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La tavolozza del chitarrista
La tavolozza del chitarrista
di [user #6868] - pubblicato il

Il suono è nelle mani. Il suono è nello strumento. Il più delle volte, il suono è il risultato di un'alchimia inimitabile tra numerosi fattori legati al musicista quanto alla sua chitarra e tutto quello a cui la collega, e la strada per raggiungere il proprio tone va inevitabilmente a braccetto con la tecnica.
Il suono è nelle mani. Il suono è nello strumento. Il più delle volte, il suono è il risultato di un'alchimia inimitabile tra numerosi fattori legati al musicista quanto alla sua chitarra e tutto quello a cui la collega, e la strada per raggiungere il proprio tone va inevitabilmente a braccetto con la tecnica.

Spesso su forum, post e commenti si leggono luoghi comuni del tipo: "l'importante è il chitarrista, non la chitarra" o "il suono è nelle dita" o anche "preferisco dedicarmi allo studio della tecnica e alla musica che agli strumenti".
Sono frasi lapidarie che sembrano voler rendere inutile qualsiasi ricerca sugli strumenti e sul loro suono. Alla luce di queste affermazioni, qualunque discussione in merito al valore della strumentazione appare oziosa e fine a se stessa. D’altra parte, giudizi personali e valutazioni sugli strumenti risultano invariabilmente discordanti e dunque sembrerebbe davvero che si possa chiudere sul nascere qualsiasi discussione sugellandola con un "è una questione di gusti".

Il punto di partenza che bisognerebbe dare assolutamente per scontato è che uno strumento musicale è, per l’appunto, soltanto uno strumento. Anche la chitarra più prestigiosa è del tutto inutile nelle mani di un musicista mediocre e anche una chitarra pessima può produrre la migliore musica nelle mani di un grande artista, questo dovrebbe risultare ovvio. Molti musicisti hanno dato prova del loro talento in memorabili performance chitarristiche eseguite con corde arrugginite, cigar box, vecchi catenacci, strumenti auto costruiti con materiali di riciclo o diddley bow con una sola corda. Significa allora che la qualità degli strumenti non ha alcun valore?
In troppi concerti a cui assisto mi capita di ascoltare suoni di chitarra scialbi e inespressivi che, indipendentemente dal volume, si disperdono nel mix del sound della band o nel riverbero di ambiente della sala, distorsioni aspre e povere di armoniche, drastici tagli di frequenze, effetti inappropriati o di dubbio gusto. Magari sul palco c’è uno stack con testata e cassa a quattro coni, ma il suono della chitarra non arriva al pubblico con incisività. Troppo spesso le frasi citate in apertura vengono utilizzate come pretesto per trascurare con pressappochismo la ricerca di un sound efficace e sminuire il ruolo della strumentazione.

La tavolozza del chitarrista

C’è chi ha affermato che il sound degli strumenti ha un ruolo marginale, come la cornice in un quadro. Al contrario io ritengo che i suoni di un musicista rivestono la stessa importanza dei colori sulla tela di un pittore.
Se Michelangelo, per affrescare la Cappella Sistina, avesse avuto a disposizione solo vasetti di colore da negozio di ferramenta, il risultato sarebbe stato paragonabile a quello che ammiriamo ancora oggi? Se gli affreschi fossero stati eseguiti da un pittore mediocre con gli stessi colori che ha usato Michelangelo, avrebbe ottenuto un risultato analogo a quello di Michelangelo? Sono domande di una tale ovvietà che è del tutto inutile cercare una risposta. Il punto è che il talento artistico di Michelangelo passava anche per l'assoluta padronanza dei materiali che utilizzava per produrre i colori, per l'incommensurabile conoscenza degli strumenti di cui si serviva e delle tecniche che adoperava.
Odio le armi da fuoco e non ne ho mai usata una. Se dovessi sparare, chi avrebbe più probabilità di centrare il bersaglio? Io con un fucile di precisione o un tiratore scelto con un vecchio archibugio? Credo che anche questa sia una domanda oziosa e inutile. La competenza di un tiratore scelto passa anche attraverso la sua conoscenza delle armi e la sua capacità di saper utilizzare le funzioni di un mirino e di un’arma di precisione molto meglio di quanto potrei fare io.
Sembrano affermazioni di una banalità sconcertante ma, chissà per quale motivo, domande del tutto analoghe abbondano nelle discussioni dei chitarristi.

La tavolozza del chitarrista

Una volta, mentre cercavo di spronare un amico a migliorare il suo suono, lui mi rispose: "Mi occuperò della strumentazione quando avrò imparato a suonare". Sembrerebbe un’affermazione saggia di primo acchito ma la verità è che non si finisce mai di imparare a suonare e non si finisce mai di migliorare il proprio suono. Curare il proprio suono inoltre può aiutare a progredire con la tecnica sullo strumento. Fraseggio e padronanza della tastiera vanno sviluppati in maniera parallela alla capacità di riprodurre i suoni che abbiamo in mente e di conseguenza alla ricerca di strumenti adeguati.
Molti chitarristi hanno incentrato il loro percorso musicale proprio su questo aspetto.
Les Paul per esempio era un infaticabile sperimentatore. Verrà ricordato per sempre come uno dei più grandi chitarristi mai esistiti, non solo per il modo in cui muoveva le dita sulla tastiera ma anche per i suoni che produceva. Per suonare al meglio la sua musica e riprodurre i suoni che aveva immaginato, precorse l’uso delle solid body ed elaborò tante altre geniali intuizioni, tra cui il delay.

La grandezza dei Rolling Stones è anche nel loro inimitabile sound e nella cura scrupolosissima della strumentazione impiegata. Nel 1965 Keith Richards fu tra i primi a riscoprire la Gibson Les Paul e tra i pionieri del pedale fuzz. Ancor oggi il backline e le chitarre sul palco degli Stones rimangono di qualità insuperata. Una Telecaster originale dei primi anni '50 può avere dei bassi molto possenti e corposi, per questo motivo Richards utilizza la sua amata "Micawber" senza la corda del Mi basso, per evitare di interferire con lo spettro di frequenze del bassista. Questa cura maniacale per il sound non è un esercizio ozioso che ha distratto gli Stones dalla loro musica ma al contrario da più di mezzo secolo è uno degli ingredienti del loro successo. Curare i suoni con attenzione non ha impedito a Jagger e Richards di sviluppare negli anni il loro straordinario genio compositivo, il grande sound delle chitarre degli Stones ha anzi valorizzato la loro musica e il talento di grandi chitarristi come Keith Richards, Mick Taylor e Ron Wood.

Negli anni '70, il giovane Adrian Belew era più impegnato a imitare con la sua chitarra il barrito di un elefante che a studiare scale, eppure la sua Stratocaster ha fornito un preziosissimo contributo alla musica di Frank Zappa, David Bowie, Talking Heads, Laurie Anderson e Robert Fripp.
Johnny Marr, chitarrista degli Smiths, ha più volte sottolineato nelle interviste che il punto di forza dei suoi riff non è nella disarmante semplicità dei giri armonici ma nella ricerca di suoni intriganti.
Nell’ottavo disco in studio di Jeff Beck, l’ottimo You Had It Coming pubblicato nel 2001, indubbiamente il lavoro di ricerca sul sound della chitarra riveste un ruolo più importante della scrittura compositiva dei brani di per sé. Gli esempi potrebbero continuare ancora molto a lungo perché tutti i più grandi chitarristi, accanto a uno stile caratterizzante e inimitabile, hanno saputo sviluppare una ricerca sui suoni altrettanto personale ed esclusiva. I delay della Stratocaster di Hank Marvin, il binomio fuzz-wah coniato da Hendrix, i wall of sound dei Marshall di Johnny Thunders o di Johnny Ramone sono stati seminali nella storia del rock almeno quanto lo sviluppo delle tecniche chitarristiche strettamente intese.

I più grandi chitarristi hanno saputo sviluppare con il proprio strumento una voce così personale da essere riconoscibili anche da una sola nota.
Sicuramente questo risultato è raggiunto grazie a decine di anni di esperienza alle spalle, vasta cultura musicale, padronanza virtuosa della tecnica chitarristica, maestria con scale, modi, accordi e rivolti, comprensione profonda di differenti linguaggi stilistici e abilità di spaziare tra questi con grande naturalezza. Tuttavia il suono di un guitar hero non è solo il risultato del tocco delle sue dita ma anche del tempo dedicato a studiare la strumentazione affiancato da fonici, produttori, tecnici, liutai ed esperti. Come ogni artista figurativo che si rispetti, dietro allo sviluppo delle tecniche più tradizionalmente intese, c’è anche un lungo lavoro di studio sui materiali impiegati. Non esiste scultore che non tragga ispirazione dai materiali che lavora. Parte fondamentale del lavoro dello scultore è proprio la selezione accurata di questi materiali.
Allo stesso modo, non può esistere un buon sarto che non abbia una valida cognizione delle stoffe da confezionare. Eppure, in molte esibizioni live si ha la sensazione di vedere sarti all’opera con stoffa scadente: chitarristi che non producono un buon sound.

Ora sorgono spontanee le domande: qual è un buon sound? Qual è una buona chitarra? Come riconoscere una buona strumentazione?
Come si può immaginare, non esistono risposte assolute perché tutto è relativo al progetto musicale che si intende portare avanti. Lou Reed diceva: "Esiste un intero mondo di sound diversi".
Molti esperti di pianoforti concordano sull’idea che il miglior piano mai realizzato è lo Steinway & Sons Model D 274  Concert Grand, preferibilmente prodotto durante l’epoca d’oro della casa, prima della seconda guerra mondiale, quando si adoperavano legni di alberi cresciuti almeno 150 anni e stagionati naturalmente attraverso uno stoccaggio di decenni.
Se però la nostra intenzione non è ispirarci ai suoni di Arthur Rubinstein ma piuttosto ricreare un’atmosfera da saloon, il pianoforte verticale scordato che giace nella soffitta della nonna potrebbe essere una scelta più appropriata a restituirci quell’effetto honky tonk che cerchiamo.
Il punto di partenza è avere consapevolezza del proprio progetto musicale e degli strumenti che si scelgono per attuarlo.
Sicuramente a Roy Lichtenstain o ad Andy Warhol sarebbero stati più utili dei tubetti di colori acrilici acquistati in un comune negozio che i colori elaborati da Michelangelo per affrescare la Cappella Sistina, questo però non significa che Lichtenstein e Warhol avessero scelto i loro colori a caso.
Un grande suono non inizia necessariamente con la migliore chitarra ma parte dalla testa: bisogna avere ben chiaro in mente il proprio progetto musicale e immaginare quale tipo di sound sia funzionale alla musica che si intende proporre in pubblico. Occorre prefigurare nella mente il timbro che si desidera per il proprio strumento e studiare il modo di ottenerlo con la stessa cura che prestiamo allo studio di scale e diteggiatura.
Come in cucina, si deve prima decidere quale ricetta si intende preparare per poi poter scegliere gli ingredienti appropriati. La capacità di un grande chef è anche nella conoscenza e nella selezione accurata degli ingredienti, per questo motivo la mano di un valido cuoco si apprezza anche nelle ricette più semplici.

La tavolozza del chitarrista

Il modello di sound che portiamo in mente e a cui aspiriamo viene definito dagli anglosassoni "tone reference" e naturalmente nella maggior parte dei casi è ispirato dal chitarrista o dai chitarristi che hanno maggiormente impressionato il nostro immaginario musicale.
Nella seconda metà degli anni '60 chitarristi come Mike Bloomfield, Keith Richards, Eric Clapton, Peter Green, Mick Taylor, Jeff Beck, Jimmy Page, Paul Kossoff e Stan Webb scoprirono il grande universo sonoro delle Gibson Les Paul prodotte nel decennio precedente. Sono di fatto i primi ad aver rivalutato le chitarre di produzione vintage con lungimiranza. I suoni di questi musicisti sono indicati come tone refrence da moltissimi chitarristi in tutto il mondo e per questo motivo le Gibson Les Paul Model Cherry Sunburst prodotte tra il 1958 ed il 1960 sono considerate oggi "le Steinway D delle solid body".
Le chitarre anni '60 a quattro pickup di fabbricazione giapponese tipo Teisco, Kawai o Kingston erano espressamente concepite come strumenti super economici di serie B, ma si sposavano perfettamente con la poetica proto-punk e il sound selvaggio e irriverente del grande Hound Dog Taylor. Con ogni probabilità il vecchio bluesman selezionava le chitarre su cui posare le sue undici dita con molta più consapevolezza di quel che si potrebbe ritenere. In quest'ottica sono state rivalutate anche le sonorità di tante altre "chitarrine di serie B" come Harmony, Kay, Stella o le fetish guitar italiane anni '60. Roger McGuinn dei Byrds scoprì il suo innovativo suono "'jingle-jangle" imbracciando una Rickenbacker 12 corde.
Dunque il punto essenziale non è scegliere la chitarra più prestigiosa che esista, ammesso di potersela permettere, ma appunto la consapevolezza del tone reference a cui si aspira in funzione della musica che si ha intenzione di suonare.
Tanto meglio se il nostro obiettivo non è imitare pedissequamente un dato chitarrista ma trarre ispirazione dal suo suono per poi elaborarlo con la nostra tecnica personale, filtrarlo con la nostra sensibilità e, manco a dirlo, interpretarlo con il tocco delle nostre dita. Il mondo non ha bisogno di cloni ma di teste pensanti e di musicisti con una personalità creativa e una sensibilità musicale propria.
Jimi Hendrix, più di ogni altro, ci ha insegnato che la chitarra elettrica non termina dove finisce il manico, ma è uno strumento integrato in un sistema complesso che include amplificazione, effetti e perfino tecniche di registrazione.

Ogni elemento della strumentazione è un tassello che concorre a creare il quadro completo del suono e ogni passaggio è un anello della catena che gioca un ruolo, importante o secondario ma mai trascurabile. Dati per scontati il chitarrista e l’inimitabile tocco delle sue dita, il suono della chitarra elettrica è una ricetta in cui l’importanza di ciascun ingrediente non va sottovalutata.
Ho visto chitarristi denigrare ottimi strumenti vintage originali solo perché avevano corde completamente andate. Mi hanno replicato "Una chitarra non è buona soltanto perché è vintage!". Non so per quale motivo molte persone, quando si parla di chitarre, stentano a comprendere dei concetti che risultano elementari quando vengono trasposti in altri campi, per esempio le automobili. Se vi mostrassero una Ferrari con un vecchio treno di gomme con il battistrada usurato, la disprezzereste come una cattiva auto? D’altra parte, fareste mai un viaggio in autostrada con una Ferrari con delle vecchie gomme ingottate e lisce? Personalmente mi sentirei più sicuro a viaggiare con una Fiat 600 con un treno di pneumatici nuovo di zecca ma questo certo non fa della Fiat 600 un'auto migliore della Ferrari. Anche la migliore automobile serve a poco senza un'appropriata revisione meccanica e senza un serbatoio pieno. Spesso, per riportare una chitarra vintage sonnecchiante ai vecchi fasti, basta un cacciavite, un po' di olio lubrificante e una buona muta di corde.

La tavolozza del chitarrista

Partendo dalle corde, ogni più piccolo elemento coinvolto nella catena concorre in modo differente a creare il suono. Spesso è sottovalutato il ruolo di quelle piccole parti di hardware che trasferiscono le vibrazioni delle corde al legno: blocca-corde, thumbwheel, stud, ponte, sellette, capotasto, meccaniche, la tensione del truss rod... ognuna di queste parti riveste un ruolo più importante di quel che si potrebbe credere nel generare il suono "acustico" del nostro strumento, in interazione con i legni di body e manico. Naturalmente il passo successivo del percorso è l’amplificazione e quindi importanza fondamentale rivestono la timbrica e la risposta dinamica dei pickup, seguono il condensatore dei toni e il circuito elettrico, i cavi, gli effetti e i connettori con cui è assemblata la nostra pedaliera. Il risultato cambia anche a seconda dell’interazione tra gli effetti e questa interazione cambia a seconda dell’ordine in cui gli stompbox sono disposti nella pedaliera. Il segnale arriva poi all’amplificatore o agli amplificatori, la cui resa varia a seconda della regolazione dei controlli, della loro circuitazione, della componentistica e del modo in cui è assemblata, della qualità e del grado di usura delle valvole, della costruzione del cabinet, della qualità degli speaker e persino della tensione della corrente di alimentazione e della loro disposizione sul palco. La catena non termina qui perché entrano in gioco l’acustica dell’ambiente in cui stiamo suonando e, nel caso di amplificazione su impianto o di registrazione, occorre considerare le caratteristiche dei microfoni impiegati e le tecniche di ripresa sonora. Le variabili quindi sono davvero infinite.

Bisogna essere sempre pronti a mettere in discussione i propri strumenti ed esaminare il nostro suono con spirito critico per individuarne limiti e margini di miglioramento.
Molti musicisti sono legati alla propria chitarra da un valore affettivo, che è generalmente un bel sentimento romantico che infonde sicurezza e rafforza il senso di appartenenza al proprio strumento.
Occorre tuttavia domandarsi se la chitarra a cui si è scelto di legarsi sia davvero un punto di arrivo ideale. Molti chitarristi sono pronti a difendere a spada tratta i loro strumenti a priori, senza domandarsi se la propria strumentazione possa essere migliorata. È importante saper riconoscere quando ci si imbatte in strumenti superiori, l’atteggiamento della volpe con l’uva nella fiaba di Esopo non è costruttivo e non aiuta né il chitarrista né il suo pubblico.

Un altro problema comune è che molto spesso i chitarristi, nello scegliere le chitarre, si lasciano influenzare troppo dal look o dal colore. Tutti siamo un po’ affetti da vanità da palco e tutti siamo sensibili al fascino di una Stratocaster color Shoreline Gold nuova fiammante o di una Gretsch White Falcon appena sfornata dal Custom Shop, ma il suono di una chitarra è sempre all’altezza del suo aspetto esteriore? Recentemente mi è capitato di provare in un negozio due bellissime Stratocaster del Custom Shop Fender, il cui prezzo di vendita si aggira intorno ai 5mila euro. Il mio parere? È per me inconcepibile spendere una cifra simile su chitarre con dei pickup dalla resa assai discutibile: una Stratocaster palettona colore natural del 1974 non sarà altrettanto figa e fascinosa ma costa la metà e suona tre volte meglio in termini di espressività, versatilità e bilanciamento di frequenze. Tra le chitarre esteticamente più belle che abbia mai preso tra le mani ci sono una Stratocaster vintage originale del 1963 in custom color Fiesta Red e una Gibson SG Standard Cherry Red del 1966 ancora in condizioni pari al nuovo: suonavano molto peggio di tante altre chitarre vintage che ho provato, magari rovinate, sverniciate e con parti sostituite. Spesso una chitarra rimasta chiusa in custodia per decenni, per quanto preservata in originalità e condizioni estetiche, suona più spenta di una chitarra passata di mano in mano attraverso battaglie di ogni tipo o addirittura con un manico o una paletta spezzati di netto e riparati.

Nel 1991 acquistai in un negozio di Londra una chitarra splendida. Era una nuova reissue di Gibson Firebird Reverse V del '63 in colore Polaris White. All'epoca era una chitarra rara dal look molto esclusivo e mi ci affezionai. Cinque o sei anni dopo presi la sofferta decisione di rivenderla per poter acquistare una Gibson Les Paul Junior double cutaway del 1959, con finitura Cherry completamente sbiadita e virata al marrone e meccaniche sostituite con delle brutte Schaller con l’involucro in plastica. Il motivo? La Firebird era una chitarra esteticamente splendida, molto più bella della vecchia Junior maltrattata ma, dopo un'analisi attenta, aveva un attacco smussato e un suono poco incisivo, con sbavature di risonanze indesiderabili. La Junior double cut aveva un suono secco, presente, una definizione sugli accordi eccellente e una timbrica calda, espressiva e vellutata che la rendeva insuperabile con il bottleneck.

La tavolozza del chitarrista

Troppo spesso per esprimere il parere su una chitarra si usa l’espressione generica e inflazionata "suona da paura", giudizio magari influenzato dal suo look accattivante. Si fa spesso ricorso a questa frase fatta senza compiere una vera analisi e maturare un giudizio oculato, critico e argomentato nel merito delle sue caratteristiche sonore.
In conclusione ogni chitarrista dovrebbe fare una ricerca della strumentazione appropriata, non si può fare della buona musica trascurando il suono e il valore intrinseco della strumentazione che si utilizza. La timbrica degli strumenti deve essere sempre funzionale al discorso musicale nostro e della band in cui suoniamo. Per fare un esempio, molti chitarristi di duo elettrici chitarra/batteria adottano soluzioni per coprire almeno in parte anche lo spettro di frequenze che in una band tradizionale occupa il basso.
Un buono strumento può essere una fonte di ispirazione per il chitarrista e influenzare positivamente la sua musica. In questo senso, il genio di Leo Fender e di Ted McCarty ha indiscutibilmente giocato un ruolo di primo piano nella storia della musica del XX secolo. Le loro creazioni hanno anticipato le rivoluzioni del rock'n'roll e del beat, influenzando intere generazioni di musicisti.
Tanto per citare un esempio noto a tutti, non è forse un caso che Eric Clapton abbia prodotto le migliori pagine della sua musica imbracciando chitarre leggendarie come la Les Paul "Beano", la ES-335 "Crossroads" o la Stratocaster "Blackie" e che la sua musica sia divenuta molto meno interessante una volta persa la formula magica di cui queste chitarre erano ingrediente irrinunciabile.

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Beh direi che si sta ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 10/05/2015 ore 12:15:58
Beh direi che si sta parlando dell'acqua calda, è logico che bisogna circondarsi di strumentazione quanto meno suonabile, secondo me non esistono suoni scadenti e suoni pro esistono chitarre comode che suonano da sole e chitarre dure che manco satana ci suonerebbe.
Io ne sto pagando lo scotto ho una chitarr che mortificherebbe pure jimihendrix di quanto e brutta da suonare e purtroppo ho lasciato correre del tempo e ho perso la memoria tattile su cosa sia una chitarra sana, sta cosa mi fa paura perche se dovessi provare un manico di scopa appena appena suonabile griderei al miracolo, ma ho la sensazione che non trovero nemmeno quella cmq avrei bisogno di un amico uno della quale mi fido che mi garantisca che suona bene
Cmq sia faccio un altro ragionamento, avere una strumentazione buona evita anche di sedersi, nel senso che, se io so di avere una ciofeca e una cosa non mi riesce oggi come oggi dico a me stesso che è colpa della chitarra e non mi preoccupo di altro, se invece avessi una strumentazione buona dovrei per forza ammettere a me stesso che quella cosa non la so fare e quindi dovrei lavorare su me stesso, la chitarra è uno strumento difficile da suonare e ci vuole poco a lasciarsi a dnare ascuse, in questa ottica avere una buona chitarra non lascia scampo e sei costretto a lavorare:)
Cmq sia questo articolo mi sembra un po una arrampicata sugli specchi, piu volte ho visto video di gente che prima prova una fender e dopo una gibson avendo pressoche lo stesso suono segno che il suono della chitarra personalmente credo che sia davvero poco responsabile del suono che abbiamo quindi regola è trova una chitarra che ti trovi comodo a suonare con un manico che sembra fatto a pposta per te e non preoccuparti di altro tanto il suono lo fanno le mani e l'ampli anzi alle volte penso che nemmeno l'ampli è poi cosi importante ma solo le tecniche di microfonazione, penso che mai come nel mondo della chiatarra ci siano stati inganni come i vecchi venditori di sciroppi miracolosi nel vecchio far west, tutti cercano un suono che il piu delle volte hanno sentito in un disco e gli artigiani e tutte le persone al loro seguito hanno creato leggende che per ottenere quel suono devi avere la chittara quella li di quella annata con i legni pregiati, l'ampli con le valvole nos rigorosamente point to point perche è risaputo che il tone vero lo da solo il boutique, il plettro in noce di coccco del madagascar, che devi comrparti l'ampli rigorosamente valvolare per poi crearti la distorsione con pedalini a transistor e a volte anche digitali, quando la verita è che quei suoni li hanno fatti gli ingegneri del suono in studi insonorizzati dove il suono lo ha fatto per lo piu la stanza e i microfoni piazzati che non sono certo un sm57 piazzato davanti al cono, la verita è questa poi in quello studio che ci metti un marshal o un mesaboogie o un pod su una 4x12 cambiera qualcosina ma il suono sara quello li non si scappa
Chitarristi apriamo le orecchie e non lasciamoci abbindolare da questi furbacchioni che cercano solo di aimentare il mercato per lucrarci sopra
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Re: Beh direi che si sta ...
di marcomo utente non più registrato
commento del 10/05/2015 ore 15:02:23
concordo pienamente con te poi aggiungo che la strumentazione qualcosa la fa pure, ma dipende comunque da come la si usa..
Poi ok uno può avere pure della buona strumentazione però da li a dire che quest'ampli è meglio perchè ha le valvole NOS i condensatori orange drop oppure le resistenze in pasta di carbone (che se proprio vogliamo dirla tutta sono proprio quelle più rumorose in banda audio)..ce ne passa...

Sicuramente è meglio essere buoni musicisti con strumentazione discreta...tutto il resto sono frottole...ho visto gente suonare con un boss ME50 attaccato a un ampli per tastiere (quindi niente simulazioni di cassa e roba alla kemper o fractal) avere un suono pauroso ma si sarebbero pure potuti attaccare a una cassetta delle frutta e secondo me lo avrebbero avuto ugualmente perchè avrebbero saputo usare al massimo la strumentazione che avevano a disposizione.



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Re: Beh direi che si sta ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 10/05/2015 ore 19:09:33
si conoscere a fondo la propria strumentazione vale piu di ogni altra cosa:)
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Re: Beh direi che si sta ...
di Zango [user #42812]
commento del 11/05/2015 ore 13:17:19
Onestamente non capisco assolutamente come si possa pensarla così.
Io concordo sul fatto che il mercato chitarristico sia pieno di specchietti per allodole come componenti NOS, vintage e altre amenità varie, ma il tuo discorso una grande estremizzazione.

Io credo che la verità stia come sempre nel mezzo, ovvero bisognerebbe sì stare attenti a non cascare nelle tentazioni di chi vende, ma anche essere consapevoli di cosa bisogna avere per raggiungere il proprio risultato, altrimenti seguendo il tuo ragionamento secondo il quale basta una chitarra comoda io con una Telecaster comoda e un un Triple Rectifier dovrei poter suonare jazz manouche.

PS: senza polemica ma solo come consiglio: la punteggiatura è una cosa importante, virgole, punti e spazi rendono ciò che scrivi leggibile per gli altri, prova ad adoperarli meglio.
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Re: Beh direi che si sta ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 11/05/2015 ore 14:03:2
beh mi hai preso la telecaster che è lo strumento meno versatile che c'è, logico che si deve puntare a qualcosa di versatile...
quando avevo la mia vecchia chiatrra una umilissima ibanez rg 270 , e avevo modificato il circuito che a discapito di cio che dicono gli esperti e cioe che i pickup con due soli fili non si possono splittare io avevo una 40 ina di suoni e potevo spaziare dal jazzz al blues al rocl al metal. Quante ne ho sentite ragazzi su sta chitarra qui su accordo non ne avete idea roba che uno che non ne s niente appena sente dire rg270 scappa via, pickup miicrofonici suono scadente zero sustain suono impersonale , poi ho registrato dei sample con suoni che hanno fatto sbavare mezza internet fatta di gente che aveva chitarre da svariate migliaia di euro ahahahah
Logico che in tutte le cose esiste il buon senso, è logico che se suono jazz non mi vado a comprare una rickembacker ma comprero una semiacustica, questo è assodato, cio che io intendevo è che poi nella scelta di non farsi troppe paranoie sui vari modelli,io almeno ragiono cosi e mi darebbe fortemente fastidio dipendere dalla scelta dell'esemplare migliore del pianeta, io provo una chitarra se suona bene e sopratutto è comoda e me la sento addosso non sto a scervellarmi se ci puo essere di meglio stop la prendo tanto la bellezza del suono la faranno sopratutto le mie mani, ci sara sempre quella che ha un peletto di acuti in piu quella che è un peletto piu mediosa quella che è un peletto piu spinta, ma davvero quando suoniamo che ne accorgiamo di queste differenze? e anche l'ascoltatore secondo voi puo capire qualcosa se non che abbiamo suonato bene o male?
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Re: Beh direi che si sta ...
di Zango [user #42812]
commento del 11/05/2015 ore 14:24:27
Qui su Accordo e anche su altri forum ho letto di persone che giudicano la Telecaster una chitarra versatilissima.
Quindi ne deduco che o noi chitarristi abbiamo una concezione di versatilità molto ampia oppure che queste persone suonano solo generi per cui la Telecaster si adatta bene.

Resta il fatto che io concordo molto di più con l'articolo che con quanto da te detto perché per quanto io ti creda quando mi dici che la tua Ibanez ha una paletta di suoni pressoché infinita io penso che un chitarrista nella maggior parte dei casi non ne abbia bisogno.

Se la tua Ibanez (o qualsiasi altra chitarra) può suonare bene in generi che vanno dal liscio al metal a me non interessa perché io suono (ad esempio) jazz, quindi se ho una chitarra che suona bene jazz col timbro che ho in testa io (quello che consiglia di ricercare l'autore dell'articolo) io ho la chitarra perfetta per me!

Allo stesso modo quelli che hanno definito la Telecaster versatile (sbagliando a mio avviso) suonano probabilmente generi di stampo rock/blues e non spaziano sicuramente altrove e di conseguenza la Telecaster è la chitarra perfetta per loro.

Infine, per rispondere alla tua domanda, l'ascoltatore può trarre grande giovamento dalla nostra attenzione nella scelta della strumentazione perché essa rende più intellegibile il nostro suono.
Là fuori è pieno di musicisti in poco esperti che sanno spendere molti soldi in strumenti pregiati senza sapere regolare i propri suoni e risultando "affogati" nel mix del gruppo.
Uno studio e un'attenzione più approfondita dei propri strumenti non può che portare a risultati d'insieme migliori.
Rispondi
Re: Beh direi che si sta ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 11/05/2015 ore 14:47:25
versatile puo' voler dire due cose (in linea di massima)

1)che produce tanti suoni differenti collocabili in tanti differenti contesti

2)che produce pochi suoni, ma collocabile in tanti differenti contesti..

per il punto n.2 la telecaster è versatile ..
Rispondi
Re: Beh direi che si sta ...
di Zango [user #42812]
commento del 11/05/2015 ore 16:41:11
Assolutamente vero quello che dici Yaso!

Io però la Telecaster non la sento collocabile in così tanti generi...
Però è anche vero che arrivati a questo punto si potrebbe anche parlare di gusto: se a uno piace suonare jazz con la Telecaster (tanto per rimanere sul mio esempio di prima) non credo che gli si possa obiettare qualcosa.
Rispondi
Re: Beh direi che si sta ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 11/05/2015 ore 16:49:31
per me la telecaster significa countryXD
Cmq sia il mondo dlla chitarra ha cosi tante variabili che le persone finiscono per avere ognuno una filosofia (chitarrisicamente parlando)
La mia chitarra deve avere una peculiarita: deve essere versatile, perche io utilizzo tanti suoni e spazio fra diversi generi in cio che potrei definire il mio genere ehehehe
Ognno è libero di fare cio che vuole anche se io ho sempre visto come un limite fossilizzarsi su un solo genere, se lo fai per lavoro e ok ma se è una passione e non hai forzature la musica è bella da espplorare tutta:)
In fine non sono daccordo con quello che dici alla fine, cioe io penso che nella catena che forma il suono di un chitarrista la chitarra ha un ruolo non dico marginale ma cmq, voglio dire in un live fa molto di piu il tipo di ampli la microfonazione e la bravura del fonico piu che la chitarra in s, avere la migliore chitarra del mondo e avere un fonico scarso fara molto meno che avere una ciofeca di chitarra e avere un fonico coi contro
Rispondi
Re: Beh direi che si sta ...
di Zango [user #42812]
commento del 11/05/2015 ore 17:11:33
Io alcuni generi proprio non riesco a suonarli, alcuni per carenza tecnica (il manouche che dicevo prima ad esempio) ed altri perché proprio non riesco per limiti miei (metal e affini ad esempio, che il mio orecchio mal sopporta).

Comunque la chitarra marginale non ce la vedo, è da lì che parte il suono, se ti manca attacco e definizione perché i tuoi pick up non ce l'hanno tanto per fare un esempio nessun fonico te la darà mai! ;-)
Rispondi
Re: Beh direi che si sta ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 12/05/2015 ore 11:27:0
beh non ho detto proprio marinale, ma cmq sono convinto che se in un buon impianto suoni con una suhr o con una squire pochi si accorgeranno della differenza mentre se cambi impianto o fonico la differenza sara netta
Rispondi
Re: Beh direi che si sta ...
di Zango [user #42812]
commento del 12/05/2015 ore 11:45:00
Quello che dici può essere condivisibile però non dimenticare che spesso la differenza tra una Squier e una Suhr non sta nel suono ma nella suonabilità ;-)
Rispondi
Re: Beh direi che si sta ...
di bobchill [user #6868]
commento del 12/05/2015 ore 11:13:14
Sono del tutto d'accordo con Zango, il ruolo della chitarra purtroppo viene spesso sottovalutato ed invece è assolutamente fondamentale (dato per scontato il chitarrista chiaramente). Una Telecaster vintage, ad esempio, non è espressamente uno strumento da country ma, a differenza di molte Tele di produzione contemporanea, può offrire molto in termini di versatilità ed espressività. Se il suono alla fonte è debole, un buon fonico può aiutare tanto ma non può fare miracoli; se poi il fonico è scadente non ne parliamo! : )
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Re: Beh direi che si sta ...
di yasodanandana [user #699]
commento del 12/05/2015 ore 11:33:17
mmh.. dal punto di vista di un non chitarrista, anche se è un addetto ai lavori esperto in ambito sonico o musicale, perchè un suono di chitarra possa essere definito "debole" bisogna che la chitarra sia rotta ..
Rispondi
Re: Beh direi che si sta ...
di Zango [user #42812]
commento del 11/05/2015 ore 14:45:06
Dimenticavo di aggiungere che inoltre se hai un suono "canonico" nessuno ti ricorderà o ti riconoscerà per quello, ma se hai un suono particolare, studiato da te appositamente per quello che suoni te (vedi i tanti esempi nell'articolo) hai una possibilità in più di arrivare all'orecchio dell'ascoltatore.
Rispondi
Re: Beh direi che si sta ...
di Vivaildigitale [user #42342]
commento del 12/05/2015 ore 11:28:39
parole verissime, ma non è di certo comprandoti la chitarra da svariate migliaia di euro che avrai un suono personale anzi il piu delle volte queste chitarre si rifanno alla storia e hanno un suono canonico
Rispondi
Re: Beh direi che si sta ...
di Zango [user #42812]
commento del 12/05/2015 ore 11:42:09
Sì, cosa che in alcuni esempi è scritta anche nell'articolo.
Rispondi
Questo articolo, per chiarezza, competenza ...
di Rick Riley [user #34807]
commento del 10/05/2015 ore 12:38:5
Questo articolo, per chiarezza, competenza ed esperienza dimostrata si può commentare in un solo modo:
AMEN.
Rispondi
per me la strumentazione è ...
di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 10/05/2015 ore 13:25:30
per me la strumentazione è importante. Avere un buon suono di base è fondamentale. Avere una strumentazione e un suono con il quale si ha feeling è fondamentale. Ciò spesso non è direttamente proporzionale col valore commerciale della strumentazione però. Molte volte non ci si trova con strumenti costosissimi e viceversa con roba da pochi euro si hanno grosse soddisfazioni, come al contrario alle volte si gode di cose costosissime e le cose da pochi soldi deludono. Non ci sono regole chiare, scritte e indiscutibili. Basta trovare ciò che ci mette a nostro agio nel suonare. Certo è che a volte, suonando, capitano strumenti o suoni che proprio non mi calzano e non mi esce veramente nient'altro che rumore. Smanettando poi con i vari strumenti, amplificatori e suoni trovo il mio "agio" e suono di più e meglio. Almeno così funziona per me. Ovvio che ci siano i "mostri" che ti tirano fuori qualcosa da qualunque cosa... ma secondo me, probabilmente, si tratta di eccezioni. Quanti di noi, fondamentalmente, hanno questa mostruosità? :D
Rispondi
In pratica: scoprire, prima di tutto...
di saketman2 [user #18572]
commento del 10/05/2015 ore 15:52:
In pratica: scoprire, prima di tutto...
Chi siamo musicalmente,
cosa vogliamo suonare e quale chitarra ci è più congeniale, sia ergonomicamente che per sound.

Quindi, per dirlo alla Pino Daniele o meglio, con un vecchio ma saggio detto napoletano dove lo "scarrafone" può essere la chitarra vintage, o semplicemente una chitarra adatta a noi e a quello che vogliamo ottenere, e noi "a mamma" :

"Ogni scarrafone è bello a mamma soja"

Poi, sviluppare le nostre tecniche in base alle scelte fatte...

Complimenti, articolo interessante e ricco di riflessioni (forse troppe) ma assolutamente reali :)

Rispondi
"non è forse un caso ...
di Guycho [user #2802]
commento del 10/05/2015 ore 17:21:36
"non è forse un caso che Eric Clapton abbia prodotto le migliori pagine della sua musica imbracciando chitarre leggendarie come la Les Paul "Beano", la ES-335 "Crossroads" o la Stratocaster "Blackie" e che la sua musica sia divenuta molto meno interessante una volta persa la formula magica di cui queste chitarre erano ingrediente irrinunciabile."

Questa chiusura butta al secchio alcune (poche) considerazioni condivisibili.
Rispondi
Articolo impossibile da commentare
di Claes [user #29011]
commento del 10/05/2015 ore 17:23:23
Unica critica: poteva essere più lungo!!! Pur mantenendolo corto hai scritto tutto quello che c'è da dire, GRANDE :) Belle foto, a partire dalla paletta di Clapton. Applausi con slap-back, hall reverb e reverse reverb tanto per completare!
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 10/05/2015 ore 23:22:31
Hai letto bene???
Ha scritto che Keith Richards toglie la sesta corda per non andare il conflitto con il bassista.
È completamente sbagliato.
Non è quello il motivo e non lo fa solo su una chitarra ma diverse chitarre.
Non so dove abbia preso una notizia del genere.
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di bobchill [user #6868]
commento del 10/05/2015 ore 23:26:05
La fonte è un'intervista a Keith Richards
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 11/05/2015 ore 09:25:17
Fammela vedere perché non è assolutamente vero.
Anche perché non tutte le chitarre di Keith Richards hanno 5 corde qualcuna si qualcuna no.
Ma non è per non interferire con il bassista.

Se fosse quello avrebbero tutti quel problema e in ogni caso basta equalizzare.
Forse non sai che nei mixer di solito (a parte quelli proprio economici) c'è un tastino su ongi canale che inserisce un filtro passa alto che taglia sugli 80-100Hz a seconda dei modeli e marche e serve a quello.


Se fai il bravo ti dico perché Keith Richards toglie la 6a corda su alcune chitarre...scpecialmente el Telcaster.

Se leggi la frase sotto i miei post capisci che sono un fan di Keith Richards.
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di saketman2 [user #18572]
commento del 11/05/2015 ore 10:03:03
Accordatura di Keith Richards: Open G
Accordatura in Open G, quindi toglie il Mi basso perché in pratica non serve più. quella tonalità nell' accordatura Open G è già ripetuta nella terza corda.
Se ne parla in un altro articolo.

vai al link

Ma anche qui con tanto di video e spiegazione:

vai al link

Comunque, a parte tutto, l'articolo, a mio parere, è interessante ed offre molti spunti di riflessione :)
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di bobchill [user #6868]
commento del 11/05/2015 ore 10:06:46
Grazie. Comunque si parlava nello specifico di Micawber, non di tutte le chitarre genericamente. Ho letto la spiegazione in un'intervista rilasciata da Keith Richards in occasione dell'ultimo tour. Ciò che scrivi non è assolutamente in conflitto con quano dichiarato da Richards; io stesso utilizzo correntemente l'accordatura di open G con 6 corde (per inciso con una Tele vintage), la sesta corda può essere preziosa almeno quanto lo è in accordatura standard; il "detune" del MI basso portato a RE tanto più genera frequenze più basse.
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 11/05/2015 ore 10:21:18
La spiegazione è quella che ha scritto Saketman.

La sesta corda non serve punto a basta (per il suo modo di suonare), la tonica degli accordi quando accordi in open G è sulla 5a corda.

Quindi se vedi un video degli Stones e vuoi sapere se la canzone la suona in accordatura standard o no basta guardare se manca la 6a corda, cmq se inpugna una Telecaster è quasi sicuro che è in open G.
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di bobchill [user #6868]
commento del 11/05/2015 ore 10:29:18
Lo spiegheremo a Richards prima che rilasci un'altra intervista sbagliata.
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di yasodanandana [user #699]
commento del 11/05/2015 ore 11:18:35
anche a me la spiegazione per la quale keith non intende rubare spazio al basso sembra compatibile con ciò che altri hanno riportato ... se no che la toglieva a fare la corda più bassa? considerato anche che negli stones le parti di basso sono, spesso, non troppo basse .. :-)
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 11/05/2015 ore 11:57:43
Ma no!
Se ti mettessi a suonare le canzoni degli Stones lo capiresti nella pratica.
Nelle canzoni da suonare in open G la sesta corda non serve mai.

Poi lo sai benissimo che basta equalizzare dai! tu che suoni e fai regiistrazioni sai benissimo che c'è il filtro passa alto che taglia sotto gli 80-100Hz.
Forse aveva voglia di prendere per il culo l'intervistatore.

Ma guarda che non è una mia invenzione lo sanno anche i muri da 100 anni che lo fa per quel motivo.
Non tutte le chitarre di Keith Richards hanno 5 corde solo quelle in Open g es

Se io dico una cosa che ha un fondamento logico (ed è risaputa) non va bene...uno dice che la sentita in una fantomatica intervista allora lui ha ragione di sicuro???

Ma per favore!

vai al link 10-2012.aspx

===Richards, Chilson and others remove that low string because it can cause some awkward resonating frequencies if it’s accidentally struck in open G tuning. The sacrifice, however, is that a five string guitar can’t be reset to other tunings.
So, although we’re on the road to learning the foundation of Richards’ style, in the interest of versatility please tune all six of your guitar strings thus, from low to high: D-G-D-G-B-D. That’s conventional open G tuning, the way it was first played in the Mississippi Delta many generations ago.

Being careful to avoid that pesky low D string — at least until you’ve go a good enough grip on open G to add notes on that string or create dissonances to enhance a song’s vibe — hit the top five strings sans fretting and you’ve got an open G chord. Move up to the fifth fret and you’re on the IV chord, C, and two more frets and you’re at D. That’s all you need to play a 12-bar blues like Son House’s oft-covered “Death Letter” or R.L. Burnside and Mississippi Fred McDowell’s versions of “Old Black Mattie.” Playing those IV and V chords, or any major chords in open tunings for, simply requires laying a finger across the correct fret. Nonetheless, understanding opening tunings provides a key to an alternate universe if you’ve just played in standard tuning before.===

Leggi bene quello che c' è scritto.

traduco e sintetizzo
La toglie evitare di prenderci dentro accentalmente e avere suoni strani.
Perchè tanto non la usa.

capito? e te posso trovare altri di articoli che dicono la stessa cosa.

E' il sito Gibson, pensi che dicano cazzate?
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di yasodanandana [user #699]
commento del 11/05/2015 ore 12:11:41
continuo a pensarla come prima.. le tue spiegazioni non sono incompatibili con ciò che ho affermato io .. Certo, con un eq tagli i bassi anche se suoni un secondo basso, ma, sicuramente il non usare la sesta corda o addirittura toglierla, aiuta moltissimo..
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di bobchill [user #6868]
commento del 11/05/2015 ore 12:32:31
Ma guarda davvero non capisco la tua strana ostilità, nella tua citazione c'è scritto esattamente quello che ho riportato: "Chilson and others remove that low string because it can cause some awkward resonating frequencies if it’s accidentally struck in open G tuning", il detune del MI basso in RE non fa che rendere ancora più "critiche" le risonanze indesiderate sulle basse frequenze, in accordatura standard evidentemente il "problema" non si pone. Sottolineo ancora che una Tele del '53 non ha gli stessi bassi di una che compri al negozio sotto casa.
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 11/05/2015 ore 13:28:3
Io sono un fan degli Stones.

LA TONICA DEGLI ACCORDI E' SULLA 5 CORDA! LA SESTA NON GLI SERVE! E PER EVITARE DI PRENDERCI DENTRO E PER EVITARE DI AVERE SUONI STRANI DALLA CORDA A VUOTO (CHE NON USA MAI) LA TOGLIE HAI CAPITO???
C'E' SCRITTO QUESTO!!!!

NON C'ENTRA IL BASSISTA E IL CONFLITTO.
NONE' CHE SIA DIFFICILE DA COMPRENDERE NO?

Certo che stravolgere il significato delle cose scritte è il massimo.

Cmq non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire (e cieco nel tuo caso) e mi sono rotto le palle.
Hai scritto una cagata nel tuo articolo punto e basta se invece di arranpicarti sui vetri ammettessi sarebbe saggio.
Ciao.

datti alla politica perché ci sai fare a mistificare le cose e rvioltare le frittate.
Rispondi
Re: Articolo impossibile da commentare
di Zango [user #42812]
commento del 11/05/2015 ore 14:06:52
Mamma mia, che risposte astiose!

Nemmeno io vedo una conflittualità tra le due cose.
Capisco bene che la tonica sia sulla 5a corda, ma non vedo questo gran problema nel suonare in secondo rivolto, ovvero con la dominante sulla 6a.

Detto questo se lui preferisce suonare in fondamentale togliere la 6a corda è sicuramente la cosa più comoda, ma "awkward resonating frequencies" mi pare sia inequivocabile, ovvero "frequenze risonanti indesiderate", quindi niente che abbia a ché vedere con tonica o 6a corda scomoda.

In pratica io posso anche concordare con te ma l'articolo che hai postato e questo qui sopra dicono in pratica la stessa cosa...
Rispondi
L'articolo è scritto molto bene ...
di Spacecaster [user #42955]
commento del 10/05/2015 ore 20:07:08
L'articolo è scritto molto bene e non è per niente superficiale...condivido praticamente quasi tutti i punti e trovo che chi lo legge dovrebbe essere libero di trarne spunti costruttivi...se ha la mente ben aperta.
Quello che invece continuo a leggere da anni sui webforum sparsi per il mondo sono invece i soliti commenti della volpe e l'uva.
Buona musica
Rispondi
Non ho tempo e voglia ...
di polmone utente non più registrato
commento del 10/05/2015 ore 23:01:50
Non ho tempo e voglia di leggere tutto ma che Eric Clapton abbia dato il meglio di se grazie a delle chitarre mi sembra una cagata pazzesca! Niente di personale, perdonami la citazione fantozziana. Nella vita di un artista come in quella di qualunque uomo tante cose possono cambiare: motivazioni, ispirazione, creatività, sostanze utilizzate... mi rifiuto di credere che il chitarrista più famoso del mondo non sia riuscito a trovare una chitarra abbastanza magica da congelare la sua parabola artistica... sulle strato anni 70/80 non mi dilungherò, mi sono sempre trovato molto meglio con quelle da fine 80 in poi (plus, deluxe...) dipenderà dai gusti personali. Sulle ovvietà invece concordo...
Rispondi
Re: Non ho tempo e voglia ...
di bobchill [user #6868]
commento del 10/05/2015 ore 23:33:55
..In effetti, se non hai voglia di leggere tutto l'articolo, estrapolare una frase senza aver ben chiaro il contesto, no ha moto senso, dà soltanto adito a fraintendimenti ed interpretazioni errate (come la tua). Una Strato del '79 o del '82 è radicalmente diversa da una del 1974 o degli anni precedenti, non ho citato quell'anno a caso : )
Rispondi
Re: Non ho tempo e voglia ...
di polmone utente non più registrato
commento del 10/05/2015 ore 23:55:13
Infatti sugli AM delle stratocaster ho parlato di gusti personali, ognuno ha i suoi. Io preferisco cercarne una che mi soddisfi tra le nuove piuttosto che andare sul vecchio e non scrivo ciò perché non ne ho una vecchia da vendere. Poi se hai "tempo e voglia" dimmi cosa ho frainteso sulle chitarre di Clapton.
Rispondi
Re: Non ho tempo e voglia ...
di polmone utente non più registrato
commento del 11/05/2015 ore 00:09:54
Come ho scritto concordo sulle ovvietà di cercare gli strumenti più adatti a noi (sintetizzando il poema) ma poi ti smentisci lodando una annata come se possa andar bene per tutti e peggio ancora una chitarra ormai "finita" come se fosse insostituibile.
Rispondi
Thanks!
di bobchill [user #6868]
commento del 10/05/2015 ore 23:22:43
Grazie a tutti quelli che hanno espresso parole di apprezzamento per l'articolo! Spacecaster, hai colto in pieno le mie intenzioni: lo "spirito" dell'articolo non è quello di pontificare ma è proprio quello di lanciare delle piccole "provocazioni" per offrire degli spuntii di riflessione da cui ognuno potrà trarre le proprie conclusioni in modo aperto e costruttivo.
Rispondi
Re: Thanks!
di Spacecaster [user #42955]
commento del 11/05/2015 ore 19:08:0
e' un piacere...
Rispondi
Signorini svogliati e tuttologi, iscritti ...
di kelino [user #5]
commento del 11/05/2015 ore 07:59:02
Signorini svogliati e tuttologi, iscritti dell'ultima ora e saputelli del live in cameretta...Rileggete questo articolo. É un consiglio.

...e comunque il suono é nelle mani!
:-)
Rispondi
Signorini perditempo e tuttologi, baroni ...
di polmone utente non più registrato
commento del 11/05/2015 ore 08:27:43
Signorini perditempo e tuttologi, baroni accordiani e saputelli dei live negli stadi...rileggete questo articolo e ditemi cosa ho frainteso.
Rispondi
scusate, ma ho trovato l'articolo ...
di massisv [user #8196]
commento del 11/05/2015 ore 08:55:55
scusate, ma ho trovato l'articolo lungo, prolisso, ripetitivo e zeppo di ovvietà e banalità
si fa fatica a leggerlo fino in fondo
Rispondi
Re: scusate, ma ho trovato l'articolo ...
di bobchill [user #6868]
commento del 11/05/2015 ore 10:26:15
Critiche argomentate come la tua sono sempre bene accette. Il punto è proprio che dovrebbero essere ovvietà, come tu dici, ma nella realtà dei fatti non lo sono... Te ne rendi conto facilmente leggendo commenti e domande di cui sono disseminati i forum dei chitarristi. Ad ogni modo, come ho scritto in un altro commento, lo scopo dell'articolo non è pontificare ma lanciare degli spunti di riflessione che possano essere utili ad ognuno in modo diverso per ragionare in modo costruttivo sulla strumentazione che si utilizza... Perdona la prolissità : )
Rispondi
Re: scusate, ma ho trovato l'articolo ...
di nawa utente non più registrato
commento del 11/05/2015 ore 11:57:21
senza ironia, io l'ho riletto tre volte ma non ho ancora capito di cosa si parla. c'è un fatto nuovo di cui essere informati? una tua esperienza concreta da condividere? o è solo un articolo d'opinione? e se è così qual è la tua tesi detta in tre parole?

così magari è più facile dare un contributo costruttivo.
Rispondi
Re: scusate, ma ho trovato l'articolo ...
di bobchill [user #6868]
commento del 11/05/2015 ore 12:52:2
Ciao, di "esperienze concrete" dirette ce ne sono riportate tante. Come dicevo appena sopra non è una "tesi" o tantomeno una "nuova scoperta" ma semplicemente una dissertazione generica che offre degli spunti da poter cogliere o da ignorare. In "due parole" troppo spesso i chitarristi utilizzano i luoghi comuni riportati in apertura dell'articolo per sminuire l'importanza di una ricerca sui suoni e sugli strumenti che servono ad ottenerli. Questo al contrario, a mio parere, è parte imprescindibile del bagaglio di un chitarrista e invece spesso è un aspetto che viene trascurato.
Rispondi
Re: scusate, ma ho trovato l'articolo ...
di massisv [user #8196]
commento del 11/05/2015 ore 12:33:58
ok ma non è che i forum di/per chitarristi pullulano di gente autorevole....anzi...
per la mia esperienza personale tutte queste "pippe da forum" se le fanno i chitarristi da cameretta.
gente che suona dal vivo di solito è più pragmatica
Rispondi
Re: scusate, ma ho trovato l'articolo ...
di Bob Black [user #541]
commento del 11/05/2015 ore 21:10:40
Mica è vero.
Su tanti forum (che non mi sembra corretto citare su Accordo) per esempio trovi musicisti di fama internazionale o addirittura produttori di strumenti che rispondono meticolosamente alle domande degli utenti.
Che poi ci siano tanti ragazzetti che rompono le scatole è vero, ma perchè generalizzare?
Chi fa ricerca per evitare di spendere migliai di euro in strumenti che non gli servono mica è scemo?
Oh,il tono è amichevole,a scanso di equivoci. :-)
Ciao
Rispondi
Re: scusate, ma ho trovato l'articolo ...
di massisv [user #8196]
commento del 12/05/2015 ore 08:29:14
beh non mi sembra un reato di lesa maestà parlare di altri forum qui...io ti parlo per mia
esperienza personale....mediamente è gente che si compra la plexi o il twin e poi non riesce a
gestirlo a volumi da cameretta (perché è li che suona), per fare un esempio banale.

Rispondi
Mi sento di dare 2 ...
di darkfender [user #16554]
commento del 11/05/2015 ore 10:07:49
Mi sento di dare 2 consigli

1)Bisogna avere un suono in testa.
Posso cambiare suono completamente senza trapianti di "mani" e posso ottenere suoni passabili da strumentazione indecente se so dove agire.

2)I CD e i LIVE ci danno un'idea di suono "distorta" (no non in quel senso XD).
Posizione di microfoni, sovrapposizioni, eq del mixer e così via, alterano il suono di partenza incredibilmente.
Persino se sentiamo un chitarrista con ampli e chitarra a 1 metro da noi potrebbe essere un suono falsato salvo non mettersi in giusta traiettoria con il cono.

è appunto quest'ultima cosa la più lunga da digerire. e quella che aiuta a raggiungere risultati.

Una volta che si ha chiaro in testa quale sia il suono che vogliamo e il ruolo dell' equalizzazione, pedalini etc...
La strumentazione diventa solo un'aiuto ma non una discriminante.

Per questo un buon musicista ha un suono passabile anche con strumentazione orribile.
Per lo stesso motivo un chitarrista con problemi di sound ha risultati migliori con una squier e un Marshall valvestate settati da una persona competente piuttosto che con un Bogner e una Tom Anderson settati da lui stesso.
Rispondi
Articolo molto interessante, pieno di ...
di Zango [user #42812]
commento del 11/05/2015 ore 14:46:30
Articolo molto interessante, pieno di spunti e ben scritto (magari solo un po' prolisso come facevano notare più su).

Trovo che ci sia molta ignoranza (non nel senso offensivo sia chiaro, non ce l'ho con nessuno) riguardo al suon che si vuole ottenere.

Vedo ragazzi giovani scrivere e leggere migliaia di righe in rete alla ricerca di uno strumento, li vedo spendere i loro risparmi convinti di aver trovato il santo graal e poi rivendere il tutto una volta passato l'effetto "gioco nuovo" delusi perché semplicemente non era lo strumento adatto alla musica che suonano (ero così anche io, mica mi nascondo).

Ne vedo poi altri tessere le lodi degli strumenti con cui suonano e postare video in rete con suoni complessissimi e certamente apprezzabili, ma solo finché suonano da soli perché con un tastierista e un bassista di fianco scompaiono letteralmente contribuendo nel gruppo solo a fare un grande casino!

Insomma il suono sarà anche nelle mani (anche se io lo chiamo con un altro termine) ma conoscere il risultato che si vuole ottenere e i mezzi che servono per farlo non dico sia obbligatorio ma quantomeno decisamente consigliabile.
Rispondi
se lo strumento parla come parli tu..
di dfatwork utente non più registrato
commento del 11/05/2015 ore 15:09:11
..e tu hai qualcosa di buono da dire... fatto!
Rispondi
Re: se lo strumento parla come parli tu..
di dfatwork utente non più registrato
commento del 11/05/2015 ore 15:10:02
ah, bell'articolo ;-)
Rispondi
Re: se lo strumento parla come parli tu..
di bobchill [user #6868]
commento del 11/05/2015 ore 17:17:34
Ai posteri l'ardua sentenza! : )
Rispondi
Stanotte in viaggio ho letto ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 11/05/2015 ore 18:16:43
Stanotte in viaggio ho letto l'articolo dallo smartphone e qualche commento, ma non ci avevo capito molto. Ora con più calma mi sono riletto tutto e ammetto di avere diverse perplessità, non tanto per le considerazioni riportate, che possono essere più o meno condivisibili tutte, ma per certe conlusioni un po' troppo assolute. Ma al di là di queste piccole contraddizioni mi sembra tutto un non problema. Io penso semplicemente, quando vedo un gruppo dal vivo, se in primis mi piaccia la voce, perchè volente o nolente quella è la prima cosa che si nota, quindi ciò che la canzone dice, l'amalgama generale e poi come suonino i vari musicisti, in ultima battuta il sound. Se è una cover band l'associazione con l'originale è spesso imprescindibile e, ditemi quello che vi pare, è più facile che in una tribute dei Guns n' Roses si ottengano le sonorità giuste con una chitarra dotata di humbucker ed un ampli di stampo british. Se il gruppo suona roba propria non abbiamo termini di paragone ed allora lì possiamo parlare davvero di sound del gruppo e del chitarrista. Su questo sito è tutto un gran parlare, ma il più delle volte alla fine suonano tutti con una qualche Strat, un Hot Rod ed OD TS-oriented, solitamente in una band che fa cover...E allora di che stiamo a parlare? A leggere molti People dovrebbe pullulare di outing originali e pubblicità non tanto occulta della propria band, ma a me risulta che siano molto più diffuse le richieste su che ampli o pedale comprare...E per carità, è tutto legittimo, come legittimo è spendere 10000€ di chitarra senza saperla suonare o acquistare un ampli da 100W per suonare a 1 di volume in casa o preferire un digitale di ultima generazione al valvolare vintage...Alla fin fine è una passione, per la maggior parte di noi probabilmente quella principale, quella in cui ci si può sentire come Jimmy Hendrix anche solo per il fatto di aver preso una Strat vintage o una Reissue da migliaia di euro o una Squier Bullet che ne ricordi solo la forma, senza che si stia facendo del male a nessuno, quindi ci manca solo che arrivi qualcuno a sancire le regole su come si coltivino correttamente gli hobbies. Il gruppo dal vivo ha brutti suoni? Finisci la birra e vai via dal locale, oppure superi la cosa e rimani ugualmente a sparare caxxate con i tuoi amici o a tentare di rimorchiare una bella ragazza...E' talmente semplice!?
Rispondi
Re: Stanotte in viaggio ho letto ...
di bobchill [user #6868]
commento del 11/05/2015 ore 18:55:53
Grazie per la tua attenzione e per il tuo feedback, come detto sopra le critiche bene argomentate come la tua sono sempre molto bene accette.
Ma secondo te, se assisto al concerto di una band in un pub con un brutto suono di chitarra, mi rovino la serata e la notte mi rigiro nel letto senza riuscire a prendere sonno? E' normale che me ne vado a bere una birra all'aria aperta con un amico o con un'amica. Quanto dici è un punto di vista legittimo ma non ha nulla a che vedere con un forum per chitarristi. In un forum di chitarristi si cerca di condividere le proprie idee e la propria esperienza (poca o tanta che sia) per suscitare un dibattito costruttivo e aiutare a progredire chi potrebbe beneficiare delle nostre conoscenze. Come dicevo sopra, non era mia intenzione fare predicozzi o "filippiche", come ha scritto qualcuno, ma semplicemente fare una libera dissertazione con alcuni spunti di riflessione che ognuno è libero di ignorare o di prendere in considerazione. Ho cercato di sintetizzare ciò che penso prendendo spunto da discussioni fatte con amici chitarristi e da commenti letti sui vari forum. E' normale che le mie riflessioni non si rivolgono a chi con la chitarra ha un rapporto superficiale da "hobby della domenica" ma a chitarristi che dedicano allo strumento più energie e cercano una realizzazione maggiore dalla propria band.
Rispondi
Re: Stanotte in viaggio ho letto ...
di Dinamite bla [user #35249]
commento del 11/05/2015 ore 19:36:15
sono d'accordo..
e aggiungo che, a parte qualcosina sul finale su cui ammetto di aver leggermente storto il naso, l'articolo mi è piaciuto parecchio.
Ciao
Rispondi
Re: Stanotte in viaggio ho letto ...
di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 11/05/2015 ore 19:36:19
No no, ma tranquillo, la mia critica era rivolta più che altro a tutta una serie di commenti un po' cattivelli in merito a questa questione di dove risieda il suono di un chitarrista che ho letto ultimamente a questo come ad altri articoli o diari che hanno trattato la questione. Semplicemente forse esistono verità diverse che rispondono a esigenze e possibilità economiche e di tecnica chitarristi diverse, tutto qui. Poi per aggiungere un po' di pepe io sono certo che esistono anche dei limiti alle possibilità di equalizzazione e puoi pompare quanto vuoi una Strat ma sarà sempre diversa da una Les Paul in termini di suono e, solitamente, una chitarra da 2000€ suona meglio di una da 500€, a parità di tipologia di caratteristiche tecniche e costruzione, ma questa è un'altra storia...
Rispondi
Trovo l'articolo innanzitutto ben scritto, ...
di Bob Black [user #541]
commento del 11/05/2015 ore 21:35:05
Trovo l'articolo innanzitutto ben scritto, e faccio i complimenti a Bob, e poi estremamente divertente con tutte le citazioni e gli aneddoti che richiama.
Insomma roba da "pervertiti" seri. ;-)
Ne condivido anche lo spirito che, se capisco bene, è un invito ad uscire dai luoghi comuni in cui ,a volte per pigrizia altre per "insicurezza", i chitarristi inequivocabilmente si cacciano.
Per quanto mi riguarda il suono senza contesto non ha alcun valore.
Ad esempio: una volta David Torn in una chat pubblica scrisse che secondo la sua esperienza (e qualcosina l'ha fatta e dovrebbe capirci pure) il primo segreto per un bel suono di chitarra è avere un bel suono di basso.
Sembrerà banale,ma se ci pensate non lo è affatto.
Il "suono nelle dita" cui molte volte ci si riferisce esiste eccome: è nel fraseggio,nel timing,nella plettrata (o dita che siano),etc.
Non è l'utilizzo di un delay o di un fuzz che lo faranno cambiare; ma quel fuzz o delay potranno restituire "il suono nelle dita" in un contesto dove il padrone del "suono" ha pensato bene di usare la sua personale voglia di "colorare" il contesto sonoro.
Ciao
Paolo
Rispondi
Re: Trovo l'articolo innanzitutto ben scritto, ...
di bobchill [user #6868]
commento del 12/05/2015 ore 01:59:58
Grazie per le tue parole di apprezzamento. Sono in sintonia con tutto ciò che hai scritto... Mi hai ricordato che mi divertivo a sfottere un caro amico dicendo che il timbro del suo basso nel sound della nostra band era come coca-cola versata in un bicchiere di Scotch Whisky pregiato! : )
Rispondi
Ah,ah: il tuo amico bassista ...
di Bob Black [user #541]
commento del 12/05/2015 ore 12:17:40
Ah,ah: il tuo amico bassista sarà stato lusingato! :-)
Rispondi
Ridendo e scherzando
di Giuseppe95 [user #36747]
commento del 13/05/2015 ore 18:40:
Ridendo e scherzando, vorrei dire ai tizi dei primi post che Umberto Fiorentino una volta miha detto "la telecaster è nata per il jazz"
Rispondi
Questo articolo sembra proprio una ...
di ZZak [user #43394]
commento del 30/05/2015 ore 17:58:32
Questo articolo sembra proprio una tesi - anche il paragone con la cucina è azzardato, si possono fare shifezze anche con i migliori ingredienti e anche con le migliori strumentazioni - prendere spunto da musicisti che hanno in qualche modo fatto la storia della musica è molto facile - parlare di personaggi che hanno avuto ''fortuna'' (non posso andare contro a dei miti come K.Richards ma sinceramente...non mi è mai piaciuto) e dei loro strumenti e trarne delle conclusioni serve solo a confondere le idee- tenendo presente che in quegli anni gli strumenti più affidabili erano sicuramente fender e gibson
Anch' io pensavo che con una sg e un marshall si potesse avere un suono come Angus Young- o con un Les Paul , J.Page o con una Lucille il compianto B.B.King- palle!

Sappiamo tutti(forse) che J.Page non ha usato ne marshall ne Les Paul nei primi dischi ma solo dei preamplificatori e una telecaster- e via milioni di ragazzini nel mondo a comprare marshall e gibson!

Ognuno ha il suo suono- e non cè una regola- bisogna solo trovare lo strumento che più ci piace in fatto di manegevolezza, e come ci si sente imbracciandolo- il resto se deve, viene da se .

E poi pensare che questi signori abbiano fatto tutto da soli è una sciocchezza- quando cominci a suonare sei un novellino e devi farti l'orecchio - quindi pensi di andare sul sicuro e spendi millemila in roba che se continui forse cambierai o che forse ti terrai per la vita-

Il suono non si ottiene con una marca famosa di chitarre e amplificatori o di effetti - il suono è una combinazione del tutto e in questo rientra oltre al ''buon gusto'' anche il fisico dell'esecutore - ovviamente anche le mani - poi se parliamo di nomi famosi...ricordiamoci che il sound viene filtrato attraverso diversi stadi, dove mettere i tecnici del suono dove mettere i mixer microfoni e la combinazione di basso batteria e quant'altro??

Il suono è una combinazione di ingredienti tanto come le ricette di cucina, mettere troppo o poco può fare la differenza,nel bene o nel male può creare o può distruggere-

Ho suonato per molti anni e registrato per altrettanti- cè sempre una prima volta in tutto ma nei primi tempi far capire ad un chitarrista o bassista che certe frequenze vanno a mascherarne altre non è semplice - senza parlare dei vari synth e tastiere- e poi la sala prove??
Hai voglia tu di parlare di suoni, strumenti e personaggi!!






Rispondi
Re: Questo articolo sembra proprio una ...
di bobchill [user #6868]
commento del 31/05/2015 ore 21:15:0
Scrivi cose che non hanno necessariamente un contraddittorio con ciò che c'è scritto nell'articolo e d'altra parte mi attribuisci altre cose che non ho assolutamente detto e né mi sognerei mai di dire... Ad esempio non ho assolutamente scritto che bastano un Marshall ed una Fender per fare un chitarrista o che bastano dei buoni ingredienti a fare una buona ricetta; sei sicuro di aver letto la "tesi" prima di aver scritto il tuo commento? Forse dovresti dedicarti ad una lettura con maggiore attenzione e minore prevenzione.
Rispondi
Som pipel sei, ze saun ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 31/05/2015 ore 23:47:15
Som pipel sei, ze saun is in ze enz.
Som pipel sei, ze saun is in ze ghitar.
Ai sei, ze saun is in ze ed.
Ei ginius!
Rispondi
Re: Som pipel sei, ze saun ...
di bobchill [user #6868]
commento del 01/06/2015 ore 10:59:4
Ai sei is in all of dos... and more
Rispondi
Re: Som pipel sei, ze saun ...
di alexus77 [user #3871]
commento del 01/06/2015 ore 13:01:29
tambs ap ;) \m/ \m/
Rispondi
di blues65 utente non più registrato
commento del 06/09/2015 ore 19:49:20
Io sono sempre dell'idea che il suono viene dal chitarrista. Il suono originale, alla fonte, è sempre del chitarrista. Lo puoi migliorare o peggiorere con gli effetti e con l'ampli ma il suono è sempre, più che nelle sue mani, nella sua testa! Me ne accorgo con me stesso (per carità, non sono un chitarrista, strimpello), che qualsiasi legno ho sotto mano, poi vado a regolare il suono all'ampli come piace a me, come lo sento io, come ho in testa il suono che amo. Non è un concetto semplice da spiegare ma fateci caso, ognuno di noi ha il suo suono personale nella testa e con qualsiasi chitarra cerca sempre e solo quello! PS: sono sempre dell'idea dell'ampli+chitarra+boost.
Rispondi
di bobchill [user #6868]
commento del 07/09/2015 ore 19:25:27
Certo, il sound deve sempre partire da un'idea precisa nella testa del chitarrista, ma purtroppo per arrivare al pubblico non bastano le sue buone intenzioni.
Rispondi
di dariosicily [user #40626]
commento del 20/12/2017 ore 17:00:26
Mah.
A leggere alcuni commenti mi chiedo se davvero non ho niente di meglio da fare che stare a leggere ste cose... quanta pesantezza.

Trovo l'articolo interessante, un po' lungo
ma rimarca un attimo una cosa che spesso viene dimenticata : premesso l'avere il suono in testa e nelle dita, per qualsiasi contesto, la ricerca del suono ha il suo senso oggettivo.

Per ognuno nel soggettivo poi, questo senso puo' cambiare, fino ad estremi magari poco condivisi ma sempre personali e quindi giustificati.

Personalmente, nell'alimentare la mia passione ho deciso di mettere un paletto :
tengo il conto di quanto ho guadagnato finora con la musica, anche per paragonarlo a quanto ho speso in strumentazione...

Per me e' davvero un (secondo) lavoro, per cui :
- se continuo a spendere in strumentazione, I guadagni non giustifcano piu' il... lavoro.
- cerco di tenere a mente i contesti in cui suono - per ricordarmi che non ho bisogno di un setup da San Siro Vasco per suonare nei posti in cui suono,

Finora ho calcolato circa 12 mila euro spesi in setup, tra compra e vendi... in 28 anni di musica. Ho guadagnato piu' o meno una volta e mezza tanto, e conto di fare molto ancora. Quando penso di fare spese grosse in strumentazione, torno a contestualizzare per lenire la sofferenza... poi se posso farlo e la voglia vince, chissenefrega...

Nessuno e' stupido nel godersi la sua passione, l'importante e' non considerare stupidi quelli che fanno scelte diverse per giustificare I propri capricci o il non poter fare altrettanto...
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