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SHG Milano 2014: Bespeco c'è
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Nessuno annaffia una bistecca fiorentina con un vino in cartone. Allora perché mandare giù tecnica sublime e preziosa strumentazione attraverso un cavo non adatto? Bespeco sarà a SHG per aiutare i chitarristi nella scelta dei cavi più adatti a loro.
Nessuno annaffia una bistecca fiorentina con un vino in cartone. Allora perché mandare giù tecnica sublime e preziosa strumentazione attraverso un cavo non adatto? Bespeco sarà a SHG per aiutare i chitarristi nella scelta dei cavi più adatti a loro.

Tutti i chitarristi concordano che il suono è fatto di sfumature, frequenze di poco più presenti o attenuate che determinano il timbro in cui un musicista riesce a rivedersi e con il quale sa offrire il meglio di sé. A questo scopo si acquista strumentazione costosa, si scelgono con attenzione effetti e singoli componenti aguzzando le orecchie per trovare quello che più è in grado di restituire il risultato sperato. Di solito, però, non si considera il mezzo che trasporta tutto il segnale su cui si intende operare: il cavo.
Aspettate prima di pensare alla solita lezioncina sull'importanza del cavo: se così tanti chitarristi si presentano al tecnico del suono con un jack da quattro soldi che ronza a seconda di come lo si sposta sul palco, o collegano i loro pedali boutique con patch-cables venduti a peso come caramelle gommose, forse l'argomento tanto trito e ritrito non è.

Il cavo non fa il suono, ma il suono è fisicamente al suo interno, con tutte le armoniche che tanto strenuamente difendiamo. Anche per il cavo come per chitarre, amplificatori ed effetti, però, è difficile distinguere semplicemente in buoni e cattivi prodotti. Se c'è chi preferisce il suono trasparente di un cavo corto e a bassissima capacità, c'è anche chi fa dell'attenuazione offerta da un cavo particolarmente lungo una componente essenziale del proprio sound. Basti pensare a Brian Setzer, che doma il suo twang in metri di cavo. Eppure, e vi invitiamo a provare, non basta un qualunque cavo dall'attenuazione simile per sortire lo stesso effetto. I parametri in ballo sono tanti, e una ripassata può aiutare molti musicisti a comprendere meglio ciò che passa loro tra le mani, per focalizzare la propria ricerca del sound.

Quindi anche il cavo fa il suono? È da considerare alla stregua di un effetto o qualunque altro anello della catena? In attesa del confronto "sul campo di battaglia" al prossimo SHG di Milano 2014, lo abbiamo chiesto a Ettore Cichetti di Bespeco.

SHG Milano 2014: Bespeco c'è

Alcuni musicisti preferiscono un cavo semplicemente resistente a uno magari meno “corazzato" ma dal suono più trasparente pensando “figurati chi se ne accorge dal vivo”. È un buon compromesso per i live o gli sfugge qualcosa?
I musicisti di un certo livello son ben attenti a entrambi gli aspetti, pertanto “investono” nella propria scelta optando per un cavo che goda di entrambe le qualità. È sottinteso che mi riferisco a un cavo Bespeco.

Supponiamo di dover cablare un setup chitarristico e di avere a disposizione un solo cavo di qualità in mezzo ad altri così così: ho più ragione se lo metto a monte, tra chitarra e pedaliera, oppure tra l’ultimo pedale e l’amplificatore? Ovvero, è meglio dare in pasto ai pedali un segnale bello ricco per raccoglierne uno decente in uscita oppure lasciare che gli effetti mangino frequenze tanto poi ci pensa il cavo buono a valle a minimizzare i danni?
Tecnicamente ritengo che tutta la pedaliera debba essere cablata con cavi di elevata qualità, perché un solo cavo non fa miracoli, il sound verrebbe comunque pregiudicato dagli atri cavi di qualità inferiore. Ma, non avendo scelta, per limitare i “danni” sarebbe più corretto partire con un cavo di elevata qualità che trasferisca tutto lo spettro audio alla pedaliera piuttosto che andare successivamente a cercare e/o creare frequenze e armoniche che non sono presenti in partenza.

Sui cavi si sente di tutto e di più, c’è chi dice che un buon cavo deve lavorare al 100% con tutte le frequenze in ballo e c’è chi sceglie un cavo diverso per il suo “suono” in base agli utilizzi. Chi ha ragione?
A mio parere lasciamo che il cavo faccia il suo lavoro e cioè che trasferisca l’intero spettro audio o comunque il massimo che si possa raggiungere. Lasciamo che ad agire sui toni sia appunto il controllo di toni dello strumento (sono messi lì appositamente), equalizzatori o altro, di sicuro non un cavo.

In definitiva, come riesco a individuare un buon cavo nel marasma di un negozio o di uno show come SHG, dove può risultare difficile individuare le sfumature?
Semplice! Basta individuare il cerchio col triangolo arancione (logo Bespeco), è di sicuro un cavo di ottima qualità.
A parte ciò, siamo sempre disponibili per rispondere a qualsiasi quesito tecnico, affinché possiamo guidare tutti i musicisti più o meno esperti nell’importante scelta dei propri cavi.
Un saluto a tutta la redazione di Accordo e ci vediamo alla prossima edizione di SHG a Milano.


Al prossimo SHG di Milano, Bespeco terrà una demo per condividere col pubblico delle interessanti nozioni tecniche, elettriche e chimico-fisiche sui cavi. Ci saranno esempi pratici, spiegazioni e consigli per la scelta del cavo in base alle necessità. Come da tradizione, i partecipanti riceveranno un piccolo omaggio.
Fino all'appuntamento del 9 novembre 2014 all'Hotel Quark c'è ancora tempo per studiare

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