Accordo: GLAB TCH-1: chorus full optional

Un chorus con un sacco di manopole e switch. due preset e collegamento midi. Un effetto che non andrà sicuramente a genio agli amanti della semplicità, ma che invece farà gola a chi vuole avere sotto controllo ogni aspetto della sua pedalboard, per eccesso di zelo, o necessità artistica.

G-Lab ci ha abituato a una gamma di prodotti caratterizzata da un rapporto stretto e indissolubile con la tecnologia. Non a caso la testa di serie della produzione del marchio polacco è rappresentata dai looper. I tecnici della G-Lab da tempo però, non si occupano solo di creare ottimi sistemi di switching ma hanno dedicato un’intera linea alla produzione di effetti e accessori, come i sistemi per rendere true bypass Wah e Whammy e il Tidy Chorus, il pedale oggetto della prova di oggi.

Tidy, ordinato. Tutti gli switch e le manopole a disposizione su questa stompbox in effetti possono dare un senso di ordine. Ordinato, probabilmente, proprio per via della grande quantità di controlli a disposizione, che permettono di sagomare il chorus a nostra immagine e somiglianza. Per contenere cotanta roba si è dovuto optare per un case dalle dimensioni e peso generosi, non esagerati, se pensiamo poi che lo Small Clone, il re dei chorus, ha una sola manopola e grossomodo il doppio della stazza. Sulla parte bassa dello chassis troviamo i due pulsanti a disposizione. Il primo, partendo da sinistra, attiva e disattiva l’effetto, il secondo permette di selezionare la modalità A o B. Tra le due non c’è nessuna differenza, sono infatti due preset. Si può quindi impostare due chorus differenti e selezionarli a seconda del brano che si deve suonare. Le due modalità possono essere pure controllate via midi. Questo protocollo è una vera e propria costante nei prodotti G-Lab, che permette quindi a questi effetti di essere utilizzati anche in complessi sistemi di switching che prevedano diverse patch e cablaggi midi.

Sia la parte A che la B dispongono degli stessi controlli. Nello specifico abbiamo sotto forma di manopole i classici Rate e Depth. Il primo seleziona la velocità degli LFO, la seconda invece si occupa di settare la profondità, la quantità di effetti. A queste due si aggiungono tre diversi switch. Il primo definisce la quantità di segnale dry da sommare a quello processato. Nel libretto di istruzioni la spiegazione a riguardo non è esattamente chiara, in sostanza però si hanno a disposizione due diversi setup base uno con una minor quantità di effetto e l’altro con una predominanza di questo rispetto alla componente dry. Gli altri due switch invece chiamati X e XX, nulla di osé tranquilli, variano il delay time dell’effetto rendendolo in sostanza più grosso e corposo. Questo è tutto quello che abbiamo a disposizione sul Tidy Chorus, è quindi il momento di mettere alla prova gli LFO e vedere quanto questi parametri siano utili oppure no.

Cominciamo con un chorus leggero, quello che useremmo per un accompagnamento pop ad accordi. La pasta è buona, molto utile avere la possibilità di settare l’effetto in maniera che questo non sia invasivo e psichedelico. Aumentando il depth spostandoci verso un leggero vibrato il Tidy continua a comportarsi bene, anche se a tratti sembra, passateci il termine, digitale. In realtà il TCH è completamente analogico, ma ha, soprattutto ad alti livelli, un alone di freddezza che un po’ lo penalizza. Questo non vuol direche abbiamo tra le mani un pedale scadente, anzi. il G-Lab è perfetto usato per dare spazialità a degli arpeggi, soprattutto quando si attivano tutti e tre gli switch. Tutta la digitalità svanisce e viene gli LFO creano un sound davvero pastoso e soddisfacente. Ci siamo divertiti anche a trovare un setup estremo, inutilizzabile probabilmente, ma a suo modo divertente.

In definitiva il G-Lab Tidy Chorus è un pedale che ci ha convinto, soprattutto nei settaggi più discreti. La possibilità di controllarlo via midi inoltre è un’aggiunta che non molte modulazioni offrono ad un prezzo inferiore ai 200 euro. Certo però da un pedale da due centoni ci saremmo aspettati almeno un’uscita stereo. Aspirare a clienti professionisti inserendo la possibilità di un controllo midi, tralasciando invece la possibilità di utilizzare l’effetto in stereo è una cosa che può lasciare l’amaro in bocca. Vero è che raramente sui palchi si vedono sistemi true stereo perciò magari ci sbagliamo e hanno ragione i polacchi della G-Lab. Quindi se siete amanti del chorus ma lo Small Clone è troppo banale, oppure se necessitate di un chorus controllabile via midi ma che non costi un rene come lo Strymon allora una prova con il Tidy Chorus, il chorus ordinato, è sicuramente da fare.

Glab è distribuito da Stefy Line.