VINTAGE VAULT SHG MUSIC SHOW PEOPLE STORE
Orientarsi nella famiglia Fender Hot Rod e Blues tra Deluxe e Deville
Orientarsi nella famiglia Fender Hot Rod e Blues tra Deluxe e Deville
di [user #19372] - pubblicato il

Si fa presto a dire "Fender sound". Il catalogo degli amplificatori Fender è vasto e non è facile capire quale offre la sfumatura da valvola americana più vicina a ciò che si ha in mente e a quelle che sono le reali necessità di ogni musicista. Alcune indicazioni di massima possono aiutare a focalizzare meglio il prossimo acquisto.
Il mio genere musicale è prettamente pop-funk e rock, ma non disdegno sconfinare in territori più spinti, e da parecchi anni utilizzo dal vivo, a seconda delle situazioni, i combo Fender della famiglia Hot Rod, Blues, Deluxe e Deville. Col tempo, ho messo insieme alcune linee guida, consigli se vogliamo, che potrebbero tornare utili a chi vuole avvicinarsi alla categoria.

Comune a tutta questa serie, troviamo un clean che resta tale sino a livelli di volume sostenuti, una propensione alla compressione con relativo attacco della nota molto pronunciato e un tono generale molto presente e vivo. Sebbene l'equalizzazione sia indietro di medie rispetto agli ampli inglesi, bassi e alti infatti sono in abbondanza. Gli amanti dele distorsioni prodotte dagli amplificatori difficilmente rimarranno soddisfatti da questa serie.
Detto ciò, se la vostra intenzione è quella di usare pedali, è senz'altro un'ottima scelta. Negli anni ho provato di tutto e ho notato che digeriscono benissimo qualsiasi tipo di stompbox drive e ambiente, molto meglio della serie Bassman, Twin e Super Reverb. Ogni drive non darà grossi problemi di equalizzazione una volta acceso.

Orientarsi nella famiglia Fender Hot Rod e Blues tra Deluxe e Deville

La prima grande distinzione è Hot Rod contro Blues. Sono molto simili, ma le versioni Blues sembrano più brillanti ancora con una leggera presenza di alti in più e un filino di bassi in meno. I coni montati (quelli blu) lavorano meglio su suoni puliti e overdrive, mentre se si suona in distorto da hard rock preferisco senza dubbio i coni dell'Hot Rod.

Un appunto su Deluxe, Deville, cono singolo, 212 e 410. Il suono del Deluxe, nonostante il cono singolo, non dà la sensazione di un effetto scatola, come invece può accadere in altri amplificatori. In altre serie trovo la scelta del numero di coni molto più importante. Detto ciò, anche qui vale la regola del "due è meglio di uno".
Consiglio la scelta in base anche al peso, tanto il volume per sentirsi live c'è in qualsiasi caso. I coni da dodici rendono il tutto più ricco di bassi (ancora più ricco!), a volte anche eccessivi nel mix della band, ma se usate dei distorsori hard sono da preferire ai 4x10, che tendono a sbrodolare.

Orientarsi nella famiglia Fender Hot Rod e Blues tra Deluxe e Deville

Un'altra distinzione è da farsi tra le serie made in USA, le made in Mexico e la cosiddetta terza serie. USA e Messico sono sostanzialmente la stessa serie e talvolta suonano male perché cambiano molti proprietari e si ritrovano con valvole inadatte generando suoni inutilizzabili, molto harsh per dirla all'inglese, ma restano a mio avviso le serie migliori dal suono più vero e vivo. La terza serie invece mi ha deluso parecchio: nonostante siano più gestibili di volume, durante il live si perdono davvero parecchi punti in musicalità.
Purtroppo non sono mai riuscito a provare la terza serie con cono V30 perciò non posso giudicare.

Tornando sulle valvole, qui si fa davvero la differenza.
Credo che il pulito di questi amplificatori sia facile da immaginare come un clean con un ipotetico potenziometro di gain settato a livello abbastanza alto. Da qui deriva il suono compresso e con attacco pronunciato di cui parlavo all'inizio.
Si può provare a mettere in V1 una 5751 o una 12AT7. Chi suona ampli cavo e chitarra sarà molto più soddisfatto: si riduce la compressione e l'attacco in favore di un suono più morbido. Il contro è che, a mio modesto parere, l'ampli non lavora più bene con i distorsori. Preferisco perciò una 12AX7 o 7025 di qualità e conservare le caratteristiche originali del modello.
Non sono male nel preamplificatore le JJ, che aggiungono medie e limano gli acuti. Ho trovato invece pessime Sovteck ed EHX perché accentuavano ancora di più la sensazione harsh.
Nel finale, mi sento quasi di obbligare la scelta a GT 6L6 versione blu.

Orientarsi nella famiglia Fender Hot Rod e Blues tra Deluxe e Deville

Se cercate nell'usato, consiglio di valutare anche le condizioni in cui trovate gli oggetti. Lo stesso amplificatore può suonare in maniera ottimale o pessima portandoci a dare un errato giudizio al prodotto.
Se una volta provato l'amplificatore non scatta subito quel feel, difficilmente sarà l'oggetto giusto per voi, sia esso un Deluxe o Deville.
Se invece di base il suono "c'è", consiglio di valutare un set decente di valvole ed equalizzarlo con medie molto in avanti a tutto e bassi una tacca in meno degli alti, di partire da qui e di ottimizzare in base ai vostri pickup.
amplificatori blues deluxe deville fender hot rod
Mostra commenti     56
Altro da leggere
Le grandi donne dietro grandi chitarre
Svelate in video le Strat 70th Anniversary
Billy Gibbons strapazza le Fender Vintera II al suono di Jimmy Reed
Cesareo e la Fender Strat del 1966 di "Tapparella"
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Switchboard: il looper Fender spiegato in video
Articoli più letti
Seguici anche su:
Scrivono i lettori
Manuale di sopravvivenza digitale
Hotone Omni AC: quel plus per la chitarra acustica
Charvel Pro-Mod DK24 HSH 2PT CM Mahogany Natural
Pedaliere digitali con pedali analogici: perché no?!
Sonicake Matribox: non solo un giochino per chi inizia
Ambrosi-Amps: storia di un super-solid-state mai nato
Il sarcofago maledetto (e valvolare) di Dave Jones
Neural DSP Quad Cortex: troppo per quello che faccio?
Massa, sustain, tono e altri animali fantastici
Ho rifatto la Harley (Benton ST-57DG)




Licenza Creative Commons - Privacy - Accordo.it Srl - P.IVA 04265970964