Todd Sharp fa lavorare insieme EL84 e 6V6 ed elimina l'eq
di redazione [user #116] - pubblicato il 14 giugno 2016 ore 11:00
Le due scuole dell'amplificazione per chitarra possono collaborare in un finale ibrido tra valvole britanniche e americane. Todd Sharp ne ha messo una coppia di ognuna nel suo JOAT 30, ma non prima di aver sostituito l'equalizzazione con un sistema di selettori.
"In più di quarant'anni a suonare la chitarra dagli studi agli stadi con tutto quello che c'è di mezzo, non ho ancora trovato l'amplificatore perfetto, così ne ho costruito uno". Molla una bomba, Todd Sharp, con la presentazione della sua linea di amplificatori artigianali a valvole. Attualmente sono limitati ai confini degli Stati Uniti e non sappiamo come suonino effettivamente i suoi modelli JOAT, ma un'occhiata alle schede tecniche lascia intravedere qualcosa di davvero interessante.
Con il suo marchio omonimo, Todd Sharp ha appena messo a punto quello che, su carta, potrebbe essere visto come il Graal del vintage-sound: il JOAT 30RT è un amplificatore all-tube il cui finale è progettato intorno a quattro valvole tipiche della tradizione americana e britannica che lavorano in congiunzione. Dal nuovo continente arriva la coppia di 6V6, con i suoi bassi profondi e gli acuti brillanti, mentre dalla scuola inglese è presa in prestito la coppia di EL84, che aggiunge al mix la sua presence e dona maggiore aggressività al sound.
Le due tipologie sembrerebbero convivere e collaborare nella creazione di un tono unico i cui altri ingredienti sono tre 12AX7 nel preamplificatore, una 6AU6 come primo stadio e, per finire, un'ulteriore EL84 e una 5AR4. La curiosa configurazione produce trenta watt di potenza e, anche grazie a trasformatori su misura, progettazione point-to-point, riverbero a molla e tremolo valvolare, promette di far venire l'acquolina in bocca a molti.
JOAT sta per Jack Of All Tone e vuole indicare un amplificatore fatto di puro sound, pensato per suonare bene senza filtri. Per questo motivo, il suo creatore non lo ha dotato di una equalizzazione convenzionale: qualunque componente aggiunto al circuito determina un'inevitabile perdita di informazioni, e i potenziometri di un tonestack non fanno differenza. Todd ha quindi preferito applicare due selettori rotativi denominati Low Cut e High Cut: questi regolano le frequenze alte e basse secondo degli step prefissati e ottimizzati in fase di progettazione, e il loro punto a favore è la possibilità di essere esclusi del tutto se portati a fondo scala. In questo modo, il circuito lavora come se non avesse controlli di tono a rubare parte del segnale. Chitarristicamente parlando, un JOAT è come un amplificatore con due switch Varitone misti a potenziometri No Load.
Non è solo l'interfaccia a cambiare, e lo stesso schema dietro i due controlli differisce non poco da un comune tonestack: High Cut lavora tramite feedback negativo sul finale, risultando simile per questo a un controllo di Presence, Low Cut implica invece un doppio stadio di accoppiamento studiato principalmente per adattare il suono dell'amplificatore a chitarre e altoparlanti di caratteristiche differenti.
A questi si aggiunge uno switch Bite, assimilabile al Bright ma responsabile di una pasta diversa sugli acuti, che non emergono solo più evidenti, ma diventano anche più pieni e spinti.
L'unico altro controllo relativo all'amplificazione in senso stretto è il potenziometro del Volume, accanto al selettore rotativo Attitude che, in cinque scatti d'escursione, rappresenta una via di mezzo tra un controllo di gain e un sistema di gestione per la risposta dinamica della testata.
Il resto delle manopole si riferisce a Riverbero e Tremolo. A conti fatti, la serie JOAT ha più regolazioni per gli effetti di quante ne abbia per l'equalizzazione e per l'uscita dell'amplificatore.
Il riverbero può essere regolato attraverso Level ovvero intensità, Tone cioè brillantezza e Drive per ricchezza e presenza generale. Il Level può essere tirato accedendo così alla modalità bright.
Il tremolo è gestito invece attraverso le classiche manopole di Speed e Depth, rispettivamente velocità e profondità dell'oscillazione.
Todd Sharp, oltre che elettronico, è anche un musicista professionista con in curriculum nomi del calibro di Bonnie Raitt, Eric Clapton, Glen Clark, David Crosby e Al Stewart, e ha condito la presentazione dei suoi amplificatori con alcuni video pratici.
Non viene spiegato se quello in prova sia effettivamente il nuovo JOAT 30RT o il 20RT, primo della produzione basato su due sole EL84. Resta quindi ancora un mistero come suoni il suo mix di EL84 e 6V6, ma il clip può dare un'idea generale di come il coraggioso progettista veda l'amplificazione in una chiave più che singolare.