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Max Rosati Back Home, acustica al top
Max Rosati Back Home, acustica al top
di [user #116] - pubblicato il

Abbiamo raggiunto per un'intervista Max Rosati, un'icona del professionismo italiano della sei corde. Un chitarrista trasversale perfettamente a suo agio nel ruolo di solista, didatta, produttore e session man. Proprio in questo ultimo ambito ha collezionato una serie di collaborazioni che lo collocano come uno dei nomi di riferimento nel nostro paese. Ci parlerà del suo ultimo lavoro ed è un onore e un piacere leggerlo - e prima ancora ascoltarlo suonare - tra le nostre pagine.
Ci racconti quali sono le influenze e ispirazioni che ti hanno portato alla scrittura di “Back Home”? Abbiamo apprezzato molto che non ci sia alcun piglio chitarristico e che tutto lo sviluppo del brano insegua unicamente la melodia. Mi ha ricordato molto certe vecchie colonne sonore, eleganti e sospese, di alcuni film italiani di fine anni '80. “Credevamo fosse amore e invece era un calesse” su tutte, firmata tra l’altro da Pino Daniele…
Sicuramente il mondo della fusion e della New Age.
Non ti nego che anche se, come sai, io suoni in maniera decisamente diversa, Pat Metheny è stato un grande punto di riferimento nella mia vita musicale.
Mi fa piacere che tu abbia notato la voglia di non fare sfoggio della tecnica, è una mia prerogativa. La tecnica teoricamente dovrebbe servire solo a suonare senza problemi quello che hai in mente. Di solito cerco di suonare quello che il brano richiede niente di più .
Per quello che riguarda Pino Daniele per me è stato un mito, penso che l’80% dei chitarristi italiani della mia generazione siano stati influenzati da Pino e dalla sua musica!
Ho avuto la fortuna di suonare con lui un paio di volte, una quando facevo parte dell’orchestra di “Amici” (Canale 5) e l’altra con l’orchestra di “Sogno e son desto” (Rai1).



So che il brano è stato registrato nel tuo studio. Ce lo descrivi? Essendo lo studio di un chitarrista ha un taglio particolarmente mirato alla registrazione delle sei corde?
E’ uno studio di media grandezza con 2 studi al suo interno. Ci sono 2 regie, due sale di ripresa, un ufficio e una sala d’attesa. 
Una delle due regie è dedicata soprattutto alla registrazione e alla produzione; l’altra invece più grande oltre alla registrazione e produzione è quella dedicata al missaggio e spesso anche al mastering.
Vi dico solo i riverberi della Regia A che sono la mia passione:
. Lexicon 480
. Lexicon 960
. Lexicon PCM 70
. Lexicon PCM 80
. Lexicon PCM 91
. Roland SRV 2000
. Korg A2
. Rocktron Intellifex
. TC Electronic D Two
. Eventide H9
Per il resto se avete voglia potete andare a visitare il mio sito. Ovviamente come puoi immaginare l’esperienza nella registrazione delle chitarre è lunga e lo studio è sicuramente nato intorno alle esigenze dei chitarristi, ma non solo!

Ci descrivi la produzione del brano dal punto di vista più tecnico? Avete registrato live? E’ suonato a click? Che pre e microfoni hai usato?
Il  brano prevede 3 chitarre acustiche (2 di accompagnamento e una solista), basso (Pierpaolo Ranieri) e batteria (Luca Trolli). Abbiamo registrato (con il click) live la chitarra solista, il basso e la batteria.
Successivamente ho sovrapposto le 2 chitarre di accompagnamento e Pierpaolo ha risuonato il basso per esigenze di video. Per la chitarra ho usato (oltre la Mayson M9 SCE) un microfono Shoeps MK4 e un preamp Universal Audio LA610. Per il Basso ho usato un Preamp Golden Age Pre 573 serie 500.
Per la batteria la cosa è un pò più articolata:
Cassa in: Mic Shure beta 52 su preamp Manley VoxBox;
Cassa out: Mic MXL a nastro su Preamp DBX576;
Rullante top: Mic Sennheiser 441 su Preamp Neve 1073 LB;
Rullante bottom: Mic Shure SM57 su preamp MIDAS XL48;
HH: Mic AKG 451 su Preamp MIDAS XL48;
Tom: Mic Sennheiser 421 su Peramp MIDAS XL48;
Timpano: Mic AKG D112 su Preamp MIDAS XL48;
Over Head: 2 Mic Shoeps MK4 su Preamp API 512.
Abbiamo registrato tutto su Logic Pro X, con una scheda RME MADI FX e un convertitore Antelope Orion 32 a 96 Khz 24 bit e missato tutto su un Mixer D&R Orion senza plug in ma con eq del banco, compressori esterni e riverberi esterni.
Per quanto riguarda i monitor abbiamo utilizzato delle vecchie Tannoy SRM15 poggiate su dei disaccoppiatori DMSD.

Mi piace come hai gestito gli ambienti nel mix dell’acustica. Su questo tipo di brani spesso è letteralmente affogata nel riverbero. La tua, invece, pur avendo una decisa e profonda spazialità è bella presente, in faccia…
Anche qui mi fa piacere che tu abbia notato questa cosa! Gli ambienti e in generale l’effettistica sono la mia grande passione. Ho usato un Lexicon 480 che a mio avviso è il re dei riverberi!

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Se non sbaglio tu nasci prevalentemente come chitarrista elettrico. L’acustica è uno strumento che hai avvicinato per esigenze professionali (vista la tua fitta attività di session man) o hai una storia musicale e artistica a parte con lei?
Hai pienamente ragione io sono un chitarrista elettrico e suono l’acustica per esigenze professionali anche se in realtà l’ho sempre suonata sin dall’inizio della mia professione. Pensa che nel CD/DVD di Fiorella Mannoia “A Te” suono solo la chitarra acustica e la 12 corde. Ho suonato per parecchi anni con Teresa De Sio (di cui sono l’arrangiatore degli ultimi suoi 4 dischi) dove suonavo quasi solo chitarra acustica e 12 corde. Anche nell’ultimo disco di Gianni Togni “Il Bar del mondo” ho suonato per il 70% chitarre acustiche. Come vedi capita spesso .

Visto che abbiamo parlato della tua attività di session man e di chitarra acustica, è risaputo che per gli elettrici che devono imbracciare un acustica per la prima volta proprio per affrontare qualche lavoro pop, questa è una brutta gatta da pelare…qualche consiglio per non arrivare impreparati?
L’unico consiglio che mi sento di dare è di praticarla il più possibile e registrarsi per cercare di avere un buon suono e un buon timinig.
Il suono e il timing nel pop sono il 50% del risultato.
Ascoltate James Taylor…

Quali sono le acustiche di riferimento che hai scelto per i tuoi lavori attuali?
Sono un paio di anni che uso la Mayson M9 SCE e la Mayson MS5 SCE tutte e 2 equipaggiate con L.R. Baggs Anthem (Pick Up + Microfono) (grazie a Mario Di Peco-Valmusic). Sono strumenti molto agevoli e bilanciati. Le uso sia in Tour con Massimo Ranieri che in televisione (Sogno e son desto 2 e 3; Forte forte forte con Raffaella Carrà).
interviste max rosati
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di sciani [user #3555]
commento del 23/12/2016 ore 09:13:23
Bellissimo brano e grande suono. La cosa che mi fà particolarmente piacere è sentire e vedere chitarre che non sono i soliti nomi blasonati da migliaia di euro, ma chitarre, a me sconosciute, che forse non arrivano nemmeno a un migliaio di euro. Ottimo, complimenti.
Rispondi
di Tubes [user #15838]
commento del 23/12/2016 ore 10:31:31
Mi piace parecchio,oltre al pezzo si intende, l'idea che si siano utilizzati hardware esterni per processare i suoni . Nel mio infinitamente piccolo, la penso anche io così ; infatti le chitarre,quando le registro, devono entrare nel software già effettate,pronte per il pezzo che ho in mente . E' vero che poi non puoi fare correzioni, però i plug-in interni al programma mi fanno sentire più freddo il suono . Ma è una mia impressione,per carità . Grandi i riverberi di Lexicon, prima o poi uno me lo devo prendere .
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di MM [user #34535]
commento del 23/12/2016 ore 10:59:43
Complimenti davvero. Bellissimo brano, esecuzione impeccabile e un suono grandioso.
Rispondi
di onlyfender [user #5881]
commento del 24/12/2016 ore 10:50:5
Tutto bello, ottimo brano, ottima registrazione... però personalmente il rullante ha un suono che non mi piace.
Rispondi
di wo utente non più registrato
commento del 25/12/2016 ore 13:37:40
Sempre grande classe M.Rosati.
Ho avuto la fortuna di averlo come insegnante all'UM di Roma nel '91.
Grande insegnante, professionista e bella persona.
Conservo ancora un suo cd dell'epoca, "Xtra"
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