anche dita un paio di centimetri più lunghe.....certe estensioni sono "micidiali" :-)
Rispondi
ho le mani distrutte ahaaha ...
di Mawo [user #4839]
commento del 09/07/2014 ore 18:21:24
ho le mani distrutte ahaaha
Rispondi
Mi associo a chi ha ...
di qualunquemente1967 [user #39296]
commento del 09/07/2014 ore 18:37:52
Mi associo a chi ha parlato del problema mano .... Eric h mani grandi dita lunghe ed estremamente morbide ... Io ricordo tempo tramite youtube cercai di imitare accordi con posizioni i cui lui usa anche il pollice della mano sx ... Ragazzi sono veramente azzi amari ! Non sono posizioni per tutti ! Bisogna avere mai adatte ! Allargamenti veramente impegnativi e lui stesso abbraccia la chitarra con la tracolla molto alta ! Comunque Eric numero 1 ! Ciao
Rispondi
Re: Mi associo a chi ha ...
di monco80 [user #36732]
commento del 10/07/2014 ore 20:07:17
Secondo me ha delle mani giuste, infatti suona agevolmente col piccolo Jazz III. E' lo studio della postura corretta fin dalle sue prime lezioni di chitarra a dargli questa grande abilità. Mi azzardo a dire che sembra quasi avesse tratto involontariamente una piccola ispirazione dalla chitarra classica, dove di robe astruse con la mano sx ne devi fare parecchie per ottenere una completa pulizia dei suoni, tra "bassi e cantini".
Rispondi
eric è un grande :D ...
di dantrooper [user #24557]
commento del 09/07/2014 ore 23:19:1
eric è un grande :D
quegli accordi così melodiosi, ricchi e pieni sono una caratterizzante del suo stile, una cosa che adoro!
Rispondi
La mia difficoltà...
di Tyler Durden [user #10062]
commento del 10/07/2014 ore 12:02:03
Non spenderò una sola parola d'elogio in più su Eric Johnson: la mia ammirazione per questo musicista è sconfinata e l'ho ribadita decine e decine di volte nei giorni del suo tour in Italia. Cercherò di rimanere nel tema dell'articolo senza dilungarmi sulle doti straordinarie del Maestro...

Il problema non è IMPARARE gli accordi, e nemmeno COSTRUIRLI: a questo, bene o male, riescono a giungere un po' tutti, con un pizzico di fantasia e di orecchio e con un buon bagaglio di esperienza e di chilometri macinati sul "manico". Anche lo "stretching" migliora tanto con l'esercizio, anche per mani non particolarmente grandi, anzi non concordo sul fatto che Eric abbia una manona chissà quanto enorme: è una mano molto elastica e reattiva, ma NON particolarmente estesa, nonostante grandi capacità di stiramento e la straordinaria fluidità ed ergonomia del movimento...comunque non la paragonerei per estensione tanto per fare un esempio a un Tommy Emmanuel...

Il vero problema è COME SVILUPPARE LA CAPACITA' DI USARE IN MODO GIUSTO GLI ACCORDI!?!? Mi spiego: ho divorato a memoria il manuale di accordi jazz di Ongarello, mi sono creato una buona panoramica sulle sonorità di ciascun risvolto, ecc. ecc....ma sono convinto di NON SAPERE ancora QUANDO utilizzare un determinato accordo...sebbene a ben vedere proprio QUESTO significhi FAR MUSICA nel senso più professionale del termine, che è poi la grandissima abilità di Johnson e di quelli come lui: padroneggiare le posizioni, sapendo non solo COME fare, ma soprattutto QUANDO fare...e questo, sinceramente, credo sia un talento che è difficile trasmettere con questo tipo di lezioni fin troppo pratiche e sintetiche...anzi, forse è un talento che è impossibile da trasmettere in assoluto...

SaluTONES!!!
Rispondi
Re: La mia difficoltà...
di Mawo [user #4839]
commento del 11/07/2014 ore 02:10:24
concordo su tutto ciò che hai detto.
Rispondi
Re: La mia difficoltà...
di luis68 [user #35769]
commento del 11/07/2014 ore 14:27:46
stavo per scrivere piu' o meno la stessa cosa il vero problema della maggior parte dei chitarristi e' che "ragioniamo piu' con le dita che con la testa,questo tipo di lezioni vanno bene quando suoniamo a casa da soli per divertimento o al massimo quando proviamo una chitarra in un negozio magari attaccata ad un bel delay,per fare i fighi con chi ci sta' intorno,in realta' applicarli con intelligenza e gusto in un determinato contesto e' un'altra cosa
Rispondi
Re: La mia difficoltà...
di Tyler Durden [user #10062]
commento del 14/07/2014 ore 12:31:22
Esatto!
Leggi il commento di satch76 qui sotto, a tal proposito. Mi sembra molto interessante. :)

SaluTONES!!!
Rispondi
Re: La mia difficoltà...
di fmele [user #25317]
commento del 11/07/2014 ore 15:39:19
Dovrebbero introdurre il "Mi piace" su Accordo proprio per commenti come questo ;)
Rispondi
Re: La mia difficoltà...
di satch76 [user #19713]
commento del 12/07/2014 ore 16:24:3
"Il vero problema è COME SVILUPPARE LA CAPACITA' DI USARE IN MODO GIUSTO GLI ACCORDI!?!? "

Bella domanda!

Sicuramente ci vuole del talento, come dici tu, ma con lo studio si possono ottenere comunque degli ottimi risultati.

Il problema dei chitarristi in questo caso è, a mio avviso, la troppa schematicità nella visualizzazione degli accordi sulla tastiera.

Per il chitarrista medio il C maggiore ha 2, massimo 3 posizioni sulla tastiera (entro l'ottava), e guai a non suonare almeno 5 note alla volta, e rigorosamente con la fondamentale al basso!!! :-D

Ci si dimentica che gli accordi non sono sigle, bensì un insieme di voci che suonano contemporaneamente.

Esiste una disciplina che insegna come condurre il movimento di 2 o più voci: il contrappunto!

Se guardiamo indietro nel tempo scopriamo che i cosiddetti accordi nel 1500 non esistevano: sono nati nel tempo unendo i movimenti delle varie voci dei cantanti rispetto al "tema" del brano in questione (il cantus firmus).

"E che ce frega!?" direte voi, giustamente! ^_^

Semplicemente questo potrebbe essere uno spunto per vedere le successioni di accordi come movimenti di più voci, e non una specie di "unisci i puntini da 1 a 25".

Non so se "me lo sono spiegato"! ^_^
Rispondi
Re: La mia difficoltà...
di Tyler Durden [user #10062]
commento del 14/07/2014 ore 12:30:30
"E che ce frega!?" direte voi"

Non lo dico affatto! Anzi, il tuo intervento penso arricchisca la conversazione. E stimola.
La mia esperienza di ex pianista di studi classici mi porta alla conclusione che effettivamente i chitarristi tendano (forse per la natura del loro strumento) a ragionare in maniera molto più "geometrica" (alias "schematica"). In parte forse questo proviene dalla più difficile possibilità di "visualizzazione" delle note sulla tastiera (da questo punto di vista il pianoforte è più immediato) oltreché dalla non univoca possibilità di "costruzione" delle note (come fai notare tu, esistono molteplici soluzioni per costruire un DO maggiore, ma anche solo per costruire un DO, lo STESSO DO). Sul pianoforte, quando costruisci consapevolmente un accordo e dici "qui voglio metterci un SOL", il tuo dito cade con molta naturalezza sul SOL più vicino. Ce l'hai sotto gli occhi, in pratica. La visualizzazione è più ardua, sulla chitarra. Ecco, per abbandonare gli schematismi, potrebbe essere un primo passo imparare a menadito le posizioni di ciascuna nota sul manico. Ci ho provato (ci sto provando) e devo dire che non è semplice come potrebbe sembrare...ma penso sia un buon esercizio, propedeutico a qualcosa di mooolto più complesso come lo studio del contrappunto a cui fai riferimento.

SaluTONES!!!
Rispondi
Re: La mia difficoltà...
di satch76 [user #19713]
commento del 14/07/2014 ore 15:41:46
"Ci ho provato (ci sto provando) e devo dire che non è semplice come potrebbe sembrare...ma penso sia un buon esercizio, propedeutico a qualcosa di mooolto più complesso come lo studio del contrappunto a cui fai riferimento."

Ciao!

Quello che dici è vero, ma si tratta, a mio avviso, di 2 livelli differenti.

Il discorso delle note sulla tastiera della chitarra è una peculiarità dello strumento: la stessa nota (con stessa altezza) te la ritrovi in 2/3 posizioni diverse, con tutto quello che ne consegue.

Il contrappunto è una disciplina molto più generica e "agnostica" da un punto di vista strumentale.

Vero è che bisogna anche contestualizzare le regole e renderle fruibili su uno strumento come la chitarra!

A tale proposito ho trovato utile il libro "The guitarist's guide to composing and improvising" di Jon Damian: in un capitolo viene spiegato un contrappunto abbastanza basico applicato alla chitarra. ;-)
Rispondi
Re: La mia difficoltà...
di Tyler Durden [user #10062]
commento del 24/07/2014 ore 11:46:45
Interessante segnalazione!
Grazie.

SaluTONES!!!
Rispondi
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