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Corde fini, cervello grosso
Corde fini, cervello grosso
di [user #17404] - pubblicato il

Sembra che per avere un gran suono sia necessario rispettare dei dogmi. Su tutti, quello delle corde grosse. Eppure Billy Gibbons e Steve Vai usano corde sottilissime e l’action a zero. Fa così anche Steve Lukather ma con l’amplificatore a volumi tanto alti da far esplodere i monitor dello studio. Ce lo racconta Fabrizio Grossi, produttore che ha lavorato in studio con loro, e ci fa venire il dubbio che tra i segreti per un grande suono, sottovalutiamo il più importante: suonare bene noi.
Fa male ma è giusto dirlo. Quello della strumentazione, del set up perfetto, dell’action maschia e delle corde grosse è un alibi dietro al quale, tante volte, giustifichiamo le carenze del nostro playing. Il nostro suono solista è una zanzara, il crunch tisico e se li paragoniamo a quelli di un disco dei Toto o degli ZZ Top ci viene da mettere le mani nei capelli. Però non riusciamo a capire e ammettere dove stia il problema che, invece, è tutto nelle nostre mani e nelle nostre orecchie.
E sì che la soluzione sarebbe facile: bisognerebbe studiare ma soprattutto suonare, suonare e suonare cento volte di più. Il lead è una zanzara perché la nostra plettrata è balbettante; il clean è un paciugo perché diteggiamo note e accordi in maniera incerta, con l’imbarazzo e la preoccupazione di doverci combinare qualcosa di grosso ma senza essersi frequentati abbastanza da avere la necessaria confidenza. Ma siccome studiare è fatica e tante volte parlare di musica è più divertente – e soprattutto più facile – che suonare, allora meglio dare la colpa e quindi rinnovare la strumentazione che non è faraonica e da boutique come, di sicuro, sarà quelle dei nostri idoli. 
 
Corde fini, cervello grosso
 
Inoltre, piuttosto che provare per ore bending, tocco e vibrato e poi registrarsi, ascoltarsi e migliorare, è meglio correre a comprare corde grosse come cavi dell’ascensore - come quelle che usano i professionisti - e andare dal liutaio più trend del momento a farsi rifare il set up. Con quelle funi, sarà un lampo guadagnarsi una tendinite e avere finalmente la buona scusa per non toccare la chitarra per settimane e poter passare le ore sui forum a pontificare sul suono di chitarra perfetto.
Per questo è una bella doccia fredda quando un musicista come Fabrizio Grossi, bassista e produttore trapiantato in America che ha lavorato in studio con tutti, racconta che Billy Gibbons ha tutto il suono nelle mani, tanto che lo stesso sound lo ottiene con qualunque ampli usi e persino (questa è grossa) usando corde sottili e action inesistente; che amarezza scoprire che il segreto delle tessiture ritmiche aliene di Steve Vai non è un chorus/flanger progettato dalla Nasa (sennò in due giorni ordinandolo on line era mio, altroché...) ma una conoscenza della divisione ritmica così infallibile da cogliere fino all’ultimo sedicesimo, tutto quello che sta accadendo musicalmente intorno a lui. Persino l’amplificatore di Steve Lukather non è così diverso dal 100 watt che abbiamo anche noi. Solo che lui l’ha comperato per fargli fare il 100 watt e non per suonarlo a mezza tacca di volume in stanzetta o in un pub minuscolo. E lo spreme e fa suonare sul serio, con ovvi benefici di sound. 
 
Ecco l'intervista nella quale Fabrizio Grossi ci parla di questi e tanti altri chitarristi con i quali ha lavorato e di cui gli abbiamo chiesto di raccontarci aneddoti, abitudini e strumentazione.
 
 
E’ uscito un paio di giorni fa “West of flushing, east of frisco” album di debutto dei Supersonic Blues Machine trio capitanato da Fabrizio Grossi, il chitarrista cantante Lance Lopez e il batterista Kenny Aronoff. Di questo disco che ospita una serie di chitarristi stellari come Billy F. Gibbons, Walter Trout, Warren Haynes, Robben Ford, Eric Gales and Chris Duarte abbiamo parlato in questa recente intervista.
 
 
billy gibbons fabrizio grossi interviste lezioni steve lukather steve vai
Link utili
Il sito dei Supersonic Blues Machine
Supersonic Blues Machine sul sito della Mascot Label Group
Il sito di Fabrizio Grossi

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di maxventu [user #4785]
commento del 29/02/2016 ore 15:33:13
parole sante. Suonare , suonare, suonare, studiare, studiare, registrarsi e riascoltarsi e poi ancora.
Sul set up comunque un aneddoto.
Qualche anno fa ad una clinic a Milano di uno dei tre mostri nominati nell'articolo, il guitar Hero ha suonato per tutta la sera la chitarra (sua signature) che aveva al collo (collegata direttamente ad un ottimo valvolare "normale"). Quando alla fine della serata un partecipante ha chiesto gentilmente al Virtuoso di suonare almeno un pezzo su un'altra chitarra (apparentemente identica, anche lei signature della stessa marca), la richiesta è stata gentilmente declinata proprio adducendo ragioni di diverso set up.
Non che questo probabilmente portasse ad un sound diverso (che gente come questa ha nelle mani e in decenni di vita vissuta), ma tant'è.
Rispondi
di mrnippo [user #31138]
commento del 29/02/2016 ore 15:49:2
chi sarebbe il virtuoso in questione? non credo arriverà l' FBI ad arrestarti se anche svelassi il nome del soggetto :)
cmq il diverso setup non è una motivazione valida imho, tanto più se parliamo di virtuosi che farebbero suonare bene anche una cigar box...
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 29/02/2016 ore 15:36:51
Parole sante,ma la gente ama farsi sempre le solite seghe mentali,e quindi vedi chitarristi con setup da 4 soldi che hanno un suono pazzesco,e altri con milionate di roba "esotica", che hanno un suono da schifo,same old story....senza tralasciare gli argomenti "valvola contro digitale" o "valvole NOS o non hai il SUONO" oppure i legni migliori (che influiscono minimamente sul suono finale nelle solid body) etc..etc...non se ne uscirà mai.
Rispondi
di superloco [user #24204]
commento del 03/03/2016 ore 08:38:53
ahahahaha verissimo !
Rispondi
di maxventu [user #4785]
commento del 29/02/2016 ore 15:53:19
No dai si dice il peccato ma non il peccatore. È uno dei miei idoli. Ti do un indizio: ha suonato su Beat It di Michael Jackson.
Rispondi
di matteo1982 [user #33974]
commento del 29/02/2016 ore 16:05:43
Non era così difficile fare il nome di Noel Gallagher...
Rispondi
di mrnippo [user #31138]
commento del 29/02/2016 ore 16:29:49
sapevo che il solo era stato suonato da EVH, ma che ci fosse anche Lukather lo scopro adesso...
Rispondi
di maxventu [user #4785]
commento del 02/03/2016 ore 11:11:3
il riff di Beat It lo suona Lukather, credo, e credo che l'abbia pure scritta almeno in parte, inoltre sul web circolano alcuni aneddoti circa il lavoro svolto da Lukather anche nella post produzione del celebre solo di EVH
Rispondi
di lomba [user #3864]
commento del 02/03/2016 ore 17:23:37
si il riff di Beat it lo suona Lukater, che dire.... come usare un cannone per ammazzare una zanzara
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 29/02/2016 ore 17:39:28
"si dice il peccato ma non il peccatore", ma che fissa tutta italiana. Un po' come quando si parla di negozi, mai un nome. Se la citazione e' reale e non fabbricata, non c'e' nulla di male.

Comunque qui si parla di signature, potrebbero anche esserci dei contratti esclusivi per cui l'artista si impegna ad usare solo quella in pubblico, magari il setup era solo una scusa di comodo per evitare le solite diatribe su endorsement piglia soldi e qualità dello strumento.
Rispondi
di Michele21 [user #41593]
commento del 29/02/2016 ore 15:55:19
Ecco il motivo della mia filosofia poco ma buono ( poca strumentazione ma dire il più possibile ). Per il fattore corde e action comunque non credo che per chi suona sia questione di "moda" o "seghe mentali" ma semplicemente di comodità : dopo la terza volta che montavo le 10.46 e rompevo il la nel ponte a causa di palm mute ho deciso di montare le 10.52, e non ho più avuto problemi. Poi magari tornerò alle 10.46 scoprendo che il mio tocco è cambiato....
Rispondi
di angusnoodles [user #13408]
commento del 01/03/2016 ore 15:49:00
Rompere un La con il palm mute?!
Rispondi
di Michele21 [user #41593]
commento del 01/03/2016 ore 19:02:03
Non so se fosse proprio per palm mute, ma considera che mi è successo la terza volta che le avevo montate da una settimana.... montate a dovere, snervate e prestato attenzione... e non suono generi metal o violenti !!!
Rispondi
di maxventu [user #4785]
commento del 29/02/2016 ore 16:10:35
Eheeheh
Rispondi
di maxventu [user #4785]
commento del 29/02/2016 ore 16:10:35
Eheeheh
Rispondi
di matteo1982 [user #33974]
commento del 29/02/2016 ore 16:12:14
Io sono felicemente tornato alle 09-42 dopo anni di 010 e 011, causa mani non fortissime.
Doveva esserci una ragione a quei bending non perfettamente intonati...
Rispondi
di angusnoodles [user #13408]
commento del 01/03/2016 ore 15:51:27
Ho fatto lo stesso... Per anni pensavo che fosse l'unico modo per avere un suono cazzuto... E invece poi ho scoperto che con le 0.9 riuscivo ad essere molto più preciso... E il suono era anche migliore... Comunque... Jimmy Page lo dice dagli anni '60: "usate corde sottili!"
Rispondi
di DottorZero [user #44787]
commento del 29/02/2016 ore 16:19:32
La storia dell'uso di corde fini da parte di Billy Gibbons l'ho letta anch'io, su una vecchia intervista rilasciata a Chitarre....
Rispondi
di SuperAdrian utente non più registrato
commento del 29/02/2016 ore 16:31:52
Felice utilizzatore di 8-38.
Se ci fossero le 7-34 scenderei ancora.
Rispondi
di nicktanza [user #35192]
commento del 29/02/2016 ore 16:37:39
Credo sia una scelta personale ma anche tecnica, io non monterei mai delle 010 su un ponte Floyd Rose ad esempio perchè regolarlo diventa poi un casino, al contrario non scenderei sotto le 010 su una Telecaster o un ponte fisso in generale.
Una cosa però me la sono sempre chiesta: come cavolo fa Malmsteen ad avere un suono cosi "importante" con corde 008...?
Rispondi
di nawa utente non più registrato
commento del 29/02/2016 ore 17:35:57
perché a parità di plettrata il diametro è ininfluente. la corda sottile vibra di più e quella grossa ha più massa, le due cose si compensano. le corde grosse sono un vantaggio solo se si ha una plettrata più energica e se si desidera una maggiore tensione sotto le dita. se uno ha il tocco morbido le corde sottili spaccano.
Rispondi
di alexus77 [user #3871]
commento del 29/02/2016 ore 17:41:38
ho da anni corde 10-46 su due Ibanez (una Jem con Edge ed una S con LoPro) e non ho mai avuto un singolo problema di regolazione.
Rispondi
di nicktanza [user #35192]
commento del 29/02/2016 ore 18:28:52
Beato te.....
Rispondi
di Pearly Gates [user #12346]
commento del 29/02/2016 ore 17:19:40
Il problema delle corde sottili è che si rompono facilmente specialmente il mi cantino.
Poi ognuno monta quello che gli piace i relazione se gli piace picchiare forte o essere delicato.

Cmq per l'ennesima volta è chi suona la chitarra che fa la differenza non l'apparecchiatura quella conta per una minima percentuale.

Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 29/02/2016 ore 18:20:31
Totalmente d'accordo.
Rispondi
di thrantir [user #9338]
commento del 01/03/2016 ore 08:33:28
Però il tecnico del reverendo sosteneva che lui non le rompe mai! :-)
Rispondi
di Elasée Auardàt [user #32737]
commento del 29/02/2016 ore 17:27:19
Anni fa ero stato anche io a Milano alla clinic di Lukather, se non erro al Lucky music. Suono a dir poco pessimo, qui c'è il problema opposto, buone mani che 30 anni fa tiravano fuori delle perle e ora, a causa di una strumentazione e settaggi sbagliati, quello che parte dalle mani non arriva al pubblico.
Allargando un po' questo discorso, non capisco proprio come il suono di alcuni professionisti, peggiori con il passare del tempo. Al momento sto pensando ad esempio ad Angus Young, oppure Karl Logan, ma anche altri.
Rispondi
di maxventu [user #4785]
commento del 29/02/2016 ore 17:45:55
a proposito di Lukather , il discorso del suono di "30 anni fa" sarebbe interessante ma troppo lungo da affrontare qui senza andare sicuramente OT
ciao
Rispondi
di coprofilo [user #593]
commento del 29/02/2016 ore 18:31:36
Per anni ho usato 9-46, poi sono passato alle 10-46 e le preferisco, mi piace sentire un po' di resistenza sotto le dita. Ho provato le 11-48 ma avevano troppa resistenza, sono tornato indietro dopo poco tempo. È un equilibrio delicato, a livello di suono le differenze non sono enormi, ma a livello di feeling ci sono eccome.
Rispondi
di Claudio80 [user #27043]
commento del 29/02/2016 ore 18:34:45
Mi sento di scrivere che, a parere del tutto personale, la verità sta sempre nel mezzo....E'chiaro che per avere un suono alla SRV bisogni avere le sue mani!!!però è anche vero che una strato che monta corde un po' più spesse ha un suono diverso dal montare corde tipo 0.08. Per esempio il suono del reverendo Gibbons, se n'è parlato anche quì:vai al link, non mi sembra che non abbia delle varianti, o delle variabili; oltre alla sua grande maestria, e tocco c'è anche dell'altro...Che il suono è nelle mani è sacrosanto, ma che un set-up non faccia, o non possa fare la differenza mi fa comunque pensare, perchè altrimenti smonterebbe in maniera quasi magistrale la logica della ricerca del suono/pedalame vario/sperimentazione che tutti amiamo fare, e che qui su accordo, chi più chi meno, raggiunge un certo grado di feticismo....spesso la GAS che non lascia scampo...Anche i grandi chitarristi hanno le loro peculiarità, e sono sicuro che non proprio tutto tutto, o almeno un 10%?? sia frutto di altri percorsi.
Un saluto.
Rispondi
di nicolaw1 [user #5799]
commento del 01/03/2016 ore 09:14:15
Ben detto Claudio, io a questo assioma del suono tutto nelle mani non ci ho mai creduto, semmai ritengo più importante saper usare quello che si ha ( o avere qualcuno che lo fa per te...) !
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 01/03/2016 ore 11:23:19
Boh, io non sarei così sicuro che sia la strumentazione in se' a fare la differenza. In realtà come dice nicolaw1 mi pare che sia più saperla usare. Youtube è pieno di prove di pedali, ampli e pedaliere i cui risultati cambiano nettamente a seconda di chi li ha settati, emblematiche (nei miei ricordi) le demo del Nova System: quella proposta da un turnista professionista regalava i suoni di Gilmour, Van Halen, Slash; quel del ragazzo della porta accanto suonava più o meno come un metal zone con ampli microfonato d auna ventosa. Giusto per essere in topic: l'anno scorso qui su accordo è stato pubblicato un articolo che descriveva il Rig pret-a-porter di Steve Vai, ossia quello che ha usato per le clinic italiane e si trattava di una pedaliera normale senza manufatti voodoo, non credo che l'uomo ci tenga a fare brutta figuara ed infatti il suono era quello di Vai. A mio parere si può dire che il suono è nella testa e passa dalle mani. Del resto abbiamo già assistito a grandi musicisti che cambiano endorsing ma non cambiano suono, ciò significa che indipendentemente da quel che usano, sanno dove vogliono andare a parare e ci riescono.
Ciao
Rispondi
di Claudio80 [user #27043]
commento del 01/03/2016 ore 15:34:44
Siamo assolutamente d'accordo, infatti stiamo dicendo più o meno la stessa cosa, ma con termini differenti. Non è solo il pedalino, o le corde, o l'ampli che fa il suono, ma è la somma dell'esperienza, delle mani e del tocco che un chitarrista ha, che sia un grande professionista, o un semplice amatore. È' chiaro che il suono parte dalla testa per trasferirsi poi alle mani, e l'effettistica a volte è il mezzo per tradurre in suono il nostro pensiero chitarristico/musicale; parliamo comunque sempre di ricerca.
Un saluto!
Rispondi
di Oblio utente non più registrato
commento del 29/02/2016 ore 18:43:47
Si d'accordissimo ...lo studio alla base e sopratutto son giunto alla conclusione e sembra un paradosso che le posizioni fisse fanno molto bene al solismo! Ognuno suona le corde che piu' gli aggradano anche se credo ( magari sbaglio) che chi "twanga" o suona a meta' strada tra solismo e strumming ( Alla maniera Hendrixiana per intenderci) penso ( correggetemi se sbaglio ) che sotto le 0.9 il suono ne perda efficacia
Rispondi
di Repsol [user #30201]
commento del 29/02/2016 ore 18:47:34
Io credo che la verità sta nel mezzo.
È vero che certi artisti riescono a tirar fuori un gran suono dalle loro mani, con corde fini, action bassa, ampli normali etc etc
È vero anche che è molto importante studiare, studiare, studiare...
Ma alla base di un gran suono ci DEVE essere un grande lavoro sulla strumentazione e gli artisti questo lo sanno bene.
Provate a chiedere ad Eric Johnson o a Scott Henderson quante ore dedicano alla propria strumentazione, al setup dello strumento, alla scelta di ogni singolo dettaglio.
Rispondi
di E! [user #6395]
commento del 29/02/2016 ore 20:01:35
Sono passato dalle 0.09 degli esordi alle 0.12 (per un decennio o più ho suonato jazz), adesso sono tornato ad usare le 0.10.
Non sono migliorato o peggiorato a seconda del calibro della muta, ma certamente una muta "sbagliata" può limitare fortemente: le 0.12 non sono adatte per fraseggi alla Holdsworth.
Ottenere le sonorità acusticamente "poderose" di Wes Montgomery con le 0.08 è altrettanto difficile.

Serve adottare una muta di corde comoda per la nostra mano (la fisionomia è importante e non va sottovalutata) che ci consenta di suonare quello che vogliamo senza affaticarci troppo.

Per quanto riguarda i risultati... Musicali, invece, concordo con Jana: non è questione di setup, ma di predisposizione e passione.
Se queste mancano, avere il setup di Joe Pass o quello di Greg Howe non cambierà granché (anzi, potrebbe essere perfino più difficile da gestire).
Rispondi
di dantrooper [user #24557]
commento del 29/02/2016 ore 20:04:31
diciamo che il discorso fondamentale è sempre e solo lo stesso: STUDIARE! questa è la verità!
la scelta di corde sottili o grosse è solamente legata al feeling personale: io adoravo le corde sottili e suonavo con 009-042, in seguito ho provato a salire e mi sono trovato bene, anzi meglio, ma non come fattore sonoro, bensì come feeling sotto le dita, ma ciò non vuol dire sia giusto usare le 011 o 012, perché sicuramente c'è chi ha le mie stesse sensazioni con delle 009 o 008: semplicemente quella scalatura è congeniale alla mia mano, STOP.
Rispondi
di Salvog [user #26748]
commento del 29/02/2016 ore 20:29:41
In realtà anch'io Preferisco corde grosse, ma non è questione di ricercare chissà quale suono, è una questione di comodità per me. Non scendo mai sotto 010, poi dipende a quale strumento si utilizzi, ho montato le 09 solamente su di una Axis, ma perché non mi va di stuzzicare il set up, tipo accorciare il tiro delle molle, se no avrei montato anche li 010. Nell'archtop ovviamente 012. Se fai uso di accordi particolari e senza plettro le corde grosse son più comode, almeno per me. Soprattutto nel Jazz.
Studiare? E' imperativo !
Rispondi
di Spacecaster [user #42955]
commento del 29/02/2016 ore 20:33:11
corde fine,poca forza...questo è il succo del discorso,o almeno è la mia personale visione.Partendo dal fatto che ognuno suona con quello che gli pare e monta le corde che gli pare,non mi pare che ci sia nessun tipo di beneficio sul suono ad usare una massa di metallo più piccola rispetto a una più grossa.Ma è fisica,non è un parere.Il campo magnetico dei pickups è più sollecitato se sopra c'è della ferraglia bella spessa,e in teoria più spessa è meglio è.Questo ovviamente nei limiti del possibile,ovvio che in gioco c'è il fattore suonabilità dello strumento.Io personalmente ho sperimentato ampiamente su calibri e materiali e per me la corda sottile suona meno.Meno bassi,meno sustain,meno corpo,meno tutto.Personalmente ho trovato la mia situazione ideale con calibro 11-52 sia su scala lunga che corta.Non mi verrebbe in mente di giudicare un chitarrista professionista o meno dalla tipologia di corde che usa,ne tantomeno dovrebbe farlo l'autore dell'articolo.E' ovvio che se non ce la fai a tirare su una muta grossa,dici che la 0.8 suona meglio e che Billy Gibbons e Steve Vai hanno un suonone nonostante abbiano corde fini.Gibbons e altri grandi suonano alla grande perchè sono grandi innanzitutto,ma anche per un semplice motivo.Con 1000 watt dietro le spalle hai il suono grosso anche se le corde non ce le metti sulla chitarra,mi pare naturale.In una situazione più bluesy,con ampli di piccole dimensioni e setup essenziale,una chitarra equipaggiata con corde molto sottili avrebbe molto meno volume e corpo della stessa equipaggiata con un calibro bello spesso.Suonate come vi pare e con le corde che vi pare,ma per favore non diciamo che chi usa le corde grosse è un cretino...
Rispondi
di Michele21 [user #41593]
commento del 29/02/2016 ore 22:44:44
Sono d'accordo, tuttavia devo dire che nel suono sento un po' differenza la tra 10.46 a 10.52. Forse perchè cambiano solo le corde basse e le altre rimangono invariate ...
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 01/03/2016 ore 11:31:06
Mah, il tuo ragionamento mi pare trascuri la realtà. E' vero che la maggior massa metallica sollecita maggiormente i p.u. ma è altrettanto vero che in realtà parliamo di differenza di micron, sostanzilmente ininfluenti rispetto alla capacità magnetica esercitata dai p.u.. Inoltre l'articolo non indica che chi suona con scalatura grossa è poco capace o "un cretino", ma il contrario, ossia che il risultato finale è indipendente dalle corde.
ciao
Rispondi
di Spacecaster [user #42955]
commento del 01/03/2016 ore 17:48:37
abbiamo capito...eccone un altro che insieme all'autore dell'articolo non è buono a tirare una corda più grossa di un capello.Nessuno ti incolperà per questo...tranquillo
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 02/03/2016 ore 09:32:16
Non capisco se fai il polemico (male) per divertirti o perchè non capisci quello che leggi, ammesso Tu abbia letto l'articolo.
In primo luogo Ti faccio notare per la seconda volta (evidentemente alla prima non hai colto) che l'articolo non fa, come te, una classifica dei forzuti della chitarra, ma pone in relazione il suono con la scalatura delle corde e la sensibilità/precisione del tocco. Peraltro non mi pare che la chitarra sia una sala pesi, per cui mi pare del tutto inconferente questo tuo continuo rimando alla forza da esprimere.
In secondo luogo ho risposto ad una Tua considerazione strampalata con un argomento oggettivo e serio mentre tu non trovi di meglio che schernirmi, tra l'altro senza conoscermi, indice non solo di maleducazione, ma anche di poca intelligenza. Comunque Ti segnalo che, oltre alla chitarra, suono il basso in due gruppi per cui conosco ed uso scalature più grosse di qualunque muta per chitarra e che l'autore dell'articolo è pure lui un bassista, quindi o non hai letto l'articolo o non lo hai capito, ad ogni modo hai fatto un intervento superficiale e fuori contesto. Infine chi ha scritto/concesso l'intervista è un musicista e produttore di livello internazionale che riporta la sua esperienza con musicisti di fama, quando avrai quell'esperienza magari potrai dire la Tua con cognizione di causa, diversamente risparmiati altre brutte figure, o impara a leggere (II elementare). Nessuno Ti incolperà per questo, tranquillo, poi ci sono sempre le scuole serali.
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 29/02/2016 ore 21:49:17
Sacrosantamente d'accordo che lo studio, l'orecchio, le mani etc siano l'UNICA chiave per avere un sound vero, etc. D'accordo che farsi troppe seghe sulla strumentazione è deleterio, fa perdere tempo prezioso allo studio.

Ma che non sia importante il diametro delle corde no, io credo che abbia importanza eccome (sempre restando quanto detto sopra). Steve Vai usa corde sottili, e infatti quando suona Little Wing sul canale pulito ha un suono scarsino, niente a che vedere con la strato testosteroide di Steve Ray.

Lo spessore delle corde va scelto in base ad un rapporto tra suono e tocco della della mano destra. Io suono spesso la chitarra acustica (muta 012), e nel passare ad una elettrica devo sentire corde ciccie sotto le dita.
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 29/02/2016 ore 23:11:2
suono grosso = aumentare bassi e medio bassi … se uno lo fa sull'ukulele ottiene il suono grosso pure lì..

l'eventuale vantaggio delle corde grosse rispetto alle sottili, almeno per il mio modo di suonare, è la superiore dinamica. Tendo a plettrare piuttosto energicamente, se lo faccio con corde sottili, le porto rapidamente ad un punto nel quale anche se incremento considerevolmente la forza di plettrata, al suono e al volume non succede niente o quasi. Mentre se uso corde grosse, ottengo uno strumento che reagisce pienamente all differenza fra piano e forte che cerco di generare appesantendo o alleggerendo il tocco ..

perchè, mentre sulla chitarra si tratta di un effetto facoltativo, i bassisti usano sempre compressori/limiter? facile.. perchè le corde grosse offrono tanta dinamica ..

Rispondi
di lomba [user #3864]
commento del 02/03/2016 ore 17:40:52
quoto abbestia
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 29/02/2016 ore 23:16:20
riguardo allo studio .. boh.. dipende dai generi.. a volte aiuta a volte no, impossibile stabilire uno standard. Certamente è vero che il suono sta principalmente nel tocco, anche se, ovviamente, se lo stile del tale chitarrista comprende l'uso della leva e della distorsione, per esprimersi ha bisogno di leva e distorsione. Con telecaster e twin reverb può fare comunque cose bellissime, ma non si esprimerà completamente ..
Rispondi
di Zado utente non più registrato
commento del 01/03/2016 ore 13:50:52
""Certamente è vero che il suono sta principalmente nel tocco"

Mah, io non sono granchè d'accordo onestamente. Voglio dire, metti in mano ad un Knopfler o un Clapton a caso una Jackson con emg 81 in coppia attaccata ad una 5150 con gain a 3/4 e poi vedi se hanno lo stesso suono ;-)
Rispondi
di yasodanandana [user #699]
commento del 01/03/2016 ore 13:56:41
non avrebbero lo stesso suono
Rispondi
di JFP73 utente non più registrato
commento del 29/02/2016 ore 23:35:21
Io preferisco le corde un po più grosse ma scelgo in base alla chitarra. Mediamente preferisco le 010.
Alla fine la corda con la quale ti esce fuori il miglior suono e quella giusta
Rispondi
di aghiasophia utente non più registrato
commento del 29/02/2016 ore 23:37:10
Peccato che il Rocchio di Macciocapatonda & Co. fosse un pugile ("Io ho i pugni nelle mani"diceva). In queste occasioni mi piace immaginarmene una versione chitarristica.
Rispondi
di BBSlow [user #41324]
commento del 01/03/2016 ore 09:26:10
Si sta parlando quasi esclusivamente di corde, ma nell'articolo si parla anche di altre variabili (su tutte: l'ampli, che per molti è come il Sacro Graal, se cambi un filo "non suona più come prima").
Come si diceva nei dibbbattiti anni '70, il problema è a monte. Voglio "riprodurre" un suono, o voglio cercare un suono "mio"? E' la domanda fondamentale. Se voglio riprodurre un suono, tanto più mi avvicinerò alle specifiche tecniche dell'originale, tanto più ci andrò vicino. Certo, resta il problema fondamentale di ogni strumento: le mani. Se mi danno la roba originale di Lukather, il suono che ne viene fuori non sarà comunque "identico" a quello di Lukather. E può darsi che quel suono che a me piace tanto non sia poi il più adatto al mio modo di suonare (e si torna allo studio. Ma, anche studiando 22 ore al giorno, si può cambiare il proprio approccio naturale?)
Se invece si cerca un suono "proprio", allora vale la pena di cominciare a pensare che se ho delle mani debolucce, forse la muta da 0.14 che usa il mio superidolo non è adatta. E idem, se ho i ditoni da BB King, il tempo che passo a cambiare il cantino da 0.07 sarà più di quello in cui potrò suonarlo.
E secondo me, è tutto lì.
Bisogna trovare, per prima cosa, il proprio feeling con il proprio strumento (corde, action, liuteria, tutto), e "sentire" cosa esce. Una volta che sappiamo qual è il suono che viene fuori da "noi" così come siamo, possiamo lavorarci sopra (anche con aggeggi tecnici) per cercare di farlo diventare qualcosa di diverso, per trasformarlo in quello che vogliamo. Le possibilità di "manipolare" il suono sono infinite, e magari posso arrivare al sound di Gilmour passando da una strada diversa dalla pedissequa imitazione.
Rispondi
di esseneto [user #12492]
commento del 01/03/2016 ore 09:26:46
La scelta della scalatura delle corde è molto personale , avevo letto da qualche parte che BB King doppo anni di corde grosse decise di passare a quelle sottili x una questione di comodità e BB per me è "il suono" per antonomasia del Blues , sfatando il mito che x fare Blues ci vogliono corde enormi e dita lacerate...Io penso che se si suona con gli humbucker anche se si usano corde sottili con un ampli da 100 watt , suoni belli saturi , volumi abbastanza sostenuti e una 4x12 si possano ottenere timbri anche belli grossi , ma se si suona con una strato un 30 watt e una 2x12 magari senza pedali o al limite un overdrive se non si montano corde almeno da 010 / 046 è pareccchio difficile ottenere un suono bello pieno .
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 01/03/2016 ore 14:53:55
In effetti...

- Jimmy Page (epoca Led Zeppelin): 09-42
- Jimi Hendrix: 09-42
- Billy Gibbons: 08-38
- Brian May: 08-38 o 09-42
- B.B. King: 08-38
- Gilmour un mix di 09 e 010

Mi vien voglia di scendere alle 09 anche a me.,..
Rispondi
di Fluido utente non più registrato
commento del 01/03/2016 ore 16:45:38
mi sembra che bb king vada di 010 con i bassi più grossi, se non ricordo male lo dichiarò lui in un'intervista!
Rispondi
di Alex95SG [user #30733]
commento del 01/03/2016 ore 17:44:39
Lo studio è fondamentale, su questo non ci piove. A mio avviso però il suono finale, quello che esce dal cono, non è dato solo dalle mani e dalla testa; ogni parte del setup ha la sua influenza, dai legni della chitarra alle valvole dell'ampli. Alcuni componenti sono più importanti di altri certo, ma non credo proprio che Steve Vai abbia lo stesso suono se al posto dei suoi strumenti avesse una strato e un vox ac30 per dire; sarebbe bravissimo lo stesso ma il suono finale sarebbe diverso. Io stesso se passo da Strato a SG sento un netto cambiamento, idem se passo dal mio Blackstar ad un Fender . La cosa interessante è che a parità di strumentazione e settaggi due musicisti diversi tirano fuori suoni diversi, che sarebbero ancor più differenti se fossero differenti anche gli strumenti, perché, come dicevo, non conta solo la mano o lo strumento, ma entrambi. Per fare un esempio, a lezione di chitarra mi è capitato di suonare su un misero combettino a transistor e di avere un suono orrendo, mentre il mio insegnante con lo stesso ampli aveva un suono brutto ma meno brutto del mio, perché? perché ovviamente è più bravo di me, e quindi riesce a tirare fuori di più dal quel tipo di ampli, ma comunque non riesce a tirare fuori un suono realmente bello per i limiti dello stesso. Morale: studiare e migliorare sono le fondamenta di un buon suono, ma se davvero si vuole raggiungere un certo suono che si ha in testa bisogna cercarlo anche nella strumentazione .
Rispondi
di eugenio01 [user #39191]
commento del 01/03/2016 ore 23:42:46
---->ovviamente è più bravo di me, e quindi riesce a tirare fuori di più dal quel tipo di ampli....
Il di più non lo tira fuori dall'ampli ma dal manico della chitarra.
La sua intonazione sarà costante (nel senso che applicherà una differente pressione su ognuna delle sei corde ma con un risultato sonoro omogeneo tra le note prodotte..laddove tu potresti premere di più sulle grosse e meno sulle sottili..o viceversa..e lo farà naturalmente..senza starci a pensare..è cosa acquisita oramai..).
Nel fraseggio userà una gamma dinamica che sarà due volte la tua e non sporcherà le note nemmeno mentre ti sta spiegando quel che fa.
Le dita sulla tastiera saranno sempre posizionate in prossimità del capotasto (sempre...) ed anche quello contribuirà all'intonazione.
Quello che ne risulta è che dall'ampli uscirà meglio di te..ma non ha sfruttato l'ampli..ha sfruttato la sua zampina da 30 euri l'ora in su :-)
Rispondi
di Alex95SG [user #30733]
commento del 02/03/2016 ore 14:16:25
Certo ! intendevo proprio quello che hai detto! essendo ovviamente più bravo e avendo una tecnica migliore riesce ad avere un suono finale migliore del mio, ma in ogni caso rimane un suono bruttino perché l'ampli quello rimane
Rispondi
di JFP73 utente non più registrato
commento del 01/03/2016 ore 22:40:23
Studiare è una gran cosa ad averne il tempo e lo spazio. Se come tanti strimpelli senza ampli la sera perché le figlie sono a letto è un casino parlare di dinamica e di sollecitazione delle bobine .... quanto al suono, è chiaro che ognuno abbia il suo stile ma è altrettanto chiaro che la strumentazione che ti ritrovi ti influenzi, una superstrat e una tele non mi tirano fuori le stesse cose
Rispondi
di esseneto [user #12492]
commento del 02/03/2016 ore 09:35:48
Vangelo.
Rispondi
di alcor72 [user #16133]
commento del 02/03/2016 ore 10:19:12
Dai vorreste davvero dirmi che se non montate le 0.13, non avete il pedalino verde quello famoso dell'overdrive collegato all'ampli valvolare esoterico, supportato dal booster che solo se conosci uno ad uno gli elettroni che si spostano nel diodo al germanio...vorreste dire che si può suonare bene lo stesso?

Ho visto risate ironiche trattenute di fronte alla muta 11-52 della mia acustica...come se scendere sotto certe scalature fosse un peccato mortale, ho visto gente che al solo pronunciare la parola "preset" della mia pedaliera veniva colta da spasimi e tic nervosi degni del commissario Dreyfus.

Poi ho acceso la TV ho visto la faccia di Gasparri che pontificava...e ho capito che non è proprio necessario ascoltare tutti.
Rispondi
di massisv [user #8196]
commento del 02/03/2016 ore 10:36:33
quoto....quindi non è neanche essenziale un booster vemuram da 450€?
se è così, meno male, mi faccio un we a parigi
Rispondi
di MrGi [user #33656]
commento del 02/03/2016 ore 10:37:01
Vabbè dico anche io la mia..
la parte dell'articolo che a me ha colpito maggiormente e che invece sembra essere passata quasi inosservata è quando si dice che Vai il 100W lo usa per un 100W, ovvero saturando per bene le valvole per farle lavorare al punto giusto.

Parliamoci chiaro: o hai uno spazio adeguato oppure una isobox, o se no dovremo TUTTI scendere a compromessi...anche un 5W fatto lavorare a modo ha un volume non gestibile in casa.

io ho un 5W collegato al pc per le prove "silenti", un 20W per i piccoli locali e un 50W per i locali più grandi..e comunque il volume non va mai sopra il 5.5..e di "botta" e feedback si parla solo in rari casi di palchi che lo possono reggere.

quindi sottolineo: il nostro suono deve uscire il più possibile dal MODO di suonare e farsi una regione di tutto il resto

Questo ovviamente se non siamo professionisti..per i professionisti allora lì è un altro discorso, e comunque i compromessi ci sono anche li..c'è un motivo per cui il Kemper ed altri modeler stanno facendo tutto questo successo..
Rispondi
di alcor72 [user #16133]
commento del 02/03/2016 ore 10:51:16
Beato Lukather che lo può lanciare sto 100W...ma in effetti chi ne ha la possibiltà?
Non c'è solo il problema di suonare in casa....li si tratta di esercitarsi più che altro, si può anche scendere a compromessi....c'è il problema di suonare con altri.
Cosa fai, suoni solo tu?
Io in sala prove tengo un 25 W ad 3/10 del volume master...e spesso mi dicono di abbassare.
Vai a suonare in un locale medio/piccolo se tieni alto l'ampli quello che hai di fronte rischia di sentire solo te...

Dicevo beato Lukather che può lanciare il suo 100W...noi siamo alle prese con limitazioni più "umane".

Rispondi
di eugenio01 [user #39191]
commento del 02/03/2016 ore 14:59:37
----->Io in sala prove tengo un 25 W ad 3/10 del volume master
che è pure il volume a cui si tiene l'ampli nella propria "famigerata" cameretta ....luogo nel quale pare si debba suonare solo con delle radiosveglie se no sei un coglionazzo che compra ampli per non sfruttarli...
Rispondi
di Cym utente non più registrato
commento del 02/03/2016 ore 16:06:18
Nel mio condominio siamo piu tolleranti, al sabato pomeriggio o di domenica mi permetto qualche sparata a 3/4 o piu del volume master, in cambio non rompo le palle se qualcuno ogni tanto festeggia fino a ore piccole. In saletta col gruppo di solito parto da metà volume per poi trovarmi alla fine al massimo.Li ho optato per i marshall gia presenti sul posto.
Rispondi
di phunkabbestia [user #42918]
commento del 02/03/2016 ore 10:53:13
quel che conta è il risultato, non come lo hai ottenuto, poi chi si ostina a sostenere che le chitarre siano tutte uguali e contano solo le mani, farebbe meglio a cambiare mestiere, anche se non fa il musicista;)) ieri mattina provavo in un negozio una 335 Gibson normale e una custom shop, la differenza da spente la sentivano anche i non chitarristi presenti, tanto era evidente... non credo che gibbons o Mazinga le avrebbero fatte suonare uguali!!! La mano suona lo strumento, se lo sa fare, ma se lo strumento non c'è?
Rispondi
di Cym utente non più registrato
commento del 02/03/2016 ore 13:41:41
Sono sostanzialmente d'accordo con l'articolo. Per quel che riguarda le corde, tanti anni fa ho fatto delle prove alla ricerca della scalatura piu consona al mio stile, e alle mie dita soprattutto, una volta trovate quelle giuste non le ho piu mollate. Per il resto mi sono comprato una (sono a 7 adesso) buona chitarra e buon ampli combo a valvole da 25W con pochi effetti a pedale capaci di coprire quasi tutto l'arco dei suoni piu usati. La mano l'è quel che l'è, ma c'è sempre margine di miglioramento :)
Rispondi
di lomba [user #3864]
commento del 02/03/2016 ore 17:27:43
PEnso che le corde contribuiscauno un bel po' a fare il suono non solo per come modificano il campo magnetico dei pickup, ma anche per come vogliono essere maneggiate e plettrate, e per come sollecitano i legni della chitarra. le 0.11 sotto le mie mani di zappatore suonano meglio delle esili e incotrollabili 0.09
Rispondi
di LandolfoRuffy [user #35692]
commento del 04/03/2016 ore 08:13:14
Forse qualcuno lo ha già scritto ma vorrei citare Brian May e le sue .008 durante i tempi d'oro dei Queen....ma che egli avesse un tocco fatato era già cosa nota a molti:D
Rispondi
di ndrecchia [user #43094]
commento del 06/03/2016 ore 18:31:38
Il suono lo tirano fuori le dita, non la chitarra, non le corde, non l'ampli. Puoi avere la migliore strumentazione del mondo, ma se sei una pippa, il suono che tiri fuori non ti soddisferà mai e poi mai.
I musicisti, quelli che hanno fatto la storia, sono diventati tali suonando con una o massimo due chitarre, una ampli e pochissimi effetti, e con quell strumentazione arrivavano ai primi album, dopo il successo cominciavano a riempirsi la casa di strumenti, ma al successo si arrivava dopo anni di studio e di serate live in pub (molti dei più grandi chitarristi venivano da anni di lavoro sporco come turnisti o come esecutori in localini e balere, penso a Hendrix, a Page, a Gilmour (giusto per citare qualche nome) e tutti hanno studiato con strumentazioni limitate (all'epoca non c'era un business planetario, il mercato degli strumenti musicali si è consolidato verso la metà degli anni '70) ma ciononostante avevano tutti un "suonone", che usciva fuori dalle loro mani. Oggi, invece, tutti con gli strumentoni, le esigenze da grandi professionisti, il suono da audiofili, e la musica? Tutti a inseguire il suono di chi il suono lo faceva con le mani e non con gli effetti.
Rispondi
di esseneto [user #12492]
commento del 09/03/2016 ore 08:54:03
Totalmente d'accordo .
Rispondi
di Meo (er Canfora) [user #7845]
commento del 21/05/2017 ore 11:47:31
ciao a tutti.
quello che dice grossi è abbastanza vero. ho avuto la fortuna di cambiare le corde e accordare la floIII di steve nel 2016 e oltre a confermare la scalatura 09, non si ha la sensazione di avere in mano uno strumento così speciale, ma normalissimo con action abbastanza bassa ma nemmeno esagerata. nel 2014 invece gli misi a disposizione le mie 2 carvin legacy primo modello...normalissime testate di fascia media una delle due addirittura con valvole un po scariche. non fece una piega e gran suono. tutto questo per dire che steve usa veramente le cose che usiamo tutti.

penso che a tutti è chiaro che il suono sta nelle mani e nel cervello, la strumentazione è questione di gusti personali ma non fondamemtale. non c era bisogno che ce lo ricordassero con questo articolo. che però è interessante per il secondo messaggio : bisogna avere qualcosa da dire

mi soffermerei a riflettere di piu su questo aspetto che sullo spessore delle corde. a me per esempio (e qui mi manderete un sicario) il suono di luke non fa impazzire...però lui sia in studio che dal vivo trova sempre e subito la giusta soluzione con le note, diteggiature etc. viceversa il suono di Vai secondo me è migliorato negli anni, è diventato veramente quanto di piu moderno e alieno si possa sentire, ma purtroppo i suoi assoli, le sue melodie, le sue canzoni non colpiscono piu il bersaglio come una volta.

se una canzone è bella come è prodotta conta poco. satriani registrò cryin con uno zoom 9002, il primissimo penoso multieffetto digitale. i ws hanno registrato e prodotto il loro miglior disco (1987) in modo molto opinabile ma le canzoni sono rimaste nella storia. non so se mi sono spiegato
Rispondi
di PegasusVanDerKlyne [user #19758]
commento del 08/12/2017 ore 18:34:55
Un personaggio a noi assai caro disse:

"The Tone Is In Your Head"

Tutto il resto sono pare... e tempo rubato allo strumento*
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 09/12/2017 ore 18:20:41
Articolo e commenti che mi ero perso e grazie per portarlo alla ribalta di nuovo - sarà un argomento attuale per sempre e mi ci intrometto. Con un bending tipico, c'è da azzeccare la "blue note" alla perfezione non misurabile dal tuner. Da lì, parte orecchio + .009 se non si hanno dita da fabbro ferraio.
Rispondi
di ovinda [user #46688]
commento del 02/11/2019 ore 09:24:10
Il suono di un chitarrista è nelle sue mani e su questo nessuno ha dubbi, MA:
1) Una scalatura 0.12 suona molto più presente e grossa di una 0.09, i pick reagiscono diversamente,
2) Amplificatori basati su componenti o tecnologie differenti tirano fuori sonorità differenti,
3) Una qualsiasi apparecchiatura digitale suona diversamente da una qualsiasi apparecchiatura analogica e viceversa,
4) Plettri costruiti con materiali e spessori diversi garantiscono sonorità differenti.
5) Differenti microfoni e tecniche diverse di ripresa microfonica forniscono diverse sonorità,

La lista sarebbe lunghissima, date alla stessa “mano” strumentazioni diverse e ci sarà comunque un risultato diverso.
Rispondi
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