di redazione [user #116] - pubblicato il 08 febbraio 2016 ore 13:30
Chi, rapito dalle dita lunghe e affusolate di qualche virtuoso che fluttuavano sulla tastiera, non si è interrogato su quanto contassero le dimensioni della mano nell’esecuzione di determinati repertori. Abbiamo chiesto a Paul Gilbert, probabilmente le mani più gigantesche dello shred, quanto dita enormi come le sue agevolino e siano importanti per suonare la chitarra.
Per me, è il pollice l’elemento più importante della mano per suonare bene la chitarra. Di sicuro è più importante che avere una grande apertura delle dita per riuscire a eseguire tutte quelle cose su diteggiature larghissime. Il pollice che deborda sopra il manico della chitarra ti facilita nell’ eseguire i bending; letteralmente fa sì che tu strizzi il manico e le corde della chitarra. Perché, se ci pensi, grandi aperture della mano non servono ad altro che a prendere intervalli molto ampi. Ma gli stessi intervalli li puoi raggiungere e suonare in tante altre maniere, disponendo le note su corde differenti. Tanti chitarristi tengono la chitarra alta, con il pollice perfettamente disposto dietro il manico, così da avere la massima apertura delle dita. Una postura molto vicina a quella del musicista classico. A me fa venire i brividi…per carità per la musica classica è una postura perfetta, così come per un certo tipo di jazz. Ma credimi, non puoi avere alcuna energia rock o blues nel tuo playing con quel tipo di impostazione. Ovviamente non è che si può suonare esclusivamente con il pollice sopra il manico. Per esempio, quando esegui un barrè e suoni una ritmica è corretto che questo se ne stia dietro. Piuttosto, un ottimo esercizio potrebbe essere proprio quello di abituarsi a muoversi tra le due diverse posture del pollice: dietro al manico sugli accordi, sopra quando si fraseggia con piglio rock blues. Creando una sorta di botta e risposta tra ritmica e assolo.