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La scheda audio
La scheda audio
di [user #33262] - pubblicato il

Il nostro segnale audio è stato convertito in una serie di valori discreti ed è pronto per essere trasferito al nostro computer, all’interno del quale sarà immagazzinato, eventualmente manipolato e successivamente riprodotto. Per fare ciò necessitiamo di un’interfaccia che comunichi direttamente col computer che, udite udite, è proprio la nostra scheda audio.
Il nostro segnale audio è stato convertito in una serie di valori discreti ed è pronto per essere trasferito al nostro computer, all’interno del quale sarà immagazzinato, eventualmente manipolato e successivamente riprodotto. Per fare ciò necessitiamo di un’interfaccia che comunichi direttamente col computer che, udite udite, è proprio la nostra scheda audio.

L’obiettivo di questo articolo non è quello di analizzare nel dettaglio ogni tipologia possibile di scheda audio, sarebbe impossibile vista la miriade di prodotti presenti sul mercato e differenti per qualità, quantità di ingressi/uscite (sia analogiche che digitali) e, ovviamente, fascia di prezzo. L’obiettivo che ci poniamo, pur complesso, è quello di elencare e spiegare le possibili componenti di un prodotto del genere, affinché ognuno di noi possa orientarsi al meglio verso la tipologia di hardware che possa fare al proprio caso.

In barba al detto “save the best for last”, facciamo subito una bella distinzione per poi tornare nei ranghi e reindirizzare il nostro target verso prodotti con caratteristiche da “home studio”, più che da studio professionale.

La distinzione che ci preme illustrare è quella tra convertitore “puro” e scheda audio.

Il primo è un prodotto spesso di livello professionale, dedicato quasi esclusivamente al processo di conversione AD, DA o entrambe, e non presenta di norma connessioni “dirette” al computer. Questo normalmente si appoggia a un’interfaccia esterna (spesso dedicata e sviluppata dallo stesso produttore) alla quale il segnale viene trasferito già post-conversione AD e delegando a essa le operazioni di comunicazione e interfacciamento con il sistema computer. Ne è un esempio l’Aurora 16 di Lynx (i convertitori che ho scelto per il mio studio) che vedete nell’immagine seguente.

La scheda audio

La conversione è a cura del componente in formato 1U rack (Aurora 16) che fornisce “soltanto” 16 ingressi (e altrettante uscite per il processo DA) analogici di linea. L’interfacciamento con il computer è demandato alla scheda PCI Express (venduta separatamente) che vedete nella foto e la comunicazione tra i due avviene in formato digitale AES/EBU che riconoscete dai connettori marcati in verde (prendete per buona la cosa, approfondiremo a parte il discorso delle connessioni digitali).

Trattasi comunque di una situazione che raramente si presenta nelle postazioni home studio. Ci concentreremo infatti sulla scheda audio più propriamente detta che fornisce, a seconda del modello e della tipologia di utilizzo identificata dal produttore, differente numero e tipologia di ingressi, uscite e connessioni. Vediamo di fare un po’ di distinzioni che non saranno certamente complete al 100%, ma speriamo esaustive per orientarsi in un mercato estremamente affollato.

Tipologia di interfacciamento con il computer
USB 2 è una tipologia di connessione che col tempo, è destinata all’obsolescenza, ma è certamente ancora la più diffusa: pur essendo la meno professionale (fornisce prestazioni solo accettabili in termini di latenza e numero di canali I/O gestibili contemporaneamente), consente un contenimento molto forte dei costi di sviluppo/produzione per prodotti di fascia entry level. Ha una velocità di trasferimento dati pari a 480 Mb/secondo.

FireWire, prerogativa principalmente di Apple, si può ormai considerare superata anche se, in competizione con USB 2, nella versione 800 è in grado di prestazioni elevate con trasferimenti fino a 800 Mb/secondo.

USB 3 è la recente evoluzione del protocollo USB e ha rappresentato un forte miglioramento dal punto di vista della velocità di trasmissione, consentendo il raggiungimento di 4,8 Gb/secondo, potenzialmente 10 volte superiore a quanto offerto da USB 2.

Thunderbolt, di recente introduzione e sviluppata da Intel in stretta collaborazione con Apple, fornisce prestazioni di livello molto alto (10 Gb/s bidirezionali) comparabili a quelle dei bus PCI. E’ la tipologia di connessione che sta vedendo sempre maggior diffusione, di pari passo con l’uscita di modelli di computer (portatili e non, soprattutto sul fronte Apple, ma non solo) dotati di relativa porta Thunderbolt.

PCI express (PCIe), consiste in una scheda dedicata direttamente innestata nella mainboard del computer. Al momento è ancora la tipologia di interfacciamento che consente le migliori prestazioni (attorno ai 15 Gb/secondo)

Software a corredo
Con la scheda audio vengono sempre forniti dal produttore i driver (pacchetti che favoriscono la comunicazione tra la scheda e il computer) più adatti per il nostro sistema operativo, oltre al software gestionale nativo della scheda che può includere la gestione I/O, monitoraggio, buffer size (dimensione della piccola unità di memoria che precarica le porzioni di audio prima della loro riproduzione) che influisce sulla latenza (misurata in millisecondi e data dal rapporto tra buffer size e frequenza di campionamento). 

Spesso il produttore fornisce a corredo dell’hardware un software dedicato che, a volte, prevede addirittura un potente soft-mixer per gestirne il routing in modalità stand-alone, senza necessariamente dover gestire la totalità dei flussi audio attraverso il mixer della DAW.

Configurazione di I/O analogici
L’insieme degli ingressi e delle uscite analogiche (al di là ovviamente della qualità intrinseca dei convertitori inclusi nella scheda che variano molto tra produttori e, ovviamente, fasce di prezzo) rappresenta la caratteristica principale che dobbiamo analizzare nel momento in cui ci apprestiamo ad acquistare una nuova scheda audio.

Occorre, per quanto possibile soprattutto se non abbiamo molta esperienza in fatto di recording, cercare di immaginare le varie situazioni che ci troveremo ad affrontare. Mentre è abbastanza semplice, dal mio punto di vista, immaginare le necessità da un punto di vista delle uscite (se pensate di collegare solo un paio di casse, 2 uscite saranno sufficienti anche se vi consiglio, in ambiente domestico, di non tralasciare mai la disponibilità di un’uscita cuffie), il fattore ingressi dipende da quante e quali tipologie di tracce (dovete collegare dei microfoni? Di che tipo, necessitate di alimentazione phantom? Collegherete direttamente chitarre e bassi, quindi avete bisogno di ingressi Hi-Z?) pensate di trovarvi a registrare, al massimo, contemporaneamente.

Un consiglio che vi do è comunque sempre quello di informarvi bene (cercate il manuale sul Web, scaricatevelo e soprattutto leggetelo bene) prima di procedere con l’acquisto. Spesso (proprio per le limitazioni nelle capacità di trasferimento delle varie tipologie di bus, soprattutto nel caso dell’USB 2) un maggior utilizzo (o anche solo attivazione) di I/O contemporanei si paga con una riduzione nelle opzioni disponibili in fase di registrazione. Un hardware con capacità massima - per esempio - di 24 bit e 96 KHz, con 4 ingressi e 4 uscite in funzione contemporaneamente potrebbe consentirvi di registrare audio solo a un massimo di 16 bit 44.1 KHz…quindi, informatevi bene!

Oltre al numero, ovviamente anche la tipologia di connessioni disponibili ha la sua importanza. Per fare un esempio, connessioni bilanciate su XLR o jack 1/4" garantiscono un livello professionale, mentre connessioni analogiche su RCA, sbilanciate, sono più prerogativa di prodotti semi-pro.

L'immagine seguente mostra il pannello frontale e posteriore di una scheda RME Fireface UCX, che ha la particolarità di consentire, in alternativa, connessione al computer tramite USB o Firewire 400, oltre a poter lavorare in modalità “class compliant” permettendo di registrare in multitraccia direttamente su iPad.

E’ una scheda che dal punto di vista degli I/Os analogici, consta di 8 IN e 8 OUT. E' certamente indirizzata a utenti pro (RME è nota per l’altissima qualità dei propri converitori e il prezzo non è certamente accessibile a tutti) e fornisce, sul pannello frontale, due ingressi combo mic/line (con preamplificatori di grande qualità ed estremamente puliti, con guadagno gestibile via software o tramite il comodo rotary encoder presente sul pannello frontale), più due ingressi combinati line/instrument, oltre a un’uscita cuffie (stereo, ovviamente) che rappresenta le uscite analogiche 7 e 8, di fabbrica impostate come copia esatta di OUT 1 e 2, ma indipendentemente configurabili tramite il potentissimo software, fornito in dotazione, TotalMix FX.

La scheda audio

Accessibili dal pannello posteriore, ulteriori quattro ingressi di linea, oltre alle restanti uscite analogiche bilanciate a livello di linea, numerate da 1 a 6.
Last but not least, una completa dotazione di connessioni digitali (SPDIF, ADAT, ecc.) e sincronizzazione (Word Clock).


interfacce tecniche di registrazione
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cos'è, una pubblicità? Ho cominciato ...
di Kapa utente non più registrato
commento del 08/06/2015 ore 16:21:14
cos'è, una pubblicità? Ho cominciato a leggere le nozioni interessantissime all'inizio e poi il discorso si è interrotto di botto con le lodi di un prodotto in particolare...
Rispondi
aggiunte varie
di oscar1965 [user #19484]
commento del 15/06/2015 ore 22:00:44
- a proposito dei flussi audio, per chi registra le varie tracce in tempi diversi, e' importante che ci sia la possibilta' di gestire i livelli o altre caratteristiche delle tracce già' registrate che si ascoltano (di solito in cuffia) mentre si registra una nuova traccia; inoltre, possibilmente che la nuova traccia possa essere mixata direttamente dall'interfaccia (e magari con l'aggiunta, nel canale verso le cuffie, di effetti dedicati, che pero' non saranno registrati); intendo mixata con le tracce già' registrate che arrivano dalla DAW, non so se mi spiego;
- immagino che le due interfacce citate siano tra quelle conosciute dallo scrivente, cmq in Internet ci sono decine di siti dedicati all'home recording con esempi di altri modelli, per es di: Akai, Alesis, Apogee, Behringer, Boss, Cakewalk, Cymatic, Edirol, Esi, Focusrite, Lexicon, Fostex, Korg, M-Audio, Mackie, Motu, Presonus, Tascam, Zoom, Art, Allen&Heath, ecc ecc
- gli studi professionali non si limitano ai "soli" 24 bit 96 kHz o 192 kHz, usano delle tecnologie ancora più' esoteriche (e costose), in cui invece che il solito campionamento PCM, usano degli altri tipi di algoritmi; per chi conosce l'inglese, su Wikipedia ci sono alcuni articoli
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l'unico produttore a me noto in questo ambito e' Merging, www.merging.com, in particolare con il loro prodotto Nadac; con DXD intendono una tecnologia che dovrebbe essere superiore al DSD: campionamento monobit (tiene traccia solo se il campione successivo e' a livello superiore o inferiore del precedente) a quasi 1 MHz convertito poi a 24 bit 352 kHz
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meno male che non si ...
di superloco [user #24204]
commento del 17/06/2015 ore 08:39:35
meno male che non si parla di nanotecnologia.... ahahahaha
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correzione
di oscar1965 [user #19484]
commento del 07/07/2015 ore 22:16:09
i convertitori AD cui facevo riferimento si chiamano Horus e Hapi, invece Nadac e' un convertitore DA per il mercato consumer; ne approfitto per aggiungere che, oltre a USB, FireWire e Thunderbolt, si e' aggiunto in ambito professionale anche AudioOverIP: basta un cavo Ethernet (possibilmente Cat.6) e una scheda di rete (minimo 1Gbit) possibilmente non nativa (vale a dire, una PCI express dedicata) e con i driver adatti il trasferimento audio da convertitore AD a computer e' fattibilissimo (anche da computer a convertitore DA, in realtà')
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