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Ibanez LGB 30: George Benson dalla Cina
Ibanez LGB 30: George Benson dalla Cina
di [user #32554] - pubblicato il

Con un prezzo perfettamente posizionato tra le archtop di fascia media, la signature di George Benson stupisce per la cura dei particolari, un suono in stile e una serie di accessori capaci di incuriosire anche i jazzisti più navigati.
Con un prezzo perfettamente posizionato tra le archtop di fascia media, la signature di George Benson stupisce per la cura dei particolari, un suono in stile e una serie di accessori capaci di incuriosire anche i jazzisti più navigati.

Devo ammettere che personalmente ho sempre guardato i modelli griffati, cioè le signature, con un occhio clinico e a volte diffidente, se poi aggiungo che i prodotti assemblati in Cina rischiano a volte di essere poco curati nei dettagli, mi sono preso quasi un mese di tempo per strapazzarmi questa LGB 30 per cercare di scovarne pregi e difetti.

Estratta dalla custodia, non riesco a fare a meno di ammirare il livello di finitura: ci sono subito tanti piccoli particolari che mi fanno capire quanto siano curati i dettagli. Il body è verniciato con un ottimo e caldo sunburst, il top è in abete laminato, e sempre in laminato ma con acero fiammato sono fondo e fasce. I potenziometri, quattro in tutto, sono classici volume e tono con la manopola impreziosita da un piccolo anello di gomma per migliorare la presa. Le regolazioni sono separate per ogni pickup, una coppia di Super 58 Custom in Alnico miscelabili con selettore a tre posizioni.
L’attaccacorde è su disegno tailpiece racchiuso da una sorta di coperchio in legno, credo palissandro, con un bell’intarsio in abalone.
 
Ibanez LGB 30: George Benson dalla Cina

Il manico in tre pezzi di mogano monta venti tasti con un livello di rifinitura eccellente, ogni tasto sembra rifinito a mano tanto è particolare la piccola curva a termine della barretta di metallo, te ne accorgi facilmente facendo scorrere la mano sulla tastiera in ebano perfettamente levigata e rifinita. Il capotasto in osso è compensato in altezza tra la sesta e la prima corda c’è quindi una piccolissima differenza che pareggia la distanza delle corde dalla tastiera.
Il tutto termina con la classica paletta tre meccaniche per lato dignitosamente funzionali. Sotto la scritta Ibanez, di primo acchito il logo/acronimo GB in effige appunto di George Benson sembra un semplice disegno a intarsi.
Montate di serie, le corde D'Addario .012 in acciaio completamente lisce fanno subito capire il carattere sobrio ed elegante dello strumento. Una volta attaccata all’amplificatore, arriva immediato "quel suono lì”, giusto per fraseggi be-bop con ottimi rimandi al mondo swing.

La dinamica è buona, la chitarra è reattiva e in generale le sei corde sono bilanciate nell’esposizione sonora. Il tutto risulta quasi leggermente compresso, forse mi aspettavo qualcosa di più sul versante dinamico ma, pensando al sound del grande Benson prettamente elettrico senza quasi nessun richiamo al mondo acustico, trovo sia giusto così.
 

Ibanez ha sempre avuto un ottimo rapporto qualità prezzo, nel particolare questa LGB 30 si piazza intorno agli 850€ e li vale tutti. Produzione cinese con controllo qualità Giapponese, lo strumento suona talmente bene che ti fa dimenticare di avere una signature, elemento che mi ha fatto sempre pensare che un po' paghi la firma, ma questo strumento mi ha fatto cambiare idea. Certo, non sono pochi soldi di questi tempi, ma pensato come uno strumento definitivo trovo possa essere una scelta da prendere seriamente in considerazione.
Una nota di pregio, oltre alla custodia rigida in dotazione, va al doppio ponte tune-o-matic, nel senso che nella custodia viene fornito un ponticello sostitutivo con la lama superiore completamente in ebano, così da ottenere un suono molto più caldo e rotondo, vicino al mondo acustico che diversamente potrebbe essere segnalato come la possibile mancanza a questo strumento.
 
Ibanez è un marchio distribuito da Mogar Music.
 
chitarre semiacustiche george benson ibanez lgb30
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Ibanez LGB30
Ibanez
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Bene
di prada [user #19807]
commento del 27/06/2015 ore 10:19:00
un'altra dimostrazione fatta molto bene: si capisce bene come suona la chitarra, utilissime i samples sulle tre posizioni e il va-e-vieni della base, complimenti.
Per venire al tema centrale, ottima chitarra a un prezzo interessante. Grazie per presentazione.
Rispondi
Ciao Paolo, una delle mie ...
di Capra_Poliuretanica utente non più registrato
commento del 27/06/2015 ore 11:28:37
Ciao Paolo,
una delle mie curiosità su questo tipo di chitarre riguarda lo spazio intercorda.
É abbastanza largo da farci passare comodamente le dita della mano destra e favorire il fingerpicking, oppure è più ridotto ed adatto maggiormente al plettro?
In pratica è più da chitarra acustica od elettrica?

Mi associo al commento di Prada, il va-e-vieni della base lo trovo illuminante.
Rispondi
Re: Ciao Paolo, una delle mie ...
di luvi [user #3191]
commento del 27/06/2015 ore 12:02:3
I manici Ibanez sono proverbialmente di una comodità che rasenta l'incredibile e le semiacustiche (anche quelle di queste serie cinesi) non fanno eccezione: suonabilità da elettrica al 100%, direi.
Sezione (relativamente) sottile del manico al capotasto ed action regolabile bassissima senza "friggiture" di corde in alcun punto della tastiera. :-)
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Re: Ciao Paolo, una delle mie ...
di Capra_Poliuretanica utente non più registrato
commento del 28/06/2015 ore 21:48:29
Perdonami, ma non era questa la mia curiosità.
Io ero più concentrato sulla mano destra, se così vogliamo dire. :-)
Rispondi
Re: Ciao Paolo, una delle mie ...
di luvi [user #3191]
commento del 29/06/2015 ore 11:58:53
Oooops... perdonami tu, non avevo letto bene!
La larghezza al capotasto della mia AF155 (e quindi credo proprio anche di questa GB) non differisce da quella di una normale elettrica. L'intercorda è tipicamente da elettrica, non più largo come sull'acustica. ;-)
Rispondi
Re: Ciao Paolo, una delle mie ...
di Capra_Poliuretanica utente non più registrato
commento del 29/06/2015 ore 22:05:29
Grazie Luca,
sempre gentilissimo.
Sono chitarre che mi attirano, ma che non ho mai avuto l'occasione di provare, :-(
Rispondi
Ho riscontrato la stessa cura. . .
di luvi [user #3191]
commento del 27/06/2015 ore 11:58:29
. . . nella costruzione e la stessa attenzione per i particolari nella mia Ibanez AF155, che anche tu hai infatti recensito positivamente qualche tempo fa. :-)
Credo che siano ciò che più si avvicina alla produzione nipponica Ibanez, riproposta a basso costo grazie alla delocalizzazione. Questi strumenti escono certamente dalla stessa llinea di produzione cinese: stessa fascia di prezzo (50 euro di differenza), stessa costruzione (sia pure con legni diversi), stesse manopole, stesso battipenna e stessi pickup Super 58 Custom, che però mi risulta siano ceramici, non in Alnico (EDIT: in realtà non si capisce proprio che magnete impieghino... pare ce ne siano sia in Alnico, che ceramici, a caso... sul forum Ibanez confessano che non lo sanno nemmeno loro e difatti non pubblicano la specifica... prodigi del "made in China"!!). Il timbro comunque non è male, anche se come hai correttamente rilevato peccano un po' in dinamica, problema abbastanza comune per le produzioni "delocalizzate" e per fortuna facilmente aggirabile con un upgrade. ;-)
Rispondi
Re: Ho riscontrato la stessa cura. . .
di aleck [user #22654]
commento del 27/06/2015 ore 17:36:15
Io ho notato che sui cataloghi precedenti al 2009 sono segnati (quando segnati) come ceramici, dal 2010 in poi come AlNiCo.
Rispondi
Re: Ho riscontrato la stessa cura. . .
di luvi [user #3191]
commento del 28/06/2015 ore 00:41:36
Sì, così pareva, ma sul forum ufficiale Ibanez USA hanno poi ammesso che quelle stampate sui cataloghi sono state informazioni erronee ed approssimative, perché in realtà nemmeno loro conoscono le caratteristiche effettive del pickup, né le differenze certe tra le varianti Custom58 (made in Korea) e Super 58 Custom (made in China)!!
La verità vera è che quando si delocalizza la produzione in questo modo, specie in Cina, da parte dei grandi committenti si perde l'effettivo controllo della qualità del prodotto, perchè ci si affida a produttori terzi, non a stabilimenti propri, a patto che i conti tornino come da accordi presi.
Si sa poi che i cinesi cambiano specifiche senza porsi troppi problemi: l'importante è rispettare il numero dei pezzi ed i tempi stabiliti! :-)
Rispondi
Ulteriore testimonianza che il fattore-paese ...
di aghiasophia utente non più registrato
commento del 27/06/2015 ore 12:29:49
Ulteriore testimonianza che il fattore-paese di provenienza poco conta sullo standard qualitativo. Ciò che conta è il progetto e il livello di bontà che il produttore-committente intende raggiungere in termini di prodotto finito.
Rispondi
Re: Ulteriore testimonianza che il fattore-paese ...
di nawa utente non più registrato
commento del 29/06/2015 ore 11:40:5
in cina si produce qualsiasi cosa. sono tra i paesi che mandano satelliti nello spazio e hanno una industria militare abbastanza avanzata.

se e quando si produce merda lo decidono i committenti. La questione è se il risparmio viene ottenuto facendo economie di scala o rinunciando a eventuali diritti dei lavoratori, rispetto delle norme ambientali, smaltimento di scarti e rifiuti, orari e condizioni di lavoro, assistenza sanitaria etc etc etc.

naturalmente il discorso riguarda tutta l'economia mondiale e le chitarre sono solo una goccia nell'oceano.
Rispondi
Bob Benedetto
di Cosimo [user #2023]
commento del 28/06/2015 ore 02:44:16
io m'immagino il suddetto che apre un suo laboratorio a Shangai e comincia a produrre le sue chitarre.
Secondo voi suoneranno peggio di quelle che produce negli States?
Giusto è il fatto che la delocalizzazione non c'entra niente con la qualità del prodotto.
Rispondi
chitarra davvero interessante
di maxventu [user #4785]
commento del 28/06/2015 ore 13:37:03
e complimenti all'autore, non solo per come suona, ma in generale per la recensione e per il video. Tutte le recensioni dovrebbero essere fatte così.
Rispondi
Re: chitarra davvero interessante
di alessandrob [user #15388]
commento del 29/06/2015 ore 11:09:21
Si, ma non vale. in mano a Paolo suona bene pure una chitarra senza corde...
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upgrade... con cosa?
di kappero7 [user #22270]
commento del 03/07/2015 ore 09:31:39
Ciao a tutti, avevo addocchiato già la chitarra, visto il notevole risparmio sull'esborso per una GB10... e mi permetto una domanda al grande Luvi: upgrade con quali p.up?
ho una coppia di ibanez V2s (quelli montati sulle semiacustiche anni '80 tipo Ibanez as 50 ecc...) oppure una coppia di Gibson classic57... oppure qualcosa di tuo? consigliami, ti prego! Accetto consigli da tutti, naturalmente!!
Grazie!
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