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The Juicer: succo di overdrive
The Juicer: succo di overdrive
di [user #16167] - pubblicato il

Un altro overdrive verde? Un altro overdrive verde. Questa volta dietro il progetto c’è però lo zampino di Neil Zaza, oltre a quello dei tecnici Mooer che come al solito hanno miniaturizzato tutto in un etto e mezzo di pedale. Lo abbiamo testato con Michele Quaini nel suo OUT Side Studio con la fida Strat Japan.
Un altro overdrive verde? Un altro overdrive verde! Questa volta dietro il progetto c’è però lo zampino di Neil Zaza, oltre a quello dei tecnici Mooer che come al solito hanno miniaturizzato tutto in un etto e mezzo di pedale. Lo abbiamo testato con Michele Quaini nel suo OUT Side Studio con la fida Strat Japan.

Il colore non deve trarre in inganno. All’interno del piccolo case c’è un circuito, se non del tutto innovativo, quantomeno realizzato in modo che fosse diverso da molti degli overdrive di colore verde. Per la realizzazione del The Juicer, Mooer ha pensato bene di tirare in mezzo Neil Zaza, chitarrista diventato famoso più che altro per la sua "I'm Alright", suonata in lungo e in largo da pletore di chitarristi youtubbiani. Sentendo il suono dell'artista statunitense si può pensare di avere a che fare con un overdrive spinto, aggressivo e cattivo: nulla di più sbagliato.

Sulla piccola superficie a disposizione, Mooer è riuscita a infilare ben quattro controlli, volendo uno in più del necessario ma, come diceva Totò, "abbondandis in abbondandum"!
La manopola con dimensioni standard si chiama Juice, per gli amici gain. Le tre micro invece sono dedicate al livello d’uscita e al controllo dei toni, una per gli alti e una per i bassi. Non c’è altro sul The Juicer, giusto ingresso e uscita per il segnale della chitarra, l’input da 9 volt per l’alimentazione e lo switch d’accensione true bypass.

Per un overdrive non serve spendere molte altre parole. Serve invece collegarlo alla LAA Custom Dual Mono e accenderlo.
Cominciamo con il gain basso e i toni flat. A questi livelli di guadagno l’intervento del pedale è veramente fievole. Si sente appena una vaga increspatura nel suono che al primo alleggerimento della pennata sparisce per trasformare tutto di nuovo in clean. Prima di aumentare il Juice, alziamo il volume per esplorare la funzione boost. Il The Juicer è un overdrive leggero e, per pedali di questo tipo, un buon comportamento come boost è fondamentale. Il Mooer se la cava senza lode a dire il vero, con il volume a palla e il gain basso boosta l’amplificatore, ma lo preferiamo di gran lunga quando si comporta da vero OD.

The Juicer: succo di overdrive

Alziamo allora il gain portandolo a metà. Pur restando leggero, il crunch comincia ad affacciarsi. Il sustain diventa più consistente ma il sound globale resta educato, per nulla aggressivo. Bisogna aumentare un po’ i bassi per recuperare la ciccia, il timbro è un po’ vuoto lì sotto. Fortuna che il controllo dei bassi, come gli altri, è abbastanza sensibile e quindi non ci vuole molto per sagomare il tutto a piacimento. Avere a portata di mano due potenziometri per l’equalizzazione al posto del classico tone può essere un vantaggio soprattutto per un pedale come questo, nato non unicamente per lavorare da solo ma, specialmente, per boostare altri pedali o amplificatori già saturi.

Prima di provare a dare spinta alla LAA, mandiamo il manopolone giallo a fondo corsa. Come sospettavamo il risultato è quello di un crunch spinto, una distorsione accennata se stiamo usando degli humbucker. Il timbro però è ben riuscito a patto di recuperare un po’ di basse, impresa non ardua con i pot a disposizione. Nel video abbiamo deciso di mostrarvi più approfonditamente proprio la voce del The Juicer su un clean per capire meglio la pasta del suo sound. 


Ora però usiamo il The Juicer per quella che è la sua vera vocazione: boostare la distorsione di un amplificatore. La sua natura viene fuori fin da subito. Con il suo guadagno non esasperato, la buona silenziosità e la possibilità di regolare l’eq in maniera precisa rendono il The Juicer molto efficace. La mancanza di bassi ora ha più senso. Dovendo rendere più aggressivo un amplificatore, agire sui medi e sugli alti crea un risultato più deciso e potente.

L’obbiettivo di Mooer era quello di creare un pedale perfetto per boostare il sound negli assolo o semplicemente spingere oltre il limite il proprio amp. Il risultato era quello che ci si aspettava, un overdrive leggero se usato da solo, magari con una personalità non elevata, ma in grado di incattivire alla perfezione un amplificatore. Non ci è dato sapere quanto Neil Zaza abbia realmente contribuito alla realizzazione di questo pedale signature, il prezzo fortunatamente non risente della firma inserita in maniera simpatica nella grafica e si attesta sulla 70ina di euro, in linea con gli altri pedali della serie e in generale con altri prodotti simili presenti sul mercato.

Mooer è un marchio distribuito da Backline.
effetti e processori mooer the juicer
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Mooer è un marchio distribuito da Backline
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Omiodio!
di strato78 [user #17091]
commento del 30/12/2014 ore 13:11:23
Ma come: un pedale del genere a meno di 3-400 dollari? ;)

Ps: bravo Burats!
Rispondi
Mi pare ottimo! A quel ...
di Braize [user #609]
commento del 30/12/2014 ore 14:55:1
Mi pare ottimo! A quel prezzo poi..
Rispondi
Ma si ispira al vecchio ...
di Farloppo [user #27319]
commento del 31/12/2014 ore 10:28:11
Ma si ispira al vecchio DOD juice box? Nome, grafica, colori...
questo qua: vai al link
Rispondi
Re: Ma si ispira al vecchio ...
di NorwegianWood [user #18676]
commento del 31/12/2014 ore 15:34:04
ho dato un'occhiata su effect database, sembrerebbe di sì.
Rispondi
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