di RedRaven [user #20706] - pubblicato il 09 novembre 2015 ore 07:30
Il Double Muff racchiude due Muff Fuzz identici e li trasforma in uno stompbox privo di controlli di gain e toni, ma con tutta l'aggressività del rock anni '70 con due volumi che lavorano in modo organico con il tocco del musicista e con il resto della strumentazione.
Come il nome suggerisce, l'Electro-Harmonix Double Muff è costituito da due circuiti identici, messi in cascata. Ciascuno replica di un effetto storico della casa: il Muff. No, non il Big Muff, che tutti conoscono, clonano, con le sue mitologie annesse. Sto parlando di un pedale molto più antico, uno dei primi di Electro-Harmonix, anno 1968, che originariamente era da attaccare dritto nel jack della chitarra e al quale bisognava collegare il cavo: in sostanza era un non-pedale.
Parliamo di un overdrive con un solo controllo di volume, che sul Double Muff troviamo duplicato, quindi. Troviamo anche uno switch per attivare un Muff singolo o entrambi. Tutto qui.
Il punto fondamentale per capire e domare l'effetto è che è uno dei più sensibili in assoluto al variare di volume e pennata: non avendo un controllo di gain, va praticamente gestito con volume strumento e tocco. E quando dico "sensibile" intendo davvero sensibile: parliamo di pochi gradi di rotazione sulla manopola del volume per trovare uno sweet spot appagante.
Ha un timbro molto vintage, medioso, quasi nasale. Il suono sul sito è descritto come da "cono rotto" ed effettivamete l'overdrive/fuzz è grezzo, slabbrato, ma incredibilmente personale ed espressivo. Unite un sustain basso e avrete un effetto ottimo per riff rabbiosi, ma a portata di mano c'è una timbrica più fuzz, basta aprire poco il volume o pestare di più sulle corde. Se si inserisce il secondo Muff, il tutto diventa più corposo, con molto più gain, ma sempre con la stessa sensibilità al volume in ingresso. I due volumi interagiscono in questa modalità, con quello "a monte" che tende a gestire un po' la saturazione e quello "a valle" più il volume, ma non prendiamoli per gain e level. Comanda sempre il volume dello strumento, anche se ora siamo nel campo del gain da assolo, volendo.
Quello che a me piace è il suono unico, rozzo e grezzo, molto sixties, da Stooges o da garage rock, che cambia forma al tocco. Non avendo sustain come il Big Muff (che non amo, troppo invadente) ma esaltandosi sui picchi di volume, chiama la pennata nervosa e un po' rude, lo strapazzamento. Paragonato con un Fuzz Face, ha più medie, è più chiaro come timbrica, molto meno gain e un fuzz con una grana meno regolare, più organica.
Essendo un effetto con circuiteria disegnata negli anni '60 ha dei sincretismi tutti suoi: quasi ogni pedale messo a monte ne altera il suono, facendo sparire le medie e le basse, a causa dell'impedenza in ingresso. Va messo come primo pedale, categoricamente.
Esiste in due varianti. Quella più vecchia, che io posseggo, è nella classica enclosure a "fetta di formaggio", un po' grossa, ma caratteristica. Ora lo fanno nel formato mini, pare suoni uguale, e pur essendo un po' anonimo salva spazio in pedaliera e abbandona l'alimentazione a jack maschio che è presente anche sul Big Muff.
In ogni caso, anche alimentato a batteria, ha un consumo bassissimo, con durate di decine di ore.
Insomma, in un mondo di pedali boutique ultracostosi e ricercati, qua c'è un suono caratteristico e incredibilmente reattivo per un prezzo ridicolo. Unico rammarico: avrei gradito avere lo switch per attivare il secondo Muff non nella forma che è presente ma attivabile col piede, e non escludo la modifica prima o poi.