Accordo: La Grange: in un solo pedale le migliori plexi e qualcosa in più

Reinhold Bogner è considerato tra i guru dell'amplificazione per chitarra e, quando ha deciso di trasformare i suoi valvolari più famosi in degli stompbox, non ha tradito le aspettative. Ora tocca all'amplificatore più famoso del rock entrare in pedalboard, e il La Grange promette un approccio tutto personale al mondo delle "plexi in scatola".

Il La Grange ha fatto la sua prima apparizione in forma di prototipo già nel Namm del 2014, ma è stato necessario attendere la primavera del 2016 per vederne una versione definitiva che soddisfacesse Reinhold e, confidiamo, anche il pubblico esigente di un pedale che si propone come un piccolo concentrato di lusso e tecnologia.

Ispirato alle plexi degli anni '60, il La Grange è dotato di una gran varietà di controlli per ricreare anche le sonorità delle versioni modificate più moderne che hanno scritto la storia del rock negli anni '80 e '90. Bogner ha ben studiato l'affollato pannello frontale, e mette in fila cinque manopole, quattro selettori e due switch a pedale senza creare confusione, anzi caratterizzando in modo chiaro e mirato ogni parametro.

Immancabili sono il Volume, il Tone e il Gain. Bogner nasconde già a questo punto un primo asso nella manica: grazie a un pedale d'espressione esterno, è possibile controllare il gain mentre si suona, senza staccare le mani dallo strumento.
Segue l'interessante manopola Channel Blend. Pratica diffusa con le plexi a quattro ingressi di fine anni '60 era quella di ponticellare due ingressi per ottenere una sonorità inconfondibile, riconosciuta tutt'oggi come vero motore della categoria. Bogner permette di accedervi alla semplice rotazione di una manopola, gestendo la miscelazione tra i due canali in percentuale per ottenere anche tutte le sfumature che ci sono di mezzo.

Le diverse edizioni plexi sono a portata di mano grazie a una serie di levette decisamente immediate. La prima permette di scegliere fra tre livelli di gain, mentre la seconda fa passare da una modalità Presence brillante e carica di attacco a una più rotonda e calda. Con il selettore Structure, è possibile imitare diverse regolazioni di bias, tra una definita e con bassi a fuoco, una con gain più grosso e slabbrato e una terza per una via di mezzo.
Vera chicca per i patiti del genere, lo switch Variac ricrea l'effetto da abbassamento di tensione di alimentazione che si otteneva sulle vecchie testate quando gli amplificatori progettati per i 220volt europei venivano collegati alle reti statunitensi da 120volt. Tra gli appassionati, l'elemento è ritenuto fondamentale nella costruzione del cosiddetto brown sound.

Quasi come ad aggiungere un canale addizionale o un master switchabile come modifica ultima in una vecchia testata britannica, il La Grange è provvisto anche di un circuito di booster indipendente con un proprio controllo di volume e attivabile con lo switch a sinistra.
Quello a destra controlla l'attivazione vera e propria del pedale, e il LED a corredo è completato da un sistema di controllo per il livello della batteria interna, che lo fa lampeggiare quando la carica finisce sotto il livello di guardia.

Il lancio del pedale avviene proprio in questi giorni, ed è accompagnato da un video approfondito attraverso sonorità e impostazioni consigliate.

Il La Grange è true bypass, costruito usando condensatori tedeschi WIMA e giapponesi Nichicon montati su schede PCB a doppia faccia con contatti placcati in oro, come in oro sono i terminali dei relè.
Noi non vediamo l'ora di trovarlo anche in Italia, grazie alla distribuzione a cura di Aramini, e contiamo di metterci sopra le mani alla prima occasione utile per condividere l'esperienza con voi.