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Chitarra ritmica blues: il turn around
Chitarra ritmica blues: il turn around
di [user #42661] - pubblicato il

Tra i chitarristi che si avvicinano al Blues, alcuni investono poco tempo nello studio della ritmica, trascurando l’importanza di imparare ad accompagnare bene. Un buona gestione della ritmica e dell’accompagnamento è, invece, fondamentale anche per imparare a costruire un efficace abilità solistica.
Parliamo di Blues. In tanti anni di insegnamento ho notato che molti gli tra appassionati e studenti che si avvicinano a questo meraviglioso genere musicale, investono poco tempo nello studio della ritmica e trascurano l’importanza di imparare ad accompagnare bene.
Un buona gestione della ritmica e dell’accompagnamento è invece fondamentale anche per imparare, poi, a costruire un efficace abilità solistica.
Nei prossimi incontri lavoreremo in questa direzione. Gli studi che affronteremo saranno spendibili sia sulla chitarra acustica che sull’elettrica.

Chitarra ritmica blues: il turn around

Iniziamo parlando del turn around che è la parte finale di un giro blues standard di dodici battute. 
Ho constatato che tra i chitarristi non professionisti, anche quelli più bravini, quando cominciano a suonare in gruppo e decidono di fare un arrangiamento in acustico trascurano maggiormente proprio la parte finale del giro blues. Questa cosa è buffa, perché il turn around è proprio la sezione del giro che potrebbe essere la più arrangiata, la parte che permette di creare affascinanti e diverse possibilità per concludere un giro blues o, anche, per iniziarlo.
Però, per chi inizia a suonare davvero con una band e a fare serate, dovrebbe essere fondamentale fondamentale sapere come iniziare e finire un blues. Anche ricorrere a soluzioni standard, imparate a tavolino (diciamo pure pre-cotte) permetterebbe comunque di perdere meno tempo in sala prove e di essere più sicuri e professionali affrontando, per esempio, una jam.
Da giovanissimo, negli anni della mia formazione, ho investito un enorme quantità di tempo a tirare giù i dischi di bluesman acustici ed elettrici. Passavo dai brani del maestro dei maestri Robert Johnson fino a Reverendo Gary Davis o Mississippi John Hurt; e ancora Stevie Ray Vaughan, Eric Clapton, Robben Ford... Ho notato che ognuno di questi giganti aveva la propria maniera di chiudere il giro, di suonare il turn around. Piccole, enormi, differenze che erano la loro e vera propria firma nel terminare e rilanciare un giro blues. 

Chitarra ritmica blues: il turn around

Ascoltare e trascrivere i grandi del blues mi ha fatto capire che queste quattro battute fanno concretamente la differenza negli accompagnamenti e negli assolo. Sono la zona che risolve il giro e dove è possibile far sentire delle decise e personali differenze armoniche, melodiche e di fraseggio.
Quando sento suonare un blues standard, quello con la semplice struttura da dodici battute, mi accorgo immediatamente dì quale sia l’esperienza dell’esecutore proprio da come accompagna. Riesco a cogliere l’esperienze che ha maturato, la profondità con la quale si è calato nel blues. E il turn around è il passeggio che mi rivela in maniera più chiara tutte queste cose.

Chitarra ritmica blues: il turn around

Ho trascritto e registrato quattro esempi diversi di turn around. Ognuno di questi potrà essere usato tanto per iniziare che per concludere il nostro giro. E’ fondamentale avere la piena comprensione che quando si chiuderà con l’accordo di V° grado ( dominate) si rilancerà il giro; quando invece, si concluderà con il A7 si condurrà il brano alla chiusura.

Chitarra ritmica blues: il turn around

Nei primi due esempi ho scritto due piccole frasi che vanno a segnare il colore degli accordi E7 ( V° grado del giro ) e D7 ( IV°). Per farlo ho utilizzato frammenti di pentatonica maggiore mista ad arpeggi. 
Nel primo esempio, più adatto allo stile fingerstyle jazz/blues, ho utilizzato dei voicing più pieni adatti a ottenere una sonorità più ricca. Nel secondo esempio, invece, ho utilizzato una costruzione con accordi che sfruttano il primo set di corde della chitarra ( E cantino, B, G e D) così da enfatizzare le frequenze medio/alte della chitarra. Un efficace espediente di arrangiamento per di "bucare di più nel mix” quando si suona con la band o in solo.

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