di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 30 settembre 2016 ore 07:30
Il Menhir è un distorsore cattivo, con una punta di fuzz. È stato progettato da un accordiano che ha deciso di fare il grande passo e diventare artigiano assieme a un gruppo di amici e colleghi dando vita a Zed & Venarossa, un laboratorio dalle grandi potenzialità.
Di pedali in redazione ne passano molti, così come chitarre e amplificatori. Con alcuni, però, capita di avere un legame particolare, come nel caso del Menhir. Di questo pedale, infatti, nella pedaliera ho un prototipo che Riccardo Zoletto aka Zed, mise in cantiere quando ero alla disperata ricerca di una distorsione cicciona e cattiva (anche troppo alla fine) e lui sempre pronto a buttarsi in qualche nuovo progetto.
Il Menhir è il risultato di quelle due o tre idee buttate lì da me e dell’abilità di Riccardo, che si è unita a quella di Giorgio Salmoiraghi per creare un prodotto pronto per il mercato degli effetti made in Italy.
Non bisogna lasciarsi fregare dai colori fluo, il carattere dello Zed non è quello bizzarro e sgargiante di un glam rocker con scaldamuscoli e capelli cotonati, o meglio non è solo quello.
Con i quattro controlli a disposizione si può spaziare tra sonorità completamente diverse (ma scordatevi clean e crunch). Nello specifico si può intervenire su gain, volume, alti e bassi, tutti controlli molto semplici che non hanno bisogno di presentazioni, quindi passiamo oltre e accendiamolo dritto nella Marshall già calda in sala di ripresa.
Mettendo il guadagno a zero già la distorsione è pesante, e molto anche. Lasciamo l’equalizzazione in flat ma si nota già una lieve tendenza a enfatizzare le medie, in grado di aumentare anche la presence. I quattro coni sono già messi duramente alla prova e non siamo arrivati nemmeno a metà della corsa del gain. Ci spingiamo oltre le ore dodici, abbassando un po’ il volume (pena fischi e lazzi in ogni dove) e il sound si fa granitico. Con l’aumentare della distorsione aumenta anche quella punta di fuzz che caratterizza il Menhir. Le basse si fanno più grosse e iniziano un po’ a rotolarsi addosso l’una sull’altra, senza però impastare eccessivamente il nostro sound.
Come molti distorsori estremi anche questo Zed soffre un po’ della rumorosità (soprattutto quando si arriva oltre la metà della corsa del gain), ma il tutto è gestibile e in casi estremi cancellabile con un noise gate.
La cosa che più ci ha convinto del Menhir è la possibilità di sgranare accordi anche complessi senza che questi diventino un immenso impasto di suoni indistinguibili. Il tutto condito da un carattere deciso e personale. La pacca e la durezza nel palm muting sono da distorsore di razza, ma allo stesso tempo sa mettere in campo una buona dinamica (anche se trattandosi di un distorsore hi-gain soffre un po’ di rumorosità molesta). È un progetto nuovo, di una nuova realtà e non possiamo fare altro che consigliarvi di dare un ascolto alla demo e augurare a Zed & Venarossa buona fortuna.