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Frog, plexi migliorate e l'essenza del british sound
Frog, plexi migliorate e l'essenza del british sound
di [user #116] - pubblicato il

Un video appena pubblicato da Frog Amps ritrae la nuova Marquee XXXVI Modern al lavoro. Il risultato ci ha incuriosito e abbiamo voluto approfondire la questione con i diretti interessati. Ne è scaturito uno scambio interessante sul mondo dell'amplificazione a sei corde.
La Marquee XXXVI è la reinterpretazione Frog di una delle testate inglesi più famose del rock. Il laboratorio italiano l'ha messa a punto partendo dal circuito 2203, ben noto agli appassionati del sound di casa Marshall, e ha apportato diverse modifiche al progetto originale al fine di rivedere e, in un certo senso, migliorare ciò che era stato fatto in origine. Si tratta di una missione difficile, ma ciò che abbiamo visto nel video pubblicato qualche giorno fa sul loro canale ufficiale ci ha incuriosito non poco.



Nel clip, Valentino Francavilla ci tira fuori tutto il crunch che ha fatto innamorare intere generazioni di rockettari, ma con qualcosa di profondamente diverso e personale. Abbiamo così contattato direttamente Frog, e Nicolò Sancolodi ci ha tolto qualche curiosità a riguardo.
L'intervista che ne è venuta fuori parla di Frog, di amplificazione in generale e di alcuni dettagli che bisognerebbe tenere sempre a mente quando ci si interfaccia con un nuovo valvolare, artigianale o meno. Parliamo di frequenze, di trasformatori buoni e cattivi, di sound con la esse maiuscola.

Frog, plexi migliorate e l'essenza del british sound

Quando si guarda un ampli con l'estetica dell'XXXVI, si pensa subito "clone plexi" e immagino sia difficile mettere qualcosa di proprio in un sound storico. Cosa vuol dire progettare oggi un amplificatore del genere?
La Marquee XXXVI Modern con Hot Mode (XXXVI sta per 36... watt) è la sorellina più piccola dell'ammiraglia di casa (100w) Marquee MMCCIII con Hot Mode (anche qui MMCCIII sta per 2203, un numero che non può che far sorridere tutti gli estimatori di Marshall).
Entrambe fanno parte della serie "British Modern Classic" e sono chiaramente e volutamente ispirate al sound delle gloriose JMP Master Volume Series circuito 2203... insomma, la progenitrice della JCM 800. Personalmente, preferiamo il suono delle vecchie JMP Master Volume alle 800 e quindi siamo partiti da lì.
L'obiettivo non era fare un clone, quanto ottimizzare e migliorare qualcosa che già funzionava alla grande e che fa parte dei sogni di ogni chitarrista, specialmente di inclinazione rock. Abbiamo grande stima di Marshall. Tutti noi costruttori dobbiamo molto a Jim, però credevamo di poter migliorare alcune cose. Innanzitutto lo spettro sonoro e le frequenze.
È risaputo che i Marshall non sono amplificatori propriamente "morbidi" e vanno decisamente bene con chitarre tipo Les Paul o con humbucker in generale, ma possono essere alquanto taglienti o sgradevoli con chitarre tipo Stratocaster (o con single coil ingenerale). Abbiamo quindi cercato di ovviare a uno dei "limiti" che per noi aveva quel suono, trovando un giusto equilibrio tra le varie frequenze, senza però troppo glass in alto e con un controllo di presenza decisamente più sfruttabile. Ora, mi rendo conto che a parole è un po' difficile spiegare compiutamente questo concetto, ma diventerà lampante nel momento stesso in cui si inserirà il jack e si suonerà qualche accordo o due linee di solo, prova che può essere fatta senza impegno prenotando il proprio Drive Test. Cos'è il Drive Test? Sono due ore che noi mettiamo a disposizione in una sala prove per far provare (gratuitamente e senza impegno) i nostri prodotti. Il chitarrista può portarsi chitarre, effetti e, se vuole, il proprio amplificatore per fare tutti i confronti possibili e immaginabili. Solo così ci si può rendere conto delle differenze e capire se i nostri prodotti sono affini al gusto musicale o alle esigenze specifiche di chi prenota il drive test.
A volte questo test è utile per capire che magari ci sono possibilità di migliorare il proprio setup anche solo con l'implementazione dei nostri cavi, senza rivoluzionare tutto, quindi mantenendo il proprio fido amplificatore e i propri pedali.
Il secondo punto di intervento nel concetto di "ottimizzazione" è stato quello di creare un concetto diverso dal "due canali". Tutti noi vorremmo fare come i pro che hanno una testata dedicata per un suono specifico ma la cosa, oltre che economicamente dispendiosa, rappresenterebbe anche un problema di trasporto e di spazio. Ecco quindi che abbiamo pensato a una gestione più moderna della filosofia monocanale. Su tutte le Marquee Modern e anche sulla versione 100w ci sono due livelli di Gain gestibili e switchabili e due livelli di Volume gestibili e switchabili. Questo significa avere sempre quattro suoni a disposizione e riteniamo sia una soluzione molto utile dal vivo quando si deve passare da un crunch moderato a un crunch sostenuto senza però aumentare il volume finale oppure avere la possibilità di "uscire" un po' di più nel mix della band senza però avere un suono da Lead.
Bello no? In definitiva è come avere due testate monocanale con la possibilità di interagire sul volume finale di entrambe.
Terzo punto di intervento è stato il loop effetti. Non sono un grande amante del suono effettato, ma comprendo che a volte sia utile avere un po' d'ambiente o di modulazione per alcuni suoni. Il problema con i modelli storici è che bisognava pilotare tutta la catena all'ingresso dell'amplificatore stesso con risultati spesso non esaltanti per delay, riverbero e qualche volta anche modulazioni. Tutte le Marquee dispongono di un loop seriale davvero iper trasparente e iper rispettoso del suono. Poter collegare i propri pedali preferiti senza perdere per strada il suono o senza il tipico effetto caverna è una sensazione davvero impagabile: ti fa sentire un pro anche con effettistica economica.
Quarto punto: Hot Mode, in buona sostanza la possibilità di passare da una modalità molto Classica (diciamo metà '70 - primi '80) a una modalità '80 on steroid. Questa modalità è switchabile manualmente e spinge l'amplificatore in territori più hard con distorsioni dense di gain e di corpo senza però perdere nulla della definizione, punch, attacco e dinamica che ormai rappresentano punti di forza dell'intera produzione.
Il quinto - ma non meno importante - punto di intervento sul concetto di "ottimizzazione", ma forse qui starebbe proprio meglio il termine "miglioramento", è sulla qualità dei componenti, del case rigorosamente in multistrato di betulla, delle coperture in eco-pelle di qualità altissima, dei trasformatori costruiti su specifiche, dei pannellini customizzabili eccetera.
Insomma, se a un primo impatto può sembrare qualcosa di familiare (è lo a tutti gli effetti perché abbiamo voluto rendere omaggio a una produzione storica), guardando più attentamente e provandola ci si rende conto che c'è molto, molto di più. Tutto quello che avreste voluto sul vostro ampli ma che non avete mai trovato... parola di chitarrista!

Frog, plexi migliorate e l'essenza del british sound

Cosa cambia tra le versioni Vintage e Modern?
La Versione Vintage della Marquee XXXVI è ispirata a un altro modello storico di casa Marshall: Super Lead Plexi.
Condivide con la Modern la filosofia Dual Master ed Effects Loop e già così sarebbe un bel passo in avanti rispetto ad una vecchia e cara plexi. Ma qui abbiamo a che fare con il Santo Graal dell'amplificazione per chitarra. Marquee XXXVI Vintage è un amplificatore spettacolare per gli amanti dei suoni '60 e '70. Qui ritroverete senza alcuna difficoltà i suoni di Hendrix, SRV, Blackmore, Page, Malcolm Young, Clapton... ma con la Brown Mode potremmo spingerci molto oltre e arrivare a quel gain sgranato, potente e conturbante delle prime produzioni del grande Eddie. Alex De Rosso per esempio ha scelto espressamente questo modello con alcune mod specifiche proprio perché folgorato da quel sound mai ottenuto prima con amplificatori di matrice high gain. Le possibilità sonore qui sono davvero tante e ancor di più sul modello da 100w prodotto anche in versione Secret Limited, ossia con il mega famoso e pluripremiato overdrive di casa Secret Efx. Siamo onorati e orgogliosi di essere gli unici produttori ad avere in esclusiva il SECRET-1 LTD all'interno di una testata e switchabile da pedaliera in dotazione. Molto altro ci sarebbe da dire ma il consiglio, come sempre, è di provare e sentire con le proprie orecchie.

Sbirciando le foto di lavorazione dei vostri amplificatori, si notano dei trasformatori che "grossi" è dire poco. In base a cosa li scegli? Come si può riconoscere un buon trasformatore dal punto di vista dell'utente?
I nostri trasformatori sono costruiti su nostre specifiche in base al tipo di amplificatore o di suono che intendiamo realizzare. Utilizzano materiali e costruzione propedeutica al risultato finale. Abbiamo testato diverse aziende italiane e anche internazionali, comprese le più blasonate e costose, ma alla fine ci siamo resi conto che il risultato non era mai totalmente appagante. Ciò non significa che in commercio non ci siano ottime produzioni, ma per FROG volevamo qualcosa di veramente esclusivo. Lo stesso ragionamento è avvenuto per esempio per le board interne (costruite su disegno e specifiche nostre in resina epossidica) o per le torrette di ancoraggio dei componenti (rame e ottone dorato) davvero non convenzionali. A volte investiamo mesi per test incrociati su resistenze o condensatori solo per il gusto di oltrepassare un livello già di eccellenza, perché chi sceglie un prodotto FROG merita la nostra massima attenzione, impegno e rispetto.
Per rispondere poi alla tua domanda su come riconoscere un buon trasformatore direi di affidarsi ai dati e ai materiali come garanzia di buona scelta... Poi dipende molto da cosa ci si aspetta come risultato finale, perché non sempre più grosso può essere e deve essere meglio... I trasformatori a bordo della vecchie Marshall non sono enormi eppure suonano alla grande perché i materiali usati, il numero degli avvolgimenti e le specifiche contribuivano a quel tipo di risultato. Di norma noi preferiamo un'alimentazione più "grassa" perché a parità di utilizzo ci garantisce una migliore resa dal punto di vista dell'attacco e del punch oltre che una migliore dissipazione del calore.
Sul resto poi conta molto sperimentare e non basarsi sui luoghi comuni: il risultato finale deve principalmente convincere voi e non gli utenti dei forum!

Frog, plexi migliorate e l'essenza del british sound

So che c'è già qualcosa in cantiere in programma per l'autunno. Puoi dirmi qualcosa dell'Hitman e se state lavorando anche ad altro?
Stiamo effettivamente lavorando sulla HITMAN in versione 100w, sulla HITMAN Special Edition Alex De Rosso (44w), su una versione Marquee XXXVI Vintage - Secret Limited - Big Box e su un nuovo prototipo di cassa che potrebbe rivoluzionare davvero il mercato.
Posso anticiparti che la HITMAN 100w avrà una gestione ancor più accurata del Gain e un pulito finalmente all'altezza di una testata a tre canali.
Sulla Special Edition Alex De Rosso ci saranno invece delle cose specifiche che Alex ha voluto, mentre per la 36w Secret Limited sarà davvero un tripudio, una sorta di enciclopedia dei migliori suoni plexi da fine '60 a primi '80, comprese le varie modifiche.
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Grazie Pietro e grazie Accordo per l'interesse verso i nostri prodotti. Un saluto a tutti i lettori da parte del nostro team!
frog amps interviste marquee xxxvi modern
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di Pietro utente non più registrato
commento del 23/07/2016 ore 12:09:59
La guerra dei cloni.....Ep. XVI
Rispondi
di Zado utente non più registrato
commento del 23/07/2016 ore 13:14:24
Che siano cloni a me personalmente fa piacere, delle recenti produzioni di amplificatori che marciassero su presunte sonorità "nuove" non ho trovato niente che mi interessasse, quindi ben vengano. L'unico dubbio che mi resta è l'interesse che potrei avere in un ampli con un pedale infilato dentro.
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 23/07/2016 ore 13:23:3
Non fa una piega,il problema è che sono cloni molto "costosi",pedale infilato dentro o no,riguardo le sonorità "nuove" beh ognuno naturalmente ha i suoi gusti quindi inutile addentrarsi nei meandri....ma un buon Mesa senza rovinarsi con il Mark V ,a mio avviso ti tira fuori tutto quello che serve,dal clean al crunch ed oltre. :-) Resta il fatto che se devo spendere 3000€ in un clone,mi prendo una Plexi originale.(questo vale per qualsiasi altro clone)
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di Zado utente non più registrato
commento del 25/07/2016 ore 08:37:47
Ah se è un discorso di prezzo allora ti do ragione :) Apparte che sull'argomento Mesa, lì devo ancora trovare qualcosa che faccia per me :D
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di Pietro utente non più registrato
commento del 25/07/2016 ore 11:04:4
Ah..ah... insisti! vedrai che lo trovi ;-) Ciao
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di Sykk [user #21196]
commento del 23/07/2016 ore 12:36:06
però! sembrano avere un gran bel sound (anche se lo associo a chitarristi con meno barba e più peli sul petto.. ;-))))
Rispondi
di Zado utente non più registrato
commento del 25/07/2016 ore 18:29:37
SI suonano bene in effetti, costassero metà ne considererei uno :)
Rispondi
di ndrecchia [user #43094]
commento del 24/07/2016 ore 23:18:1
certo che la cannottiera da camionista anni '70 è proprio il minimo....
Rispondi
di silente [user #11800]
commento del 27/07/2016 ore 04:57:59
Cazzuto 'sto Valentino.
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