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Dietro le quinte con Tony De Gruttola
Dietro le quinte con Tony De Gruttola
di [user #116] - pubblicato il

Tony De Gruttola ha portato a termine il suo nuovo album solista. Intitolato, Out Of My Visions, è un riassunti degli ultimi dieci anni suonati e vissuti. Abbiamo incontrato Tony per farci raccontare la musica, la storia e i suoni.
Out Of My Visions è l'ultimo disco solista di Tony De Gruttola, un vivace mix tra tutte le sue influenze, che vanno da Steve Vai a Greg Howe ma senza mai allontanarsi troppo dall'amore sviscerato per Satriani.
Insieme a Tony, nell'album hanno suonato Daniel Bestonzo al pianoforte e alle tastiere, Simone Rubinato al basso e Stefano Incani alla batteria, sostituito da Eddy Franco per il tour dal vivo.

Curato nei suoni e nella composizione, il disco ci ha incuriosito all'ascolto e fatto venire voglia di qualche domanda in più su produzione e strumenti usati, così ne abbiamo incontrato l'autore.

Dietro le quinte con Tony De Gruttola

Ciao Tony, ci racconti la storia del disco?
Ciao a tutti! Out Of My Visions racconta gli ultimi dieci anni della mia vita musicale e non, gioie e dolori, conquiste e perdite. Racconta il mio percorso di maturazione fatto finora. È il faccia a faccia di un quarantenne col suo io spirituale, il bisogno di fare il punto della situazione e di tirare fuori ciò che avevo dentro. "Ovunque in un giorno qualunque, fuori dalle mie visioni tutti i sogni che ho sognato", questi tre titoli racchiudono il significato del disco.
Ho lavorato alla preproduzione del disco per circa un anno prima di essere pienamente convinto. Non volevo tralasciare nessun dettaglio a partire dai temi, gli assolo, le armonie e infine gli arrangiamenti e la scelta dei suoni, questo per poter entrare in studio di registrazione sicuro al 100% delle mie scelte.
Ho lavorato spesso di notte lontano dai rumori e dalle distrazioni a volte costretto da idee
che arrivavano senza preavviso. Chitarra, Fractal, Cubase e fissavo immediatamente.
Ogni settimana lavoravo un paio di giorni, a volte tre, con Daniel Bestonzo, tastierista e co-produttore artistico del disco, per creare lo scheletro dei brani.
Lui è un polistrumentista e ha un'idea degli strumenti a livello globale. In più è uno strepitoso programmatore di batterie, questo mi ha permesso di poter realizzare esattamente ciò che avevo in testa senza compromessi.
In pratica abbiamo registrato l’album nel mio home studio e poi lo abbiamo risuonato al Punto Rec. Prima di entrare in studio ho provato per circa 15 giorni con basso e batteria affinché imparassero alle perfezione i brani e metabolizzassero le parti. Risultato: hanno registrato tutto il disco in due giorni e mezzo!
Credo molto nelle preproduzioni accurate, una cosa che mi è mancata nel primo disco anche se per fortuna è andato bene lo stesso!

Quindi in ordine, basso e batteria per primi. Abbiamo poi registrato il pianoforte, il piano Rhodes e l’Hammond, strumenti che mi sono stati messi a disposizione dallo studio. Ci tenevamo che fossero veri e non plug in. Archi pad e programmazioni erano definitivi dalla preproduzione. Infine è arrivato il mio turno.
Colgo l’occasione per ringraziare l’impegno economico di Punto Rec Studios e l’etichetta PRS nei panni di Marco Barberis e Fabrizio Argiolas, quest’ultimo anche sound engineer del disco e preziosissimo co-produttore dello stesso.
Grazie per aver creduto e investito in questo progetto!

Che hai usato?
In studio ho utilizzato diversi strumenti: PRS Custom 24 e Custom 22, Fender Stratocaster (acero), Fender Stratocaster Jeff Beck Signature (palissandro), Telecaster con pickup DiMarzio, Gibson Les Paul, Gibson ES135. Tutte sono equipaggiate con corde Dogal Carbon Steel e Chrome Steel .010-.044 (set sviluppato da Dogal appositamente per me) e .010-.046.
Gli ampli sono un Cicognani Imperium H150 con valvole EL34, Imperium Luxury H120 con valvole 6L6, un diffusore Cicognani 4x12” con coni Celestion Vintage 30 special, Fender Concert con coni JBL.

Distorsori e Overdrive: Suhr Riot distortion, Carl Martin PlexiTone Pedal , Vemuram Jan Ray Overdrive, KOR Oracle & Leadstar Distortion, Gurus Sexy Drive, Vinteck Boost
Modulazioni, ambienti, delay ecc: Tremolo Supa-Trem Fulltone, Chorus Small Clone Electro Harmonix, Mini Vibe Mint Green Bearfoot, Compressore Pale Green Bearfoot, Micro Pog Electro Harmonix, Volume Ernie Ball VP junior, Wah Wah Vox, Riverbero Hall Of Fame TC Electronic, Delay Time Factor Eventide, Strymon BlueSky Reverb.
Ho fatto anche largo uso del Lexicon 480L.


Come hai registrato le chitarre?
Ho diviso in tre fasi: "Pali" (chitarre distorte), clean-rhythm e arpeggi, lead.
Ho quasi sempre doppiato le ritmiche utilizzando due suoni leggermente diversi e sommandoli successivamente.
Praticamente zero Plug in in post produzione.
Abbiamo provato diversi microfoni per riprendere la cassa scegliendone poi due che ci piacevano particolarmente: uno Shure SM57 e un Sennheiser MD421 che abbiamo poi miscelato in fase di mix.
Il tutto è stato passato nel meraviglioso banco Neve che a mio avviso ha fatto la differenza in una produzione di nicchia come questa. Sono davvero felice ed orgoglioso del risultato!

Ci sono degli artisti o dei dischi che, nel momento della scrittura prima e delle registrazioni dopo, ti hanno particolarmente ispirato?
A parte Satriani, intendi? (ride) Ti stupirà forse sapere che traggo ispirazione da musica e musicisti che non necessariamente appartengono al mondo della chitarra rock virtuosa, finirei inevitabilmente per copiare lo stile di uno o dell’altro. Ascolto tanti cantautori Italiani come Concato, Zero, interpreti come Mina, vari compositori di colonne sonore, amo artisti come Damien Rice o Dave Matthews o il banjoista Bèla Fleck, Tuck Andress, Oz Noy, Nguyen Lee, i grandi chitrristi blues... Ascolto tanta musica indie nella quale scopro sempre un sacco di suoni interessanti che poi adatto alla mia musica, infine ho fatto un tuffo e nuotato nel mio passato musicale fatto di Dire Staits, Pink Floyd, AC/DC, Deep Purple, Led Zeppelin, Extreme, Spin Doctors, Toto, Motley Crue, Skid Row e tutta la sfilza di guitar hero dell'epoca e attuali. Non tralascerei Screaming Headless Torsos, John Scofield e Pat Metheny, li amo!
Diciamo che la mia musica arriva davvero dall’ascolto della musica a 360 gradi!

A tuo parere, cosa distingue il tuo lavoro dai tanti dischi chitarristici strumentali?
Io non so se il mio lavoro si distingua dai tanti dischi chitarristici strumentali, questo preferisco lo dicano gli altri se lo pensano. Quello che quasi tutti mi dicono è che si fa ascoltare anche due tre volte di seguito, è cantabile e non annoia. Piacciono le composizioni e gli arrangiamenti e questo mi riempie di gioia perché ci ho lavorato con tutto me stesso e perché davvero ogni brano racconta una storia vissuta. Il fatto che questo arrivi alla gente è stupendo!
Sicuramente però ha una gran bella produzione e di altissima qualità, cosa rarissima in Italia per un disco di musica strumentale, tutto grazie alle persone che credono in me e nelle cose che scrivo a partire dai miei compagni di viaggio.

Dietro le quinte con Tony De Gruttola

Segui la nuova scena chitarristica? Ci sono dei nomi emergenti che ritieni particolarmente interessanti?
Ce ne sarebbero tanti, ma devo confessarti che da qualche anno sono parecchio confuso e perplesso. Ormai ci sono pochissime occasioni per ascoltare questo tipo di musica dal vivo, il palco sembra essere diventato YouTube e non capisco più chi è bravo o bluffa, chi è interessante o semplicemente sembra esserlo. Non capisco cosa è vero e cosa non lo è, davvero non riesco a capire cosa oggi serva per essere considerato un musicista valido. Ormai è tutto un cazzeggio pre colazione, cazzeggio del dopo pranzo, improvvisazioncina modale prima e dopo cena ecc. Spesso tante cazzate pro “like” senza un fondamento solido insomma, di un musicista che tale si definisce vorrei ascoltare le composizioni belle o meno che siano, non solo vedere quanto è abile sullo strumento. Per quanto mi sforzi faccio fatica ad adattarmi a questo modo "nuovo" di fare e vivere la musica, e comunque credo che un musicista bisognerebbe ascoltarlo e vederlo dal vivo e non solo in un video.

Che spazi esistono per proporre dal vivo un lavoro strumentale come il tuo?
Davvero pochi in realtà. Tolte le grosse fiere come SHG, il Musikmesse o il NAMM show, clinic nelle scuole, open act per grandi nomi della chitarra (cosa che a me capita spesso) ma un vero e proprio live per suonare questa musica è quasi impossibile o rarissimo, te lo devi inventare.
Questo in generale quando si tratta di musica originale, per cover band e tribute band, beh, il discorso è totalmente diverso ma lasciamo perdere, non voglio diventare polemico. Certo è che da anni a mio avviso la musica originale di qualsiasi genere in Italia è stata sotterrata viva.
Comunque mi ritengo fortunato da questo punto di vista. Credo riuscirò addirittura a fare un piccolo tour in Italia. Sarete i primi ad avere il calendario!

Nel disco sfoggi una gamma di sonorità davvero ampia. Come ti sei organizzato per ricrearle dal vivo? È facile immaginare che tu debba scomodare un rig particolarmente complesso...
È chiaro che dal vivo devo scendere a compromessi per questione di spazi e mi comporto nel seguente modo.
Due chitarre: PRS C22 e 408, con queste due chitarre riesco a ottenere la maggior parte delle sonorità di cui ho bisogno.
Generalmente uso una testa monocanale, la 5015 della Gurus Amps da 50 watt con una cassa 2x12 Gurus Amps con coni Vintage 30 special.
Nelle le situazioni "grosse" opto per la testa Luxury H120 con valvole 6L6 e diffusore Cicognani 4x12 con coni Vintage 30. Sì, mi piacciono i V30!
La pedalboard è variabile a seconda delle situazioni e dei generi, ed è così attrezzata: wah wah Vox, volume Ernie Ball VP junior, boost over Vinteck, phaser Ninethy Orange Mooer, compressore Pale Green Bearfoot, Mini Vibe Mint Green Bearfoot, tremolo Supa-Trem Fulltone, Stereo Chorus Ibanez e Small Clone EH, riverbero Hall Of Fame TC Electronic, delay Time Line Strymon, EchoSex Gurus (Eko Binson emulated), Micro Pog o Pitch Fork Electro Harmonix, overdrive Jan Ray Vemuram, overdrive Sexy Drive Gurus (plexy sound), distorsore Riot Suhr, distorsore Burnley Bogner, fuzz Toxic Fuzz Lovatone.
Il tutto è controllato dal fantastico sistema MIDI switching Vinteck V8.

Dietro le quinte con Tony De Gruttola

In che progetti sei coinvolto al momento?
In primis il progetto solista TDG band, dove suono la mia musica e i brani dei miei dischi solisti. Sono chitarrista de Il Dubbio Di Davide, un progetto Pop-Rock che ha all’attivo un disco e in uscita il secondo. In questo progetto ho il piacere di suonare col mio fratellino Franco che è l’autore e compositore del 95% dei brani oltre a essere la voce e la chitarra ritmica. Sono produttore, arrangiatore e chitarrista di un progetto indie pop di una meravigliosa cantante dal nome Gema (autrice dei testi) con un disco all’attivo dal titolo dal titolo Magnifiche Stupità. In questo progetto sono anche compositore delle musiche. Questi i miei tre progetti di musica inedita.
Da circa quattro anni sono chitarrista della fantastica cantante statunitense Cheryl Porter nei progetti soul, gospel e funk.
Insieme a Miky Bianco ho fondato i Two Bald Axes con l’intento di ripercorrere le tappe della storia del rock. Lo spettacolo propone un medley per ogni artista o band che ha in qualche modo lasciato il segno e ha influenzato le generazioni a seguire, dai Beatles ai Rolling Stones ai Deep Purple ai Dream Theater più recenti e tanti tanti altri. Proponiamo delle vere e proprie suite per ogni artista o band, rivisitate con arrangiamenti originali e in certi casi più attuali. TBA non è quindi un tributo a una o l’altra band, ma più correttamente un vero e proprio tributo al rock, ”Pure Tribute to Rock”!
Chiudo il discorso band con il progetto Labirinto, un super gruppo diretto dal musicista Piero Vallero e nel quale transitano diversi turnisti italiani e non a seconda delle esigenze artistiche, che si occupa principalmente di allestimenti musicali per grandi eventi o di supportare artisti Italiani o stranieri e si muove in ambito live e studio in teatro e televisione.
Con Piero ho anche riarrangiato, prodotto e riscritto l’inno storico di una squadra di calcio italiana molto nota, e in occasione dell’inaugurazione del nuovo stadio della stessa siamo scesi in campo con i giocatori a suonare l’inno. Lo stadio era pieno ed è stato davvero emozionante!
Ho infine una passione sfrenata per la chitarra acustica e per questo tengo attivi due progetti unplugged in cui mi diverto a riarrangiare brani famosi ed evergreen, i The Maniaxxx, con voce maschile di Davide Magro, e i GOG Project-Reinterpreting Pop, con la voce di Corinne Marchini (ex Amici), cantante strepitosa con un disco all’attivo, nel quale ho avuto il piacere di suonare le chitarre, distribuito da Warner Bros, arrangiato da Danilo Ballo con la produzione artistica del grande Dodi Battaglia.
album interviste tony de gruttola
Link utili
Out Of My Visions su iTunes
Tony De Gruttola
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