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Il suono in maschera
Il suono in maschera
di [user #42145] - pubblicato il

Lezione di canto. Dopo aver affrontato la respirazione e il sostegno oggi spiegheremo cos'è un suono in maschera e affronteremo alcuni semplici esercizi per imparare a portare la voce in "avanti". Di riflesso, impareremo a evitare quell'effetto che in gergo si chiama, voce "ingolata".
Lezione di canto. Dopo aver affrontato la respirazione e il sostegno oggi spiegheremo cos'è un suono in maschera e affronteremo alcuni semplici esercizi per imparare a portare la voce in "avanti". Di riflesso, impareremo a evitare quell'effetto che in gergo si chiama voce "ingolata".

Come abbiamo visto nelle lezioni precedenti, la produzione di un suono corretto è la concatenazione del giusto utilizzo dei vari organi finalizzati alla fonazione. Abbiamo parlato di respirazione costo/diaframmatica e il suo conseguente appoggio e sostegno del suono. Ora comprenderemo dove portare questo suono.
La colonna d'aria (sostegno) che passa attraverso la trachea giunge nella laringe dove le corde vocali, poste all'interno di quest'ultima, cominciano a vibrare e produrre suono. Quest'ultimo ha bisogno di casse di risonanza - risuonatori - come per qualsiasi altro strumento, così da poter acquistare corpo e volume.
Le casse armoniche in questione sono la cavità faringea, cavità orale e cavità nasale.
Quest'ultime sono modificabili in spazio e conformazione, grazie agli organi mobili: lingua, laringe, labbra, velo palatino. Queste modifiche caratterizzano il colore, l'intensità e il timbro vocale.
Oggi, concentrandoci su come portare il suono in avanti, impareremo di riflesso a evitare l’effetto della voce ingolata e indietro.
Questi i quattro esercizi proposti che potrete seguire nel video.

Il suono in maschera

Foto Anna Minguzzi

Il primo esercizio prevede la posizione chiamata labbra a cerchio: la mandibola si abbassa leggermente e lingua è disposta a cucchiaio, quindi tenuta bassa con la punta appoggiata sugli incisivi inferiori. Mi raccomando, non tiratela indietro e non sollevatela. Inizialmente concentrate il suono nel naso e per vedere se state portando effettivamente lì il suono, durante l'emissione tappate le narici. Se il suono si interrompe state lavorando correttamente. 
Ora, dal suono racchiuso esclusivamente nel naso espandete quest'ultimo alle altre cavità: orale, faringea e seni nasali. La sensazione sarà quella di aprire il suono, di renderlo rotondo. Noterete che il palato molle si solleva.
A questo punto, dovreste percepire il suono sul palato in avanti e nei seni nasali; un po' come se indossaste la forma della mascherina dell'aerosol e immaginaste di doverla riempirla di suono.
La mia insegnante diceva: “Bisogna cercare la qualità del suono nel naso ma mai del naso nel suono!"

Per il secondo esercizio tenete la bocca aperta e immobile. Portate il suono nel naso, successivamente espandetelo agli altri risuonatori pronunciando tre volte: "unghò – unghò - unghoooooooo" facendo attenzione al movimento del palato molle che si solleverà ogni volta che dalla "U" - suono nel naso – pronuncerete gho - suono aperto anche nella faringe e bocca -. Come indicato, nell’Unghooo finale, ricordate di tenere la nota conclusiva lunga.

Terzo esercizio. La bocca sta ancora  aperta e immobile. Eseguiamo una porzione di scala cromatica ascendente e discendente pronunciando ogni nota con il fonema unghò.

L’ultimo esercizio parte sempre con la bocca aperta e immobile. Eseguite ancora una scala cromatica ascendente e discendente pronunciando unghò ma, questa volta, ampliandone l'estensione.

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