VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Come prepararsi a un concerto o a una registrazione
Come prepararsi a un concerto o a una registrazione
di [user #116] - pubblicato il

Nell’attività di un musicista, i momenti che precedono una performance, sia questa un’esibizione in studio o una sessione di registrazione, sono cruciali. Si tratta di lassi di tempo necessari per trovare la giusta concentrazione, rilassare la muscolatura e preparare le mani all’esecuzione. Non da ultimo, sono gli ultimi istanti a disposizione per ripassare le parti più critiche del repertorio, quelle delle quali si è meno sicuri.
Per i musicisti meno esperti e per i non professionisti  - per i quali esibirsi non è una routine lavorativa ma un’attività piacevole praticata però raramente - quella del riscaldamento è una fase ancora più delicata: con gran probabilità, infatti, si dovrà anche fronteggiare anche l’agitazione, l’ansia da prestazione e il timore del confronto con il pubblico.
Ovviamente, non esistono regole assolute per riscaldarsi al meglio e ognuno, nel tempo e con l’esperienza, maturerà le abitudini a lui più funzionali per prepararsi ad affrontare il palco o la registrazione.
 
Come prepararsi a un concerto o a una registrazione
 
Ci sono musicisti che raccomandano di non scaldarsi mai eseguendo o provando il repertorio che si sta per eseguire. Si rischierebbe solo di innervosirsi, stancare le mani o – peggio ancora – di sparare le cartucce migliori nel camerino invece che di fronte al pubblico. Per questo, il suggerimento è quello di eseguire dei semplici basilari esercizi di tecnica, dei rudimenti, che sciolgano in maniera graduale le meccaniche del playing senza affaticare o innervosire il musicista.
Viceversa, c’è anche chi raccomanda di non deviare la concentrazione dal repertorio che si sta per eseguire e di scaldarsi proprio eseguendo quello, magari a velocità ridotta e limitandosi a marcare le parti più importanti e gli obbligati. 
Infine c’è chi, proprio come racconta Luca Francioso in questa sua interessante prima pillola didattica, ritiene che la cosa migliore sia lasciare il proprio strumento sul palco prima dell’esibizione. Così da dedicare gli istanti prima della performance, unicamente a raccogliere idee ed emozioni da raccontare, da lì a poco, al pubblico attraverso la propria musica.
 
 
Luca Francioso è uno dei migliori chitarristi acustici in circolazione. Il suo ultimo disco si chiama "Toward The Others" ed è una raccolta -  suonata in maniera deliziosa - di brani composti ed eseguiti assieme a dodici chitarristi diversi tra cui Walter Lupi, Don Alder, Adam Morkus, Massimo Varini, Maneli Jamal e Vicki Genfan. Siamo felici di accoglierlo tra le nostre pagine per una serie di contributi didattici. (Gianni Rojatti)
Lezioni luca francioso
Link utili
Il sito di Luca Francioso
Nascondi commenti     14
Loggati per commentare

di Aquarius utente non più registrato
commento del 27/07/2016 ore 18:37:13
Assolutamente non penso al repertorio da eseguire, le volte che ripassavo "mentalmente" alcuni fraseggi o passaggi, ottenevo l'effetto contrario, ansia ed una sorta di amnesia che mi mandava letteralmente nel panico. Ora non ci penso più, mi rilasso magari chiacchierando e scherzando con qualcuno e poi dato che sono le cose che eseguo normalmente nelle prove, quando attacco torna tutto naturale. Per il riscaldamento (se il luogo me lo consente, perchè non frequento camerini :-))) mi limito a esercizi di tecnica, giusto un paio, semplici e a velocità moderata.
Rispondi
di Sykk [user #21196]
commento del 27/07/2016 ore 19:58:04
Qualche giro veloce per scaldarmi e ripasso, non mentale ma pratico, delle parti che di solito rischio di sbagliare.
Suonando in contesti amatoriali però non è sempre possibile fare le cose per bene.
Rispondi
di maurirust [user #39315]
commento del 28/07/2016 ore 07:55:33
Nel genere che suono conta molto l'interplay , quindi niente riscaldamento o ripassi all'ultimo momento ma ricerca di relax , condivisione e affiatamento, magari davanti ad uno spuntino ed un bicchiere di vino, con gli altri del gruppo. La chitarra aspetta sul palco. Poi per scaldarci iniziamo il concerto sempre dai brani con minori difficolta'
Rispondi
di fa [user #4259]
commento del 28/07/2016 ore 08:01:50
Concerto e registrazione per me sono due cose differenti. Nella registrazione poco o nulla va lasciato al caso e quindi la preparazione deve essere più completa. Prima di un concerto invece mi focalizzo sulle parti obbligate, tipo unisoni o soli particolari che devono essere riprodotti fedelmente. Per essere pronto nei giorni precedenti ripasso tutto a diverse velocità, sia più lento che più veloce di come la parte andrà suonata. Invece nelle ore immediatamente prima del concerto o della registrazione non tocco lo strumento per non stancare troppo la mano e non bruciare idee, spunti e creatività che dovrebbero teoricamente uscire sul palco... Teoricamente 😬. Ciao Fab
Rispondi
di Zoso1974 [user #42646]
commento del 28/07/2016 ore 12:16:0
Probabilmente è molto soggettivo... io live soffro terribilmente i primi 2/3 pezzi.
Ma non è una questione di mano, ma di testa... di concentrazione forse, non so.
E' che le "serate" per i gruppetti sfigati come il nostro sono luuuunghe.
Si parte al pomeriggio a caricare la strumentazione dalla sala prove alle macchine, viaggio, scarico e montaggio.
Sound check e cena... dopodichè almeno 2 terribili ore di vuoto, tra noia e digestione.
Quando è il momento di suonare sono quasi sempre in dormiveglia... sciacquata della faccia in bagno e si comincia. Prima di capire da che parte sono girato ci vogliono sempre 2,3 brani.
Il solo del primo pezzo lo canno matematicamente... aiuta un pò provarlo immediatamente prima di iniziare... il meglio che ottengo è fare giusto il primo e cannare il secondo... :)
Rispondi
di prada [user #19807]
commento del 28/07/2016 ore 13:19:01
Mi riconosco in quello che dici al 100%!
Rispondi
di Aquarius utente non più registrato
commento del 28/07/2016 ore 14:00:45
anche per me era una questione di testa, il ripasso mantale, ma anche pratico prima del concerto,(ma dove lo fai in un pub o in una via chiusa per una notte bianca e simili?) mi riconduceva a quando andavo ancora a scuola, (e lì si che non studiavo una mazza) prendere in mano (inutilmente) un libro per una manciata di minuti prima della lezione o nell'intervallo e fatalmente quando mi toccava erano dolori :)))) Misteri dell'inconscio! Adesso prima di suonare penso a tutto tranne che al concerto, se poi c'è lo spuntino, una birretta, come diceva sopra maurirust, meglio ancora. Salgo il palco rilassato, carico e con una voglia di suonare... Chiaro che all'esibizione ci si deve arrivare con una adeguata preparazione.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 29/07/2016 ore 19:25:06
"penso a tutto tranne che al concerto" - adesso che ci penso è come capita a me.
Rispondi
di dale [user #2255]
commento del 28/07/2016 ore 13:09:27
Non preparo nulla, improvviso tutto, scaletta, pezzi, voce, assoli.

Non registro mai però.
Rispondi
di kelino [user #5]
commento del 28/07/2016 ore 15:24:10
Io sto tranquillo sempre.
Un talisker aiuta...
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 30/07/2016 ore 19:44:31
Questo articolo fa pensare. Mi sono fatto un censimento mentale di quelli che conosco e che hanno a che fare con il "live". C'è il partito del "devo essere nervoso" e quello del "conservo energia e poi sparo tutto". Alla fine, sul palco, l'energia è la stessa.
Rispondi
di Aquarius utente non più registrato
commento del 31/07/2016 ore 13:47:0
Ma infatti è una cosa personale, strettamente individuale: quella che si sente giusta e funziona è la soluzione perfetta.. Pensa che Gino Bartali, prima di una corsa, si fumava una sigaretta :)))))))))
PS. Potrebbe anche trattarsi di una leggenda metropolitana eh.. io non c'ero.. :)))
Rispondi
di Claudio80 [user #27043]
commento del 30/07/2016 ore 20:06:00
E' da maggio che non faccio un live!!!😨😨Comunque prima di iniziare, dopo il sound-check, che sistematicamente fa cagare, e dopo la cena e "qualche" birretta, o vinello, mi scaldo nel momento stesso in cu suono, con le solite annesse stecche di sempre!! Dopodiché all'80% improvviso sempre tutto perché mi stufa suonare sempre le stesse cose, per cui mi diverto così, senza preoccuparmi troppo della gente, che al 99% non ascolta mai!! In registrazione cambia tutto, ma mi concedo sempre un margine "calcolato" di improvvisazione.
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 31/07/2016 ore 00:44:57
Oggi: "se penso a qualcosa non posso essere creativo" - chiedo in giro quando mi capita e mi capita una risposta come questa!!!
Rispondi
Altro da leggere
Esercizi. Roba da schiappe?
Warm up on tour con Stef Burns
Warm up con Luca Colombo
Scala blues & corde a vuoto con Carl Verheyen
Tommy Emmanuel ci insegna gli armonici
Tommy Emmanuel: armonici sull'acustica
Serve una sinistra forte. Lo dice Tommy Emmanuel
Doug Aldrich: tecnica, fraseggio e la fine con gli Whitesnake
Esercizi in C7: un altro modo per studiare i modi
Dado Neri: tecnica, riscaldamento & slap sul basso elettrico
Tommy Emmanuel: sonorità da Banjo
Tommy Emmanuel: rolls alla Atkins
Tommy Emmanuel: come gestire la dinamica
Paul Gilbert: sostituzioni, esercizi & pause
Chitarra acustica e batteria
Intervista a Luca Francioso
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Serve davvero cambiare qualcosa?
70 watt non ti bastano? Arriva a 100 watt!
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964