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L'attacco dei cloni
L'attacco dei cloni
di [user #12502] - pubblicato il

La produzione orientale a basso costo ha invaso il mondo e oggi è possibile portarsi a casa delle repliche di mostri sacri quasi indistinguibili dagli originali per una frazione del prezzo. Nessuno viene lasciato in disparte, e perfino i progetti dei DIYer vengono presi di mira per produzioni su larga scala.
Ultimamente ho deciso di dare una rinfrescata alla mia pedaliera, avendo deciso di eliminare un effetto dal mio setup, di sostituirne un altro e di implementarne due. Comincio quindi a consultare forum e mercatini e, da questo mio rinnovato interesse per i pedalini (interesse da anni sopito dal desiderio di un setup minimale e dal fatto che comunque i pedali, da un quinquennio almeno, me li costruisco da solo, per cui le mie ricerche erano tutte focalizzate su schemi elettrici e venditori di componenti e non di prodotti finiti), emergono una quantità di spunti e considerazioni, soprattutto circa il modo in cui l’industria dei pedali analogici è cambiata, sia in rapporto a se stessa, sia in rapporto al mondo della produzione cosiddetta "boutique", sia nei confronti dell’oramai vasto e variegato mondo dei costruttori fai-da-te.
Alla fine compro tre pedali, ognuno dei quali è un clone industriale a basso costo di un prodotto già esistente, anche se con qualche componente diverso (quasi mai nella parte audio del circuito, per cui ininfluente a livello timbrico) in modo da aggirare brevetti e licenze. Il primo della serie è il compressore Beta-Aivin CS-100, di fabbricazione cinese, che è venduto anche sotto altri marchi, ed è rinomatamente un clone del Boss CS-3.

L'attacco dei cloni

Lo trovo usato a poco meno della metà del prezzo da nuovo, che è già parecchio più basso dell’originale. L'impatto visivo è un po' disturbante perché il pedale rimanda, anche un po' troppo marcatamente, alla nota marca giapponese. Lo chassis, a parte gli spigoli più arrotondati dal lato pedale, è identico, come identico è tutto il resto: posizione dei jack, della presa della corrente, vano della batteria con relativo meccanismo di apertura. Lo apro e verifico che pure lo schema elettrico è parecchio somigliante al CS-3, anche se utilizza componenti SMD, che per i profani è uno standard industriale per i circuiti stampati il quale prevede componenti elettronici più piccoli rispetto allo standard DIP (che è più "antico") nonché il montaggio superficiale dei suddetti componenti il che, se da un lato aiuta a minimizzare le dimensioni delle schede, dall’altro complica parecchio eventuali modifiche e/o riparazioni.
Vi risparmio la recensione del pedale per il quale, essendo appunto un clone, valgono tutte le considerazioni sull’originale reperibili in rete, e quindi pure su Accordo.

Riflessione #1: Siamo alla frutta. Secca.
L’industria dei pedali analogici per chitarra è sostanzialmente alla fine del processo di ricerca e sviluppo. Per quanto riguarda il digitale ci sono ancora ampi spazi per innovare (in giro si trovano pedali che fanno suonare la chitarra come un organo o un piano, pedali che costruiscono armonizzazioni ultra-complesse, loop station che permettono di registrare dei quasi-dischi al volo...) mentre, per circuiti semplici dalle funzioni a loro volta semplici, ormai siamo al raschiamento del barile, per cui gli effetti storici (come per esempio overdrive, distorsori e fuzz, ma anche compressori e chorus) sono sempre sulla cresta dell’onda perché alla fine vanno già bene così come sono.

Il secondo pedale, comprato nuovo per una cifra veramente irrisoria, talmente bassa che avrei speso di più solo per i singoli componenti, è il Caline CP-18 Orange Burst.

L'attacco dei cloni

Sembra già al primo sguardo un clone dell’Xotic BB Preamp, pedale che mi volevo costruire da un po’ ma non l'ho mai fatto, vuoi per mancanza di tempo, vuoi per la voglia di letto/divano, vuoi per totale dipendenza dal Paul Cochrane Timmy, pedale che uso assiduamente da almeno cinque anni, tanto che in pedaliera ne ho due. Curiosamente, sia il BB Preamp sia il Timmy, prodotti nati boutique, hanno subito lo stesso destino, ovvero di essere clonati dalla grande industria, nel caso del Timmy addirittura da un brand ultra-noto come Danelectro.
Lo apro e verifico che pure la costruzione è simil-boutique, col true-bypass garantito dal switch meccanico 3PDT e soprattutto per l’utilizzo di componenti DIP (ovvero quelli a spaziatura tradizionale) che permettono di fare modifiche con una certa facilità. Lo schema elettrico è effettivamente molto simile quello dello Xotic.

Riflessione #2: Mi dispiace, ma io so' io e voi non siete un cazzo.
Nel senso che 220 euro per un overdrive con venti componenti in croce sono tanti, magari troppi (ed è l’unico motivo per cui ho preso il clone), ma di sicuro i signori di Xotic per inventarlo, metterlo a punto e commercializzarlo ci hanno investito impegno, tempo e un bella percentuale dei loro soldi. Poi arriva una mega-azienda che opera in un Paese dove i salari sono bassi, i diritti umani pochi e la tutela dell’ambiente è sotto zero, che avrà tremila dipendenti e una catena di montaggio ultra-moderna, e ti copia il tuo prodotto semi-artigianale senza pudore e senza nessun rischio vendendolo a un decimo del prezzo. E io alla fine, nel ruolo dell’utente finale, accetto di far parte del meccanismo. Brutta bestia la globalizzazione.

Il terzo pedale è il Movall Centipede, che ho comprato usato da un privato per un prezzo, pure stavolta veramente basso.

L'attacco dei cloni

Alle orecchie di auto-costruttore, la definizione "analog delay" fa eco con Rebote 2.5, che è un progetto DIY in giro già da anni nelle varie community di appassionati del fai-da-te. E in effetti, analizzando il circuito, si evince come il sospetto sia reale e non è neppure un caso unico, perché già Danelectro (sempre lei) ne produce e vende un clone. Anche in questo caso c’è il true-bypass meccanico ma, a differenza del Caline, i componenti sono SMD, indispensabili per produrre pedali di queste dimensioni.

Riflessione #3: Piccolo è bello, ma senza looper è un macello.
Questi mini-pedali sono troppo piccoli per essere attivati con i piedi senza combinare guai (a meno che non si abbia il piedino da geisha) ma, se si usa un looper, permettono di salvare un sacco di spazio in pedaliera.

Riflessione #4: Ci hanno preso tutto.
Ok clonare prodotti storici, meno ok clonare prodotti boutique ma, santo cielo, l’industria si spinge fino a monitorare e depredare anche le realtà più piccole e insignificanti come poche migliaia di hobbysti nerd sparsi in tutto il mondo, abituati a passare le serate davanti a schemi elettrici e saldatore nutrendosi di caffè e patatine, e che per attrezzare le loro camerette-laboratorio hanno buttato via talmente tanti soldi che se si fossero fatti costruire pedali e pedaliere direttamente da Pete Cornish avrebbero probabilmente speso di meno. Si salvi chi può.

Riflessione #5: Con la Francia o con la Spagna purché se magna.
Si possono fare mille considerazioni su come il capitalismo moderno influenzi e spesso controlli le nostre vite e quelle di tutti gli abitanti di questo mondo ma, ragionando da appassionati di musica un po' egoisti, l'attuale standard di produzione industriale, ovvero Europa, USA e Giappone che progettano e generano bisogni, Far-East che produce e riproduce, è una manna per i musicisti squattrinati. Spendere molto meno di cento euro per tre pedali di qualità era un sogno anche solo vent’anni fa, quando cominciai ad avere un approccio sufficientemente serio con l’equipment, e lo stesso discorso vale per chitarre, amplificatori e tutto il resto. Peccato che la gente sembri suonare sempre meno, ma questo è un altro discorso.
beta alvin caline centipede cs100 effetti e processori gli articoli dei lettori movall orange burst
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di SilverStrumentiMusicali utente non più registrato
commento del 10/09/2016 ore 08:24:26
Nessuno di questi penso sia un clone. La definizione a mio avviso è sbagliata. Piuttosto credo che questi siano le tipiche imitazioni cinesi. Il clone è qualcosa di identico in tutto e per tutto all'originale. Un'azienda o un artigiano serio che realizza un clone non lo fa per dare la possibilità di risparmiare (e per fregare chi lavora per bene sacrificando la qualità). Lo fa per realizzare qualcosa che non viene più realizzata o che non viene più realizzata in quel modo (ed in qualche caso per sfatare il mito che non sia più possibile farlo). Oltre ai materiali ed al lavoro costano anche le intenzioni, lo stile ed il modo di realizzare le cose. Per non parlare della qualità e dell'affidabilità, anche se a volte questi cinesi ci azzeccano sotto questo punto di vista. Raro ma capita. Per intenderci: nessun artigiano SERIO realizzerebbe un clone di un pedale della Boss attualmente in commercio. Non avrebbe nessun senso. Piuttosto ne realizzerebbe la sua versione che tirerebbe fuori dalla catena di progettazione a patto che offra sensibilmente qualcosa di più rispetto all'originale. Almeno io la vedo così e così lavoro. Poi chi lo capisce e lo apprezza, beato lui. Chi non lo capisce merita i pedali SMD cinesi! ;)
Rispondi
di warburg [user #43590]
commento del 10/09/2016 ore 08:25:24
Bel pezzo, molto interessante :)
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di MojoKingBee [user #39456]
commento del 10/09/2016 ore 08:48:
bell'articolo.

Mi spiace per gli artigiani che investono tempo e denaro, ma io, chitarrista hobbista, non posso spendere 200 euro in un pedale (eh si, sono sottopagato pure io!), mentre lo sfizio da 50 euro di tanto in tanto me lo posso concedere.

quindi per me è una manna che si possano acquistare questi pedalini.
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di Repentless [user #45400]
commento del 10/09/2016 ore 09:10:52
Un bel pezzo con molte considerazioni interessanti, spunto di riflessione.
Da utente squattrinato che negli anni ha dato via molti più soldi in pedali singoli che in chitarre o ampli, ora, finalmente, dico che pagare un pedale oltre i 150 euro è pura follia. Ok il blasone, ok la ricerca e sviluppo, ok i costi di produzione artigianale ma basta così, la gente non ha più denaro, certi sfizi li lascio volentieri ai pro.
Quindi che dire sulla clonazione/modifica di progetti originali ad alto costo? che è ormai una realtà che fa parte del commercio e non ci si può fare niente. E che anche gente come Wampler, Mad professor, Okko e tutti quelli che ti sparano pedali oltre i 200 euro purtroppo devono farci i conti, volenti o nolenti.
Eppoi ...Jim Marshall non ha iniziato modificando un Bassman?
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 10/09/2016 ore 10:08:44
È dunque "l'attacco dei (quasi) lawsuit cinesi"! Una mia riflessione fin troppo ovvia è che arriverà un Roland/Boss cinese e ben finanziato per invadere il mercato mondiale... ma quanti tipi di pedali ex novo restano da inventare? Al massimo qualche variazione di pedali già inventati... Già, cosa resta da inventare?
DIY: da ragazzino ho giocato col Lego e montato modellini in plastica Airfix di aerei - da chitarrista solo modificare qualcosetta su 2 chitarre! A voi che fate pedalini DIY una domanda: l'involucro dove ve lo trovate?
Rispondi
di psykoguitar utente non più registrato
commento del 10/09/2016 ore 11:43:50
Ciao Claes.
Io, se monto qualcosa, prendo i box da musikding (www.musikding.de); c'è ne sono di tutte le dimensioni, verniciati e verniciabili. Forse anche Banzai Music ha qualcosa, dovrei guardare. In Italia trovi cose interessanti da Op Electronics (vai al link).
Rispondi
di fede90k [user #22897]
commento del 10/09/2016 ore 11:50:
Ciao Claes, musikding è la risposta a tutto o quasi nel DIY: vai al link
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di MojoKingBee [user #39456]
commento del 10/09/2016 ore 14:27:21
su aliexpress si trovano
Rispondi
di psykoguitar utente non più registrato
commento del 10/09/2016 ore 11:59:30
ADayDrive, hai ragione, la situazione è quella che descrivi.

L'unica aggiunta che posso fare al tuo articolo, che è zeppo di informazioni (complimenti per come scrivi) è che costruirsi i propri pedali non è una cosa che tutti i chitarristi/bassisiti possono fare. Non basta saper saldare, sapere quattro cose di elettronica e vai e monti.
Per carità, i kit come quelli di musikding sono fatti bene, funzionano al primo colpo.

Ma il suono... qui sorge il problema. Se il suono non ti piace, devi sapere cosa e come modificare; rischi di passarci un sacco di tempo.

Il pedalino della marca "nota" ha un difetto: costa in modo esagerato. I componenti all'interno non giustificano il costo.

Un po' come le Gibson Les Paul (che adoro). I legni e le elettroniche non valgono i 2000-3000 euro che paghi una Les Paul, quindi stai pagando la marca.

Però (perchè c'è sempre un però :-) ) se rivendi una LesPaul più o meno riprendi i soldi che hai speso, se rivendi il pedalino boutique o di marca, anche. Il pezzo cinese o quello che ti sei fatto tu, te lo tieni, non riesci a rivenderlo, neanche se suona bene.

Io mi sono montato da solo alcuni pedali. Un overdrive che mi fa godere (clone di uno Zen), un delay da favola. Ma ho anche beccato qualche problema. Ho un fuzz che non mi suona, glie ne ho fatte di tutti i colori. Secondo l'oscilloscopio lavora benissimo, secondo il mio orecchio fa caxxre... l'oscilloscopio non ha criteri musicali.Ho montato un compressore che a volte tirerei dal balcone, mi fa girare le balle di traverso e anche qui, l'oscilloscopio dice che lavora...

Credo che per alcuni pedali, forse vale la pena di acquistare quello che ti piace in negozio. Almeno provi e porti via quel particolare pedale che ha il suono che desideri.

Sulle pedaliere non ho le idee chiare, quelle che ho provato o era un casino "programmarle", oppure avevano due effetti buoni su cinque e non valeva la pena. Ora si parla tanto di kemper... forse il digitale sistemerà molte situazioni. Però una telecaster con attaccato un vecchio overdrive TS808 originale avrà sempre il suo porco suono e il suo porco fascino... opinione personale, ovviamente

Psyk



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di coldshot [user #15902]
commento del 10/09/2016 ore 13:37:53
--------Però (perchè c'è sempre un però :-) ) se rivendi una LesPaul più o meno riprendi i soldi che hai speso, se rivendi il pedalino boutique o di marca, anche. Il pezzo cinese o quello che ti sei fatto tu, te lo tieni, non riesci a rivenderlo, neanche se suona bene.----

Col cavolo, se rivendi una les paul standard che costa circa 2000 euro nuova se ti va bene ne riprendi 1300-1400, un pedale boutique tipo wampler euphoria che costa 230 euro mettici la firma se ci fai 140 euro, io ho venduto roba della mooer e della joyo pagata 50-60 euro a 30 euro quindi la tua teoria non è sempre cosi scontata, a me se serve un pedale che nuovo costa 60 euro e lo trovo a 40 euro spedito lo prendo, specialmente se lo trovo con consegna a mano.
Rispondi
di psykoguitar utente non più registrato
commento del 10/09/2016 ore 16:21:39
Ok coldshot, ora mi vai giu di cesello... :-) troppo preciso.

Sulle Les Paul dipende dal modello, però in genere perdi qualcosa, ma non oltre la metà e non tutto. Se ti fai fare una bella LesPaul-coldshot da un liutaio, gli molli 1500 euro di cui non ne vedrai più neanche uno se tenti di rivendere (o riprendi pochissimo).

Il logo Gibson diventa fondamentale per vendere anche se la tua (ipotetica) chitarra è fatta 100 volte meglio di quella originale e suona splendidamente.

Devi considerare che se vendi una chitarra (o pedale) di liuteria o fatto da te sei penalizzato da due fattori: 1 non vendi una cosa di marca, 2 hai la concorrenza delle sottomarche cinesi che vendono a prezzo stracciato una cosa simile alla tua.

Vendendo la "roba della mooer e della yoyo pagata 50-60 euro", hai preso 30 euro, ma li hai presi. Se erano pedalini fatti da te e pagati 40 euro di componenti oltre il tuo lavoro, non riprendevi quasi niente.

Il mio discorso è sul fatto che se ti stanchi di un pedalino (o strumento) di marca, lo rivendi e qualcosa tiri su. Se è un pedale (palesemente) cinese o fatto in casa non riesci a rivenderlo.

Inoltre, quando ti monti un pedale (o ti fai costruitre uno strumento di liuteria) non sai come suonerà finchè non lo finisci e lo provi. E potrebbe non piacerti... tempo e soldi buttati (a me è successo, non ti dico come girano le balle dopo...).

Per il resto, sono daccordo con te, anche a me se serve un pedale che di seconda mano costa la metà o poco più, se è in buone condizioni e posso provarlo lo prendo.

E' vantaggioso: so cosa compro e come suona, dopo l'acquisto è pronto subito da usare e non devo montarlo, se non mi piace più tra due mesi lo rivendo.

In questo caso, a rivenderlo paradossalmente ci perdo ancora meno che se l'avessi preso nuovo...

Insomma la mia teoria non si applica sempre (non è matematica) ma è una regola basata sull'esperienza. E non toglie nulla al fatto che secondo me molti pedali di marca sono fatti male e sovrapprezzati (per mille ragioni e ricarichi vari della catena di distribuzione).
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 10/09/2016 ore 16:53:03
In questo caso sono d'accordo al 100'%, la roba di liuteria anche alta o cose tipo diy di pedalini autocostruiti rivenderle è quasi impossibile, io intendevo rivendere pedalini che già costano poco in partenza comunque con una marca ben precisa.
Mai avuto roba di liuteria o pedali autocostruiti anche per questo motivo, dopo un pò mi annoio e mi va di cambiare, soprattutto gli effetti e ampli, con le chitarre sembra che abbia trovato la pace dei sensi (credo), è per questo che compro se posso sempre usato, tanto lo so che dopo un pò cambio ma se non c'è un minimo di brand è un casino rivendere.
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di Claes [user #29011]
commento del 10/09/2016 ore 15:46:46
Porco suono e porco fascino: Amettiamolo, questo fattore ha un porco effetto booster suonando dal vivo + credere come fosse il vangelo di suonare la migliore chitarra mai esistita e con un parco effetti e ampli AFFIDABILE al 110% è essenziale! Al pubblico non importa sia "quel" pedale piuttosto che un altro... logo e modello non lo vede su schermo gigante. Non c'è da vergognarsi a suonare con un pedalino cinese. Gli autocostruttori hanno di che vantarsi.
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 12/09/2016 ore 09:36:16
D'accordissimo, non è immediato capire cosa modificare per ottenere il suono desiderato, ma è proprio questo il senso di costruirsi le cose: prima si copiano cose già fatte, poi, a forza di errori e piccoli aggiustamenti si capisce come intervenire. Indatti l'autocostruttore "DOC" non è uno che si fa le cose per risparmiare (anche perché, tra componenti ed attrezzatura, senza considerare il tempo, si spende un bel po'), tantomeno uno che clona pedali per rivenderli, che è pure illegale, perché si evadono tasse, licenze e via discorrendo.
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di aghiasophia utente non più registrato
commento del 10/09/2016 ore 12:00:08
"i salari sono bassi, i diritti umani pochi e la tutela dell’ambiente è sotto zero". Ormai un problema condiviso anche in occidente. Uno dei motivi per i quali il consumatore-chitarraio, a parità di performance sonore, e andando oltre le preoccupazioni inerenti l'affidabilità (che poi a volte risulta essere più un pippone mentale che altro), investe quei pochi spiccioli che gli è consentito spendere in prodotti asiatici.
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 10/09/2016 ore 12:57:38
Verissimo....
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 12/09/2016 ore 09:40:40
Purtroppo si.
Rispondi
di Pietro utente non più registrato
commento del 10/09/2016 ore 12:59:25
Bell'articolo,c'è anche da dire però che il Giappone negli anni 50/60 faceva esattamente quello che fa la Cina (e l'estremo Oriente) oggi,copiava/clonava a basso prezzo,poi sono andati oltre.
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di edgar587 [user #15315]
commento del 10/09/2016 ore 13:39:23
Ottimo articolo, complimenti.
Però mi sento di dire una cosa: credo a mio modesto parere che tu abbia descritto, eccetto che per il primo, casi limite, ovvero quelli in cui ci sono imitazioni a basso costo di prodotti tutto sommato "boutique" o che rasentano quel tipo di piccola produzione, in cui i costi sono meno facilmente ammortizzabili e per cui è giusto che il piccolo fabbricante abbia riconosciuti e non danneggiati i propri sforzi in termini di marketing, come pure di ricerca, cura costruttiva e selezione materiali (anche se chi costruisce pedali mi ha confessato che molto spesso comunque la scelta delle componenti non aggiunge tutta questa qualità globale e i prezzi pertanto non sarebbero nemmeno giustificabili, ma è una cosa che mi hanno detto, non posso verificare l'attendibilità per mancanza di preparazione personale in materia);
nella maggior parte dei prodotti che vedo, le imitazioni si concentrano sui prodotti di grossi brand che hanno in ogni caso una produzione dislocata in un Paese asiatico con salari bassi e regimi (politici e produttivi..!) tutt'altro che facili da sopportare..
Ma posso sbagliarmi. Che ne pensate?
Rispondi
di sixstrings74 [user #7838]
commento del 10/09/2016 ore 15:26:19
Ciao articolo interessante
Volevo chiederti una info riguardo i pedali acquistati: hanno la possibilità di essere alimentati anke a batteria? Perché i Caline se non sbaglio accettano solo un alimentatore esterno., A volte non proprio comodo, almeno per me.
Grazie
Rispondi
di coldshot [user #15902]
commento del 10/09/2016 ore 15:50:45
i movall no
Rispondi
di Claes [user #29011]
commento del 10/09/2016 ore 15:59:0
Aggiungo che la presa 9V sul Caline non è "ergonomica"! Batterie fresche dal vivo è affidabile ma costoso... quelle usate sono da smaltire in sala prove. OK, è una soluzione irritante a livello pratico per un "analogico" vecchio stampo tipo valvole!
Rispondi
di Guycho [user #2802]
commento del 10/09/2016 ore 16:29:14
"L’industria dei pedali analogici per chitarra è sostanzialmente alla fine del processo di ricerca e sviluppo. "

Esattamente come la musica.
Rispondi
di mehari [user #25169]
commento del 10/09/2016 ore 21:49:55
t'e ghe resun.. l'andazzo è questo... ma non durerà..... come non è durata la moda boutique a prezzi assurdi
tra poco collasserà tutto e via..... piacere di aver fatto un pezzo di strada insieme :) ci rivediamo nell'aldilà amigo... e speriamo che ci siano chitarre e amplificatori potenti.
Rispondi
di Oliver [user #910]
commento del 12/09/2016 ore 09:08:49
Fuori tempo massimo, ma aggiungo i miei due cents.
Secondo me, ben vengano i pedalini da 50 euro (o meno), faranno felici molte persone e... sostanzialmente non cambierà niente.
Gli effettivi low cost non sostituiscono i pedali boutique, sono semplicemente indirizzati ad una fetta di mercato che, nella stragrande maggioranza dei casi, non si potrebbe mai permettere un pedale boutique e oltretutto con molta probabilità non sarebbe nemmeno in grado di apprezzarne la qualità.
Chi vuole il top in termini di prestazioni e affidabilità (professionisti, cultori del suono) non compra comunque Joyo, Mooer e cose simili, anche se -va detto- nella maggior parte dei casi suonano da paura. Soprattutto booster, overdrive, distorsioni et similia.
Ma i pedalini cheap consentono a tantissimi giovincelli (e non) squattrinati di provare qualcosa di simile a quello che altrimenti non potrebbero nemmeno desiderare, e questo tutto sommato è un bene. Se poi un pedale da 40 euro ha un po' di rumore di fondo o addirittura si rompe... beh, non mi pare una tragedia. What do you want for nothing? A rubber biscuit? (cit. Elwood Blues).
E quando il giovincello squattrinato potrà un giorno permetterselo, arriverà probabilmente al pedale boutique, probabilmente con maggiore consapevolezza. E lo apprezzerà per quello che è e non solo per quello che costa.
Altro discorso è quello sullo sfruttamento del lavoro, sacrosanto. Ma ci stiamo arrivando anche qui da noi, basta ancora un pochino di pazienza. Poca poca.
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 12/09/2016 ore 11:04:53
Straquoto Oliver. Aggiungo una punta polemica: spesso si vedono sui forum di autocostruzione le board degli effetti annegati nella resina(?) nera per non rendere clonabile il circuito; circuito che poi viene fuori essere una leggera modifica di vecchi progetti arcinoti e stracopiati. Questo dà la misura del ridicolo a cui si arriva in questa "industria". Se il pedale è costruito a mano, uno per uno, controllato, 100 euro (per dire) all'artigiano ci stanno, per carità. Ma i troppi che infinocchiano i creduloni parlando di componenti ultra selezionati da stock rubati da un sottomarino tedesco che proteggeva Enigma con tolleranze tali d aresistere a un conflitto mondiale e un sound che praticamente Jimi Hendrix appare come Gesù dal manico della chitarra.... dai, siamo seri. Spesso non ci sono differenze sostanziali o udibili nell'uso di questi componenti. Fai la tua versione del fuzz face, o del booster jack orman, ci sta. Ma non "spanteghiamo" troppo dai...
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 12/09/2016 ore 11:27:41
Opererei qualche distinguo: per circuiti veramente arcaici come il Fuzz Face i componenti contano, soprattutto i transistor al Germanio, che in realtà si trovano presso vari posti/siti/venditori, però vanno scelti con cura in base alle loro caratteristiche. Per quanto riguarda gli overdrive/distorsori fatti con gli amplificatori operazionali (che sono quei ragnetti neri quadrati con otto zampette) invece vale il tuo discorso: sono componenti economici e reperibili dovunque. Stessa cosa per i condensatori, tipo gli Orange Drop o i Tropical Fish: costano un po' di più ma non sono affatto rari.
Ah, per quanto riguarda la resina nera, che anch'io considero una cosa ridicola, in rete si trovano vari tutorial per rimuoverla.
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 12/09/2016 ore 11:36:32
Si ok per i componenti come i transitor che vanno accoppiati correttamente e scelti in base all'hfe. Hanno un costo e ci devi spendere tempo, ma su un circuito come un fuzz per un costruttore è praticamente la parte principale...quello che intendo è che viene controbilanciato dalla facilità del circuito.
Rispondi
di Floyd [user #143]
commento del 14/09/2016 ore 10:27:35
già, verissimo, ricordo che anni fa vendevano l'integrato JRC4558D del TS-9 a prezzi che ci compravi il pedale nuovo, assurdo, adesso te li tirano addosso.
Sono le fisime del momento, e si diffondono come un contagio. E dei condensatori carta-olio per il tono della chitarra ne vogliamo parlare? follie! poi finisce che suoniamo con il tono sempre aperto....
Rispondi
di nicolapax [user #27042]
commento del 14/09/2016 ore 13:51:31
Come scusa? il tono si può anche chiudere ?
Aaaaah ecco a cosa servono quelle due strane manopole dal nome sgrammaticato!
Ahaha ahaha ahaha ahaha
Rispondi
di nicolapax [user #27042]
commento del 13/09/2016 ore 17:42:27
Daccordo al 100%.
Scusate l'autocitazione ma già qualche anno fa ne avevo fatto cenno... Sempre a proposito di Joyo e Bata Aivin. Sarà un caso? vai al link
Rispondi
di mattconfusion [user #13306]
commento del 12/09/2016 ore 11:15:16
Pensando ai piccoli costruttori secondo me devono convincere il cliente ad acquistare "locale" con un prodotto curato - semplice eh, ma curato nella realizzazione e nella presentazione - e a un prezzo ragionevole. Costa un po' di più del cinese? Ok ma lo compri direttamente da me che lo faccio, ti posso rispondere se hai dubbi, se qualcosa non va eccetera. Ovvio però che non posso cercare di ricaricare tutto il costo della mia operazione sui pedali che vendo, ovvio che all'inizio non potrà essere il mio lavoro principale, e magari mai lo diventerà.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 12/09/2016 ore 14:56:46
Mah, le considerazioni di fondo di questo articolo mi lasciano molto perplesso. Mi pare che non ci sia alcuna visione prospettica. 20 anni fa i cellulari top erano Nokia e 40 anni fa le Tv migliori erano Philips, poi gli orientali hanno iniziato copiando ed oggi danno la paga sia ai cellularti che alle tv del vecchio e del nuovo mondo. Se chi scrive ha in tasca un Motorola o un Blackbarry ok, ma altrimenti mi sembra che la musica vada semplicemente nella direzione di tutto il resto. Oggi Ibanez è anni luce avanti rispetto a Fender e Gibson e non mi sembra un male. Inoltre non è vero che parliamo solo di copie o cloni, a meno che non considriamo clone o copia l'ennesimo overdrive o l'ennesimo phaser che si affianca ai 100 già in commercio. Volete dirmi che non esiste altro overdrive come l'Mxr Shin Juku di prossima uscita sul mercato?
Ciao
Rispondi
di Chicco_Gurus_Amps [user #41095]
commento del 12/09/2016 ore 16:02:0
ma si dai.. commento anche io..
Allora, premetto che noi non facciamo pedali simili ad altri pedali.. ci riferiamo sempre ad apparecchi del passato che vengono reingegnerizzati in formato pedale DA ZERO. quindi non parlo per concorrenza diretta.. Anyway..
Mettiamo anche un'altra piccola premessa per chi ha citato le questioni etiche della manodopera a basso costo, le regole etc.. questi pedali (almeno uno di quelli che ho visto in foto, non è che siano immorali.. sono semplicemente illegali.. marchio CE palesemente contraffatto.. Wee idem, Rohs non ne parliamo.. ma vabbè.. queste non sono questioni che interessano voi..) Quello che mi preme sottolineare quando si parla di Cloni cinesi, o copie o altre cose del genere.. è che copiare lo schema non basta. in campo audio, ci sono componenti che hanno tolleranze anche del 20%.. e il prodotto finale è frutto della somma di queste tolleranze. Aggiungiamo poi che una volta non stavano tanto a tirarla per le lunghe, avevano i loro fornitori, assemblavano un oggetto e poi facevano la messa a punto fino al risultato che ritenevano opportuno. Copiare uno schema e metterci anche gli stessi valori di componenti, ancorché di diversa fabbricazione, può' portare a risultati molto distanti dall'originale. Dico questo perché non voglio mettere in dubbio il vostro orecchio.. ma all'ultimo musikmesse me lo sono fatto anche io un giretto.. e non ho affatto gridato al miracolo. Ma questo forse è solo il mio parere. I cinesi usano componenti cinesi.. ci scrivono sopra quello che vuole chi li compra.. marchi di sicurezza, valori, sigle.. gliene frega nulla. Quindi davvero.. dubito fortemente che il risultato finale si avvicini davvero al prodotto che vorrebbero clonare.. per tutto il resto avete ragione. spendere 200 euro per un fuzz (li si che ci sono dentro 9 componenti sempre uguali da 50 anni) lo trovo poco etico anche io e infatti io i fuzz non li faccio. MORALE: occhio. anzi: Orecchio. ascoltate, e se l'orecchio è contento e il portafoglio anche, allora tanto meglio.
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 13/09/2016 ore 18:12:43
Ciao, capisco quanto scrivi ma ho alcune considerazioni generali.
In primo luogo si sta trascurando che molti pedali cinesi sono importati in Europa ed in Italia da imprese professionali. Comprendo le tue obiezioni per gli stompboxes che si comprano direttamente su internet, ma gente come Backline che rivende Tech 21 accanto a Mooer credo che una valutazione sui secondi la faccia e così gli altri importatori. C'è poi da dire che anche i rivenditori intervengono nella catena e se uno è serio ti può anche vendere la cineseria più becera ma te lo dice e ti avverte di come funziona. Almeno i rivenditori da cui mi fornisco io lo fanno.
Quanto al fatto che i cinesi usano componenti cinesi è verissimo, ma spesso sono gli stessi che usano brand famosi che là costruiscono. Inoltre, con tutto il bene che si può volere ai costruttori artigianali o ai pedali boutique, se un delay (così usciamo dal campo delle distorsioni) può costare 25 dollari sarà certamente poco, ma forse 400 è un po' troppo soprattutto considerando che esistono ottimi delay che costano 100. Questo per dire che, forse, le cineserie avrebbero meno mercato se l'alta fascia non fosse inarrivabile.
Infine, piaccia o meno, la concorrenza esiste ovunque, non sempre è leale e questo va combattuto, ma che la denuncia dei redditi venga fatta da un ragazzino uscito dal liceo cui un caf o un patronato insegnano in due ore come inserire i dati in un computer non mi pare tanto meglio, eppure siamo tutti propensi ad andare al patronato perchè si spende poco. Vuoi un altro esempio: tra maggio e settembre puoi cenare fuori senza nemmeno vedere l'ombra di un ristorante grazie a sagre, feste ed eventi; certo la qualità non è la stessa e ti garantisco che gli obblighi non ci arrivano nemmeno vicino, però le sagre sono piene ed i ristoranti no.
Si valorizzasse la qualità ok, ma su tutto, altrimenti è solo ipocrisia (non da parte Tua, è una valutazione generale).
Ciao
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di mattconfusion [user #13306]
commento del 15/09/2016 ore 09:52:0
Al di là di tutto però bisogna avere un prodotto che convince chi acquista a spendere un po' di più - e a volte nemmeno tanto in più! - e a "fidarsi" del costruttore locale o connazionale piuttosto che delle schiere di fanatici che giurano d'esser diventati degli Dèi con il nuovo pedale economico che va di moda quel mese.
E direi che voi ci siete riusciti, complimenti sinceri!
Rispondi
di Chicco_Gurus_Amps [user #41095]
commento del 15/09/2016 ore 10:25:5
No ma lascia perdere noi.. non volevo parlare di prezzi io.. volevo dire che se anche riuscissi a clonare lo schema di, che so, un nostro pedale e lo realizzassi con componenti cinesi, valvola diversa, optoisolatori con tolleranze enormi..
Non ci si avvicinerebbe nemmeno come suono. A meno di non mettere lì un ingegnere che si mette a ricalcolare valori dei componenti e o modifiche per arrivare vicino al risultato sonoro. E dopo non credo che quel pedale avrebbe il costo di 8-9Dollari come invece è. Volevo solo cercare di mettervi la pulce nell'orecchio, perché vuoi o non vuoi capita a tutti di essere un po' condizionati da ciò che si legge in rete o si sente dire da altri.. e la storia "è lo stesso schema esatto, sono caduti i copyright e li rifanno uguali a costo più' basso" può' anche diventare credibile, ma non dovrebbe influenzare almeno le vostre orecchie.. usate sempre quelle.
Rispondi
di nicolapax [user #27042]
commento del 13/09/2016 ore 18:45:43
Aggiungo ancora una considerazione olte a quella sui pedalini Joyo fatta sopra: ho una chitarra Lawsuite "Greco" imitazione (che iddio mi perdoni a chiamarla "imitazione") della Gibson LP, dal 1982, facevo la III media, sempre lei, più una telecaster fatta a mano da me e una strato Frankenstein. Praticamente ho affrontato e vissuto questi "problemi" di rifacimenti nel Giurassico superiore. Poi ho un Jazz Chorus 120 comprato prima di avere la TV a colori. sinceramente il vero problema è che si parla sempre di più di strumenti, pedali, economie planetarie eccetera, ma rispetto a solo 15 anni fa TUTTI NOI SUONIAMO POCHISSIMO, quasi zero (o quasi gratis...). Ho apprezzato molto tutto l'articolo ma la riflessione 5 che sembra marginale è la vera chiave di volta.
Poi, in fondo chiacchierare fra amici su tutto il resto è sempre un vero piacere.
Ciao
Rispondi
di francesco72 [user #31226]
commento del 14/09/2016 ore 12:07:29
Su questo hai perfettamente ragione, ma se i gestori di locali od eventi preferiscono dj set e cover band noi cosa possiamo fare? Tanto qualcuno che si butta ad imitare Vadco o gli AC/DC prima o poi spunterà e lì siamo fregati.
Ciao
Rispondi
di nicolapax [user #27042]
commento del 14/09/2016 ore 13:43:52
Guarda,... A me le cover band non danno fastidio. Sono fraterno amico di componenti dei Floyd Machine (Pink Floyd) e dei Killer Queen (Queen) due delle cover band che qui vanno per la maggiore, e per amicizia sono un po' di parte. Eppoi altro che imitazione!!! Questa è gente che strasuona, non fa parodie! Il problema è che i gestori non ci credono più, la gente non ci pensa più, noi non siamo dei gran manager di noi stessi, siamo "vecchi" ( io sono del 68) e comunque pagare dignitosamente 4/5 persone per una bella serata di musica live è fantascienza. Si preferisce il pianobarista o il dj set che faccia tappezzeria musicale e comunque ad un costo irrisorio. Come vedi però, stiamo parlando di soldi e non più di musica...
Lo vedi come ci hanno fregato???
Rispondi
di jdessi [user #27382]
commento del 15/09/2016 ore 15:09:21
Raga. E' inutile parlare di prezzi congrui o meno. E' tutto basato sulla legge della domanda e dell'offerta e sulla concorrenza. Io compro quello che a parità di qualità costa meno...
Ed è sintomatico il fatto che gli unici che abbiano commentato che i cloni non sono cloni, ma brutte copie, siano nel mercato ....
Rispondi
di cicciospider [user #16989]
commento del 04/10/2016 ore 18:12:52
Va bene tutto, ma la vera domanda è: Perché hai messo un paio di manette nella foto?...
Rispondi
di ADayDrive [user #12502]
commento del 05/10/2016 ore 08:06:08
Sono un ricordo del doppio addio al celibato di due miei colleghi...
Rispondi
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