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IceFish: la nuova band di Marco Sfogli e Virgil Donati
IceFish: la nuova band di Marco Sfogli e Virgil Donati
di [user #116] - pubblicato il

Abbiamo incontrato Marco Sfogli per farci raccontare tutto sulla sua nuova band, gli IceFish. Un vero super gruppo, con musicisti stellari: Virgil Donati alla batteria, Alex Argento alle tastiere e Andrea Casali al basso e alla voce. Ne è uscita un'interessante chiacchierata sulla musica progressive, il senso ultimo di essere una band e sulle motivazioni che, ancora, spingono i musicisti a realizzare dischi.
IceFish sembra essere quasi lo sbocco naturale, fisiologico di una collaborazione tra musicisti, di un gruppo di lavoro consolidato nel tempo.
Ci riassumi i progetti nei quali fino ad ora siete stati coinvolti e come, man mano, è maturata l'idea di diventare una band?

Io e Alex abbiamo avuto modo di collaborare con Virgil per il suo penultimo disco solista intitolato “In This Life” circa 3-4 anni fa. Già in quel frangente abbiamo scoperto moltissimi punti in comune ma l’idea di formare una band vera e propria è nata solo successivamente, un po’ per scherzo se vogliamo. E invece ci siamo accorti che la cosa poteva funzionare, anche considerando i limiti geografici che purtroppo ci separano. Con l’aggiunta di Andrea Casali al basso e voce abbiamo completato l’organico e ci siamo trovati fin da subito a scrivere e a provare materiale.
 
Essere una band o essere un progetto. Voi rivendicate l'appartenenza alla prima definizione. Quali sono le differenze?
La differenza sostanziale per come la vedo io è nell’approccio e nella dedizione. Ho sempre visto il progetto come un qualcosa che uno crea e che rimane lì tra le tante altre cose, quasi come fosse un oggetto che uno compra più per numero che per necessità e per passione mentre in una band si soffre e si gioisce assieme, si crea qualcosa sicuramente di più stabile, c’è molto più affiatamento ecco. Spesso e volentieri poi i progetti nascono e muoiono quasi subito mentre nella nostra volontà c’è oltre il discorso discografico anche quello di andar fuori e proporre questo materiale dal vivo. Proprio come farebbe una band vera e propria


 
Il Progressive è il contenitore musicale che da subito avete individuato come il più pertinente per la vostra proposta musicale.
Quali sono le coordinate stilistiche, artistiche  e musicali che per voi, secondo la vostra sensibilità, oggi nel 2017, connotano questo genere?

Il progressive per come è inteso oggi è principalmente qualsiasi forma di musica che al suo interno abbia uno o più tempi dispari, ed è una grossa semplificazione rispetto al vero senso del termine. Per come lo intendo io il progressive è soprattutto una commistione di generi per cui un brano può avere più momenti che prendono dal jazz, dalla musica classica, dal rock etc. il tutto condito magari dall’utilizzo di metri che possono essere anche dispari. Il nostro obiettivo sin da subito è stato quello di creare della musica fruibile e non estremamente settoriale e dedicata solo ed esclusivamente al pubblico che notoriamente segue questo genere. Questa scelta deriva anche dal fatto che ognuno di noi personalmente ha una carriera solista strumentale già ben definita e non avrebbe avuto senso riportare semplicemente in chiave vocale qualcosa di già esistente. Sarà qualcosa di diverso dal solito
 
Avete un protocollo di lavoro nella stesura e scrittura dei brani? Come vi organizzate?
Non c’è un vero e proprio protocollo in fase di scrittura. E’ capitato di scrivere partendo da pattern di batteria di Virgil o da riff miei oppure da idee di Alex e di Andrea. Abbiamo avuto modo di vederci per delle prove e di scrivere qualcosa alla vecchia maniera, in sala prove e strumenti alla mano registrando ogni cosa. Ognuno di noi successivamente lavora dalla propria postazione e invia una volta definita l’idea i files a tutti gli altri che a loro volta apportano modifiche. Come in ogni band che si rispetti per far si che tutto funzioni c’è bisogno di gran democrazia.
 
Esiste una rosa di artisti o dischi che in qualche maniera avevate come comune riferimento nel momento di formare questa band?
Direi di no, abbiamo fatto riferimento solo ed esclusivamente al nostro bagaglio musicale per definire l’andamento e la direzione dei brani. Ma è stata una scelta voluta proprio per cercare di risultare quanto più originali e indipendenti da eventuali etichette. Ovviamente il background di ognuno di noi è ben definito ma abbiamo deciso di lasciar spazio a tutta la creatività possibile.


 
In un momento in cui la vendita dei dischi è al collasso, lanciarsi in un nuovo progetto discografico che sbocchi riserva, che motivazioni offre? 
Cosa alimenta?

Alimenta innanzitutto la nostra volontà di proporre qualcosa di autentico. Sappiamo bene che oggi si comprano meno dischi che in passato ma questo ci serve per avere una testimonianza da poter proporre piuttosto che un modo per fare cassa con le vendite. Credo di poter parlare a nome di tutti in questo caso, non avremmo mai iniziato un discorso di gruppo assieme se l’obiettivo fosse stato di diventare ricchi con le vendite del disco. Lo facciamo prima di tutto per amore verso la musica e per confrontarci.
 
Quali sono gli aspetti del drumming di Donati che trovi più stimolanti nell'interplay con il tuo chitarrismo?
Sicuramente l’estrema imprevedibilità del suo playing. Virgil è conosciuto a livello mondiale come un batterista che riesce a rendere semplice il metro più complesso del mondo e questo con una naturalezza e spontaneità incredibili. E’ una sfida continua con il mio click interiore!
 
All'atto di iniziare questa avventura ci sono delle coordinate di suono, playing, artistiche che ti sei imposto come scelta di produzione?
Assolutamente no, massima libertà di espressione è stato l’imperativo fin dall’inizio e questo riguarda non solo me ma tutti i componenti del gruppo. L’impronta progressive e rock del gruppo porta ovviamente ad una determinata scelta in fatto di suoni soprattutto e probabilmente l’aver lavorato in questo ambito già in passato mi permette una certa consapevolezza quando si tratta di scegliere un determinato suono o un passaggio da inserire all’interno di un brano.


 
Che strumentazione stai usando con gli IceFish?
Principalmente uso un paio di chitarre con gli IceFish, una baritona Ibanez Iron Label accordata in La con pickups EMG e una RGD 7 sempre Ibanez e sempre accordata in La. Per quanto riguarda l’amplificazione ho usato e sto usando quasi tutto quello che ho a disposizione, dal Kemper al Fractal Audio al Multiamp della DV Mark alla testata Victory Kraken.
 
Ci spieghi che cos'è pledge music e come i vostri fans possono sostenervi?
La traduzione letterale della parola “pledge” è impegno. E’ un crowdfunding fondamentalmente dove la gente può acquistare in preorder del materiale che può essere il CD in versione digitale, in versione fisica con autografo, T-Shirt e tanto altro e noi ci “impegniamo” ad offrire tutto questo ed in più tutta una serie di contenuti speciali come video di prove, interviste etc. a tutti coloro che ci supportano con il pledge. Per maggiori informazioni questa è la pagina dove si può visionare tutto ciò che offriamo http://www.pledgemusic.com/projects/icefish Mi raccomando, abbiamo bisogno del vostro aiuto!


 
alex argento andrea casali ice fish interviste marco sfogli virgil donati
Link utili
La pagina degli Ice Fisch
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