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Liuteria al servizio dell'ergonomia
Liuteria al servizio dell'ergonomia
di [user #39544] - pubblicato il

Il valore di rivolgersi a un artigiano della chitarra sta nella possibilità di realizzare ogni desiderio, per quanto poco convenzionale sia. Uno strumento ben ponderato, dalle forme del corpo ai dettagli del manico, può dare grandi soddisfazioni per chi lo possiede ma anche per chi lo scopre.
Era il 2012 quando mi venne l’idea di progettare una chitarra che combinasse al meglio l'ergonomia con un design moderno, spinto anche dagli insegnamenti dell'Arch. Pittino Bernardino, attuale presidente dell’ordine degli architetti di Udine. In un primo momento prese forma come Tesi di Laurea Triennale, ma per la realizzazione vera e propria dovetti aspettare ancora un po' di tempo. Essendo un guitar nerd non mi sarebbe mai bastato lasciare il progetto su carta, per cui mi misi alla ricerca di un collaboratore, e nel 2013 contattai il liutaio Marco Cargnelutti. Gli parlai del mio progetto, l'idea gli interessò e partì un lungo lavoro di adattamenti tecnici e minime modifiche al design generale, fino ad arrivare al disegno definitivo nel 2015.

Liuteria al servizio dell'ergonomia

Che sia una chitarra diversa dal solito si vede subito: la forma del corpo raccoglie tutte le caratteristiche di ergonomia da me cercate in fase progettuale, a partire dall’ampio taglio in basso a destra, che la rende estremamente comoda quando suonata nella classica posizione da studio. Il fianco destro, oltre a riprendere la forma della gamba, termina in alto con una piccola sporgenza (da cui parte il "corno")  che serve a evitare che la chitarra scivoli via mentre è appoggiata solo sulla gamba destra. Il corno destro è abbastanza lontano dal manico e c’è un grande smusso nella parte posteriore, al fine di agevolare al massimo l’accesso al 24esimo tasto. Allo stesso scopo contribuisce l’innesto del manico al body, che è di tipo set-thru, con il profilo portato il più avanti possibile in modo da non affaticare la mano, ma allo stesso tempo preservare il suono.

Liuteria al servizio dell'ergonomia

Il profilo del manico è una via di mezzo tra la classica sezione a C e la più moderna D, in modo da avere un manico molto scorrevole ma senza lo “scalino” tipico delle forme D. La tastiera ha un radius composto che va dai 12" ai 16", con tasti jumbo che la rendono molto comoda e veloce. Un dettaglio importante è la vernice satinata lungo tutto il manico, così da ridurre al minimo l’attrito.
Ho scelto la scalatura di 26,5” (673,1mm) sia per agevolare i fraseggi nelle posizioni più alte, sia per una maggiore tensione delle corde.
Il carved top (oltre a essere molto figo) serve a dare la giusta inclinazione al manico rispetto al corpo, in modo da rendere tutto più comodo. Lo smusso per l’avambraccio destro è stato pensato in modo da essere confortevole ma allo stesso tempo armonico con il resto del top.
Anche la posizione dello switch e dei potenziometri è studiata in modo da renderli facilmente raggiungibili ma non fastidiosi nelle pennate ampie, essendo inoltre a un livello leggermente più basso rispetto al piano del ponte.

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Per questa chitarra ho scelto di utilizzare solamente due essenze: il frassino per il body e l’acero per tutto il resto. Questo sia per perché cercavo un suono moderno e con un buon attacco (che va alla grande dal funk al metal più moderno), sia per una questione di estetica e puro feeling. 
Ho scelto un ponte Floyd Rose poiché mi offre ampia espressività, robustezza e tenuta dell’accordatura, caratteristiche essenziali per il mio playing. 
Per quanto riguarda l’elettronica, la mia idea era quella di avere un’ampia gamma di suoni diversi e selezionabili nel minor tempo possibile. Lo switch è a tre posizioni, il che mi permette di essere più preciso e veloce rispetto a un classico cinque-vie. I due potenziometri sono entrambi push-push: quello del volume inverte la fase, mentre il tono splitta i pickup (due Seymour Duncan, un Sentient al manico e un Pegasus al ponte). Scelsi questi pickup, pensati da Keith Merrow assieme a Seymour Duncan come pickup appositi per il prog-metal (genere a cui sono molto legato), per la loro insospettata versatilità e precisione del suono con un'uscita non esagerata.



Il progetto, nonostante fosse già a un livello avanzato, è stato comunque ulteriormente migliorato dalla sinergia tra me e Marco, che mi ha dato la possibilità di personalizzarla dagli elementi più importanti, come il profilo del manico, ai dettagli apparentemente in secondo piano, come l’appoggio dell’avambraccio, lo smusso sul corno destro e la posizione dei controlli elettronici. Il tocco definitivo è stato dato dal logo e dai segna tasti, concepiti da Silvia Tribos e realizzati in resina epossidica con pigmento luminescente.
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