VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
I musicisti in studio sono frettolosi e confusi
I musicisti in studio sono frettolosi e confusi
di [user #116] - pubblicato il

Una giornata in studio ai tempi del nastro e dei vinili si svolgeva in modo molto diverso rispetto a oggi, tra computer e VST. Gianni Ruggiero ci spiega cos'è cambiato negli studi e nei musicisti visti da dietro al mixer e dall'altro capo dei microfoni.
"Una volta il musicista era un vero musicista", così si può sintetizzare la differenza tra la giornata tipica in uno studio moderno e quella in uno degli anni '70 e dintorni.
Gianni Ruggiero è tecnico del suono presso lo studio Phonotype, un'istituzione a Napoli nonché seconda etichetta discografica nata in Europa all'inizio del '900, che vi abbiamo già presentato in questo articolo. Nelle sue sale sono passati alcuni tra i migliori artisti al mondo, e quelle mura - rigorosamente trattate per un'acustica al top - hanno visto l'evoluzione della musica e della tecnologia dagli albori fino alle DAW digitali, alla post-produzione e agli strumenti virtuali.
Cambiano i tempi e cambiano anche i musicisti. Abbiamo chiesto a Gianni di raccontarci cosa c'è di diverso oggi in una giornata di lavoro in studio rispetto a ciò che accadeva quarant'anni fa, quando lui muoveva i primi passi nel campo come ci ha raccontato in questo articolo.


Un tempo ogni take era preziosa. Il nastro costava caro, i musicisti dovevano suonare insieme e bene, l'editing era ridotto al minimo e faticoso da fare. Ciò rendeva necessaria una forma mentale diversa rispetto a quella che ci si può permettere oggi, dove ogni take può essere spezzettata all'inverosimile, manipolata all'infinito senza perdere qualità e risuonata tutte le volte che si vuole per un costo virtualmente nullo, grazie ai computer.
Ogni epoca ha i suoi pro e i suoi contro, ma è importante non perdere di vista il punto di partenza per saper cogliere gli aspetti positivi delle nuove tecnologie senza illudersi di poter lavorare meno affidandosi esclusivamente a loro.
Insomma, non rilassatevi troppo sugli allori, perché maggiori tecnologie vogliono dire maggiori opportunità, non minor fatica. Ma di questo si parlerà nei prossimi appuntamenti con Gianni Ruggiero e gli studi Phonotype Records.
gianni ruggiero interviste musica e lavoro phonotype
Link utili
Viaggio nel primo studio di registrazione d'Italia
La vita in studio prima dei mixer
Mostra commenti     18
Altro da leggere
Phil X e l’accordatura “Bouzouki” che stravolge il tuo sound
Cornerstone con Jack Griffiths: "Il boutique è carattere, non componenti NOS"
Vintage e tecnologie umane sono l’investimento del 2024: il report
Rosaire Riccobono: la versatilità è un investimento sulla passione per la musica
Pete Townshend e la sua prima chitarra “da metallaro”
I suoni di Michael Jackson spiegati da chi li ha creati
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?
Massa, sustain, tono e altri animali fantastici
Ho rifatto la Harley (Benton ST-57DG)




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964