VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
L'epidemia dei setup clone
L'epidemia dei setup clone
di [user #16140] - pubblicato il

E' innegabile, più o meno tutti nell'età compresa tra i 12 e i 20 anni (ma anche oltre) ci siamo atteggiati, magari vestiti e sicuramente abbiamo copiato nei minimi dettagli il setup del nostro idolo musicale.
Chi ha avuto modo di vivere quel range di età nel momento in cui Internet non esisteva o comunque non era zeppo di contenuti come ora, sa bene quanto fosse complicato replicare il setup del proprio batterista preferito. Comprare riviste di settore e acquistare videocassette (i DVD non esistevano proprio) a fiumi risultavano l'unica soluzione.

Tutto questo semplicemente per replicare nel miglior modo possibile lo stile e il setup di un batterista con un percorso musico-personale, una corporatura (altezza compresa) e una resistenza differenti dalla propria.

Nell'era di Internet, è naturalmente un'operazione decisamente più immediata. Una banale ricerca su Internet ora consente di ottere una quantità di informazioni decisamente disarmante. Non solo immagini relative al setup del proprio idolo, ma descrizioni meticolose di materiali, dimensioni, marca, modello e - guarda caso - configurzione.

L'epidemia dei setup clone

Ci si trova quindi dal semplice curiosare il setup del proprio batterista preferito, al pensare che forse ricalcarne la configurazione possa (in qualche modo) agevolare la riproduzione di alcuni suoi caratteri stilistci.
Per cui la più umile delle batterie, prende - come per magia - le mentite spoglie di setup ben più costosi ed elaboati. Una cosa alla quale però non si pensa, è quanto tutto questo possa essere dannoso. Il Web è invaso di fotografie di set clone costruiti su necessità altrui e non proprie. Octobans disposti come nel setup di Mike Mangini (più in alto dei piatti), toms disposti come nel set di qualche anno addietro di Virgil Donati (uno in alto a destra e uno a sinistra, sopra i piatti), sgabelli regolati praticamente a livello del pavimento come Lars Ulrich o situazioni in cui si usano le bacchette Dave Weckl signature per suonare metal. Insomma, movimenti e azioni non calibrate per il proprio corpo o per il proprio stile.

L'epidemia dei setup clone

Calibrazione, questo è il punto. Un batterista, nel tempo, impara (dovrebbe imparare) a configurare il proprio setup in modo tale da renderlo agevole per il proprio corpo e per il proprio playing.
Replicare il setup del proprio idolo è un comportamento che spesso sfugge di mano e inevitabilmente può creare grandi problemi. Problemi di impostazione, problemi di personalità musicale e in qualche caso anche problemi fisici importanti. Insomma, i grandi batteristi hanno costruito il proprio setup intorno al loro corpo, alle loro necessità e disponendo (nella maggior parte dei casi) di cifre consistenti.

Mentre imitare a livello didattico i propri idoli potrebbe essere di aiuto (studiare sino alla nausea), clonare i loro set, probabilmente no.
top set
Link utili
Top Set
Mostra commenti     1
Altro da leggere
Il setup di Damien Schmitt
Thomas Lang ci racconta il suo setup nel tour con Paul Gilbert
9 giorni a Natale: il drumkit mostruoso che vorrei
Il Setup di Aaron Spears
Il setup di Tony Royster Jr.
Il Setup di Charlie Benante
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?
Massa, sustain, tono e altri animali fantastici
Ho rifatto la Harley (Benton ST-57DG)
Il suono senza fama: per chi?
Rig senza ampli per gli amanti dell'analogico




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964