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Hendrix non si tocca (anche quando è scordato)
Hendrix non si tocca (anche quando è scordato)
di [user #3] - pubblicato il

Tutt'a un tratto arriva Marty Friedman e dice: "preferisco masticare delle schegge di vetro che ascoltare un disco di Jimi Hendrix". Apriti cielo, perché Jimi non si tocca a prescindere, come Gilmour, come Blackmore, come SRV e BB King.
Indignazione alle stelle. Insulti. Sarcasmi. "Preferirei ascoltare due ore di rutti e scoregge di Hendrix che una delle tue feste immobili di masturbazione". Sconcerto. 
Mannaggia. Premesso tutto l'amore per i mostri sacri, consapevoli che Hendrix e tutti gli altri sono un punto fermo nella storia della musica, resta il fatto che quando un musicista del calibro di Friedman dice una cosa così in un'intervista, la persona intelligente non si indigna, ma cerca di capire. 

A leggere bene ci si accorge che il concetto non è nuovo, ma risale al 2009, quando Marty rilasciò l'intervista originale di cui quella più recente, uscita per lanciare il suo nuovo tour, è in gran parte un copia-incolla. Se oggi fa più scalpore è merito (o colpa?) della crescita smisurata dei social media e del brutto vizio di decontestualizzare. Si stacca la frasetta "I'd rather chew glass than listen to Hendrix" da un'intervista fiume e la si butta su Twitter ben condita dall'indignazione. Dannata Rete.

Hendrix non si tocca (anche quando è scordato)

In realtà l'ex chitarrista di Cacophony e Megadeth non fa una polemica alla Keith Richards di "Sgt. Pepper è spazzatura", ma si limita raccontare la sua storia di chitarrista rock ad altissimo livello e a sintetizzarla usando Jimi come esempio. Comparso con i Cacophony assieme all'altro astro Jason Becker, ha le proprie radici musicali nel punk, inclusa la reazione al mondo hippie ("I never got Hendrix. When I think of Hendrix, an image comes in my mind about a lot of hippies rolling around in mud tripping on acid and it just doesn't turn me on at all"). Marty non rinnegherà mai il punk (all'audizione per i Megadeth si presenta con la maglietta dei Ramones), ma lo supera, in una ricerca della perfezione tipica del chitarrismo metal anni ’80. Nella selva di chitarristi che in quegli anni si limitavano a inseguire le acrobazie di Paganini sdoganate da Malmsteen, Friedman si distingue con un utilizzo originale delle sonorità orientali - di cui è tanto appassionato da trasferirsi in Giappone - e arriva ai vertici della rivoluzione shred.
Rust In Peace, disco apice dei Megadeth, è un album ancora oggi standard di perfezione esecutiva dell'era pre-digitale. Marty piazza ritmiche impossibili e scrive uno dei miglior assolo della chitarra heavy metal, “Tornado of souls”. 


Se il legame di Steve Vai col passato è dichiarato dal tatuaggio sul braccio "Bold As Love", con la generazione successiva dei Friedman, Becker, McAlpine il distacco è definitivo. Dal chitarrismo spontaneo, fumato, un po' fricchettone, svolazzante e non necessariamente intonato si passa alla perfezione esecutiva ("I'm like, Play in tune. I'm a big tuning guy and that's probably why I don't like Dylan; things go out of tune and it kills me"). 

Marty Friedman è una delle espressioni più significative del distacco della generazione chitarristica degli anni ’80 con quelle dei decenni precenti, plasmate sul carisma e il suono di Hendrix.
Anche dal punto di vista degli strumenti Friedman, come tantissimi altri shredder, snobba le chitarre "vintage" che dall'altra parte del fossato musicale raggiungono quotazioni record. Lui usa strumenti moderni (sarà per più di un decennio un’icona della Jackson) attrezzi efficientissimi che gli consentono di suonare veloce, pulito, di produrre musica di violenza e precisione devastante e - nel suo caso soprattutto - di essere intonato.

Hendrix non si tocca (anche quando è scordato)

Perché per Friedman la ricerca dell’intonazione è una peculiarità imprescindibile del chitarrismo. Lui è uno che ha scolpito il suo playing sinistro ed esotico suonando linee melodiche dove le note sono raggiunte con micro bending di semitono e quarti di tono, presi con precisione chirurgica. Inoltre, si è sempre professato fanatico di Brian May e delle sue orchestrazioni a più chitarre, e dai Cachophony ai Megadeth, passando per la sua attuale produzione solista, ha infarcito la sua musica di chitarre armonizzate e unisoni mozzafiato. Perciò, se micro bending, armonizzazioni e unisoni sono i fiori all’occhiello del tuo chitarrismo  (e ti hanno fatto diventare un eroe della chitarra metal) è ovvio che il tuo nemico più grande non può che essere una strato scordata (magari con un single coil che ronza al ponte).

E - pur star acclamata - sa anche restare umano. Non ama Hendrix, ma rispetta chi è di un'altra opinione: "But all of my favorite guitarists hail Hendrix: I'm a big Uli Jon Roth fan and he's the most beautiful guitarist. He probably loves Hendrix as much as Hendrix's own mother does. All the guys I respect love Hendrix so I know there's something there, it's just that I never got it because it never fit into my experiences". 

Gran personaggio.

jimi hendrix marty friedman
Link utili
Intervista originale del 2009
Intervista rimaneggiatra del 2015
Il sito di Marty Friedman
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