VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Si fa presto a dire semiacustica
Si fa presto a dire semiacustica
di [user #32554] - pubblicato il

Quando si adocchia una buca a effe, il pensiero corre subito a un suono jazzistico, caldo e morbido. Le semiacustiche, in realtà, non sono tutte uguali e il suono unplugged può cambiare profondamente tra i modelli, ancor più considerando le macro-categorie archtop, elettrica hollow body e semihollow.
Quando si adocchia una buca a effe, il pensiero corre subito a un suono jazzistico, caldo e morbido. Le semiacustiche, in realtà, non sono tutte uguali e il suono unplugged può cambiare profondamente tra i modelli, ancor più considerando le macro-categorie archtop, elettrica hollow body e semihollow.

Prima della solidbody, fu indubbiamente la semiacustica a farla da padrone nel mondo della sei-corde. La sua voce attraverso pionieristici pickup veniva amplificata fino a potersi sentire al pari degli strumenti a fiato. Charlie Christian fu il primo che la slegò dal ruolo di strumento d’accompagnamento, articolando le prime improvvisazioni tematiche eseguite sulla chitarra.
È storia e fatto noto che il sound Gibson ha marchiato qualche decina d’anni del jazz sound, ma si fa presto a dire semiacustica.

Tratto da "La Chitarra Jazz Suoni e Colori" di Erich Perrotta e Paolo Anessi:
I problemi inerenti alla ricostruzione storica della nascita ed evoluzione dell’uso della chitarra in ambito jazz sono in parte legati al genere stesso. Sebbene esso sia nato in tempi relativamente recenti, la fine dell’800, il suo iniziale contesto razziale, in un’epoca di pregiudizi e di segregazione, ha fortemente limitato l’interesse, quando non ha creato addirittura avversione, della cultura "ufficiale" e quindi la documentazione disponibile risulta frammentaria, soprattutto per il primo periodo. Un altro problema relativo alla ricostruzione storica del ruolo della chitarra in ambito jazzistico è conseguenza delle caratteristiche tecniche di questo strumento in quel periodo, che ne limitavano fortemente il volume, e quindi le funzioni. È interessante notare come l’evoluzione di molti altri strumenti musicali nella versione moderna prenda il via, in epoche diverse, dal tentativo di aumentarne il volume. Così è stato per il violino a opera di Stradivari, per la chitarra classica a opera di Torres, per il pianoforte a opera di Steinway. Sarà quindi il tentativo di risolvere proprio questo problema che porterà come vedremo a un ricco fiorire di ricerche, sperimentazioni e soluzioni in ambito chitarristico, che influenzeranno da vicino anche tutta l’evoluzione musicale dell’ultimo secolo. Un aspetto molto interessante, che ricerche ben più importanti della nostra hanno approfondito, è capire quanto l’evoluzione tecnico-tecnologica influisca sull’espressione artistica e viceversa. Il rock, per esempio, non sarebbe esistito per come oggi lo conosciamo se non fosse stata inventata la chitarra elettrica. Viceversa, la chitarra elettrica nasce per rispondere a precise esigenze artistiche. Probabilmente è un po’ come chiedersi se è nato prima l’uovo o la gallina!

La differenza di volume e di sound all'interno della categoria semiacustiche è un divario importante tanto quanto possa esserci tra Stratocaster e Les Paul nel mondo delle solidbody. Tuttavia, si è portati a raggruppare sotto la denominazione “chitarra da jazz” qualunque strumento con le buche a effe. Vediamo nel dettaglio invece le peculiarità che contraddistinguono questi strumenti.

Si fa presto a dire semiacustica

Archtop
È la chitarra jazz per eccellenza, antecedente all’era dell’elettrificazione trova i suoi migliori costruttori liutai nella prima metà del secolo scorso. A NewYork D’Angelico e l’aiutante di bottega D’Aquisto espandono la concezione costruttiva di questo strumento. Erroneamente si può pensare all’archtop (top arcuato) come a un'evoluzione della flat top, cioè la classica chitarra acustica o folk, in realtà arriva da un insieme di concetti estrapolati dal mondo degli strumenti ad arco uniti alla tradizione con i mandolini del sud d'Italia. Il padre di John D’Angelico, in Italia prima di immigrare in America, costruiva appunto mandolini.
Il funzionamento acustico della chitarra archtop risiede esattamente nel top, che letteralmente vibra come la pelle di un tamburo amplificando il suono delle corde. La forma convessa permette di equilibrare l’esposizione generale di frequenze, le buche a effe messe in quella posizione aiutano a smorzare risonanze indesiderate aiutando la definizione delle frequenze medie. Il top può essere ricavato dal pieno scavando una tavola dando forma alla classica bombatura, quindi senza alterare e piegare le venature del legno, oppure in tempi più moderni può essere realizzato anche in laminato multistrato, non per questo meno sonoro dal punto di vista del volume, ma con un tono più chiaro e brillante.
Nell’era dell’amplificazione, l’archtop ha il pickup sospeso attaccato o al battipenna, che a sua volta è fissato in fondo alla tastiera, o direttamente a quest’ultima. In questo modo, le venature del top rimangono inalterate e forate solo dalle buche a effe (necessarie al make-up del suono), quindi libere di suonare e produrre il maggior volume possibile. Si potrebbe entrare nel merito che un trasduttore elettromagnetico (il pickup), non essendo un microfono, sia impossibilitato a catturare il suono acustico, rimane però fatto noto che lo stesso pickup smontato da una chitarra e rimontato su un altro modello suona in modo differente.

Si fa presto a dire semiacustica

Personalmente, ho provato D’Angelico del 1942, piuttosto che Gibson L7 del 1937. La prima caratteristica che balza subito all’orecchio è la pienezza di suono, alto volume generale dello strumento e frequenze medio acute a profusione, riuscendo addirittura a controllarne il quantitativo semplicemente con l’inclinazione del plettro. Sono indubbiamente strumenti da suonare con forza e precisione.
Nell’era moderna, non ho mai avuto occasione di provare uno strumento acustico dal volume e risposta del suono simile alle archtop dell’epoca.


Elettrica hollow body
La Gibson ES-150 venne introdotta sul mercato nel 1936 e spopolò nel mondo del jazz. Eddie Durham è considerato il primo a utilizzare la chitarra elettrica semiacustica esibendosi dal vivo, ma per fama e talento fu indubbiamente Charlie Christian a renderne famoso l’utilizzo, grazie anche alle prime incisioni discografiche contenenti assolo tematici e improvvisazioni.
Il primo pickup montato sulla ES-150 prendeva il nome di Christian, potremmo dire quindi il primo signature della storia della chitarra elettrica.
Suonata da spenta, la hollow body produce meno vibrazioni di un'archtop acustica. Il volume è decisamente inferiore ma la sua voce, cioè il tono generale, è decisamente più equilibrato. Sono leggermente tagliate le frequenze medie, nettamente quelle alte e spuntano finalmente le frequenze basse, generose e più corpose rispetto ai modelli del passato.

Si fa presto a dire semiacustica

L’abbassamento di volume dello strumento rispetto a un'archtop è principalmente dovuto a due fattori: i pickup incastonati sul top, sia che lo forino o più semplicemente che vi siano avvitati sopra, smorzano la delicata vibrazione del top, tanto vale costruirlo più robusto e quindi pesante, e questo determina il secondo fattore che riduce nettamente il volume generale dello strumento. D'altra parte, questo è progettato per essere utilizzato elettrificato attraverso il pickup e conseguente amplificatore.
Il suono di questo strumento è molto dolce, rimane grande il problema di controllo del feedback. Di fatto, suonando con grandi formazioni e sound sempre più “tirati”, alzarsi di volume rimane ancora una volta una delle esigenze primarie e lo strumento hollow body fischia e risuona in maniera incontrollata, da qui l’esigenza di evolvere ulteriormente nella semihollow body.


Semihollow body
Lo spessore del body si dimezza riducendosi a cinque centimetri circa, la parte centrale è piena se non si conta lo scasso per alloggiare i pickup. A questa parte sono letteralmente attaccate le due “pance laterali” cave e il tutto è racchiuso da fondo e top. Il manico può essere incollato o addirittura essere un tutt’uno con la parte centrale. Rimane evidente l’impiego elettrico varcando la soglia degli alti volumi (Chuck Berry) fino ad arrivare a distorsioni decisamente spinte e moderne (Foo Fighters, AC/DC).
Il volume e il sound acustico calano drasticamente, anche se ne rimane un certo quantitativo rispetto a uno strumento solid body, che conferisce al timbro generale una generosa dimensione rispetto a queste ultime.

Si fa presto a dire semiacustica

La semihollow body è tra le chitarre più versatili che ci siano. Impiegata nel jazz classico passando per la fusion e confluendo nel mondo del rock, si presta sicuramente a essere amplificata ad alti volumi, terminando per ora, ma solo per ora, la corsa all’evoluzione dello strumento con le buche a effe.


Consigli per gli acquisti
Quando ci poniamo di fronte al primo acquisto di una semiacustica, o semplicemente abbiamo l’opportunità di provarne una, impariamo a spendere qualche minuto per ascoltarne la voce acustica. Pensiamo che il suo costruttore, piccolo liutaio o grande produzione, l’avrà fatto sicuramente. Anzi, tutta la fase costruttiva dello strumento verge in questa direzione, o almeno dovrebbe, per poi avvalersi di un sistema d’amplificazione che possa rispettare le scelte costruttive della liuteria di quello strumento.
La sua resa acustica sarà determinata dall’equilibrio e sinergia di centinaia di fattori come la scelta della colla, la verniciatura, le venature, il tipo di legno, la dimensione e la disposizione delle buche a effe, la disposizione delle catenature interne, i tempi di essicazione, la dimensione del body, l'incollaggio della tastiera, persino la dimensione del manico cambia drasticamente il sound.
Lo strumento semiacustico, almeno per qualche istante, semi-ascoltiamolo da spento. Potremmo volergli ancora più bene.

Si fa presto a dire semiacustica
chitarre semiacustiche es175 es335 gibson s400
Link utili
Gibson L7 1937
D'Angelico Excel 1942
Nascondi commenti     24
Loggati per commentare

articolo veramente interessante, complimenti!! ...
di elrockero [user #20440]
commento del 11/10/2014 ore 14:41:59
articolo veramente interessante, complimenti!!

Da fiero possessore di una semiacustica semihollow non posso che confermare l'eccezionale versatilità dello strumento... e di quanto mi piaccia ascoltarla anche da spenta. Lode a uno strumento troppo spesso poco considerato perchè etichettato, appunto, come "chitarra da jazz"... dimenticandosi invece che ha scritto tanti capitoli della musica rock (ad es. Dave Grohl da te citato ha scritto e ha marchiato il sound della maggior parte dei pezzi dei Foo con una Gibson Trini Lopez... per poi concepire un modello a mio parere fantastico come la DG 335 che spero venga prima o poi riproposto in commercio dalla Gibson).

Insomma.. articolo che ci voleva proprio!
Rispondi
Certo che la ES335 col ...
di Capra_Poliuretanica utente non più registrato
commento del 11/10/2014 ore 15:18:53
Certo che la ES335 col sunburst a goccia è esteticamente fantastica.
Invece la take della ES175 l'ho riascoltata almeno 5 volte da quanto mi piace il suono.

Purtroppo non ho familiarità con questo genere di chitarre, che mi spaventano più che altro per le dimensioni.
Bhe! Anche quelle del prezzo, ovviamente! :-)
Fai conto che considero le acustiche dreadnought tremendamente grosse e scomode.
Rispondi
Ottimo articolo di indirizzamento verso ...
di E! [user #6395]
commento del 11/10/2014 ore 16:01:55
Ottimo articolo di indirizzamento verso le chitarre con le buche ad "effe".
Toglimi una curiosità: nei samples che hai registrato si avverte un sapore spiccatamente acustico (che mi piace molto). Per catturarlo appieno hai usato anche un condensatore davanti alla chitarra?
Rispondi
Più di uno!
di paoloanessi [user #32554]
commento del 11/10/2014 ore 16:34:47
Ciao E! :)

qui è spiegato come ho fatto a ottenere le tracce dei singoli suoni (acustico, pickup, ampli, ambiente) con un unica take: vai al link

Praticamente lo stesso sistema che ho utilizzato per le clip di questo articolo.

Buona musica!

PaoloAnx
JazzRock
Rispondi
Re: Più di uno!
di E! [user #6395]
commento del 12/10/2014 ore 17:05:57
Sistema interessante, nella sua complessità.
Mette in risalto anche la voce più acustica dello strumento, quella che il pickup non riesce (per forza di cose) a catturare.
Sono sempre più convinto del fatto che il prossimo disco verrà registrato con un paio di condensatori davanti alla chitarra.

A presto e buona musica anche a te!
Rispondi
Articolo decisamente educativo, specie per ...
di Cordarotta [user #21082]
commento del 11/10/2014 ore 18:15:51
Articolo decisamente educativo, specie per chi (come me), ne sa poco o niente di questi eleganti strumenti pur possendone uno. Io ho una piccola semihollow, una gibson es 339. Spesso la sera, dopo cena, la suono da spenta, per non disturbare, ma anche perché ha un suono acustico "piccolo" ma credibile. Ed è piacevolissimo giocarci assieme, arpeggiando, cercando melodie.

Non so suonare jazz, ma un giorno o l'altro proverò una muta flatwound.

Grazie Paolo
Rispondi
Mi piacerebbe conoscere da Paolo ...
di Tubes [user #15838]
commento del 11/10/2014 ore 18:22:37
Mi piacerebbe conoscere da Paolo il giudizio sulla mia Heritage 535, che posseggo da alcuni anni . Come è noto, si tratta della 335 costruita a Kalamazoo negli stabilimenti che Gibson vendette alle maestranze che non vollero seguire il trasferimento di sede della fabbrica . La comprai nuova provandola a confronto con una 335 originale usata di pochi anni che costava più o meno uguale ; complice la storia affascinante che ho appena descritto e un potenziometro difettoso della Gibson, alla fine acquistai la sorella minore . Anche se subisco un po' il fascino del logo storico, non me ne sono mai pentito ; tuttavia,se devo trovare un difetto, direi che non mi soddisfa molto il pick-up al ponte, che difatti non uso mai, preferendogli di gran lunga quello al manico,da solo senza miscelazione dell'altro .
Saluti
Rispondi
Re: Mi piacerebbe conoscere da Paolo ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 14/10/2014 ore 00:03:56
Ottima scelta ;)

Ho una H535 del 2004 ed è - come tu sai bene - una chitarra spettacolare, una spanna sopra la maggior parte delle 335 che mi son passate tra le mani (escludendo qualche Custom Shop dal prezzo proibitivo)

La mia è un po' modificata, ora è una bomba, ma comunque era già prima in partenza, specialmente a quel prezzo :)
Rispondi
Re: Mi piacerebbe conoscere da Paolo ...
di Tubes [user #15838]
commento del 14/10/2014 ore 07:19:44
Ciao,
di che modifiche fatte parli sulla tua ?
Rispondi
Re: Mi piacerebbe conoscere da Paolo ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 14/10/2014 ore 08:08:46
Allora... ho cambiato le meccaniche Grover (che reputo inguardabili) con delle Tone Pros Kluson tulip, poi ho sostituito il ponte originale Schaller roller con un TOM anche questo Tone Pros, quindi ho cambiato i pickups di serie (Duncan 59) e ho messo due Gibson 57 Classic e Classic+, cambiato i pot (ora da 500K) e tutto il wiring. E' diventata una bestia...
Rispondi
Re: Mi piacerebbe conoscere da Paolo ...
di Tubes [user #15838]
commento del 14/10/2014 ore 21:02:48
Il cambio pick-up confesso di averlo pensato anch'io ; pensi ne valga la pena ? Voglio dire, in che maniera reputi migliorato il suono ? E la differenza di valore del potenziometro che migliorie apporta ? Lo so, è un interrogatorio, però mi hai stuzzicato un po' la voglia di metterci le mano sopra e sento da te che sei molto soddisfatto ...
Saluti
Rispondi
Re: Mi piacerebbe conoscere da Paolo ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 14/10/2014 ore 21:25:56
Il cambio combinato di pickups e pots ha aperto il suono, ora è molto più brillante e versatile buca nel mix ed è più adatto anche per sonorità rock, senza aver perso quelle sfumature che la rendono eccelsa per jazz e dintorni
Rispondi
Re: Mi piacerebbe conoscere da Paolo ...
di Tubes [user #15838]
commento del 15/10/2014 ore 07:33:44
Grazie mille !
A presto
Rispondi
Adoro la mia Ibba PM ...
di Peterpanico utente non più registrato
commento del 11/10/2014 ore 19:57:4
Adoro la mia Ibba PM 100.....
Rispondi
un articolo che "alimenta" la ...
di giuseppe40 [user #18743]
commento del 12/10/2014 ore 00:08:19
un articolo che "alimenta" la mia indecisione. Ho avuto tanti anni fa una epiphone 175. Non la seppi apprezzare. Ora devo riprendere una semiacustica per farci jazz. E sono indeciso, fortemente tra 175 style e 335 style. La testa e l'esperienza mi portano a dire che con una 335 ( sempre "style" non posso permettermi Gibson! ) il jazz lo si fa e si fa anche altro. La pancia e gli occhi vorrebbero qualcosa di più corposo...
Comunque grazie per l'articolo!
Rispondi
Re: un articolo che "alimenta" la ...
di E! [user #6395]
commento del 12/10/2014 ore 17:15:11
Ti consiglio di provare qualche Ibanez hollow.

Ho provato un'ottima AKJ95, con la cassa più stretta di una 175 (come la mia semiacustica artigianale, farla costruire con la cassa più sottile è stata una mossa azzeccata), ma sono interessanti anche le AFJ95, AFJ91, AF151, AF200, PM35, Pm2AA..

Rispondi
Loggati per commentare

Re: un articolo che "alimenta" la ...
di giuseppe40 [user #18743]
commento del 12/10/2014 ore 17:35:17
caro E!, l'AKJ95 è una gran bella chitarra. Vedro' quello che trovo in giro, sarei più propenso a prenderla usata. Comunque, al momento l'idea è rimanere sicuramente tra Ibanez ed Epiphone..non tralasciando le Washburn. Ma Ibanez fa avvero delle belle chitarrine hollow...
Rispondi
Re: un articolo che "alimenta" la ...
di blue stoner sound [user #8271]
commento del 13/10/2014 ore 22:26:5
Due anni fa mi sono trovato nella tua stessa situazione di dover prendere una semi acustica, senza spendere una fortunata. arrivavo da una godin con corde in nylon. Dieci minuti dopo averla venduta, mi sono fiondato in un negozio rifornito bene, ne ho provate un po', Ibanez incluse. Però quando ho provato la epiphone joe pass emperor II non ho avuto dubbi. Presa al volo. Manico, suono e personalità fantastiche. E mi è costata la metà della godin, ma ancora oggi quando la suono mi dico: che gran chitarra. Mi ricordo che il proprietario mi disse: quando qualcuno incominciava provare un po' di semi acustiche e poi prova la joe pass alla fine esce con quella. .. E mi è costata neanche 500€;-)
Rispondi
Re: un articolo che "alimenta" la ...
di accademico [user #19611]
commento del 23/10/2014 ore 10:47:46
Ciao Giuseppe, se decidi per una simil 175, mi hanno parlato molto bene della cort Yorktown, è bella e pare che suoni molto bene, si trova usata a pochi euri, ciao
Rispondi
Bellissimo articolo, complimenti! Aggiungo solo ...
di sdl [user #5004]
commento del 12/10/2014 ore 20:12:50
Bellissimo articolo, complimenti! Aggiungo solo una cosa: anche le elettriche full hollow possono essere laminate o solide (e non e' una vera e propria differenza di ordine qualitativo, considerato che moltissime hi end, quasi tutte a dire il vero, sono laminate). Oppure un mix delle due cose: corpo laminato e top solido. Le differenze timbriche sono molto evidenti: più "autorevoli" quelle solide, più brillanti le laminate, ma al contempo le prime sono un po più propense al feedback. Feedback combattuto in entrambi i casi (non obbligatoriamente) con vari sistemi di bracing interno e, specie sulle chitarre a propensione più "elettrica" ( si intende sempre per gli standard della tipologia di chitarra) da varie tipoligie, più o meno estese, di sound post (praticamente dei piloncini o addirittura dei blocchetti di legno abitualmente posizionati sotto il ponte). Anche il bracing e, ancora di più, i sound post agiscono significativamente sul suono acustico e amplificato dello strumento: più massicci sono e più "compatto" (e meno propenso al feedback) il timbro.
Rispondi
Adoro le buche ad effe!
di Rothko61 [user #32606]
commento del 13/10/2014 ore 00:05:35
Per chi non le avesse mai provate, segnalo per il rapporto qualità/prezzo le Peerless: non sono regalate ma costano molto meno di altre case costruttrici e la qualità è, a mio avviso, davvero eccellente.
Rispondi
Heritage
di paoloanessi [user #32554]
commento del 13/10/2014 ore 08:17:17
Ciao Tubes :)
Heritages ritengo sia una buona produzione curata, mentre Epiphone per lunghi periodi è stata abbandonata alla semplice imitazione Gibson ma più economiche, Heritages ha comunque un carattere suo unitamente ad un buon timbro è ottima finitura generale dello strumento!

Mentre la differenza tra un modello 335 e una 175 trovo sia molto ampia, certo la 335 ti permette di fare anche altro, mentre la 175 ha più restrizioni, anche se non mancano nella discografia le incursioni rock e affini ;-)
Però di fatto con il clean, ottenere il timbro tondo grosso e caldo di una hollow da una semi-Hollow rimane difficoltoso, stessa cosa per la maggior escursione dinamica di una Hollow.

In ultimo, molte volte su una semiacustica il pickup al ponte produce un suono abbastanza illogico con il carattere generale dello strumento, in queßto casi mi faccio anch'io la stessa domanda:
Ma perché?

Sono d'accordo con Rothko61 che le Peerless siano ottime nel rapporto qualità/prezzo, rimane insindacabile l'affermazione di Giuseppe40 che Ibanez è Washburn hanno a catalogo prezzi Entry level per strumenti che suonano molto bene, confermo avendone provate davvero tante, anzi sono proprio le economiche così ben fatte che fanno sorgere della perplessità quando si provano strumenti da migliaia di euro, dal suono e rifiniture molto simili a queste economiche!

Buona Musicosa giornata
E buona semiacustica ;-)

PaoloAnx
JazzRock
Rispondi
Da bassista quale sono, ho da sempre....
di FBASS [user #22255]
commento del 14/10/2014 ore 09:16:3
Preferito le chitarre del tipo hollow-body e semihollow, ma anche perchè le acustiche valide costano "Un Occhio", mentre ho anche molte solid body di marca solo e semplicemente perchè, quando ero ragazzo, non me le potevo permettere. Adesso ho una Gibson ES 335 Studio del 1989, senza buche ad effe, ed una Ibanez AF 85 VLS, ma anche, se la volessimo includere, una Dean Resonator CE, con pickup Lipstick al manico e di cui sono contento, poi un po' fuori dalle caratteristiche canoniche, una Fender Telecoustic con Fishman ed una Epiphone degli inizi periodo Norlin, made in Japan, modello FT-160. Comunque sono combattuto tra l'acquisto futuro di una Gibson ES 175 ( la L 5 è fuori dalle mie portate economiche ) o di una Gretsch G 6120 ( ho preso nell'attesa una economica, ma che ha fatto una buona riuscita, Junior Jet G 5220, che sembrerebbe una solid body ma ha il corpo realizzato con una cornice sagomata e due fogli di laminato, quindi una semihollow a cassa ridotta ), ciao da Ciccio il Napoletano.
Rispondi
bravo Paolo, bellissimo diario concordo ...
di superloco [user #24204]
commento del 14/10/2014 ore 16:33:49
bravo Paolo, bellissimo diario
concordo in tutto
personalmente l'archtop che più mi piace è singolo pickup sospeso, ponte in palissandro o ebano volume e tono, spalla mancante e con queste caratteristiche provo tutte le chitarre che mi capitano a tiro.
Rispondi
Altro da leggere
Theodore Standard: la Gibson perduta di Ted McCarty diventa realtà
I main highlight del catalogo Epiphone 2024
La EDS-1275 di Jimmy Page è realtà (e inarrivabile)
Dal Rhodes anni ’70 alla Rickenbacker degli Oasis: esclusività d'epoca all’asta
Pristine: quintessenza Gretsch accessibile
Le grandi donne dietro grandi chitarre
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?
Massa, sustain, tono e altri animali fantastici
Ho rifatto la Harley (Benton ST-57DG)




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964