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Gurus: orgoglio italiano
Gurus: orgoglio italiano
di [user #17366] - pubblicato il

Scoprire la nuova gamma di prodotti di un nome storico dell'artigianato italiano fa capire che il nostro Paese non ha perso smalto quanto a fucina di talenti d'elettronica e liuteria. Gli effetti Gurus si stanno affermando anche all'estero grazie al loro fascino e a progetti inediti.
C'è gente in gamba tra i produttori italiani. Ne sono sempre stato convinto.
Tutto è cominciato dalla presentazione del CD di Egidio Maggio ME in teatro a Taranto. Egidio è endorser Cicognani - Gurus da diversi anni. Ha suonato in stadi e teatri di tutta Italia accompagnando grandi artisti e, pur essendo in grado di far suonare stupendamente una mazza di scopa attaccata a una vecchia radio, sarà stata la magia del suo nuovo CD ma ha tirato fuori le solite bellissime sonorità con tanta dinamica in più, armoniche gustose, dando vita a una serata incredibile con brani tanto diversi tra loro e ognuno con suoni stupendi.

Tutto ciò non poteva che colpire un vecchio malato come me, mai sazio di esperimenti e di conoscenza per nuove sonorità e tecnologie sempre studiate attraverso decine di testate, pedali e chitarre passate sotto le mie insaziabili brame maniacali. Era presente Guglielmo Cicognani, il noto produttore italiano di cui ho felicemente posseduto la testata Imperium Luxury per anni e che è durata più di tutte tra le mie grinfie. Tuttora spettina ancora tanto pubblico con un amico che la sa usare al meglio.

Gurus: orgoglio italiano

Ho notato sul palco di Egidio una nuova testata: Gurus, la nuova Tritone. Che favola!
È un misto tra la mia ex costosissima Custom Audio Electr. PT 100 e la storica e cattiva plexi che usavo quarant'anni fa, con personalità e dei puliti sicuramente più moderni. Insomma,  quando un genio come Egidio ti racconta poi della sua eccitazione per i nuovi prodotti che Guglielmo e Chicco Bellini gli hanno propinato, non può che procurarmi un grave attacco di GAS.

Contando sull'amicizia del Maestro Egidio Maggio e il suo carattere meraviglioso vicino alla santificazione per sopportare tanti rompiscatole come me, ho sequestrato la sua magica valigetta e ho tirato fuori il campionario Gurus che si porta appresso.

Ho pensato di provare i pedalini su almeno due testate.
Ho attivato la mia Bogner Shiva 20th Anniversary EL34 e la mia Mesa Boogie Mark V/25, tre casse e tre tipi di coni Celestion (G12H30, Classic Lead, Classic 80). Due Gibson Les Paul (una '59 e una DeLuxe del '70), una Stratocaster, una Telecaster '64, una PRS 513, una PRS 24C.

Gurus: orgoglio italiano

La prima cosa impressionante è stata provare il pedale Sexdrive contro il mio Sacro BB Preamp (gentile regalo e concessione di Andy & Friends) per sonorità dolcemente crunchose e dinamiche, come dire "sexy". Non solo non ha sfigurato per niente, ma costa praticamente la metà.

Il Gurus Naked CH1 e CH2 provati con diversi gain mi hanno esterrefatto. Per ottenere le stesse situazioni con pedali simili bisogna sborsare almeno più del doppio e si può fare a meno di testate sofisticate. Il Pedale Metal posto a confronto con miei pedali di boutique ultra costosi è sicuramente da consigliare come lead definitivo per tutti gli amanti l'heavy rock e del metal in genere.

Gurus: orgoglio italiano

Mi ha colpito la nuova ingegneria che, dopo anni di studio, Gurus sta adottando su questi prodotti e sta presentando sulle piazze di tutto il mondo come italiana. La sua è un'incredibile innovazione che dà grande sensibilità e dinamica a tocco e suono, tanti armonici di gran qualità, il tutto spiegato dalle nuove circuitazioni utilizzate. Credetemi, sono spettacolari.

Vengo al dunque su ciò che mi ha letteralmente sbalordito. Molto scettico (credetemi), ho provato l'Echosex 2 che Gurus ha presentato come una rinascita del mitico echo Binson.

Mi sembrava a dir poco un'affermazione maldestra ed esagerata. Ho avuto echo e delay tra i migliori al mondo e niente a che vedere con i vecchi Binson italiani usati anche da David Gilmour, così come il Double Decker che prometteva di far fiorire dal nostro amplificatore un Marshall delle migliori produzioni inglesi.
Dopo averlo provato, il risultato è stato incredibile. Oggi so di condividere con i migliori artisti stranieri due prodotti che segnano davvero una svolta nell'ambito dei pedali definitivi (e la fine delle nostre GAS).

L’Echosex 2 mi ha fatto commuovere nel risentire le caratteristiche uniche del vecchio e caldo Binson con addirittura la "percentuale del danno", incredibile utility inserita che ricrea la tipica usura dei nastri che rendeva diverso e unico ogni Binson. Il Double Decker (Floor1+Floor2, come CH1 e CH2) è per me riavere la sensazione di sentire i miei vecchi Marshall che ho rimpianto fino a ieri con aggiunte favolose (Boost, DI dedicata e due tipi di Send-Return).

La caratteristica che mi ha entusiasmato e penso sia unica, è che ogni prodotto Gurus mantiene inalterata la personalità della chitarra utilizzata, esaltandone caratteristiche e qualità come anche dei due amplificatori utilizzati e profondamente diversi anch'essi. Penso sia la virtù più importante di questi gioielli.

Gurus: orgoglio italiano

Ho avuto testate, amplificatori e pedali di costruttori italiani che, al contrario degli esterofili della domenica, ritengo abbiano il loro posto di riguardo tra i migliori produttori al mondo.

Ho posseduto buona parte di tutta la migliore produzione inglese, americana e tedesca, compresi Kemper, pedali e pedaliere (G-Sistem e tutte le Line6), e sono convinto della bontà di molti costruttori nostrani.

Quanto a Mr. Cicognani, Chicco e la produzione Gurus, ho acquistato subito i due suddetti pedali, per me i migliori che ho avuto finora. E vedo che, in tutto il mondo, artisti a ogni livello condividono già il mio parere.

Gurus: orgoglio italiano

A proposito, la firma sulla mia tracolla della Les Paul '70 è di un nuovo affezionato dei prodotti Gurus: un certo Steve Lukather.
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