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Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla
Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla
di [user #31823] - pubblicato il

Sverniciare una chitarra richiede una procedura lunga e olio di gomito ma riserva molte soddisfazioni, soprattutto se unita a una personalizzazione delle forme e del progetto originale. adsl36 ci racconta la sua esperienza su una Cort X6.
Sverniciare una chitarra richiede una procedura lunga e olio di gomito ma riserva molte soddisfazioni, soprattutto se unita a una personalizzazione delle forme e del progetto originale. adsl36 ci racconta la sua esperienza su una Cort X6.

Su come sverniciare una chitarra si è scritto molto, anche cose in contraddizione tra loro. Voglio raccontarvi come l’ho fatto io sulla mia Cort X6: forse potrebbe servire a qualcun altro che, come me, non riesce a stare fermo e ha la necessità di modificare e personalizzare continuamente i suoi strumenti.

Tempo fa pubblicai questo articolo in cui descrissi il lavoro di preamplificazione dei miei pickup e contemporaneamente feci anche quello di sverniciatura del body, un lavoro veramente pesante, credetemi, per le ragioni che seguiranno. Il mio obiettivo era quello di togliere la vernice rossa satinata che potete vedere nel primo video della precedente recensione, per godermi il legno naturale così com’è. La vernice rossa era satinata, molto bella, ma come tutte le satinate dopo un po’ di tempo cominciò a presentare zone lucide laddove c’era sfregamento con le mani o i vestiti. Una soluzione poteva essere lucidare tutto il resto del body ma, a questo punto, la scintilla della follia appiccò l’incendio.
Decisi di rischiare, perché non sai mai cosa può uscire sotto la vernice, legno buono e ben stagionato oppure legnaccio con mille imperfezioni. Quando le aziende fabbricano chitarre con legno a vista, è ovvio che scelgono i pezzi esteticamente migliori, ma se sopra ci deve andare la vernice colorata qualche imperfezione possono anche lasciarla lì dov’è, tanto sarebbe coperta.
Descrivo per gradi.

Innanzitutto mi sono seduto a tavolino e ho scritto su foglio ciò che mi serviva e tutte le fasi per l’operazione per evitare di dimenticare qualcosa. Sono quindi andato in ferramenta e ho acquistato l’occorrente per cominciare: uno sverniciatore chimico in gel inodore, una spatola metallica e poi della carta vetra da 80, 150, 240, 400 e 600, un paio di mascherine con filtro, un paio di occhiali di protezione chiusi ai lati e un paio di guanti in gomma, mentre i vestiti vecchi e adatti al lavoro, cappellino compreso, già li avevo. Non sapendo cosa aspettarmi dopo la sverniciatura, ho preferito non comprare subito il resto che mi serviva e a cui arriveremo tra poco.
Prima di effettuare lavori che prevedono l’utilizzo di materiali chimici, tenere bene a mente una cosa: proteggere gli occhi, le vie respiratorie (anche se nel mio caso era gel inodore), la pelle e non farsi mai prendere dalla fretta di voler vedere finito il lavoro, perché si può sbagliare e anche farsi male, quindi attenzione e fare le cose con criterio, con calma e in completa sicurezza. Inoltre, leggere attentamente le istruzioni riportate sui prodotti scritte dalle case costruttrici e rispettarle, sia per la sicurezza sia per i risultati finali.

Dunque, dopo aver smontato pezzo per pezzo e vite per vite la mia Cort, sistemai i vari componenti e viterie in apposite scatole che avevo preparato precedentemente. Separai le viti in bustine di plastica a seconda della loro appartenenza, con una striscetta di nastro da carrozziere incollato sopra sul quale scrissi la categoria, per esempio "viti del mascherino humbucker al ponte" ecc. Avvolsi il manico in un panno di cotone e lo riposi nella custodia. Catalogai le parti elettroniche mettendole anch’esse in apposite bustine, mentre marcai le viti delle molle del tremolo con un pennarello nero prima di svitarle, in modo da sapere fin dove erano avvitate nel legno quando le avrei dovute rimontare.

Finalmente avevo il body pronto per ricevere lo sverniciatore. Lo posizionai su un supporto di legno sul tavolo da lavoro del mio box-officina e dopo aver indossato guanti, maschera, vestiario e occhiali di protezione, cominciai a pennellare sopra lo sverniciatore.
Preferii sverniciarla chimicamente, anziché a mano con carta vetra o attrezzi vari, perché è più veloce e si toglie meno materiale dal legno in quanto non c’è abrasione, o almeno così avrebbe dovuto essere, nel senso che ebbi una sorpresa e fui costretto a rivedere i miei piani. Vi dico subito che la vernice era estremamente resistente e ci vollero quasi tre giorni di sverniciatore per ammorbidirla al punto giusto. Da quel che credo di aver capito, doveva essere acrilica. A parte questo, finalmente la grattai via con la spatola e voilà, ecco un’amara sorpresa, il fondo aggrappante che c’era sotto, quello verdastro che vedete nella seguente foto, era del tipo epossidico.

Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla

In parole povere non esiste un solvente né sverniciatore speciale che possa rimuoverlo chimicamente. Bella fregatura, perché l’unico modo è l’olio, quello di gomito ovviamente e, credetemi, ce n’è voluto tantissimo, a damigiane!
Poiché avevo la fissazione di voler migliorare la già buona accessibilità della mano sinistra agli ultimi capotasti, decisi di fare un’altra pazzia. In pratica tagliai circa 1,5 cm di spalla inferiore del body per farla rientrare più dentro e lasciare più spazio per la mano. Come vedete dalla seguente foto, la parte segnata era quella da togliere.

Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla

Il lavoro finito, invece, è questo.

Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla

Questo fu l’unico lavoro che delegai a un falegname per la stratosferica cifra di due euro, perché non avevo la sega adatta allo scopo e il lavoro doveva essere di estrema precisione per evitare di rovinare la parte curva che termina con l’alloggiamento del manico, non so se mi spiego. Comunque, il taglio riuscì impeccabile, di una precisione a livello di fabbrica e liscio a specchio, perciò tanto di cappello a quel falegname.
Dopo questo, arrivò il momento di grattar via lo strato epossidico. Il tempo che potevo dedicare a questa operazione era di un paio d’ore al giorno e ci vollero sette giorni per grattarlo con carta vetra da 80, a grana grossa, perché sembrava acciaio. Con tanta energia e pazienza, millimetro dopo millimetro, alla fine la soddisfazione fu indescrivibile perché il legno che ne uscì aveva un ottimo profumo e aspetto.

Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla

Vorrei dire a quanti snobbano il tiglio che in realtà è un buon legno per caratteristiche sonore e, anche se ha poche venature, comunque non ne è privo come alcuni erroneamente credono. Inoltre vengono risaltate quando si passa sopra l'impregnante. Il difetto, se così si può chiamare, è che è abbastanza morbido, per cui necessita di vernice protettiva per evitare graffi e ammaccature e di un rinforzo sulla parte dove vengono ancorati i piloni del ponte.

Dopo aver finalmente constatato di persona, senza dar credito alle chiacchiere di chi scrive o parla senza sapere e aver toccato con mano, che anche i coreani utilizzano legni buoni, comprai il resto del materiale che mi serviva per completare l’opera, cioè l’impregnante e il fondo trasparenti alla nitro, la vernice trasparente bicomponente alla nitro (cioè catalizzata) e un barattolino di pasta abrasiva fine. La lana d’acciaio extra fine 0000 già ce l’avevo.
Da precisare che, dopo aver grattato via il fondo epossidico, ovviamente continuai a carteggiare il legno del body con carta vetra man mano più sottile, fino ad arrivare alla 600. Questo servì per togliere gli inevitabili graffietti che sembrano non esserci ma che la verniciatura, purtroppo, mette in evidenza.
A questo punto, dopo aver lisciato alla perfezione tutto il body e pulito per bene prima con aria compressa e poi con un panno di cotone pulito e asciutto, lo posizionai su un apposito supporto di legno in modo da tenerlo alzato rispetto al piano di lavoro. Quindi diedi una mano di impregnante e dopo 24 ore di asciugatura carteggiai accuratamente con carta da 600 per togliere il cosiddetto "pelo" del legno che, inevitabilmente, si alza dopo quest’operazione. A questo punto fu la volta del fondo turapori trasparente, dato anch’esso a pennello e in una sola mano. Dopo 24 ore di asciugatura, carteggiai delicatamente con carta da 600 ma si tenga presente che va bene anche quella da 400. Dopo aver pulito, lisciato e livellato perfettamente tutte le superfici, diedi una mano di vernice trasparente catalizzata alla nitro col compressore. Per sicurezza la feci asciugare circa 48 ore e poi, con olio di gomito e pasta abrasiva fine per lucidare spalmata su tamponi di semplice cotone idrofilo, con movimenti concentrici e molta pazienza tolsi tutte le imperfezioni della verniciatura, stando molto attento a lasciare uno strato sottilissimo, quasi invisibile, di vernice per la giusta protezione del legno. Questa fu l'operazione che richiese più attenzione.
Da notare che quando rimane troppa vernice trasparente sul legno, questo sembra come avvolto nella classica pellicola per alimenti e l’effetto, almeno per me, è orrendo perché sembra legno avvolto nella plastica e perde l’aspetto della naturalezza. Per questo motivo lasciai solo lo strato necessario.

Dopo aver tolto tutte le imperfezioni e consumato la vernice in eccesso, passai su tutto il body, con movimenti circolari, la lana d'acciaio extra fine in modo da rendere tutto il corpo della chitarra ancora più liscia e nel contempo per togliere ulteriormente l’effetto-pellicola residuo.

Già che mi trovavo in ballo, corressi ciò che non mi andava molto a genio. L’attacco per la cinghia sulla parte superiore in origine era posizionato dietro la spalla e non sulla sua punta come ce l'hanno la maggior parte delle chitarre. Se da una parte lo trovavo comodo, dall’altro mi dava fastidio a livello estetico per cui svitai l’attacco, riempii il foro della vite con uno stuzzicadenti imbevuto di colla e ad asciugatura avvenuta ne tagliai l’eccesso e affinai con carta vetra per metterlo a livello del body. Evito di descrivere la parte che riguarda il montaggio meccanico ed elettronico, perché si presume che chi smonta e annota tutto alla fine debba saper rimontare, altrimenti son...
Scherzi a parte, il lavoro apparentemente finito fu questo.

Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla

Però non ero ancora soddisfatto, perché sentivo che mancava qualcosa. Capii cosa fosse e, per introdurlo nel discorso, ecco nella seguente foto un pezzetto insignificante di plastica di circa 6 cm x 2 cm.

Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla

Si potrebbe dire che non serve a niente e in effetti era un pezzo ritagliato da uno di quegli scatolini in plastica nera che si vendono nei negozi di elettronica, usati come contenitori.
Poiché mi piace molto il "copri-switch" (non so se realmente si chiami così) come quello che montavano le vecchie Ibanez Frank Gambale, decisi di provare a costruirmene uno. Scaricai una foto della suddetta Ibanez e la usai come modello di riferimento dopo averne ingrandito la parte che mi interessava. Quindi lo cominciai a modellare con limette e carta vetra sottile, dopo aver preso le dovute misure con il massimo della precisione.
Quando ottenni la giusta forma, la cosa più difficile fu creare la fessura centrale dove doveva scorrerci dentro la levetta dello switch. Pensai, ripensai e decisi di risolvere il problema fissando il mio trapano, in orizzontale, alla morsa da banco. Nel mandrino strinsi un bulloncino lungo pochi centimetri, sul quale erano avvitati due piccoli dadi che stringevano una rondella poco più grande, che avevo affilato facendola ruotare contro una lima. In questo modo ottenni una lama affilata e rotante sulla quale avvicinare cautamente il pezzo di plastica per mezzo di una pinza, per evitare ogni possibile contatto e pericolo per le mani. In questo modo son riuscito a creare una fessura al centro del pezzetto di plastica e, dopo, è stato relativamente semplice infilarci in mezzo una limetta sottile in metallo, di quelle per le unghie, con lo scopo di raffinare il tutto. C'è voluta molta attenzione perché il pezzo è comunque piccolo da lavorare, ma alla fine ce l'ho fatta e ho passato la lana d’acciaio extra fine per lisciare e il risultato è andato oltre le mie aspettative.

Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla

Oppure in quest'altra foto più ampia.

Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla

In quest’altra foto potete vedere anche il retro del body finito, prima col vano per la pila aperto.

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E poi chiuso e finito.

Mi svernicio la chitarra e taglio la spalla

Veniamo a un punto che sta a cuore a molti: il suono.
In poche parole, cambia oppure no quando si toglie la vernice? La mia risposta è sì, eccome se cambia!
Non è la prima volta che svernicio chitarre, la terza per me e l’ennesima per altre persone compreso un basso. Posso affermare che cambia realmente ma dire se migliora o peggiora, beh, questo è veramente da verificare. Purtroppo non ho prove sonore fatte prima e dopo lo sverniciamento perché tutto è nato di getto, altrimenti avrei pubblicato pure quelle.
Anche se la chitarra elettrica non ha cassa armonica dove il discorso è diverso, una parte del suono comunque si trasmette per induzione, cioè vibra nel legno fino ad arrivare ai pickup. Un’altra parte, invece, viene riflessa dalla vernice. Toglierla, quindi, può modificare sensibilmente questo stato di cose con risultati inattesi, sia in senso positivo sia negativo.
Nel mio caso è diventato più soft, dolce, quasi ovattato e a me piace, anche se forse i bassi dovrebbero avere un pelo in più di corposità ma va bene lo stesso.
Inoltre, appena terminata e rimontata, la chitarra era ancora impregnata delle sostanze chimiche usate per la lavorazione e, infatti, l’odore che percepivo mentre la suonavo era forte. Man mano che diminuiva col tempo, cioè che evaporava dagli strati più interni del legno, sentivo il suono cambiare in qualcosa a livello di frequenze. Questo è stato possibile soprattutto perché suono per la maggior parte del tempo in cuffia, dove i particolari si notano meglio.

In conclusione posso dire che sono soddisfatto del risultato finale e mi riferisco anche al sistema di preamplificazione interno che ho costruito e che funziona alla grande. Sono contento anche per aver accorciato la spalla inferiore, perché ora la mano riesce realmente ad arrivare più in dentro, cosa che prima era per me un po' ostica per via del muscolo palmare che toccava quel tanto da dare un po' fastidio.

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Bellissimo lavoro, il contrasto cromatico ...
di Sykk [user #21196]
commento del 23/07/2014 ore 11:25:55
Bellissimo lavoro, il contrasto cromatico tra il legno chiaro e le meccaniche nere migliora molto l'aspetto della chitarra.
Rispondi
Re: Bellissimo lavoro, il contrasto cromatico ...
di adsl36 utente non più registrato
commento del 23/07/2014 ore 13:27:53
non l'ho scritto nell'articolo, però inizialmente presi anche in considerazione l'idea di usare un impregnante non trasparente per modificare il colore del legno. pensai a un noce chiaro. alla fine, però, quando mi trovai il legno nudo così com'era, quella chiarore naturale mi piacque così tanto che la immaginai proprio in contrasto col nero delle meccaniche, pickup e manopole e per fortuna lo lasciai così com'è! grazie mille, ciao.
Rispondi
Bravissimo !!
di sundayplayer [user #13160]
commento del 23/07/2014 ore 12:03:43
Bel lavoro.... mi è piaciuta la parte "MacGyver" per fare il copriswitch, ti copierò l'idea!
E' venuta benissimo, complimenti.
Rispondi
Re: Bravissimo !!
di adsl36 utente non più registrato
commento del 23/07/2014 ore 13:34:2
ciao, ah ah ah, bella la battuta MacGyver ^_^ !! mi piaceva così tanto quel particolare estetico apparentemente insignificante, che volevo a tutti i costi averlo. addirittura feci una ricerca su internet e chiesi anche ad alcuni rivenditori della mia zona se era in commercio ma né trovai nulla online tantomeno i negozianti mi seppero dire qualcosa...in effetti era un particolare estetico della ibanez e sarebbe stato un miracolo trovarlo in commercio. fui fortunato a pensare a questa soluzione fai-da-te e anche per il fatto che ci volle senz'altro lavoro e pazienza ma, alla fine, uscì meglio delle mie aspettative. ti ringrazio per l'apprezzamento.
Rispondi
dimenticavo...
di adsl36 utente non più registrato
commento del 23/07/2014 ore 13:49:03
...se lo dovessi realizzare anche tu tieni presente che lo spessore del copriswitch deve possibilmente non superare il millimetro e comunque deve dare la possibilità alla levetta che si muoverà al suo interno, di poter arrivare bene sia sulla posizione superiore che inferiore. infatti se fosse troppo spesso, la levetta dello switch potrebbe fermarsi prima dello scatto completo sia in su che in giù, non so se sono riuscito a spiegare cosa intendo. ciao di nuovo.
Rispondi
Lavorone...complimenti!!!! ...
di fbf [user #36393]
commento del 23/07/2014 ore 13:10:57
Lavorone...complimenti!!!!
Rispondi
Re: Lavorone...complimenti!!!! ...
di adsl36 utente non più registrato
commento del 23/07/2014 ore 13:43:17
eh sì, giuro sul mio onore che fu un lavoraccio, il più pesante che ho fatto tra gli strumenti sverniciati fino a ora. fu proprio lo strato epossidico a complicarmi la vita, sembrava acciaio al titanio! per far uscire un po' per volta il legno sottostante dovetti lavorarci con un'energia e costanza da rompere le ossa...alla fine però sono veramente contento e soddisfatto. ciao e grazie.
Rispondi
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complimenti, io sono negato nel ...
di thyeah [user #40067]
commento del 23/07/2014 ore 14:32:05
complimenti, io sono negato nel DIY quindi apprezzo ancora di più :)
Rispondi
Re: complimenti, io sono negato nel ...
di adsl36 utente non più registrato
commento del 23/07/2014 ore 17:44:11
grazie davvero! giusto per la cronaca, anche quando un lavoro di questo tipo lo si è fatto e rifatto diverse volte, per evitare di sbagliare vale sempre la vecchia regola che, al minimo dubbio su quello che si sta facendo, basta fare delle prove su pezzi di legno di scarto e nel contempo ne beneficia anche l'esperienza. probabilmente anche tu che credi il contrario se ti ci metti, puoi tranquillamente ottenere ottimi risultati ;) ciao.
Rispondi
Non farò mai una cosa ...
di Ivan56 [user #36558]
commento del 23/07/2014 ore 16:27:41
Non farò mai una cosa del genere, ma il tuo articolo e la tua manualità, meritano dei grossi grossi complimenti !!! Anche la tua "manualità" sulla tastiera merita dei complimenti :-)))
Ciao
Rispondi
Re: Non farò mai una cosa ...
di adsl36 utente non più registrato
commento del 23/07/2014 ore 17:57:39
grazie per quello che hai scritto anche perchè non studio più come un tempo, purtroppo non posso. tra l'altro il primo video lo registrai dopo 10 anni di completa inattività perchè avevo venduto tutti gli strumenti...quando ripresi a suonare spinto dalla voglia, il video in questione lo registrai dopo circa tre mesi, giusto il tempo di togliere un po' di ruggine dalle articolazioni ma ti confesso che però non mi sento più come prima, ho perso diverse cose, pazienza.......mi diletto a creare brani miei per sfizio anche se li suono da solo, in casa e in cuffia per divertimento. ho in cantiere un po' di roba da registrare, chissà che non mi riesca di pubblicarla alla prima occasione ;) ciao!
Rispondi
Bravo!!
di Chiodo utente non più registrato
commento del 23/07/2014 ore 19:45:36
Bel lavoro!!Concordo su tutto quello che hai scritto sulla trasmissione del suono ecc. Unico neo che cosi' il legno inevitabilmente fra un paio di mesi comincera' ad assorbire impurita'(sudore,polvere,olii detergenti per lo stesso strumento). Lo so' che e' doloroso ,ma io al posto tuo ,anche una manina sottilissima di gommalacca o true oil gliela darei...(in piccolissime dosi sara' come non averlo messo, ma tutelera' lo strumento dal prendere macchie)
Rispondi
Re: Bravo!!
di adsl36 utente non più registrato
commento del 24/07/2014 ore 11:41:31
ciao. la gommalacca andrebbe data al posto del trasparente, cioè o l'uno o l'altra. il procedimento, però, sarebbe molto più complesso e tedioso per far uscire il tutto per bene. avrai notato che nella recensione ho scritto tutto al passato remoto perchè, infatti, questo lavoro l'ho fatto esattamente un anno fa, a luglio 2013, così come la preamplificazione il cui articolo lo postai però qualche mese dopo, mentre con questo sono stato proprio ritardatario ;)...comunque volevo semplicemente dire che per fortuna in una anno ha superato alla grande anche la prova delle macchie perchè lo strato sottile di trasparente alla nitro che le ho lasciato, è resistente e impermeabile al punto giusto: meno male. ti ringrazio comunque per l'apprezzamento e per la dritta.
Rispondi
Re: Bravo!!
di Chiodo utente non più registrato
commento del 24/07/2014 ore 13:06:33
Ah allora non l'avevi tolta del tutto!!!Questa mi era sfuggita !Beh allora il discorso cambia. Anch'io avevo verniciato la mia Exp autocostruita con due mani di fondo che poi ho carteggiato fino al quasi totale esaurimento giusto per lasciare i fori otturati e la giusta rigidita'!
Rispondi
"Nel mio caso è diventato ...
di Zado utente non più registrato
commento del 24/07/2014 ore 01:03:48
"Nel mio caso è diventato più soft, dolce, quasi ovattato e a me piace, anche se forse i bassi dovrebbero avere un pelo in più di corposità ma va bene lo stesso."


Ma sai che pensavo proprio il contrario? Avrei detto che il suono avrebbe acquisito più presenza ed attacco!Talvolta i rumors del web fan pensare che 'ste chitarre koreane suonino attufate per via della verniciatura "di plastica".Lieto vedere che son spesso gran balle!


Comunque saresti (affettuosamente) da bacchettare! Quando si fa un lavoro del genere e riesce cosi bene,allora si devono stuccare le cavità dei pickups centrale e al manico,verniciare tutto di fluo,metterci un Duncan Distortion al ponte e gli spandex addosso!! :D
Rispondi
Re: "Nel mio caso è diventato ...
di adsl36 utente non più registrato
commento del 24/07/2014 ore 12:09:36
infatti posso confermare che si scrivono e dicono cose inesatte sui coreani. non ci tengo a difenderli per chissà quale ragione ma a riportare una verità tastata con mano, confermando quanto scritto nella recensione. inoltre pochi sanno quello che segnalo in questo link: vai al link
tantomeno molti rivenditori come mi è capitato più di una volta di constatare personalmente. Mi riferisco in particolare alla parte "altre produzioni"...quando aveva la vernice il suono era più "squillante", leggermente più "metallico". ovviamente si potrebbe aprire un dibattito dal quale non se ne esce più ma, alla fine, se questo può essere migliore o meno bello dipende in realtà dal gusto personale, dalle preferenze e da mille altre cose...credo che a volte certe dicerie nascano anche per interesse oltre che per ignoranza e mi riferisco a un certo rivenditore della mia città per il quale sulla faccia della terra esistono soltanto le fender e le gibson, senza nulla togliere a queste ci mancherebbe, mentre tutte le altre chitarre sono "legnaccio coreano". lo invitai a documentarsi ma non l'ha voluto fare: peccato per lui perchè infatti sta per chiudere e non soltanto per la crisi! riguardo alla vernice che ho tolto, vorrei dire a chi non ha mai visto una chitarra economica del tipo cort x6 come la mia, che è tutt'altro che plastica e la sua stesura sul corpo era priva di imperfezioni, omogenea. rimene per fortuna il fatto che il suono che ha ora mi soddisfa in tutti casi così com'è ;-). ciao.
Rispondi
Grande!!!
di franconirvana [user #41377]
commento del 24/07/2014 ore 01:35:31
Bellissimo lavoro complimentiiiiiiiiiii
Rispondi
Re: Grande!!!
di adsl36 utente non più registrato
commento del 24/07/2014 ore 12:11:14
grazie mille ;-)
Rispondi
Bravo!!!!
di trimmer741 [user #41394]
commento del 24/07/2014 ore 02:38:50
Così si trattano le chitarre! Con amore ma senza troppi complimenti.
Rispondi
Re: Bravo!!!!
di adsl36 utente non più registrato
commento del 24/07/2014 ore 12:15:18
sì, infatti la mia, fosse economica o supercostosa, ha sempre un valore affettivo e questo è il lato dell'amore, mentre il lato senza complimenti è proprio quello di smontarla, manometterla, modificarla, grattarla, in un certo senso "maltrattarla" e...ricostruirla su propria misura, il che dà veramente soddisfazione perchè alla fine imbracci e suoni qualcosa che senti più tua ;)! ciao e grazie.
Rispondi
Bel lavoro... ma
di sibor [user #11654]
commento del 24/07/2014 ore 10:08:19
Io non credo assolutamente che il suono cambi x la vernice... Mi spiace ma non ci ho mai creduto... se parliamo di costruzione e legni allora si... ma la vernice perdonatemi assolutamente no... per me e' leggenda.... comunque complimenti x il tuo lavoro
Rispondi
Re: Bel lavoro... ma
di trimmer741 [user #41394]
commento del 24/07/2014 ore 11:50:28
Per mia esperienza...
....posso garantire che cambia. Ho fatto un lavoro simile su una telecaster (ovviamente molto economica) e il suono è diventato praticamente un'altro.
A mio parere togliere i pesanti (e forse anche rigidi, perché molto duri) strati di fondo di questi strumenti fanno vibrare diversamente il body con una ripercussione su tutto lo strumento e, contrariamente a quello che si possa pensare la "massa vibrante" è diversa. Quanto sia diversa dipende dalla quantità di roba che troviamo sotto. Come illustrato nell'articolo, ma anche nella mia esperienza, il fondo epossidico oltre ad essere incredibilmente duro ha uno spessore imbarazzante ...probabilmente fare lo stesso lavoro su una chitarra "di qualità" i cambiamenti non sarebbero così apprezzabili.
Rispondi
Re: Bel lavoro... ma
di adsl36 utente non più registrato
commento del 24/07/2014 ore 12:21:22
ciao. rispetto il tuo non crederci perchè prima di farlo nemmeno io ne ero tanto convinto. la prima chitarra la sverniciai circa vent'anni fa. all'epoca, poi, non mi ponevo nemmeno tante questioni come questa ma notai che c'era qualcosa nel suono di oggettivamente diverso tra il prima e il dopo, cosa che ho continuato a notare anche successivamente. vale sempre la regola che le leggende metropolitane lasciano il tempo che trovano se fai esperienza personalmente e tocchi con mano direttamente. ti ringrazio per l'apprezzamento.
Rispondi
Bel lavoro Molto più bella ...
di alcor72 [user #16133]
commento del 24/07/2014 ore 10:49:5
Bel lavoro
Molto più bella adesso.
Io al contrario penso che la verniciatura influisca in qualche modo sul suono...su come influisca il discorso è soggettivo.

Però in ogni caso quando dici che il suono progressivamente cambiava con l'asciugatura del legno...beh non lo so, allo stesso tempo la muta di corde da un giorno all'altro per effetto dell'uso, dell'umidità e dell'invecchiamento naturale cambia la sua risposta...anche se nuova.

Tutto influisce, non ultimo l'impressione personale se riprendi in mano la stessa cosa a distanza di tempo....
Rispondi
Re: Bel lavoro Molto più bella ...
di adsl36 utente non più registrato
commento del 24/07/2014 ore 12:32:
ciao. diciamo che il discorso è soggettivo se parliamo di preferenze, cioè a me piace giallo ma a un altro verde, tanto per fare un esempio, mentre ci sono leggi fisiche sulla propagazione del suono nei gas, liquidi e solidi, come nel nostro caso, che vanno al di là del concetto di preferenza. inviterei gli scettici a leggere un vecchio ma molto valido libro della jackson "Midi computer immagine e suono". sono 670 pagine ma me lo sciroppai in poco tempo perchè oltre al discorso midi che a me interessa moltissimo, tratta anche dettagliatamente e in modo scientifico certi discorsi sull'acustica e la propagazione del suono nei vari materiali...il discorso dell'asciugatura del legno a cui accennavo lo devi inquadrare nel seguente contesto: l'ho constatato usando lo stesso tipo e marca di corde alla quale sono affezionato, gli stessi effetti, la stessa equalizzazione, la stessa cuffia, la stessa stanza con la stessa condizione climatica, stesso plettro, stessa pennata...riguardo alle corde ho l'abitudine di cambiarle circa ogni due mesi per cui evito di farle invecchiare troppo...ti ringrazio e ti saluto cordialemnte, ciao ;-)!
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