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4 gennaio: Day of the Doors
4 gennaio: Day of the Doors
di [user #33493] - pubblicato il

Esattamente 50 anni fa, il 4 gennaio del 1967, usciva uno dei dischi di debutto di maggior successo di tutti i tempi: l’omonimo The Doors.
La band era nata nel luglio del ’65 da un’idea del tastierista Ray Manzarek, era capitanata da un allora timidissimo Jim Morrison e registrò il suo primo demo nel settembre di quell’anno, assestando, poi, la sua lineup con l’introduzione in pianta stabile del chitarrista Robby Krieger e del batterista John Densmore (niente bassista, sostituito da Manzarek al Fender Rhodes, scelta che si rivelerà fondamentale per il sound del gruppo).  Da allora, una serie di contatti inconcludenti con svariate case discografiche e un contratto con la Columbia terminato con un nulla di fatto, ma, soprattutto, una serie interminabile di live (diventeranno la house band del Whiskey A Go Go di West Hollywood, una delle rock venue più note degli anni ’60 e oltre) che permette alla band di forgiare il suo sound inconfondibile e a Morrison di acquisire sicurezza sul palcoscenico, di affinare le doti canore e di sperimentare le sue teorie sul concerto rock, che lo renderanno uno dei performer più leggendari di tutti i tempi. Esortato da Arthur Lee dei Love a vederli dal vivo verso la fine di agosto, Jac Holzman, fondatore e presidente della Elektra Records, insieme al produttore Paul Rothchild, sceglie di dare una chance al gruppo e così, tra il 24  e il 31 agosto del 1966, presso i Sunset Studios di Hollywood, viene registrato il loro primo disco. Nascono un’autentica pietra miliare del rock e la leggenda dei Doors. 

Break on Through (To the other Side) (l’invito per eccellenza alla rottura di tutte le catene che divenne il singolo di questo album), Soul Kitchen (splendida istantanea dal sapore beat di un soul food restaurant di Venice), The Crystal Ship (gioiello con richiami a William Blake, amato dal letterato Morrison, da un cui verso - poi scelto da Aldous Huxley per il saggio sulla sperimentazione della mescalina intitolato The Doors of Perception - prenderà addirittura il nome per la sua band), 20th Century Fox (che deride le tante aspiranti attricette dell’epoca o semplicemente la superficialità dilagante), Alabama Song (Whisky Bar) (splendida versione di un brano dell’opera musicale teatrale “Ascesa e caduta della città di Mahagonny” degli amati Bertold Brecht e Kurt Weill), Light My Fire (prima canzone scritta da Robby Krieger, a 19 anni, e uno dei più grandi successi della band), Backdoor Man (cover infuocata del brano di Chester Burnett e Willie Dixon), I Looked at You (il brano più leggero e mainstream del disco), End of the Night (richiamo al viaggio al termine della notte di Céline, ma in chiave americana, on the road, ottimamente contrappuntato dalle sperimentazioni sonore dei Doors), Take It as It Comes (che immortala sarcasticamente le pratiche allora molto in voga dello Yogi Maharishi Mahesh) e, infine, la teatrale, apocalittica, edipica, epica The End, capolavoro del disco e summa dell’immaginario morrisoniano, delle sperimentazioni sonore dei suoi incredibili compagni di viaggio e anche del tipo di esperienza globale che la band intendeva indurre negli spettatori dei propri concerti.

4 gennaio: Day of the Doors

I testi visionari, pregni di richiami letterari e della simbologia personalissima di Morrison hanno trovato nella musica di Manzarek, Krieger e Densmore un complemento ideale fin dal primo lavoro. Il disco, infatti, è il frutto del teso equilibrio tra quattro artisti totalmente dissimili per provenienza, attitudini, carattere e, probabilmente, interessi, che hanno trovato un incredibile spunto creativo proprio nella collisione dei propri ideali, nonché un’incubatrice perfetta nella vivacissima Los Angeles di quegli anni. I Doors provenivano da zone diverse degli Stati Uniti e a un tratto divennero la band più popolare dell’intero paese, ma il loro percorso e la loro musica sono legati a tal punto alla città californiana che, per festeggiare il 50° anniversario dell’uscita del loro primo disco, la città di Los Angeles proclamerà il 4° gennaio Day of the Doors con una cerimonia ufficiale che avrà luogo all’incrocio tra la Pacific e la Windward Avenue, cioè il luogo in cui è collocato lo storico cartello stradale “Venice” (località sulla cui spiaggia nacquero i Doors dall’incontro tra Ray Manzarek e Jim Morrison, al termine dei loro studi di cinematografia presso la UCLA), ufficiata da Mike Bonin, membro del consiglio della città. Presenzieranno all’evento anche John Densmore, Robby Krieger e le famiglie di Ray Manzarek e di Jim Morrison (scomparsi rispettivamente nel 2013 e nel 1971). Un dovuto e sentito tributo a dei protagonisti indiscussi della storia della città.

Sarà possibile seguire la cerimonia in diretta streaming su Facebook.
 
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di team72filo [user #20000]
commento del 04/01/2017 ore 16:24:20
Un Tributo meritato ad una band leggendaria che ha contribuito a rendere il Rock ciò che è(o meglio ciò che è stato...)
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di LaPudva [user #33493]
commento del 05/01/2017 ore 10:22:2
Concordo, un tributo meritato e, direi, quasi dovuto da una città a cui hanno dato tanto, tra l'altro.
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di lbaccarini [user #14303]
commento del 04/01/2017 ore 18:25:13
giusta celebrazione di una band e un disco che a mio parere sono stati, sono e resteranno per sempre al top assoluto (non da soli) della musica moderna
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di LaPudva [user #33493]
commento del 05/01/2017 ore 10:23:17
Mi trovi d'accordo: quel disco è incredibile e loro non hanno bisogno di commenti.
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di Claes [user #29011]
commento del 04/01/2017 ore 19:53:4
Che ricordi! Un sound rivoluzionario - una band basata su tastiere. Un basso sostituito da un Rhodes per appunto basso. Un chitarrista che deve essere "fuori dai piedi" (!). Inaspettato.
Keyboards moderni credo siano partiti da lì. E quì c'entra l'Italia! In articoli nel corso del tempo ho visto referenze a Farfisa e al Vox Continental. Questo mi ha ispirato a prendermi un synth a tastiera molto dopo e quando sono arrivati dei Roland abbordabili.
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di LaPudva [user #33493]
commento del 05/01/2017 ore 11:04:27
Fare di necessità virtù: non riuscivano a trovare un bassista che li soddisfacesse e che si integrasse nel gruppo e questo li ha portati, volente o nolente, verso un sound che è diventato un marchio di fabbrica. Grandiosi!
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di ndrecchia [user #43094]
commento del 04/01/2017 ore 21:44:0
L'industria discografica sta ad osannare sempre gli stessi gruppi (Doors, Pink Floyd, Rolling Stones, Deep Purple, Led Zeppelin, ecc) perchè cerca di guadagnare sempre dagli stessi fenomeni. Ci si dovrebbe chiedere perchè è dai tempi dei Nirvana (cioè da circa 25 anni) che non vengono fuori fenomeni rock di caratura mondiale. Ormai si vive solo di "ricerca del sound" (la mania del dettaglio di castrati e incapaci per andare a suonare in modo mediocre cover vecchie di 40 e 50 anni in qualche pub sfigato di periferia) e di un'infinita nostalgia per band che ormai sono diventati dei semplici brand come Coca Cola e Nutella, che producono solo soldi.
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di LaPudva [user #33493]
commento del 05/01/2017 ore 11:16:0
Le speculazioni sulle imposizioni dell'industria discografica, così come quelle sullo sfruttamento commerciale di (pseudo)fenomeni artistici sono realistiche ma è anche vero che nessuno beve nulla che non voglia bere. Non dimentichiamoci che, in questo caso, al di là di nomi che nei decenni hanno acquisito uno status leggendario e continuano ad essere sfruttati commercialmente, c'è anche un prodotto artistico prodigioso che non ha esaurito il suo appeal, e non trovo vergognoso che la gente abbia ancora voglia di comprarsi un live dei Doors al London Fog del '66 con un audio migliore di quello di ogni bootleg precedentemente in circolazione e un bel packaging. Sarebbe nel pieno interesse di ogni casa discografica trovare nuovi Doors, Pink Floyd, Rolling Stones, Deep Purple, Led Zeppelin da maneggiare, ma trovali un po'...
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di Claes [user #29011]
commento del 05/01/2017 ore 12:14:23
Scrivi "trovali un po'..." Già... Sono stato A&R dal 1975 al 2006 (anno di vendita della Mega Rec's) e ne ho viste! Per il pane quotidiano c'erano diritti di licenza di roba estera... per fortuna! Trovare talenti rivoluzionari è difficile in Scandinavia dato che la maggioranza dei pezzi è nella lingua del paese. Lo stesso vale per l'Italia e il resto del mondo. Per fare impatto mondiale bisogna cantare in inglese. E ci vuole un frontman (o donna) che sappia muoversi onstage e divertirsi col pubblico. Jim Morrison ne è (ovviamente) un esempio lampante!
Da A&R ascolti demo perlomeno 5 ore ogni giorno. Se ti attrae dopo 20-30 secondi, si prosegue l'ascolto. La difficoltà sarà per sempre di trovare un qualcosa di nuovo, originale... sottocasa!
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di LaPudva [user #33493]
commento del 05/01/2017 ore 14:23:47
Ma secondo me non lo trovi neanche lontano mille miglia. L'adagio "i Beatles contemporanei ci sarebbero, è che non vengono prodotti" mi pare poco credibile nell'epoca delle comunicazioni di massa, dove chiunque è un grado di prendere la propria musica e farla conoscere al mondo. La verità è che c'è gente capacissima e in grado di scrivere buone cose, ma forse non in grado di operare una rivoluzione pari a quella che in quegli anni hann fatto le band di cui parliamo.
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di Guycho [user #2802]
commento del 13/02/2017 ore 20:19:50
Vero, oggi non è facile trovare musica veramente nuova e affascinante, e i motivi sono tanti. Soprattutto, il rock and roll è ad un punto morto.
Ma c'è anche da dire che non si investe più nel talento. I capolavori son stati fatti a suon di denari, per realizzare un album non si badava troppo a spese. Oggi un artista bravo deve fare tutto da solo, le etichette non finanziano ed è frustrante e improduttivo.
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di Pearly Gates [user #12346]
commento del 04/01/2017 ore 22:33:11
Ancora oggi il gruppo più sottovalutato della storia.
L'immagine di fricchettone drogato di jim Morrison li perseguita ancora oggi.
Ed anche a me ha tenuto alla larga per molto tempo dalla loro musica.
La stessa immagine che attrae molti drogati che pensano che la droga sia la fonte del talento di jim Morrison o Jimi Hendrix
Poi tramite un mio amico ho approfondito l'ascolto superando la superficie e ho apprezzato e capito l'unicità dei doors il mix tra poesia e rock ma anche blues, jazz, ritmi latini.
Jim Morrison era un poeta come e forse più di Bob Dylan.
In poco tempo hanno lasciato una grande impronta nella storia della musica

Rispondi
di ENZ0 [user #37364]
commento del 05/01/2017 ore 08:33:15
Stavo scrivendo le stesse cose, troppo sottovalutati e troppo associati all'uso di sostanze.

Credo un pò come Bob Marley.
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di LaPudva [user #33493]
commento del 05/01/2017 ore 11:24:11
"I think we're the band you love to hate. It's been that way from the beginning"...
Se n'era accorto già Jim Morrison (a cui la cosa tutto sommato neanche dispiaceva troppo). I Doors sono un caso senza precedenti da questo punto di vista: non esiste una band altrettanto popolare che sia così ignota alle masse.
Concordo con te: Dylan ha scritto testi di indubbio valore poetico, ma Morrison ha scritto migliaia di pagine di poesia...
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di pierinotarantino [user #29514]
commento del 05/01/2017 ore 06:50:39
Tengo precisare che sono stati il mio gruppo preferito per anni. Mi hanno accompagnato in gioventù insieme a Led Zeppelin, Janis Joplin e altri. Detengo tutti i loro dischi anche alcuni postumi Morrison. Però una nota stonata la devo mettere. Tecnicamente sono stati molto sopravvalutati e non poco.
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di LaPudva [user #33493]
commento del 05/01/2017 ore 11:39:36
Ciao Piero, io ho l'impressione che sia avvenuto l'esatto contrario: sono sempre stati poco considerati da un punto di vista tecnico e moltissimo da quello folkloristico, cosa a mio avviso abbastanza ingiusta. Non sono certamente dei virtuosi nei rispettivi strumenti, ma hanno uno stile personalissimo, hanno composto brani non esattamente da ABC e dato vita a performance di grande impatto. Se per "tecnica" intendiamo "perfezione esecutiva" siamo d'accordo, ma allora i Rolling Stones non dovrebbero esistere...
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di pierinotarantino [user #29514]
commento del 05/01/2017 ore 12:29:16
La differenza è che gli stones ad un certo punto hanno smesso con le droghe e portato decenni di carriera. I Doors con la perdita di Morrison hanno chiuso.
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di LaPudva [user #33493]
commento del 05/01/2017 ore 14:24:30
Ma questo c'entra poco con il discorso tecnico: gli Stones suonano esattamente come 50 anni fa...
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di ENZ0 [user #37364]
commento del 05/01/2017 ore 08:37:54
Grazie per la segnalazione!

Vado un pò OT, ho letto che hai nominato Arthur Lee & Love, sai dove posso trovare del materiale su di loro?
Rispondi
di LaPudva [user #33493]
commento del 05/01/2017 ore 11:47:24
Ciao Enzo, che tipo di materiale?
Rispondi
di ENZ0 [user #37364]
commento del 05/01/2017 ore 12:58:06
Hai ragione, sono stato generico :)
Intendevo notizie, informazioni di qualunque genere, anche in inglese, magari se conosci una fonte che può essere attendibile.

Non si trovano molte notizie e, quelle che ci sono, sono carenti o sembrano inesatte (ad es. a volte ho letto di un bravo chitarrista ma, dall'idea che mi sono fatto, non credo sia stata una sua particolare dote).

Ad oggi è uno dei gruppi che ascolto di più, ho comprato tutta la loro discografia ma non ricordo nemmeno come ho fatto ad arrivare a loro!
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di LaPudva [user #33493]
commento del 05/01/2017 ore 14:34:38
Hai ragione, in giro ci sono poche informazioni in effetti.
Io tutto quel che ho appreso l'ho ricostruito tramite i paragrafetti a loro dedicati nelle varie storie del rock che ho letto negli anni, nei libri dedicati alla scena musicale losangelina di quel periodo e sulla Elektra Records, ma se dovessi consigliarti un lavoro più approfondito ti indicherei sicuramente un libro che non ho ancora letto ma che so essere frutto di una ricerca pazzesca (l'autore è specializzato in bio su artisti dei tardi '60 e ha scritto l'opera collaborando con la moglie di Lee): si chiama "Forever Changes: Arthur Lee & The Book Of Love" di John Einarson. Un must have per ogni fanatico dei Love. Ora che me lo hai rimesso in mente, me lo procurerò anche io!

Eccolo (qui puoi leggerti anche una bella anteprima): vai al link
Rispondi
di ENZ0 [user #37364]
commento del 09/01/2017 ore 08:25:59
Grazie per la segnalazione :)
In passato ne ho fatte di ricerche, strano non mi sia spuntato fuori!
Sicuramente sarà uno dei prossimi acquisti!
A presto, Enzo.
Rispondi
di mmas [user #15948]
commento del 05/01/2017 ore 16:25:09
Quest'album è qualcosa di straordinario, l'ho ascoltato in diversi periodi della mia vita, gli anni piu' turbolenti, piu' travagliati e dopo nel periodo della maturità della "tranquillità". Ma ancora l'ho ascoltato prima e sopratutto con un approccio emozionale e solo dopo con un orecchio tecnico piu' attento alla musica. Ogni volta è e rimane una sorpresa. Abbiamo provato a fare alcune cover ma poi alla fine ci siamo sempre detti scuotendo la testa... lasa stà ( lascia stare).
I doors sono la prova che la somma dei singoli alle volte non fa il totale.
Se non l'avete mai fatto, ascoltatelo
Rispondi
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