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Le Fender postume di Jimi Hendrix
Le Fender postume di Jimi Hendrix
di [user #3] - pubblicato il

Avere una chitarra simile a quella del proprio idolo è un primo passo per provare a replicarne le gesta. Quando si tratta di Jimi Hendrix, un mancino che rovescia tutti gli equilibri costruttivi della chitarra, le repliche hanno sempre fascino. Ecco i tributi seminati negli anni da Fender alle Strat di Jimi.
Morto nel 1970 a soli 27 anni, eppure sempre vivo nel cuore dei fan. Ci avviciniamo al mezzo secolo dalla sua scomparsa, eppure ancora Jimi Hendrix continua a toccare l'immaginario dei chitarristi con le sue imprese di guitar hero dei primordi. Mancino, indissolubilmente legato alla Fender Stratocaster, la usava capovolta, perché lui le chitarre le divorava e non voleva perdere tempo ad aspettare le rare left handed disponibili. A dispetto di chi diceva che le Fender post-CBS (cioè quelle prodotte a partire dal gennaio 1965) "non suonano", Jimi ha costruito il suo rock magico proprio con le "palettone" a quattro viti che costituirono un buon 90% del suo arsenale. Le comprava a mazzi, le regalava, le bruciava, ma soprattutto ci suonava cose incredibili. Dal suo guitar tech Roger Mayer sappiamo che le chitarre di Jimi erano totalmente stock, fatto salvo l'attaccacinghia spostato sul corno inferiore e la scalatura non standard delle corde (.010 .013 .015 .026 .032 .038) che gli dava un suono più bilanciato.

Nel corso di questi anni ci sono stati vari tributi da parte di Fender al grandissimo artista di Seattle: cogliamo l'occasione della nascita di questa nuova Jimi Hendrix™ Stratocaster per ricordarli.

1980 - Per la prima volta nella sua storia, Fender considera l'ipotesi di una chitarra dedicata a un artista, oltretutto scomparso. Nasce il prototipo della Hendrix Stratocaster, derivata dalla Anniversary dell'anno precedente, ma bianca, con manico mancino su un corpo destro. L'aspetto più significativo è il ritorno alle quattro viti del manico, da cui ovviamente scompare il bullet per regolare il trussrod alla paletta. È un mix che ha poco a che fare con le chitarre di Jimi, ma piace molto e verrà replicato da tanti chitarristi, primo tra tutti SRV, che monta un manico mancino sulla sua chitarra rossa e addirittura compare dal vivo col prototipo della Hendrix. Ne verranno prodotte una trentina e oggi sono ricercatissime.

Le Fender postume di Jimi Hendrix

1991 - La Fender "post-CBS" torna a Jimi per la prima volta nel 1991, con una chitarra prodotta dal Custom Shop, nato ufficialmente meno di due anni prima. Costruita in pochissimi esemplari, è sostanzialmente una riedizione della palettona a quattro viti del 1967, anche questa con paletta mancina. Il logo "transition" è storicamente più corretto.

1997 - Trent'anni dopo il concerto di Monterey del 18 giugno 1967, ecco un'altra celebrazione. Jimi aveva dipinto (e bruciato) una Stratocaster Fiesta Red (tra l'altro una delle rare pre-CBS passate per le sue mani) e Fender decide di ricordarla. La decorazione è affidata alla notissima Pamelina H. (che peraltro era a Monterey nel '67), che presenta un primo prototipo basato sulle foto originali. Ma John Page vuole qualcosa di più e chiede all'artista di "pamelinizzare" il disegno, ammorbidendolo e aggiungendo l'immagine dello stage pass di Jimi. Lo strumento - approvato dalla fondazione Jimi Hendrix - è prodotto in 210 esemplari e corredato da un gran numero di magnifici gadget.

Le Fender postume di Jimi Hendrix

1997 - Una collaborazione tra Fender Musical Instruments e Experience Hendrix, LLC (la famiglia di Jimi Hendrix) porta alla nascita della Hendrix Tribute Stratocaster, meno costosa della Monterey, prodotta per tre anni e ispirata alla famosissima chitarra di Woodstock. È una mancina dedicata ai destri, che la indossano capovolta e con la cinghia attaccata al corno più corto. Disponibile solo in Olimpic White. Per la prima volta è introdotta la modifica del pickup al ponte, che è un vero mancino con altezze dei poli invertite, per riprodurre meglio la relazione pickup-corde di Jimi.

Le Fender postume di Jimi Hendrix

1998 - VooDoo Stratocaster. Prodotta per due anni (1998-199), un miscuglio di destro e sinistro come era stato fatto nel 1980, bianca, nera o sunburst, con transition logo su manico mancino, corpo destro e pickup al ponte in posizione mancina. La piastra ha il logo Jimi Hendrix inciso nella piastra del manico. Non ha grande successo.

Le Fender postume di Jimi Hendrix

2001 - Reverse Headstock Stratocaster. Prodotta per due anni, è sostanzialmente la VooDoo senza riferimenti a Jimi Hendrix, forse per evitare di versare royalties alla famiglia.

2002 - Mike Eldred, all'epoca alla direzione del Custom Shop, decide di replicare fedelmente la chitarra bianca di Woodstock, quella che secondo Mitch Mitchell tornava in camera d'albergo con Jimi ogni sera. L'originale - dopo vari passaggi, alcuni dei quali poco degni - è saldamente nelle mani dell'Experience Music Project, che la mette a disposizione per replicarla nel minimo dettaglio. Il Custom Shop la smonta, la misura, la studia e la riproduce con cura maniacale. Tutto il lavoro viene filmato. Dice Mike Eldred: "We measured the output of the pickups, the neck shape, everything. In my 24 years in this business, I have never experienced (no pun intended) any guitar with that much vibe. It was really intense when they were taking it out of the display! Everyone was just watching, waiting, not saying a word, and they were filming the whole thing. And when they were putting it back, I felt this overwhelming sadness because no one would ever do that again.” Ne vengono prodotte cinque, una sola è venduta all'asta e raggiunge la quotazione di 11mila dollari.

Le Fender postume di Jimi Hendrix

2005 - '79 Reverse Proto Stratocaster. John Mayer si innamora del prototipo del 1980 e Fender decide di ricrearla. Nasce una replica fedele (a parte il nome, curiosamente viene definita '79 anche se il prototipo è collocato nel 1980), costruita da John Galuszka, che la riproduce in ogni dettaglio, inclusa la scritta "Proto" e le meccaniche a F. La chitarra è una Closet Classic, ovvero invecchiata come fosse stata acquistata nuova all'epoca e suonata poco. Pare che a causa di problemi legali paventati dagli avvocati Fender e di cui non si sa nulla il progetto di farne una serie limitata sia stato fermato dopo pochi esemplari, peraltro molto costosi visto che il prezzo era stato fissato a 8mila dollari.

Queste sono le repliche in qualche modo ufficiali. Negli anni successivi ci sono state produzioni di pezzi singoli, su commissione, ma nessuna altra serie limitata fino alla Jimi Hendrix Stratocaster di oggi, che riprende il fortunato schema di VooDoo e Reverse Headstock dell'epoca 1998-2002, arricchita con i pickup Grey Bottom '65, storicamente corretti. A differenza di tutte le chitarre raccontate qua sopra, questa nuova Stratocaster - grazie alla produzione messicana - si colloca in una fascia di prezzo abbordabile anche da chi non è un facoltoso collezionista o una rock star. Le Fender messicane ci hanno abituato a un rapporto qualità-prezzo molto vantaggioso e la nuova Jimi Hendrix non è da meno. Tra le altre chicche le plastiche "aged", la regolazione del trussrod alla paletta, la tastiera con raggio da 9,5" con manico a C per una suonabilità più moderna, la firma di Jimi dietro la paletta e la sua immagine incisa sulla placca del manico. Disponibile in Olympic White e Black, come è giusto che sia.
chitarre elettriche fender hendrix tribute jimi hendrix stratocaster
Link utili
La palettona di Jimi
Jimi Hendrix Estate
Experience Music Project
Fender Stratocaster Jimi Hendrix
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di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 31/10/2015 ore 08:44:28
Marketing o no alla fine ciò che conta davvero è solo se la chitarra suoni bene e ancor più se piace al suo proprietario. A me personalmente questa nuova signature piace molto esteticamente ed il raggio da 9,5", l'accesso al trussrod alla paletta ed il selettore a 5 posizioni sono specifiche da considerarsi come un surplus, dato che migliorano la comodità d'approccio alla chitarra. Poi ci sarà chi storce il naso sia per la mera operazione commerciale sia per il fatto che non sia storicamente corrette, ma sono più chiacchiere da forum che altro. Per il resto io andrei da un liutaio e mi fare fare di certo la Monterey Pop o, in caso di budget insufficiente, mi prendere la Vintage by WIlkinson e con qualche upgrade la renderei più performante.
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di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 31/10/2015 ore 10:28:2
e non è malaccio l'idea. Io però sono rimasto molto scottato dalla Vintage by Wilkinson. Me l'aspettavo molto meglio sinceramente, invece ho trovato una chitarra realizzata in maniera così sbagliata che sembrava l'avessero fatta di fretta. Ti parlo di un modello Les Paul che mi è capitato in laboratorio. Estremamente pesante, dura, dai bordi del manico spigolosi, dal suono ovattato all'inverosimile, dai controlli poco reattivi. La mia personalissima opinione è che il modello più economico delle Standard, ad esempio, della Epiphone siano fatte molto molto meglio. Poi tra le altre cose mi aspettavo una chitarra, ovviamente, con tutto hardware Wilkinson dalla Vintage. Invece aveva praticamente solo le meccaniche e i pickup Wilkinson. Il ponte e la cordiera non erano marcate come Wilkinson.
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di tylerdurden385 [user #30720]
commento del 31/10/2015 ore 10:45:1
Beh, però c'è da dire una cosa: un esemplare sfigato può sempre capitare ed una rondine non fa primavera, nè in positivo nè in negativo. Ed infatti sui vari forum, anche stranieri, sono molte di più le recensioni positive al netto di un obbligato settaggio, che in fabbrica per ovvie ragioni di costo non viene effettuato in maniera ottimale, così come probabilmente un controllo qualità non paragonabile a quello che, in teoria, dovrebbe essere fatto su strumenti ben più costosi. Poi è chiaro che ognuno si crea la propria opinione in maniera empirica ed in base a quella prende le proprie decisioni.
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di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 31/10/2015 ore 11:16:43
ne ho viste altre con le manopoline che se ne cadevano se giravi la chitarra sottosopra. Non ne ho vista proprio una sola. Diciamo che ne ho tenuta una sola in laboratorio, per cui l'ho esaminata bene. Comunque si trovano opinioni molto contrastanti. Qualcuno ne parla come il santo graal, qualcuno come me ne parla "meh" e qualcun'altro le condanna categoricamente. È tutto sempre relativo.
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di aleck [user #22654]
commento del 31/10/2015 ore 15:36:19
Onestamente in tutti gli esemplari (ne avrò viste poco meno di una decina negli ultimi 2 anni) di V100 che mi sono capitati sottomano non ho mai riscontrato problemi così importanti. In media mi son sembrate più "consistenti" e meno giocattolose delle Epiphone Standard. I modelli Fenderosi mi son parsi buone alternative alle Squier Classic Vibe... Diverso il discorso per le Vintage V99 che ho trovato come qualità simili alle EKO VL840 e alle Harley Benton L400 (non 450 plus), soldi praticamente buttati, costruzione precaria, componenti pessime e suoni anche peggiori.
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di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 31/10/2015 ore 20:06:0
Occhio che la EKO ultimamente sta facendo veramente ottimi strumenti economici lontanissimi dalla vecchia generazione giocattolosa.
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di kithara [user #24622]
commento del 20/11/2015 ore 08:49:58
Io posseggo 5 Vintage Wilkinson, tra cui una Monterey, e devo dire che sono bei "pezzi di legno". La Gold Top che acquistai (una delle prime a Roma) ancora oggi ha un suono veramente acidulo quanto serve. E più passano tempo e sudore, più me gusta! La Gary Moore-Lemon Drop è pesantèrrima davvero, 5 kg di mogano puro e suona incazzatissima!!! Solo una Simil-Strato sembrava un po chiusa ma è bastato sostituire i potenziometri per farla respirare come si deve!!! Sarà che sono stato fortunato...
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di aleck [user #22654]
commento del 31/10/2015 ore 15:41:09
Quella Vintage mi attira tantissimo :D In realtà quel che mi frena è il fatto che le Thomas Blug non mi fanno proprio impazzire... Ne ho vista una in negozio, di quelle bianche relic, è vero che qualitativamente sono molto buone, anche meglio delle Classic Vibe, ma come suono mi son sembrate sempre un po'... Boh, poco nasali e molto "dure", quasi inscatolate. Credo dipenda dai pickup e dalla circuitazione "speciale" fatta per Blug...
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di LeleOne1957 [user #33434]
commento del 31/10/2015 ore 13:24:46
Per onor di cronaca Alberto il periodo pre-cbs ha due date (il 1960 e il 1965) il primo corrisponde all'anno della vendita della Fender alla CBS, il secondo all'anno che Leo Fender lascia il posto di supervisore alla CBS. In questo anno comincia la costruzione delle Fender con "palettona" e logo di transizione, e non nel 1995 (lo scrivo per evitare che le chitarre tra il 65 e il 95 vengano comperate da qualche sprovveduto come pre-cbs) anche se credo ce ne siano pochi in giro che non lo sanno, e che quella data nel tuo articolo sia una svista, ciao comunque ottimo articolo me lo sto divorando come un dolce !!!
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di alberto biraghi [user #3]
commento del 03/11/2015 ore 09:33:34
Tra il 1960 e la fine del 1963 Leo non ha la minima idea di vendere, anzi la produzione va alle stelle, non ce la fa a soddisfare gli ordini. I suoi problemi di salute compaiono a fine 1963 e lui comincia lì a considerare la cessione. La trattativa per la vendita di Fender a CBS avviene nel 1964, la data fissata per il passaggio è il primo gennaio 1965. Nel 1965 le prime palettone si vedono forse a fine anno, perché ci sono le scorte di manici vecchi da esaurire. Che c'entra il 1995?
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di LeleOne1957 [user #33434]
commento del 03/11/2015 ore 11:09:38
Ora non centra più nulla l'hanno corretto, ma quando l'ho letto c'era scritto 1995 (ovvio che è stata un svista subito corretta) altrimenti lo chiedo io a te che c'entra il 1995 ?
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di Claudio80 [user #27043]
commento del 31/10/2015 ore 14:58:17
Bell'articolo! Grazie.
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di telecrok [user #37231]
commento del 02/11/2015 ore 17:43:44
Volevo una volte per tutte, se possibile, togliermi una curiosità e chiedo il VVSS aiuto.
La Strato bianca di Woodstock l'ha avuta o non l'ha avuta Red Ronnie per un certo periodo?
Ho visto il filmato con il batterista che discute della chitarra con Ronnie, mi sembra in occasione della transazione, e mi ricordo lui che la fa vedere e ne parla diffusamente nelle famose trasmissioni RAI che io personalmente apprezzavo molto e che rimpiango, ma è vera stà storia o no?
Red è stato o no proprietario di questa chitarra? Era quella o no?
In quanto alle varie repliche lascio perdere, non commento, ovvero, queste operazioni dei Custom Bottegai non mi piacciono e non le approvo, così come molti altri gadget.
Ciao a tutti
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di LeleOne1957 [user #33434]
commento del 03/11/2015 ore 11:17:45
Si lo è stato per un periodo, ma poi l'ha rivenduta per problemi economici.
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di biggiorgione [user #43441]
commento del 06/11/2015 ore 07:40:59
Fermi tutti!! IO sono di Bologna e la chitarra di Red Ronnie l'ho avuta personalmente in mano. Non è quella di Woodstock. Era una spaghetti logo del 61 o 63, questo non lo ricordo esattamente perchè è passato molto tempo. Olympic white con tastiera in palissandro e un manico a mazza da baseball storto come un arco. Red la portò da Stanzani per sistemarla e renderla suonabile e non basterebbe una pagina per elencare le bestemmie che tirò il vecchio che guardandola la definì letterelmente: "un costosissimo cesso". Sistemata con notevole esborso, ebbi l'occasione di provarla e non mi impressionò particolarmente. All'epoca qualcuno sollevò il dubbio che non fosse nemmeno una chitarra di Hendrix, giacché correvano voci insistenti che alla morte di Jimi si fosse speculato un sacco vendendo chitarre che lui non aveva mai neanche visto con compiacenza e certificazioni,ovviamente false di chi aveva suonato con lui,tipo Buddy Miles.
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di giosuanni [user #44133]
commento del 06/11/2015 ore 15:27:28
mah, io non saprei che dire se non confermare che le chitarre sono i musicisti o chitarristi che le fanno grandi.Hendrix in primis, poi però stevie ray vaughan ha contribuito molto di più perchè proponeva un genere blues rockblues più abbordabile a tutti, mentre Hendrix è proprio un univero.ma detto questo io ho sentito un modello con la paletta piccola, forse anni 60 e sinceramente non mi piaceva ma mi piaceva in compenso la stratocaster palettona col bullet a prescindere che fossero del 71 o del 79 il suono più o meno era quello.Quelle che usava blackmore (ma anche lui con un suono particolare e difficile da accostare ) anche per via di non sò cosa usasse pure lui come amplificazione oltre i soliti marshall, anche gilmour, ma ognuno ha un suo suono che si si riconosce subito...quello strato e che però dipende dall'artista.Il problema non è sipnare le cover...il problema è suonare in quello stile con una propria tecnica e riconoscibilità.un proprio stil.Ho provato il modello con la paletta rovesciata e sinceramente non mi è piaciuta.Mi piacciono molto quelle anni 70, ma ognuno ha un proprio sound.Per me il mio eroe è hendrix e torno a ripetere che c'era gnte che faceva le cover per anni uguali (e all'inizio li vantavo spesso), poi avendo conosciuto una persona che non mi piaceva perchè non somigliava a nessuno, mi faceva vedere tutti i segreti della strato e riusciva suonatre alla hendrix alla vaughan e tanti altri stili di chitarristi, persino steve morse e allora mi sono detto...è vero sono proprio una testa di C...o.e lì mi sono arreso e ho capito.Ho sentito in tv nelle pubblicità uei suoni da sogno da strato alla marlboro country..incredibile sound.Ma torno a ripetere che come novità in assoluto la the strat è quella che più mi ha colpito perchè và dagli shadow a hendrix e via dicendo per chi ne ha le capacità.E' chiaro che contano pure i pickups e i legni ma sono sempre quelli anni 70-60 così come i legni...denaro permettendo sia chiato.Il suono è nelle dita.hndrix suonava un'acustica in un album ed era hendrix, c'è poco da dire.La musicalità è nell'artista e non nello strumento.Suoniamo hendrix gilmour stevie ray vaughan per questo ci compriamo le strato
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di brucefan [user #12231]
commento del 06/11/2015 ore 21:28:11
"...la chitarra bianca di Woodstock, quella che secondo Mitch Mitchell tornava in camera d'albergo con Jimi ogni sera. L'originale - dopo vari passaggi, alcuni dei quali poco degni - è saldamente nelle mani dell'Experience Music Project, che la mette a disposizione per replicarla nel minimo dettaglio." ... in che senso alcuni dei vari passaggi li definisci poco degni ?
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