Accordo: La botta dei Sidewinder

Anno domini 1953, Gibson lanciò sul mercato la sua prima chitarra basso elettrica, seconda al successo datato 1951 del Fender Precision Bass lanciato dalla concorrente Fender.
Il basso Gibson era a forma di violino, ma solid-body e con le buche a effe solo dipinte in nero. Aveva una scala più corta, limitata cioè a 30,5 pollici contro i 34 del basso della concorrenza, ma un suono molto più cupo e profondo per merito di un pickup enorme, unico e posizionato al manico: un humbucker a bobine montate contrapposte, dichiarato da 30 Kohm d'impedenza.

Era il Sidewinder Pickup, montato in seguito sia sul secondo basso Gibson, il modello semihollow EB-2 del 1957, sia sul Rivoli e sul Newport, i bassi della neo-acquisita Epiphone su scelta lungimirante del manager Ted McCarty.

Nel 1959 Gibson mise in produzione un basso più economico rivolto a un pubblico di studenti e amatoriale, il modello chiamato EB-0, che in origine aveva il body simile alle Les Paul Transition del periodo, cioè a doppia spalla mancante e le meccaniche del tipo banjo. Tutto questo fino al 1961, anno in cui divenne a forma SG. Al contrario, il modello superiore EB-3, che vide la sua nascita nel 1963, era nato già SG ma con un secondo pickup mini-humbucker al ponte.

Le scalature rimasero 30,5 pollici e cambiarono nel 1966 solo per il succitato EB-3, che passò alla scala 34 pollici mentre, per tutti gli anni '50 e fino al passaggio a SG, le cover del Sidewinder furono il plastica color black, diventate dal 1961 in poi metalliche e cromate.

Tuttavia, il suono che è rimasto nelle nostre orecchie dei bassisti legati alle quattro corde tradizionali degli anni del beat è quello del Sidewinder al manico, per alcuni un po' fangoso e indefinito, ma con la "botta nello stomaco" che ci ha fatto compagnia per gli anni successivi e che stiamo un po' tutti ricercando.

Per quanto il catalogo proponga ottimi strumenti come il Grabber 3 e i Thunderbird IV, per molti il suono Gibson è legato per sempre al compianto Jack Bruce dei Cream, scomparso sul finire del 2014 ma mai dimenticato.