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L'influenza Apple sulla tecnologia musicale
L'influenza Apple sulla tecnologia musicale
di [user #16140] - pubblicato il

Che si guardi il tutto da estimatori o da detrattori, è innegabile quanto Apple abbia condizionato non solo il settore in cui tira spallate con altre aziende, ma anche settori satellite quali telefonia e il nostro amato settore: la musica.
Prendendo solo alcune tra le innovazioni introdotte da Apple, troviamo il primo mouse, il primo media player con tanto di store dal quale acquistare la musica sino ad arrivare a iPhone e iPad. Questi ultimi due hanno dato il via all'enorme mercato (rispettivamente) degli smartphone e dei tablet.
Il 7 settembre è stato presentato un nuovo dispositivo denominato AirPods. Visto con "occhi qualsiasi" è un simpatico - e magari costosetto - dispositivo wireless con il quale sostituire le scomode cuffiette del proprio telefono.

Facciamo però un passo indietro riprendendo per un momento i discorso precedente. Sino a qualche anno addietro, era a dir poco impensabile poter gestire le funzionalità di un mixer (anche se banale) attraverso un dispositivo remoto o accordare la propria chitarra con l'ausilio del proprio telefono. Per non parlare di veri e propri synth o sistemi di registrazione completa. Il tutto all'interno di uno smartphone e/o di un tablet. Ora sembra quasi strano non poterlo fare.

L'influenza Apple sulla tecnologia musicale

Gli AirPods capiscono quando vengono indossati, per cui non ci sono sprechi di batteria. Tutto a vantaggio dell'autonomia (5 ore con una sola carica). La vera innovazione, non risiede naturalmente in questo, ma nel nuovo chip W1 capace di gestire in modo estremamente efficiente la connessione wireless e la qualità audio. Proprio su questo, Apple ha impiegato molte risorse in quanto, l'abbandono del cavo implica una serie importante di complicazioni nel trasferimento dei dati che si trasformeranno in suono nelle cuffie e nella gestione di tutte le informazioni ricevute dai vari sensori all'interno degli auricolari. Tra i sensori, un accelerometro abbinato a dei sensori ottici che rendono gli auricolari capaci di comprendere se si è impegnati in una conversazione o meno. In questo caso, viene attivata una modalità con la quale vengono soppressi i rumori di fondo amplificando invece la voce. Ogni auricolare ha inoltre un'area sensibile al tocco con la quale attivare Siri.

Si, ma per quanto riguarda la musica, dov'è l'innovazione?
Come al solito nella storia scritta da Apple, questo è semplicemente un punto di partenza. AirPods potrebbe essere l'ennesimo dispositivo capace di spostare un pelino più in alto l'asticella. Altre aziende faranno tesoro di quanto realizzato da Apple e rilanceranno sempre più in alto. Così come gli smartphone e i tablet ora sono per i musicisti delle vere e proprie stazioni di controllo e/o strumenti (e il mercato ne propone per tutte le tasche), in un futuro probabilmente molto prossimo, le cuffie consentiranno al suo utilizzatore di avviare sequenze a seconda dell'area toccata o del movimento effettuato con la testa, switchare da un dispositivo all'altro in un batter d'occhio per controllare l'ascolto in modo rapido e chissà quanto altro.

Di contro, la scelta di Apple di eliminare definitivamente il connettore per le cuffie (per ora ci sarà un adattatore da Lightning a connettore per cuffie) porta a una serie di "svantaggi" per l'utente finale. Il più importante riguarda proprio l'abbandono del cavo a vantaggio di una comunicazione digitale. Tutto ciò che cade nel dominio del digitale, può subire un controllo e quindi un'eventuale restrizione. Se prima per copiare una qualsiasi fonte sonora era sufficiente connettere il cavo all'uscita delle cuffie per poterla registrare, in questa modalità, potrebbe essere inibito qualsiasi tentativo di copia. Un ottimo tappa buchi a quello che in termine tecnico si chiama Analog Hole.

Insomma, stiamo a vedere ora cosa succede.

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