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Rewriting Songs: ce le mostra Nico Di Battista
Rewriting Songs: ce le mostra Nico Di Battista
di [user #17844] - pubblicato il

Parlare di arrangiamenti è riduttivo. Quella che hanno messo insieme Dario Chiazzolino e Nico Di Battista è una collezione di brani noti letteralmente reinventati da zero, riscritti appunto: Rewriting Songs. Incuriositi dall'ascolto, abbiamo rubato a Nico alcuni esempi pratici esclusivi.
Parlare di arrangiamenti è riduttivo. Quella che hanno messo insieme Dario Chiazzolino e Nico Di Battista è una collezione di brani noti letteralmente reinventati da zero, riscritti appunto: Rewriting Songs. Incuriositi dall'ascolto, abbiamo rubato a Nico alcuni esempi pratici esclusivi.

Difficilmente si potrebbe immaginare che il pezzo forte della colonna sonora di "Flashdance" fosse in grado di creare certe atmosfere rarefatte, o che "Scrivimi" avesse potuto rendere così bene in 7/8. Dario Chiazzolino e Nico Di Battista l'hanno fatto, con esiti davvero interessanti tra l'altro.

Dario e Nico sono due chitarristi di formazione jazzistica in grado di sfoggiare una versatilità musicale di tutto rispetto e con una curiosità unica verso la pura sperimentazione stilistica. La loro ultima sfida, che ha preso forma nell'album Rewriting Songs, è quella di andare oltre il concetto di riarrangiamento, entrando in pieno nel territorio della composizione conservando alla base solo gli elementi fondamentali di alcuni brani famosi.
Un ascolto alla playlist rende subito chiaro cosa s'intende: "Una settimana, un giorno" di Bennato diventa una composizione strumentale jazz fusion, movimentata e allegra, le cui radici italiche sono ormai insospettabili. Allo stesso modo, il classico "Estate" sembra uscire dalla tradizione della bossa nova senza una nota o un accordo fuori posto.
Realizzare di avere ascoltato "Viva La Mamma" quando ciò che arriva dallo stereo trasuda puro jazz può essere traumatico, soprattutto se si considera che non una singola nota della melodia è stata alterata. Eppure tutto sembra avere senso, non si avvertono forzature e, se non si conoscessero le canzoni originali, i nove brani inseriti in lista potrebbero passare tranquillamente per delle composizioni originali ora provenienti dal patrimonio jazzistico, ora flamenco per arrivare al blues colto, d'atmosfera, e alla musica brasiliana.
Alla base di tutto ci sono le chitarre acustiche di entrambi, a volte da sole, a volte arricchite dalla archtop di Dario o dagli effetti elettronici, dal basso, la chitarra elettrica, le percussioni, la DBguitar e il DBass di Nico.

Il concetto di Rewriting è al centro dell'attenzione, quindi suoni e arrangiamenti sono curati nei minimi dettagli, ma non bisogna dimenticare di avere a che fare con due jazzisti di alto livello, che non disdegnano di completare le composizioni con abbellimenti e assolo caratterizzati da un fraseggio sempre fresco e azzeccato, melodico e comunque non parco di virtuosismi.

Rewriting Songs: ce le mostra Nico Di Battista

Parlare di un album simile può creare più confusione di quanto non chiarisca le idee. Abbiamo quindi interpellato uno degli autori per degli esempi sul campo.
Interrogato sul concetto esatto di Rewriting Songs, Nico Di Battista ci ha spiegato:

L'idea del Rewriting mi è venuta qualche anno fa, ai tempi di Neapolis con Enzo Zirilli, in cui stravolgevamo alcuni classici napoletani. In base a questa cosa mi sono reso conto che man mano che ci si allontana dall'originale succede qualcosa di particolare. In realtà, per pensare delle cose diverse devi andare a cogliere da altri mondi musicali.

L'unico vincolo che gli autori si sono imposto nella scrittura dei brani è la melodia originale, il suo rapporto ritmico e armonico. Spogliata di ogni influenza stilistica e contesto sociale d'origine, la melodia diventa una semplice sequenza di note e indicazioni ritmiche: Io sono del parere che la linea melodica sia qualcosa che arriva, in un momento della vita. Il modo in cui un musicista la sviluppa dipende dal suo background. Sicuramente un 'O Sole Mio non sarebbe stato così lirico se scritto da un brasiliano. Questo è il primo passo: prendere una melodia e, anziché suonarla come l'avrebbe potuta eseguire il compositore, pensare a come quella linea melodica sarebbe arrivata, per esempio, a Jobim.

La versione "rewrited" di "'O Sole Mio" che Nico ha eseguito per noi non è inclusa nell'abum. ma proviene da Neapolis.
Nel video, Nico suona prima un arrangiamento classico, poi la canzone rewrited.


Cambiare ritmo, tempo, tipo di accordi a seconda dello stile che si va ad affrontare diventa lo step successivo. Ecco quindi che "'O Sole Mio" si fa chorino (una forma di samba strumentale risalente agli anni '40 del '900).
Il duo, però, non intende sminuire le composizioni d'origine, e Nico precisa: Tutto questo è un vero e proprio esercizio di stile. Non lo si fa perché si vuole migliorare un brano. Io sono convinto che l'originale è sempre la migliore, anche perché se è diventata famosa ci sarà un motivo. Io sono sicuro che una 'O Sole Mio nata come samba non avrebbe avuto lo stesso successo. Però è interessante mettersi nei panni di un altro musicista e provare come vede quella cosa da un altro punto del mondo.

Con lo stesso spirito, Nico ci ha poi mostrato una versione di "Maniac", pezzo famoso per essere diventato la colonna sonora del blockbuster "Flashdance". Nell'album, la canzone è eseguita con una formazione al completo, e quella proposta da Nico ne è la variante per sola chitarra.


Nonostante il brano sia stato profondamente modificato, resta inconfondibile. La melodia è tutta lì, e per "Maniac" il duo è andato anche oltre. Nico spiega: Dario è riuscito anche a stravolgere la melodia pur lasciandola tale, riconoscibile. Per farlo, ha tenuto conto della parte più importante e conosciuta della melodia originale, mettendo del suo in quelle parti che non sono così impresse nella mente degli ascoltatori. La prima parte del ritornello è identica all'originale, ma dopo può variare in mille modi, e l'orecchio non ci fa caso a meno di non confrontarlo col pezzo originale. Sono piccole differenze che ti fanno la forma, tengono inalterata la quantità di materiale che stai usando, ma l'estetica cambia.

Da 25 pezzi registrati, Dario e Nico ne abbiamo pubblicati solo nove. Il motivo è che: Devi tenere conto che reggano, che abbiano un minimo di vita autonoma, altrimenti diventa davvero un esercizio che può essere utile come studio, ma non oltre. Se vuoi renderlo artistico, deve almeno reggere da solo.

Per il momento, l'album "Rewriting Songs" è ancora una collezione virtuale. Probabilmente la presentazione ufficiale avverrà in autunno a New York, dove Dario si trasferirà per insegnare musica. Nel frattempo, gli spunti offerti dal duo e dimostrati da Nico in video potrebbero stimolare la fantasia dei chitarristi che vorranno confrontarsi con lavori del genere, "riscrivendo" le melodie a loro care per portarle a nuova vita. Anche l'ascoltatore occasionale appassionato di musica strumentale, comunque, non resterà deluso dalla tracklist.

Rewriting Songs: ce le mostra Nico Di Battista
album dario chiazzolino interviste nico di battista
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Mooolto bravo ! ...
di qualunquemente1967 [user #39296]
commento del 23/07/2014 ore 08:34:19
Mooolto bravo !
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Bravissimo... ma non è per tutti.
di Rothko61 [user #32606]
commento del 23/07/2014 ore 09:14:13
Bravissimo!
Per permettersi il rewriting bisogna essere musicisti di notevole livello.
Per i brocchi (come me) è meglio accontentarsi di suonare bene gli originali... ;-)
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GRANDE GRANDE GRANDE
di Claes [user #29011]
commento del 23/07/2014 ore 11:33:42
È una fortissima descrizione e ispirazione :)
Rispondi
Beh nel Jazz e similari ...
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 23/07/2014 ore 12:55:59
Beh nel Jazz e similari (Bossa pure) questa è pratica "comune",riarrangiare,sostituzioni e via così...
è il bello del "cambiare" sempre...da più piacere nel suonare le cose. :-)
Rispondi
Splendido. ...
di Oliver [user #910]
commento del 23/07/2014 ore 14:08:15
Splendido.
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