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CHITARRA DIDATTICA ONSTAGE RITMI NEWS SHOP

Je suis Charlie. Je serai Charlie
Je suis Charlie. Je serai Charlie

di Mario Monteleone [user #10] - pubblicato il 10 gennaio 2015 ore 20:45
L'11 settembre del 2001, quando i nemici di Charlie Hebdo e di tutto il mondo civile buttarono giù le Torri Gemelle, era un martedì. La domenica dopo sarei dovuto partire per Parigi. Rinunciai al viaggio, preso allora da una paura per me nuova e sconosciuta.
L'11 settembre del 2001, quando i nemici di Charlie Hebdo e di tutto il mondo civile buttarono giù le Torri Gemelle, era un martedì. La domenica dopo sarei dovuto partire per Parigi. Rinunciai al viaggio, preso allora da una paura per me nuova e sconosciuta.
Il 7 gennaio 2015, invece, era un mercoledì. Mercoledì scorso. A Parigi, i nemici di Charlie Hebdo e di tutto il mondo civile ci hanno ancora una volta dimostrato che non serve intelligenza per azionare grilletti e spolette, far precipitare aerei e uccidere in nome di un Dio che di certo non può amare grilletti, spolette, grattacieli in fiamme e kamikaze. Se è un vero Dio.
Tuttavia, nell’enorme e complesso interrogativo che i barbari di Parigi ci hanno macabramente regalato, la mia vita lavorativa rischia di trovare un altro tranello, ancora una volta, come per l’11 Settembre. Domani, domenica, tanto per cambiare ho un volo prenotato per Parigi. Un impegno fissato tre mesi fa. La cosa in sé, in relazione alle dinamiche in gioco nel mondo adesso, è davvero irrilevante. Ma chiunque avrebbe il dubbio se partire o rinunciare. Vero?
Io questa volta ci vado (e dico pure esk, ovvero, e 'sti kazzi). Ci vado per due motivi: il primo è che rinunciare significherebbe dire che i nemici di Charlie Hebdo e di tutto il mondo civile vincono sempre, vivi o morti che siano. Questo non può essere, dal mio punto di vista. Il secondo è che amo troppo Parigi ed è un po’ che non la vedo. Per me è casa, vecchia amica, fascino perpetuo. Conosco bene le persone che ci vivono. Persone civili, gentili, con un alto senso della riservatezza e della libertà individuale, di ogni singolo. Persone che però sanno essere anche latini ed estrosi, quando è il momento giusto. Insomma, belle persone.
Perciò voglio vedere come stanno la mia vecchia amica Parigi e i suoi abitanti, dopo che i nemici di Charlie e di tutto il mondo civile ci hanno fatto vedere come pochi “connards” siano in grado di tenere in scacco milioni di persone. Voglio davvero capire se Parigi resta il posto in cui vivere civilmente e senza paura è ancora lecito. Possibile.
E ho pensato di scrivere e passarvi le mie sensazioni, giorno dopo giorno, con dovizia di dettagli, nel caso. Nella speranza che vi faccia piacere leggerle. Sarà un diario di guerra, una specie di reportage dalla trincea. Mi conforta ricordare che Parigi ha tempo fa fieramente cacciato i Nazisti. Gente forse peggiore dei nemici di Charlie Hebdo e di tutto il mondo civile. Perciò, nel caso, quella in cui mi troverò sarà una trincea ottimista, vincente, non incline alla resa.
E poi domenica partirò dalla splendida città di Pino Daniele. Un’altra emozione da vivere. Ma questa è tutta 'n'ata storia (che prima o poi vi racconterò, promesso).
Tanty Graffy a Tutty


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Non esageriamo...
di chiatarrox [user #36263]
commento del 10/01/2015 ore 21:36:0
Io a Parigi ci vivo da due anni, in sti giorni ero li a lavorare e malgrado ci siano più controlli e molta polizia in giro non ho avuto ne sensazione di insicurezza né di stare in una città blindata...adesso che il livello di allerta é alto a causa di ciò che é successo (pare che i servizi segreti francesi fino alla settimana scorsa sono un po' addormentati) é improbabile che si verifichino altri gesti eclatanti, e nel caso bisogna avere proprio la sfiga di passare di lì in quel momento. Tipo un mese fa hanno fatto una maxi rapina da cartier in avenue degli champs elysées e hanno fatto la fuga attraversando mezza Parigi inseguiti dalla Gendarmerie coi kalashnikov spianati...però nessuno in Italia ne ha parlato...a prescindere dall'avvenimento che in se é orribile per il momento si sta abbastanza al sicuro compatibilmente col fatto che Parigi é una grande capitale europea e certe cose possono succedere (pensate al l'attentato nella metro di Tokyo anni fa)...vieni tranquillo e magari evita solo sinagoghe e quartieri ebraici...
Rispondi
Re: Non esageriamo...
di Mario Monteleone [user #10]
commento del 10/01/2015 ore 22:22:20
Ciao e grazie per l'intervento.

Dico solo che ho amici ebrei a Parigi. Ho dialogato con loro oggi, e la loro sensazione è un po' diversa dalla tua, diciamo più ansiosa. Ma è sicuramente un punto di vista che scaturisce da altri problemi contingenti.
Rispondi
Re: Non esageriamo...
di chiatarrox [user #36263]
commento del 12/01/2015 ore 18:23:33
Si va beh ma gli ebrei sono anche un po' paranoici, io avevo un amico ebreo che girava sempre con il passaporto in tasca caso mai avesse dovuto per qualche motivo (remoto) espatriare nell'arco di qualche ora. Non dimentichiamo che nemmeno un terzo delle vittime era di origine ebraica (due erano addirittura musulmani). Chiaro che se sei ebreo forse hai una percentuale di rischio un po' maggiore, ma anche se fai il poliziotto e direi a sto punto anche se sei musulmano (perché mi aspetterei anche qualche ritorsione di qualche fanatico di estrema destra). Detto questo sto ritornando su sta sera dall'Italia, ti dirò che aria tira...
Rispondi
:-)
di jebstuart [user #19455]
commento del 10/01/2015 ore 22:04:3
Ciao Mario, e grazie del diario, che condivido appieno ed apprezzo infinitamente.
Mi permetto - col tuo permesso - di aggiungere una cosa.

Io guardo con rispetto a qualsiasi cittadino del mondo che rispetti e protegga la vita, a prescindere dal suo credo religioso, dalle sue idee politiche, dal colore della sua pelle e dai suoi gusti rispetto ai piaceri della vita.
Considero invece esecrabile qualsiasi cittadino del mondo che non rispetti la vita, a prescindere dal suo credo religioso, dalle sue idee politiche, dal colore della sua pelle e dai suoi gusti rispetto ai piaceri della vita.

Cercare giustificazioni o distinguo, fare dietrologia inutile o i bastian contrari giusto per buttarla in caciara, non è essere progressisti o radical chic.
E' essere complici. Punto.




"La tolleranza illimitata porta alla scomparsa della tolleranza. Se estendiamo l'illimitata tolleranza anche a coloro che sono intolleranti, se non siamo disposti a difendere una società tollerante contro gli attacchi degli intolleranti, allora i tolleranti saranno distrutti e la tolleranza con essi."
(Karl Popper)
Rispondi
Re: :-)
di Mario Monteleone [user #10]
commento del 10/01/2015 ore 22:37:1
Ciao Generale :-) e ben ritrovato.

Concordo con quanto scrivi. Una società troppo aperta ha un numero infinto di nemici. Ma la Francia e Parigi sono multietniche da sempre, e chiudersi ora sarebbe per loro impossibile.

Per fortuna i livelli di integrazione - nel rispetto delle singole etnie - sono comunque piuttosto alti. Ora tutto sta a capire se gli eventi recenti porteranno, sulla lunga distanza, cambiamenti e riflessioni nuove, soprattutto dal punto di vista legislativo.

Il fatto è che la Francia siamo anche noi, nel senso di nazione confinante e che fa parte dell'Europa. Questo credo sia da valutare attentamente. Analizzare la loro reazione servirà a tutta l'Europa.

Grazie a te.
Rispondi
Re: :-)
di jebstuart [user #19455]
commento del 10/01/2015 ore 23:03:00
Tutto ciò è un gran peccato. Integrare ed integrarsi è una cosa bellissima, con possibilità di crescita culturale infinite.

Spero sinceramente che si chiuda presto questa interminabile stagione dell'odio.
Rispondi
Re: :-)
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 10/01/2015 ore 23:34:56
L'attentato al Charlie Hebdo è un attentato alla Francia, ma soprattutto all'Europa.

Se da un lato risulta come un folle gesto intimidatorio che cerca di costringere alla prudenza gli interventi politici europei (all'interno dei quali la Francia svolge un ruolo attivo di primo piano) in Medio Oriente, dall'altro - cosa assai più preoccupante - cerca di rendere il popolo europeo accecato dall'odio così da spingerlo a rifiutare i musulmani, e poter dire che se l'Europa è contro l'islam allora l'islam è contro l'Europa. Un vero regalo per l'estrema destra e gli ambienti antislamici.

Più che la reazione interventista (nella peggiore delle ipotesi dopo l'esperienza americana), mi preoccupa di più la reazione interna della politica degli stati europei, indebolita già da anni di difficoltà economica.
Rispondi
Re: :-)
di saketman2 [user #18572]
commento del 11/01/2015 ore 00:29:0
Ciao,
quello che dici è vero, il maggior pericolo, ora, è fare "di tutta un'erba un fascio", quindi di non distinguere le giuste differenze etniche-religiose "pulite".
Come "pulite" intendo quelle rispettose del diritto di Libertà ma soprattutto, di Vita e di Pace.
Poi, sappiamo, come, all'interno delle varie Religioni, ci siano delle "discriminazioni sociali" molto differenti.
Discriminazioni di "ruoli" all'interno della Società (vedi quello delle donne per l'Islam).
Ma l'importante è non cavalcare l'odio, quello si che è pericoloso oggi come lo fu nel nazismo...
Gli americani, in merito a quello che è successo, sono stati un po'"schisci" difatti non hanno pubblicato le vignette satiriche...
Rispondi
Re: :-)
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 11/01/2015 ore 14:20:51
Gli americani in dieci anni hanno costruito la realtà che stiamo vivendo, fallendo clamorosamente l'interpretazione dei fatti.

Il terrorismo non è una causa, ma una tecnica di conflitto. È un'arma, non un'ideologia.
È una strategia mediante la quale si spinge persone liberali a prendere iniziative illiberali, compiendo follie criminali i cui successi dipendono dalle conseguenze che innescano.

Per me la risposta più efficace è rappresentata dal rifiuto di farsi terrorizzare trattando l'attacco come un episodio d'orrore passeggero, privandolo cioè del significato che i terroristi cercano di attribuirgli.

Aggiungo ancora una cosa.
Forse ci vorranno ancora un paio di millenni, ma il jihadismo è destinato a scemare. Non si può fermare il nuovo che avanza. È nell'ordine naturale delle cose.
Rispondi
Je Suis Charlie
di saketman2 [user #18572]
commento del 10/01/2015 ore 23:55:42
Bravo Mario :)
Porta a Parigi anche il mio: Je Suis Charlie
Parigi, me la ricordo bene, scrissi qui su Accordo di un mio soggiorno nella bella Città. E' giusto, come dici i Parigini sono persone molto abituati alla "convivenza" ed alla "tolleranza" nelle differenze etniche. Sono davvero splendidi :)
Cosa dire, è uno sgomento quello che è successo nella redazione del bel giornale satirico Charlie Hebdo.
Mi ricordo che circa due anni fa, furono di nuovo minacciati e "condannati" dal folle integralismo islamico (scrissi da opinionista, articoli, in quel periodo su una Testata Online ed il Direttore di Redazione ebbe, purtroppo molte proteste da parte di integralisti sia Fancesi che Europei...).
Ma era giusto dirlo, dire apertamente la propria indignazione!
Ma mi ricordo che non ci furono solo proteste, anzi, e, comunque servì dirlo , la prova fu che toccammo vertici di visite altissimi, quasi da mandare out il nostri server Aruba.
Davvero, come allora, anche oggi, dopo quello che è successo, penso sempre più che la presa di posizione di coraggio da parte della Francia di indire una Protesta pacifica ma risoluta ed indignata, mediante manifestazione, sia ancora, come tu hai fatto notare, una controprova che i Francesi siano persone molto civili che sanno, senza farsi impaurire, rivendicare i propri diritti di Libertà contro gli assurdi ed incivili fanatismi, da qualsiasi parte essi arrivino.

Je Suis Charlie !!!
Rispondi
A me questo slogan non ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 11/01/2015 ore 08:50:40
A me questo slogan non piace, perchè non mi piace il modus operandi del giornale in questione. Perdonatemi se supero la scontata parte in cui mi dico addolorato e partecipe della tragedia delle famiglie in primis dei giornalisti uccisi, che con il tempo rimarranno le uniche davvero coplite a morte nella loro vita in parte irrimediabilmente distrutta, e secondariamente dello spirito sociale comune, che, come sempre, per un principio atavico di conservazione della specie, in tempi più o meno brevi a seconda dei casi, supererà agevolmente l'accaduto incentrando la propria attenzione su altro. Sinceramente, senza trincerarsi dietro il concetto assoluto di libertà di stampa o semplicemente di espressione, esiste qualcosa di più semplice e immediato, detto buon senso, che mi porta a domandarmi se fosse davvero necessario pubbolicare e ripubblicare quelle vignette, visto l'attuale momento storico. Io mi rispondo di no, in quanto fermamente convinto che la comprensione reciproca sia l'unica vera arma contro tutte le forme di scontro etnico e quel genere di manifestazioni mi sembrano essere distanti dal concetto che ho appena espresso. D'altronde sono queste popolazioni che non hanno ancora attraversato lo sviluppo ed il progresso sociale che ha invece avuto l'occidente. Provate a pensare come sarebbero state accolte vignette simili riguardanti il cattolicesimo in uno qualsiasi degli Stati europei 200-300 anni fa o anche meno forse. Si, lo so, anche in Medio-Oriente hanno internet, ma in una società in cui se nasci povero muori povero credo che non siano ancora pronti a certe aperture. E poi smettiamola di dire costantemente Occidente e Islam, il primo identifica un'area geografica, il secondo una religione, è sbagliato utilizzare questa denominazione; in passato ci sono stati colonizzatori cristiani nelle Americhe, in Africa e in Oriente, eppure non mi sembra di ricordare indicazioni del tipo Cristianesimo e Americhe. Non sto giustificando l'attentato, odio la violenza, chiunque sia a perpetrarla e quali che siano le motivazioni, ma odio i vuoti di memoria collettiva, perchè dire Je sui Charlie significa anche dire Je suis Calderoli, che quelle vignette aveva mostrato felice e soddisfatto su una t-shirt, nonostante le sue motivazioni fossero certamente meno nobili rispetto a quelle del giornale francese. Purtroppo, in questo tritacarne mediatico, ci dimentichiamo facilmente di tutto, anche delle cose più importanti e più passa il tempo e più rendo conto di quanto sia difficile andare avanti se non si ha memoria di ciò che ci è successo prima di ieri. Io ho conosciuto storie terribili dei rifugiati politici, quelli veri, fuggiti dalle guerre in nome della religione, e so solo una cosa, che il sangue che scorre nelle vene degli esseri umani è rosso, sempre e a prescindere, perciò amo i giornalisti morti così come amo i bimbi sterminati in Pakistan ed ogni giorno spero in un passo i avanti, che non sarà certamente una nuova guerra di liberazione o per la pace. Siamo noi a dover tendere una mano, perchè sempre più spesso frequentando i luoghi dove la vita scorre per davvero, come le sale d'attesa degli ospedali o le poste o i mercati avverto l'odio o quantomeno il timore verso gli "altri" crescere e questo non va bene, è il preludio al peggio. Scusate per il pippone, ma viene davvero dal cuore.
Rispondi
Re: A me questo slogan non ...
di aPhoenix90 [user #22026]
commento del 11/01/2015 ore 12:29:0
Personalmente credo che pensare che Charlie Hebdo pubblicando quelle vignette "se la sia cercata", è come pensare alla minigonna come attenuante per lo stupratore. La follia non ha bisogno di giustificazioni.

Sicuramente se un cronista dell’epoca avesse provato a spiegare ai persiani l’atrocità delle guerre di religione che sconvolgevano l’Europa, di sicuro i suoi interlocutori avrebbero concluso che tutti gli europei erano barbari. Nel mondo moderno questo non può e non deve accedere. Il processo di modernizzazione (che non c'entra nulla con "occidentalizzazione") è un processo inevitabile di trasformazione sociale che - purtroppo - non ha interessato ancora vaste zone del pianeta.

Se è vero che non possiamo pretendere che norme, valori e strutture sociali proprie di una società moderna siano universalmente condivise, non possiamo nemmeno permettere che tale identità acquisita in secoli di innovazione sia minacciata o costretta a nascondersi da chi non vuole andare oltre l'Alto Medioevo.
Rispondi
Re: A me questo slogan non ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 11/01/2015 ore 13:08:2
Però nell'ambito della tua analisi al mio commento hai erroneamento dato per scontato che intendessi fornire una qualche giustificazione ad un gesto barbaro, accecato come molti, permettimi di dirlo, dal sentimento di ribrezzo, giustamente, oserei dire. Ma, visto che non siamo tutti uguali, io credo di avere il diritto di pensare, andando oltre il comune sentimento di sgomento, che analizzando i fatti non è necessario affermare a tutti i costi un proprio diritto, certamente sacrosanto, gettando benzina sul fuoco.
Esempio, che lo so non c'entrare molto: se vivo in un paese ad alto tasso mafioso, indossare una maglietta contro la mafia ed andare ad urlare sotto casa dei delinquenti che la mafia è una montagna di merda, magari qualche giorno dopo che mio fratello è stato pestato per averci provato con la ragazza sbagliato, sarà una cosa di buon senso? E soprattutto, servirà a sconfiggere la mafia? Eppure è un mio diritto manifestare il mio dissenso no? Personalmente ritengo che per sconfiggere la mafia, almeno nella quotidianità che si vive in un paese come il mio, sia sufficiente da parte mia isolare certi soggetti, non scendere mai a patti per mio interesse personale, non ossequiarli al bar quando mi trovo fianco a fianco con loro, magari non fare uso di sostanze stupefacenti o ricorso alla prostituzione o anche al gioco d'azzardo, macchinette legalmente presenti in tutti i bar comprese, la cui gestione, come molti sapranno, è legata ad ambienti non propriamente limpidi, e così via...Cercando cioè di essere bravi cittadini. Invece vedo tantissima gente asserire di essere totalmente avversa a comportamenti mafiosi, nel mentre si fuma una canna (legittimamene se fosse legale e per me dovrebbe esserlo) il cui acquisto però ingrassa le tasche dei mafiosi.
Anzichè fare stupida satira in un momento pieno di tensione, andiamo tutti insieme a vedere cosa sono i centri di accoglienza, informiamoci sul fatto che i 30€ al giorno per gi immigrati sono una fandonia, perchè in realtà di quella cifra arrivano nelle loro tasche 2-3€, il resto serve a coprire le spese e a pagare gli operatori che li seguono, fermiamoci ad ascoltarli, viviamo con loro, che è diverso dal tollerarsi reciprocamente come (talvolta) accade in un appartamento di universitari, in cui ognuno campa per conto proprio cercando di non litigare.
Spero di essere stato chiaro nella spiegazione di ciò che intendo dire. Semplicemente essere liberi di fare qualcosa non significa doverlo fare per forza, quantomeno non sempre e comunque. Detto ciò, ribadisco, amo i giornalisti francesi uccisi, così come i 132 bambini di Peshawar morti il 16 dicembre scorso, uccisi senza aver neanche pubblicato una vignetta satirica, dunque neanche in nome di alcuna libertà, eppure il mondo occidentale li ha già lasciati indietro. Forse perchè sono lontani? Forse perchè sono pakistani? Forse perchè poi ci sono state le vacaze di Natale e Capodanno?
Non ti sto attaccando ma non mi piace la banalità con la quale hai analizzato, per di più superficialmente ed erronamente, dato che penso si capisca che non intendessi quello che hai letto tu, il mio pensiero. E nemmeno mi sto lamentando del fatto che 12 vignettisti facciano più notizia di 132 bambini, perchè un morto è un morto e non ce n'è uno più importante di un altro, semplicemente esprimo un'opinione su qualcosa che reputo inutile, anzi, proprio sbagliata, senza per questo dire che se la sono cercata.
Rispondi
Re: A me questo slogan non ...
di Guycho [user #2802]
commento del 12/01/2015 ore 11:27:14
I terroristi che hanno colpito non venivano certo dai centri di accoglienza.
Rispondi
Re: A me questo slogan non ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 12/01/2015 ore 11:52:24
E quindi? Cacciamo via tutti gli immigrati dalle città europee, compresi quelli di seconda o terza generazione perchè su decine di milioni qualcuno di essi potrebbe sposare la causa del terrorismo?
Rispondi
Re: A me questo slogan non ...
di Guycho [user #2802]
commento del 12/01/2015 ore 23:35:55
Si potrebbe, perlomeno, smetterla di addurre giustificazioni, di qualsiasi tipo.

Il mondo è pieno di ingiustizie, la stessa nostra società ne è impregnata: non per questo vado in giro ad ammazzare la gente.
Rispondi
Re: A me questo slogan non ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 13/01/2015 ore 00:12:58
Non mi pare di aver scritto da nessuna parte che ci sia qualcosa da giustificare, dato che non penso sia possibile farlo di fronte a barbarie del genere.
Rispondi
Re: A me questo slogan non ...
di kirschak [user #32705]
commento del 12/01/2015 ore 17:52:07
Sottoscrivo, parola per parola
Rispondi
Re: A me questo slogan non ...
di MM [user #34535]
commento del 12/01/2015 ore 17:48:43
Ho provato profondo orrore per quello che è successo.
Sono contro ogni forma di violenza e questa è stata devastante, col cuore sono coi familiari di tutte le vittime, un bilancio in termini di vite umane pesantissimo.
Tutto questo non ha nulla a che fare con la religione e con Dio, che è unico per tutti e che mi fa prendere le distanze in modo assoluto da questo fanatismo che imperversa e non so dove ci porterà. Serve buon senso, amore, e anche perdono, sì, anche perdono.
Comunque concordo con te, nemmeno a me piace il modus operandi di quel giornale e in quello slogan non mi ci ritrovo.
Rispondi
Je ne suis pas Charlie Hebdo.
di dale [user #2255]
commento del 11/01/2015 ore 10:53:5
Ciao Mario, retorica a parte, il tuo pur rispettabilissimo discorso mi sembra un po' debole e anche, permettimi, capzioso.
Le immagini che abbiamo visto in questi giorni sono semplicemente sconvolgenti nella loro violenza, una vera barbarie che chiunque deve condannare, al di là delle religioni e delle opinioni personali.
Però risparmiaci il luogo comune dell'11 settembre e della civiltà occidentale, rappresentata in questo caso da USA e Parigi come luogo di civiltà e di gentilezza.
Sugli USA nemmeno mi soffermo, su Parigi, pur non avendoci abitato ma visitata solo 2 volte per turismo, ho letto e visto che non è che sia questo campione di integrazione e civiltà, ma in realtà ci sono evidenti disuguaglianze come i recenti fatti di cronaca ci hanno dimostrato.
In più tu dici di conoscere le gente che ci abita, come se si trattasse di un borgo, cosa praticamente impossibile; più corretto è dire che i parigini con cui sei venuto a contatto sono persone civili ecc…ma ti potrei dire io lo stesso dei peruviani, cambogiani, tedeschi, spagnoli, tanzaniani, argentini, venezuelani, indiani ecc…..l'elenco è lungo, non lo dico perché sarebbe una cosa stupida da dire a mio avviso perchè di certo non comprende la totalità delle persone.
Anzi la Francia (insieme all'Inghilterra e di conseguenza USA ed Israele) è uno dei più grandi violatori dei diritti umani di tutti i tempi, paese autore di autentiche carneficine,purtroppo la violenza genera solo altra violenza, come ben sai e di certo inorridiamo quando ci sporca il giardino di casa, che se ne stia là dove non la vediamo!
Secondo, lascerei perdere anche le considerazioni sul "vero" dio o meno, certo chi odia l'uomo tanto da negargli la vita non può amare dio, anche io la penso così; ma non ricordo un tuo diario sui massacri quotidiani perpetrati dagli occidentali (per di più con l'aberrazione di portare la democrazia con una guerra "giusta" o "umanitaria") sistematicamente in 3/4 del mondo, delle persone uccise, mutilate, bruciate vive, violentate, incarcerate e private della loro libertà e dignità.
Se invece lo hai fatto ti chiedo scusa anticipatamente e li vado a leggere.
Terzo, Charlie Hebdo lo conoscevo da prima, sono anche un appassionato di satira, non sempre mi ha fatto ridere e non sempre ho trovato giuste/geniali/azzeccate le sue vignette, quindi io rispetto la satira, rispetto l'essere umano in quanto tale, sia quello gentile e francese che quello brutto sporco e cattivo musulmano siriano, senza differenze, soffro nel vedere il massacro di Parigi non meno di quanto sgomento provo per Gaza, Kabul (dove ho anche vissuto), Aleppo, Kobane, Bagdad ecc…
Però io non sono Charlie Hebdo.


Con rispetto ed amicizia.


Dale.
Rispondi
Fine
di Mario Monteleone [user #10]
commento del 11/01/2015 ore 23:06:59
Grazie a tutti per aver scritto, al di là di ogni contenuto che io possa o non possa condividere. Però mi fermo qui, perché secondo me la discussione sta prendendo una direzione forse rischiosa. L'argomento non è dei più semplici, va ammesso, e le opinioni a riguardo possono essere innumerevoli. Però meglio non continuare, intravedo la possibilità di trascendere e questo non è certo il luogo adatto (nessun luogo lo è).

Avevo anche scritto la parte per oggi, ma mi fermo qui. Chi vuole può contattarmi in privato; sarò felice di raccontare ciò che ho visto.

Aggungo solo tre cose:

1- ho scritto "nemici del mondo civile" in cui includo tutta l'umanità che protesta contro ogni forma di sopruso e violenza, al di là di razze, colori e bandiere. E per fortuna ce n'è tanta. Ce n'era tanta anche per l'11 Settembre e tantissima a Nation ieri sera.

2 - Oltre Anonymous, persino Hamas ha preso le distanze dal fanatismo integralista terroristico, che questa volta (purtroppo in modo ricorrente) è islamico. A mio parere, non prendere nettamente le distanze da questo tipo di fanatismo (condannato ripeto anche da Hamas) è un errore.

3- Bisognerebbe imparare una volta per tutte a distinguere i livelli del dialogo. Qui, cioè nel mio, la politica non c'è. C'è solo l'umanità, che come ho già detto prende le distanze da tutti coloro che vanno in giro a sparare o uccidere gente inerme. Come ha detto Michele Serra, qui non c'entra più la satira (ovvero le consiiderazioni che sberleffano la politica) ma la liberrtà degli individui.

Grazie a tutti. Ovviamente se volete potete continnuare a scambiare opinioni.
Rispondi
Re: Fine
di Claes [user #29011]
commento del 12/01/2015 ore 13:41:39
> Qui, cioè nel mio, la politica non c'è. C'è solo l'umanità, che come ho già detto prende le distanze da tutti coloro che vanno in giro a sparare o uccidere gente inerme < Vi è una assoluta maggioranza di musulmani in Europa che non condividono 7/11 Twin Towers e adesso 7/1. I musulmani che vivono dalle nostre parti devono però adattarsi a come siamo noi in Europa o tornare nel Medio Oriente! Anche noi in Europa abbiamo guerre di religione e massacri sulla coscienza ma v'è pace religiosa da molti anni. Guerre di conquista ve ne sono purtroppo sinora...
Rispondi
Capire Charlie Hebdo
di chiatarrox [user #36263]
commento del 12/01/2015 ore 18:18:48
Scrivo questo post per rispondere a Tyler e un po' a tutti che sono sulla sua linea.
Ovviamente nessuno é obligato ad apprezzare Charlie Hebdo che per altro é criticato anche da molti francesi. Ciò non toglie che in Francia sia un simbolo: non rappresenta solo satira ma anche la libertà di espressione più profonda che é una cosa abbastanza specifica dei francesi. Charlie Hebdo nella sua storia ha "rotto i coglioni" più i meno a tutti mica solo ai musulmani: a politici importanti, a ebrei, a cristiani e via discorrendo e bene o male gli é sempre stata garantita questa possibilità. In Italia se ci vai troppo pesante con la satira ti esiliano dalla televisione pubblica e più in generale ti stroncano la carriera. Per dire: la Francia é il paese che ha dato asilo politico alle Femen, una roba che, a mio avviso, non avrebbe veramente ragione di esistere, e, anche se credo che il 99% dei francesi la pensino uguale, per loro il semplice fatto di garantire il diritto di esprimere un'opinione (per quanto stupida e confusa sia) ne giustifica il supporto o quanto meno il "permesso di esistere". Quindi culturalmente tutti i francesi sono Charlie, non tanto per le opinioni espresse dal giornale, ma per quel che rappresenta. E secondo me é giusto così.
Rispondi
Re: Capire Charlie Hebdo
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 12/01/2015 ore 18:50:59
Chiaramente rispetto la tua opinione. Detto ciò, parlando delle femen, te lo dico spassionatamente, il giorno in cui qualcuno mi spiegherà il senso del mimare atti sessuali in Vaticano con un crocifisso, convincendomi della bontà della cosa, sarò pronto ad abbracciare la causa e a fare la stessa cosa. Nel frattempo, in questo clima di garantismo falsissimo che aleggia nell'aria in Italia, come sempre dopo accadimenti eclatanti o sconvolgenti, e non sto dicendo che la cosa riguardi te, io sostengo che quella è una cosa di pessimo gusto, deplorevole e riprovevole, vergognosamente volgare, che offende milioni di persone, che in quella effige trovano conforto. Vedi, le iconografie religiose vanno rispettate, in primis in quanto parte integrante della cultura dei popoli, atrimenti mettiamoci a ironizzare sul perchè in Tibet ti regalino una sciarpa come gesto d'accoglienza o del perchè i bolognesi brucino il vecchione in Piazza Maggiore a Capodanno o del perchè nella cultura giapponese tanta importanza abbia il travestimento femminile nel teatro da parte degli uomini...Tornando alle iconografie religiose esse sono inoltre un appiglio nella disperazione di alcuni frangenti della vita di taluni e basterebbe solo questo per garantirne un rispetto assoluto. Quanta gente non credente non praticante o progressista puoi incontrare nella cappella di un ospedale è qualcosa di incredibile, non ci crederesti. Il bello sai qual è? Che queste tesi le sto sostenendo fermamente io, che sono un ateo convinto!?
Ed oggi cosa sento al tg? Che nel prossimo numero di Charlie, pubblicato in edizione speciale con una tiratura di 1000000 di copie in 15 o 16 lingue diverse, verranno riproposte quelle vignette. Questa non è solo mancanza di buon senso, questo è fanatismo al contrario. E ci sta pure gente che ha devoluto mezzo milione di euro o più per il giornale francese. Non era forse meglio costruire un ospedale per Emergency recante il nome del giornale francese con quei soldi, magari proprio in uno Stato appartenente all'area islamica? Quello forse sarebbe stato uno schiaffo morale sostanzioso e non una semplice e banale provocazione gratuita. Spero di non risultare troppo pedante, ma non ci posso far niente.
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Re: Capire Charlie Hebdo
di MM [user #34535]
commento del 13/01/2015 ore 09:20:20
Stretta di mano virtuale a Tyler, concordo su tutto.
E, lo dico per togliere ogni dubbio: nessuna giustificazione a questo orrore.
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Re: Capire Charlie Hebdo
di Mario Monteleone [user #10]
commento del 13/01/2015 ore 10:01:2
Interrompo il silenzio per poi riprenderlo immediatamente.

Tyler, le tue interpretazioni e le tue scelte sono estremamente condivisibili. E vengono dalla possibilità che ti viene data di essere un uomo libero, in ogni senso. Tale possibilità, probabilmente in maniera poco evidente, o estremamente perfettibile, ti viene data dalla nazione in cui vivi. Questo va riconosciuto. Perciò hai la libertà di esprimere le tue opinioni che ripeto sono estremamente condivisibili.

Anche io ho il tuo stesso rispetto per il concetto di Sacro: metterlo in pratica lo considero un atto di civilità. Qui però a mio parere è più in gioco il concetto di tutela della libertà (intesa come libertà di parola e pensiero, non libertà di uccidere il prossimo, ovviamente). E il vero problema è che la libertà è purtroppo un sistema multidimensionale, fatto di "placche tettoniche in eterna collisione", legato come tu hai ben detto a presupposti culturali e sociali estremamente diversi fra loro, che strutturano concetti di libertà differenti per ogni nazione o etnia. Ciò fa sì che questa libertà multidimensionale rischi sempre di di provocare terremoti e collisioni fra culture diverse.

Cerco di spiegarmi meglio, rapidamente: tu sei libero di esprimere il tuo rispetto per il Sacro, altri sono liberi di dissacrare. Tu sei libero di indignarti per la dissacrazioni, altri sono liberi di fare satira sulla tua indignazione. E così via. È una specie di loop, se vuoi, che però garantisce le posizioni di chiunque, almeno in un sistema che abbia equamente come prioritaria la tutela delle libertà di parola e pensiero di ogni singolo individuo.

Concludendo, la libertà e la sua tutela portano naturalmente a studiare soluzioni intelligenti per la coesistenza delle differenti interpretazioni. E aggiungo che la Satira è una di queste: è un'arma leggera contro l'oscurantismo e la violenza, un'attività antica, da cui tante civiltà e nazioni hanno tratto giovamento. Penso ad esempio a Jonathan Swift.

La Satira può non piacere, ma esiste e ha la libertà di esistere, La cosa aberrante invece è uccidere chi ti fa satira contro. È aberrante sempre e comunque. Al di là di ogni motivo. Quando uccidi chi fa satira, di fatto dimostri di non avere capacità di dialogo, di comprensione, e di tolleranza. Dimostri di essere stupido, e uccidi la libertà perché sei stupido, e nel caso di Charlie Hebdo non perché hai un senso religioso.

Grazie per aver letto.

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Re: Capire Charlie Hebdo
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 13/01/2015 ore 10:53:09
Capisco quello che mi stai dicendo e sono anche d'accordo con te. Però, non c'era bisogno dell'attacco al giornale per sapere di cosa fossero capaci questi esaltati. Lo ripeto perché la cosa è già finita nel dimenticatoio, il 16 dicembre hanno ucciso 141 bambini a Peshawar come ritorsione. Questo solo per dire che prima ancora che l'odio verso l'occidente e le varie libertà ottenute nel corso dei secoli, questi terroristi non hanno rispetto per la vita stessa. Uccidono i loro stessi bambini, sono andati oltre anche il razzismo interno fortissimo contro minoranze come gli Azara! Sulla satira io non mi sognerei mai di censurare, intendiamoci, mi appello solo al buon senso degli editori su cosa sia evitabile in taluni momenti. Ciò forse stride con il concetto stesso di libertà e a 20 anni non avrei avuto queste posizioni, ma oggi come oggi per me la vita ha un valore assoluto. Le nostre libertà ci sono e te lo dico spassionatamente non credo che verranno intaccato da questo attentato, che per di più non si è ancor ben capito se sia stato compiuto da due mele marce della periferia parigina o da due affiliati esperto ed addestrati dalla compagine militare dell'Isis o di al q
Qaeda. D'altronde le Torri Gemelle ed il Pentagono mi sembrano attacchi più eclatanti, efferati, militarmente organizzati e, in termini di bilancio di perdite di vite umane, pesanti, ma continuiamo a circolare liberamente per il mondo. Tu sei disposto a scambiare, temporaneamente, un pezzetto di quella libertà con qualche vita in più se fosse possibile? II si, ma ripeto, solo per Buon senso, non per censura e non come conseguenza a questo attacco. L'appendice relativa al mio dissenso rispetto a quelle vignette è solo una questione di "gusto" personale. Per fare un paragone, vorrei che farsi una canna fosse legale ma non fumerei ed in un dibattito direi semplicemente che non fa bene e sarebbe meglio evitare di farlo. Ora forse però è meglio che taccia perché sto monopolizzando il tuo diario. Tanto quello che penso credo sia chiaro.
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Re: Capire Charlie Hebdo
di MM [user #34535]
commento del 13/01/2015 ore 10:55:2
Personalmente ringrazio Dio, che esista la libertà di pensiero parola e stampa; nei luoghi dove questo diritto è negato (e in tanti paesi islamici, e non, oggi è così) la vita non è a colori.
Mi chiedo però, e lo chiedo sempre a me stesso in primis: in nome della satira (che ha il sacrosanto diritto e libertà di esistere), è davvero sempre tutto possibile e lecito? posso sempre esprimermi come mi pare e piace? e la satira, è davvero sempre un'arma leggera?
Chiudo ribadendo il mio più profondo cordoglio per le vittime di questo orrore indescrivibile (che ci coinvolge tutti) e per i loro familiari.
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