di Filippo Bertipaglia [user #46004] - pubblicato il 14 dicembre 2016 ore 14:30
Tra le varie perle che ci ha elargito il talentuoso Bruce Bouillet nelle sue lezioni per la nostra Didattica, si è parlato di contaminazioni blues nel fraseggio shred, di string skipping, sweep picking e pennata alternata. Non poteva mancare un'appendice dedicata al tapping e per approfondire questa tecnica Bouillet, ha rispolverato un breve estratto del solo di “Heart of a Lion”, brano della premiata ditta RacerX , presente all'interno dell'album Second Heat del 1987.
Il brano era stato originariamente composto e registrato dai Judas Priest nei primi anni 80, senza apparire però in nessun album ufficiale fino al 2004, se non per una versione ri-registrata ad hoc per l'album “Live Insurrection” degli Halford del 2001. La cover prodotta dai Racer X si caratterizzava per un sound più metal ed eighties e, soprattutto, si faceva notare per le pazzie funamboliche dei due shredder Gilbert/Bouillet che si cimentavano in un adrenalinico assolo, armonizzato dall'inizio alla fine.
Il frammento suonato da Bruce utilizza esclusivamente la tecnica del tapping. Le note adoperate in questo lick provengono unicamente dalla scala di B minore naturale, quindi B, C#, D, E, F#, G, A (1, 2, b3, 4, 5, b6, b7). Questa scala è anche chiamata scala Eolica.
Il fraseggio si articola lungo la tastiera essenzialmente in tre box della scala, che per comodità chiameremo box 1, 2 e 3. Da notare che il box 3 comprende due A all'unisono sulla terza e sulla seconda corda per facilitare la memorizzazione della diteggiatura del pattern che seguirà più avanti. Per ora proviamo a suonare i tre box con il plettro.
Ora, risuoniamo gli stessi box ma con l'aiuto della mano destra che eseguirà in tapping le note più acute di ogni corda. Vi proponiamo due versioni. La prima presenta la stessa sequenza di note dell'esercizio precedente, iniziando quindi quasi sempre con il dito della mano sinistra su ogni corda. Se ne sentite il bisogno aiutatevi con un elastico (posto sui primi tasti) per “zittire” le corde a vuoto che potrebbero rendere difficoltosa l'esecuzione.
La seconda versione invece, adotta un approccio molto più classico dell'uso del tapping per eseguire una scala, ovvero iniziando con il dito della mano destra. E' un sistema molto più semplice, immediato e soprattutto propedeutico per l'esecuzione del pattern di Bouillet.
Nel box 1 abbiamo aggiunto per comodità anche il G e il A sulla sesta corda.
Arriviamo, finalmente, alla trascrizione del lick. Nei primi due box si suonano esclusivamente le prime tre corde con un pattern piuttosto interessante dove ogni nota “martellata” con il dito della mano destra (noi consigliamo l'uso del medio per eseguire il tapping così da mantenere comodamente il nostro plettro tra indice e pollice) si alterna a una nota della sinistra.
Nella specifica sequenza del pattern si alternano 4 note sulla prima corda seguite da 2 sulla seconda per poi capovolgere la situazione e suonarne 2 sulla prima e 4 sulla seconda, per concludere, infine, con 2 note sulla terza corda.
Dando un'occhiata alla diteggiatura potrete osservare che le due note suonate con la mano sinistra sul levare del secondo tempo e sul battere del terzo tempo si trovano sullo stesso tasto di due corde adiacenti (nel box 1 sono G e D al terzo tasto della prima e seconda corda). L'esecuzione migliore di queste note prevede l'utilizzo di un roll, ovvero una rotazione della falangetta del dito 1 in questo caso.
Da notare poi, che la nota eseguita in tapping con la mano destra rimane stabile su ogni corda, lì dove solo la sinistra si muove, donando così un brevissimo effetto di “pedale ornato”, tanto caro alla corrente del chitarrismo neoclassico. Interessante, tra l'altro l'inizio “in levare” (ritmo anacrusico) di ogni pattern.
Nel terzo box invece, Bruce continua il pattern sino alla quarta corda terminandolo sulla tonica (B).
Unendo i due esempi, si avrà la frase completa suonata nel video. Abbiate sempre in mente le posizioni dei 3 box, nella fattispecie disposti sulla III, VII e X posizione, e vedrete che spostandovi in sequenza da una posizione all'altra imparerete velocemente questo lick.
Da un punto di vista armonico, gli accordi su cui si basa il solo è un trademark del rock I, bVI, bIII, bVII (Bm, G, D, A)dove il Bm si tramuta nel più metal friendly B5 (power chord). Il riff è in ritmo acefalo, ovvero iniziante “in battere” ma con una pausa sul primo tempo.
Riesaminando nuovamente il link di tapping in relazione all'armonia su cui si poggia si può capire che è tutt'altro che selvaggio e istintivo. Le note reiterate più spesso col tapping nelle prime 3 battute sono quasi tutte note facenti parte della quadriade di Bm7 (B, D, F#, A) e le due note da una croma puntata che concludono i pattern sono rispettivamente B e D.
Inoltre abbiamo voluto trascrivere il disegno discendente dell'ultimo box nella sua completezza così come si può apprezzare nella versione integrale presente nell'album. Presenta infatti una successione di note leggermente diversa da quella offertaci da Bruce, e conclude la frase sul primo tempo della battuta successiva con un D. La trascrizione qui sotto è tratta dalla versione che appare nell'album Extreme Live Vol. II.
Dicevamo all'inizio che questo è un assolo completamente armonizzato a due chitarre.
Non potevamo esimerci quindi dall'inserire anche la parte di Paul Gilbert (nonché ex insegnante di Bouillet). L'intera parte (estrapolata sempre da Extreme Live Vol. II) è la trasposizione una terza sopra della frase di Bouillet.
Come chicca finale per tutti gli shredder nostalgici, ecco le prime due battute della versione originale del lick come è stato registrato in studio (e quindi presente nell'album Second Heat), con un pattern che presenta note diverse da quelle che in seguito il duo proporrà in sede live.
Curate la coordinazione tra le due mani, la massima pulizia esecutiva e rispettate la correta scansione ritmica dei fraseggi. Buon lavoro.
Filippo Bertipaglia è un giovane chitarrista preparato, brillante e molto versatile. Con questa lezione gli diamo il benvenuto come nuovo collaboratore tra le pagine di Didattica. Gianni Rojatti