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Perché usiamo il 57 dal ’65
Perché usiamo il 57 dal ’65
di [user #16167] - pubblicato il

Un recente post su Facebook in cui un amico chitarrista si lamentava di un fonico che l’ha costretto a utilizzare sul palco un SM58 per microfonare la sua cassa (con risultati a suo dire deludenti) mi ha dato l’ispirazione per questo breve test per cercare di spiegare perché da oltre cinquanta anni ci portiamo appresso questo microfono.
In effetti se dal ’65 sto benedetto microfono viene utilizzato in studio e nei live in tutto il mondo, tanto da diventare il dinamico più venduto di sempre, un motivo ci deve essere. L’SM57 fu messo a punto nel 1959 da Ernie Seeler, un ingegnere Shure che lo sviluppo partendo dall’Unidyne III, suo progenitore nato nel ’39. 

Contemporaneamente al modello per strumento, venne messo in vendita anche l’SM58, che condivideva la stessa capsula ma una differente griglia, più adatta ai cantanti e in grado di ospitare un wind screen/filtro anti pop in grado di smorzare leggermente le consonanti occlusive. 

La differenza tra i due microfoni è minima, davvero, ma è sufficiente a cambiare le carte in tavola, tanto che l’amico chitarrista su Facebook lamentava una mancanza di presence della chitarra nel PA. 

Perché usiamo il 57 dal ’65

Entrambi i microfoni hanno un diagramma polare di tipo cardioide (cliccate qui se volete approfondire https://www.accordo.it/article/viewPub/23568). Se diamo però un’occhiata al grafico della risposta, che restituisce sull’asse delle ascisse la frequenza in Hz e nelle ordinate i dB di risposta notiamo che c’è ben più di una differenza. 

Le variazioni si concentrano tutte nella parte alta dello spettro tra i 5 e i 10k Hz. Come evidenziato dai due schemi qui sotto. 


Perché usiamo il 57 dal ’65

La differenza più grande la si nota nella discesa della parte finale del grafico che nel 57 è ritardata ben oltre i 10k. Questo è probabilmente frutto proprio del differente ambiente in cui è immersa la capsula SM, che ricordiamo è identica per i due microfoni. 

La somma dei due diagrammi rende ancora più evidente la differenza tra i due. Ci viene in aiuto Recordin Hacks con un grafico riepilogativo che rende palese la risposta molto più alta nella parte destra dell’SM57 rispetto al suo corrispettivo per voce. 

Perché usiamo il 57 dal ’65

Veniamo quindi al nostro test. Non c’è niente di meglio da fare che piazzare nello stesso identico punto i due microfoni e registrare lo stesso riff. Per evitare differenze nell’intenzione o nella posizione della plettrata rispetto ai pick up, abbiamo optato per fissare saldamente un’asta, registrare il riff tramite una DI direttamente su Logic e utilizzare la Radial Re-amp box (di cui abbiamo parlato sempre qui su Accordo diverso tempo fa), per avere la garanzia di uniformità tra le due registrazioni. La posizione che abbiamo scelto per il microfono è quella che lo vede piazzato a ridosso della rete a metà tra il bordo e il centro del cono, perpendicolarmente a questo. 
La cassa è una Palmer con cono Celestion Greenback e la testata è un Dangelo Vintage, con un sound molto fenderoso. Nei file si alternano in continuazione i due microfoni cominciando dal 57.
57vs58 clean


57vs58 crunch


Come si può facilmente notare dai due file la differenza tra i due microfoni c’è eccome. Se la pasta dello strumento resta praticamente la stessa, in effetti, la presenza con il 58 risulta minore. Il sound più chiuso, che perde un po’ di alte può risultare meno efficace quando lo si pone all’interno di un mix. 

57vs58 mix


Nel finale di tutti i file potete ascoltare la somma dei due microfoni, un risultato che non ci è parso affatto male e abbiamo deciso di condividere con voi. 

Come sempre, però, nella musica non ci sono regole fisse. Nulla vieta di utilizzare l’uno o l’altro microfono quando questo restituisce un sound che più si addice al nostro setup, così come nulla vieta di dare un 57 a un cantante se si vuole avere un risultato più graffiante o se magari si sta inseguendo un obbiettivo LO-FI. Sicuramente sul palco, per sicurezza con un 57 davanti al cono non si sbaglia mai, anche se le alternative valide sul mercato sono tante e non mancheremo di parlarne più avanti. Audix I5, Sennheiser E609 son sempre più facili da trovare in giro per i palchi sono validissimi. Se dobbiamo dare infine una risposta alla domanda perché usiamo il 57 dal '65 beh, probabilmente è proprio perché fin da subito ha dato la possibilità di tirare fuori dal mix il sound della chitarra diventando l'arma perfetta in ogni genere, soprattutto nel rock che il povero Seeler odiava tanto. 
microfoni shure sm57 sm58
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