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Basso e batteria in cinque
Basso e batteria in cinque
di [user #116] - pubblicato il

Lorenzo Feliciati e Lucrezio de Seta sono un bassista e un batterista eccezionali. Non hanno bisogno di grosse presentazioni visto che la loro lista di collaborazioni, progetti, dischi e lavori solisti parla da sola. Dalla prossima settimana inizieranno un ciclo di lezioni che oggi ci presentano.
Lorenzo Feliciati e Lucrezio de Seta sono un bassista e un batterista eccezionali. Non hanno bisogno di grandi presentazioni visto che la loro lista di collaborazioni, progetti, dischi e lavori solisti parla da sola. Dalla prossima settimana inizieranno un ciclo di lezioni che oggi ci presentano.

Ciao ragazzi, cosa ci suonerete e insegnerete in questo ciclo di lezioni?
Feliciati: Suoneremo tre brani di mia composizione. L'idea di base è mostrare tre maniere diverse ma complementari di affrontare ritmiche in 5. Ogni video mostrerà un approccio diverso, sia batteristico che bassistico e ci vedrete affrontare un 5/4 con l’intento di renderlo circolare, rotondo, lasciando però intatto il caratteristico sapore tipico dei tempi dispari.
De Seta: Insegnare è una parola grossa. Per insegnare bisogna conoscere e seguire il proprio allievo con grande attenzione. Diciamo che questi tre video sono delle idee che proponiamo in modo molto semplice e senza presunzione a chiunque voglia affrontare lo sconfinato argomento delle ritmiche dispare in modo creativo.

Perché avete deciso di impostarle didatticamente in questo modo?
Feliciati - Il dispari è da tempo una mia piccola fissazione. E’ qualcosa che ho suonato e praticato molto soprattutto insieme a Pat Mastelotto, batterista dei King Crimson, con il quale collaboro da vari anni. Poi con Lucrezio, nelle innumerevoli avventure musicali che abbiamo condiviso, abbiamo sempre cercato di complicare il semplice e semplificare il complicato…almeno l'idea era questa!
De Seta -Personalmente credo molto nella capacità di fare proprie le informazioni racchiuse in semplici esempi, piuttosto che dare spiegazioni troppo approfondite, che spesso rischiano di limitare l'argomento a una sola soluzione interpretativa. Uno o due minuti di video, nei quali la musica suonata è diretta e esplicita, volutamente non criptica.
Sarà puoi il fruitore a scegliere quello che vuole rubare, quello che gli interessa: a decidere cosa prendere e cosa lasciare.

Basso e batteria in cinque

Che peso riveste la didattica nella vostra attività di musicisti?
Feliciati - Io insegno da qualche anno al SaintLouis Music College a Roma. Dedico all'insegnamento un paio di giorni a settimana. Per me insegnare - oltre che una maniera di avere delle entrate sicure - è anche e soprattutto un continuo ri-approfondire concetti che fanno parte del mio bagaglio da anni. Attraverso l'osservazione degli studenti e l'analisi del loro percorso didattico/musicale continuo a capire sempre più a fondo io stesso quelle che sono le colonne portanti del bassista: gusto, misura, groove e suono.
De Seta - L'insegnamento ha a che fare con la tua necessità di dare incondizionatamente, e non può e non deve avere nulla di fare con la eventuale necessità di imporre il tuo ego. E' una scelta che presuppone un grande senso di responsabilità che impari quando capisci che quella persona che ha deciso di studiare con te ti sta affidando le sue capacità e il suo futuro e ti sta donando la sua fiducia e la cura della sua personalità musicale. Se poi vuoi sapere quanto l'insegnamento incida sulla mia attività, sicuramente lo fa in modo sostanziale. Ho iniziato a insegnare a 17 anni, forse un po' prestino, ma proprio per questo non ho mai concepito il mio essere musicista scisso dall'essere anche didatta. E' uno dei motivi per cui ho deciso nel 2010 di aprire a Roma una scuola dedicata alla sola batteria, Batteria School, appunto, nella quale si insegna lo strumento basandosi sul metodo didattico che ho sviluppato su me stesso in questi ultimi 32 anni da batterista in continua evoluzione (www.batteriaschool.com)

Oggi, con Internet, si rischia una sovraesposizione alla didattica. A vostro parere e sulla vostra esperienza, lati positivi e negativi di questa situazione?
Feliciati - C'è tanto, troppo. Ma credo sia evidente a tutti, anche ai musicisti alle prime armi, che a disposizione ci siano contenuti interessanti e utili ma anche - soprattutto - moltissimo materiale scadente, mal spiegato e peggio ancora mal suonato. Credo sia fondamentale che ci sia una lunga fase di digestione e sedimentazione delle nozioni acquisite prima di poter pensare di comunicarle, di insegnarle. Troppo spesso, ci si mette in mano a persone che non hanno avuto modo di mettere alla prova quello che hanno imparato in contesti di musica suonata, su un palco o in studio di registrazione. E' per questo che sono felice di collaborare per questi video con voi di Accordo: una realtà consolidata e che vede tra i suoi collaboratori musicisti che quando spengono il computer, dopo aver scritto un articolo, salgono in macchina e vanno a suonare, registrare…

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De Seta - Non vedo lati negativi. Se non quelli insiti nella natura umana, ovvero di voler ottenere tutto subito... Mi spiego. Le informazioni che un aspirante musicista trova oggi attraverso la rete sono un tesoro inestimabile: dal video didattico di un grande Maestro, al video lo-fi del ragazzo che si filma nella cameretta da letto. Se avessi avuto io queste informazioni magari sarei cresciuto tecnicamente molto ma molto prima di quanto invece ci è voluto attraverso lo studio solitario e - molto più importante - attraverso l'esperienza sul campo.
Ma quello che manca oggi a chi si avvicina a questo sconfinato patrimonio didattico a disposizioni di tutti su internet, è proprio l'esperienza di musicista che suona e performa sul palcoscenico. Manca il palco insomma.
Un'ora passata sul palco non si può ripagare neanche con 1000 ore chiusi in una stanzetta a fare scale o rudimenti a 3000 di metronomo. Questo oggi scarseggia ma allo stesso tempo non è certo colpa delle informazioni che girano su internet. Non direttamente, perlomeno.
Diciamo che, in uno scenario ideale, ci vorrebbe un tutor per chiunque studia su internet. Un tutor che sappia indirizzare i giovani a studiare le cose con una finalità principalmente di tipo artistico, non solo semplicemente tecnico. E magari un contatore di ore di studio che ogni 20 ore ti costringa ad andare in sala prove a suonare con altri musicisti. E se non lo fai, non puoi continuare a studiare!
Si tratta semplicemente buon senso e deriva da una sana educazione musicale e stile di vita minimamente consapevole. Quindi, evviva l'informazione. Più ce n'è e meglio è! L’importante è ascoltare tanta musica per capisce subito quale approfondire e quale, invece, scartare...

Ci raccontate i vostri ultimi progetti "Movin On" e "Twinscapes"? 
Feliciati - “Twinscapes” è un progetto in duo con Colin Edwin, bassista dei Porcupine Tree. Nonostante ci siano molti esempi notevoli di duetti tra bassisti, noi abbiamo cercato di dirigere i nostri sforzi in una direzione più compositiva e di suono. Chi ci ha visto live nel giro di concerti che abbiamo fatto ad ottobre, è rimasto colpito dal fatto che usavamo i nostri bassi per creare delle vere e proprie composizioni. Abbiamo cercato di creare ruoli che ci diversificassero attraverso parti scritte e agendo in diverse aree della tastiera. Prestando grande attenzione alla dinamica e cercando sempre di non pestarci i piedi. E pensate che non ci sono assolo di basso nell'album. Con noi dal vivo c'è Roberto Gualdi che ha collaborato anche alle registrazioni dell’album. Il disco è uscito su Rarenoise records (UK), mixato da Bill Laswell, produttore di Herbie Hancock, Motorhead, Pil, Sting…
De Seta - "Movin'On" è il mio primo disco da solista e attendeva di essere realizzato da circa una quindicina di anni. Un progetto in quartetto di stampo prettamente jazzistico ma, come da sempre piace a me, pieno di contaminazioni a cui sono da sempre aperto, spinto dalla mia costante curiosità di conoscere cose, persone e concetti nuovi.
Lo si trova su iTunes, Amazon o sul sito www.headacheproduction.com, e a dire di gente come Antonio Sanchez, Greg Hutchinson e molti altri, sembra sia anche un bel disco... Give it a try! 

Basso e batteria in cinque

In quali altri progetti siete coinvolti al momento?
Feliciati - A marzo di quest'anno uscirà il mio nuovo album solista "Koi" sempre su etichetta Rarenoise, con me ci sono Alessandro Gwis al piano ed elettronica, Steve Jansen (Japan, David Sylvian, R.Sakamoto) alla batteria, percussioni ed elettronica e Angelo Olivieri, Duilio Ingrosso, Pierluigi Bastioli e Stan Adams ai fiati.
De Seta - Al primo posto ho la promozione di "Movin'On", come è normale che sia, ma al contempo sto terminando il nuovo disco dei mitici Virtual Dream, power trio con una storia quasi ventennale alle spalle. Poi ho da poco iniziato a lavorare alla produzione del nuovo progetto del Majaria Trio con Nando Citarella e Paolo Damiani, trio che si prefigge di proporre un repertorio operistico e di musica antica e medievale, in chiave jazzistica.
In uscita nei prossimi mesi ho anche il quartetto con William Lenihan, Jean Philippe Morel e Antonio Figura. Un progetto che abbiamo definito coniando il termine di "Eco-Music", una sorta di new-age contemporanea che ti lascia con la voglia di sentirne sempre di più. Davvero molto bello: non posso esimermi dal farci i complimenti per quello che ne è uscito fuori!

Che strumentazione avete impiegato nei video?
Feliciati - L’ampli è Markbass, un vecchio modello di combo 2x10" ma la qualità è sempre quella Markbass! Poi il basso è un Ibanez Grooveline 5 corde. Le corde sono D'addario Nickel 45/125
De Seta - Una normalissima, quanto rarissima, batteria acustica tedesca di fine anni 80 percossa da bacchette Vic Firth con cassa da 18" e tom da 10", 12", 15" e 16" dotata di pelli Ambassador Sabbiate Remo, più grossi piatti turchi affiancati da altri italiani (UFIP, i migliori!). Il tutto completato da un prototipo di rullante in via di sviluppo con Roberto Villani della RV Drums di Tivoli; una vera chicca che sveleremo appena sarà pronto per la produzione commerciale.

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