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Ibanez RGIR30BE, quando l’abito fa il monaco
Ibanez RGIR30BE, quando l’abito fa il monaco
di [user #116] - pubblicato il

Saranno i pick up EMG, il nero opaco che copre praticamente tutto lo strumento, il ponte flottante o il kill switch, ma è davvero difficile non pensare che la RGIR40BE come una chitarra dedicata ai generi più estremi. Abbiamo messo alla prova la sua cattiveria con il nostro Alessandro Crippa e un Mesa Boogie.
Della serie Iron Label abbiamo parlato in lungo e in largo, provando anche diversi modelli. Quello tra le nostre mani oggi è il modello più economico della famiglia dedicata al metal anche se il suo prezzo si aggira comunque attorno agli 800 euro, ponendolo di certo in una fascia che non è proprio entry level. La dotazione di bordo, però, è davvero ricca. Abbiamo a che fare con una classica RG, messa sotto steroidi però. Il body è in mogano, a differenza delle serie standard in tiglio, con un manico Wizard in tre pezzi di acero e bubinga. I tasti d’ordinanza per le RG sono i Jumbo e anche la Iron Label non è da meno. Sono posizionati e levigati molto bene e la tastiera è contornata da un binding che regala allo strumento un che di elaborato. Nonostante il look sia essenziale la scelta di utilizzare i profili bianchi ci sembra davvero azzeccata, un po’ di luminosità su un’elettrica davvero dark. Il nero non manca nemmeno sull’hardware. Meccaniche e ponte Edge Zero II sono neri come la notte così come le mascherine degli humbucker. Questi nello specifico sono degli EMG attivi, un 60 al manico e un 81 al ponte, giusto per confermare l’indole incazzosa della Ibanez. 

Troviamo la sola manopola del volume, con il selettore a tre vie. Un’elettronica quindi molto semplice, ridotta all’osso. Al posto del tono, però, viene posizionato un kill switch, utile per incrementare il livello di tamarraggine sul palco. 

La IR30 non è leggerissima, si fa sentire sulle spalle, senza però stancare. Ma l’ottimo bilanciamento e la forma che ormai conosciamo approfonditamente, giocano a suo favore rendendola comoda ed ergonomica. Il manico Wizard è molto sottile, forse troppo per chi è abituato ai modern C o addirittura ai manici più cicciotti delle Gibson, ma siamo sicuri che chi si rivolge alla serie Iron Label apprezzerà di certo la facilità con cui ci si muove su e giù per i 24 tasti senza fare la benché minima fatica. 

Ibanez RGIR30BE, quando l’abito fa il monaco

Anche se il gain chiama, ci tratteniamo per un attimo, perché anche il metallaro più incallito prima o poi un clean dorà utilizzarlo. L’Ibanez si comporta davvero bene. L’accoppiata mogano più EMG è una forza. Non si nota la normale compressione che questi pick up apportano solitamente al suono, ma anzi la timbrica risulta aperta e brillante. Al manico troviamo il sound leggermente più cupo del previsto, ma nel caso il Mark V ci propone diverse soluzioni per ovviare al problema. 

Come già successo con strumenti simili, trovare il giusto limite tra crunch e distorsione vera non è sempre facile con questi humbucker. Ci siamo riusciti con la RG, anche se abbiamo dovuto leggermente rivalutare la nostra idea di crunch. Non appena la manopola del guadagno viene ruotata verso destra i pick up mettono in campo tutta la loro forza, facendo subito saturare il suono, aumentando il sustain e la compressione. Non è una macchina da blues, ne siamo consapevoli, però anche quando il sound non è estremo sa dire la sua. Basta però ruotare ancora il guadagno per capire qual è il vero territorio di caccia di questa Ibanez. 

I powerchord, le ritmiche indiavolate e gli assolo non sono un problema perché l’unione tra un setup davvero da corsa e una timbrica aggressiva la rendono uno strumento perfetto anche per i generi estremi. La naturale propensione a evidenziare alte e bassi creando un leggero scavo sulle medie rende la voce della Iron Label cattiva al punto giusto, soprattutto in abbinata a un ampli dalle giuste fattezze. 



La RGIR30BE è una chitarra estrema, anche se tra le mani fa sentire subito a casa. È una RG che ha fatto un po’ troppa palestra. Cresce l’output, la dotazione tecnica e la qualità dei materiali. Assieme lievita un po’ anche il prezzo che raggiunge gli 800 euro circa. È uno strumento, però, che sa farsi valere e che non farà rimpiangere chitarre ancora più costose. 

Ibanez è un marchio distribuito da Mogar Music
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